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 Se dovessi trovare un unico aggettivo per descriverlo, direi autentico.

 I Quicksand... vanno avanti imperterriti a martellare elegantemente la mia labile psiche.

La recensione racconta un'esperienza d'ascolto personale e autentica del nuovo album dei Quicksand, "Distant Populations". Sebbene non superi l'album d'esordio, si evidenzia come un lavoro interessante e coinvolgente, capace di catturare l'attenzione con la sua energia e autenticità. L'atmosfera estiva enfatizza l'impatto emotivo della musica. Il giudizio complessivo è positivo, sottolineando un rinnovato rispetto per la band e il loro stile unico. Ascolta Distant Populations e scopri l'autenticità dei Quicksand!

 La sua voce è profonda, con increspature severe, ma educata; seppure "sverniciata" è capace di languire tenuemente.

 "Ask Me No Questions" è un set semplice e disadorno, di puro folk ma avvolto in una dimensione aulica e sacrale.

La recensione esalta la raffinata eleganza e il tocco poetico di Bridget St. John nell'album 'Ask Me No Questions', capolavoro folk degli anni '60. Si sottolinea la sua voce profonda ma gentile e la tecnica chitarristica distintiva. Nonostante il limitato successo commerciale, l'artista rimane una figura cult, raccontata qui con passione ed empatia. Una riscoperta dell'autenticità e della sensibilità folk d'altri tempi. Ascolta ora 'Ask Me No Questions' e lasciati avvolgere dall'incanto folk di Bridget St. John!

 Per chi vi scrive la miglior band degli ultimi 25 anni.

 Un fiume in piena, pronto alla tracimazione, alla colata lavica...ma d’improvviso tutto si quieta, rallenta, si affievolisce.

La recensione celebra gli Isis come una delle migliori band degli ultimi 25 anni, evidenziando la complessità e l'intensità della loro musica. 'Temporal' è una doppia raccolta postuma, che include brani lunghi e dinamici capaci di emozionare profondamente. La qualità sonora, l'assenza di voce in alcuni pezzi e la varietà di contenuti come demo e cover la rendono una proposta imprescindibile. Il recensore condivide anche un ricordo personale del live, sottolineando l'impatto emotivo del gruppo. Scopri la profondità sonora di Isis con 'Temporal' e lasciati travolgere dall'emozione.

 Un brivido lungo la schiena, accompagnato dal fenomeno comunemente noto come pelle d'oca.

 Siamo di fronte a un’opera che non è azzardato definire un concept-album, capace di interpretare lo spirito della club culture e di quegli anni Novanta.

Second Toughest in the Infants, quarto album degli Underworld del 1996, rappresenta un capolavoro della musica elettronica anni '90. Con un mix sperimentale di techno, trance, progressive-house e influenze drum and bass, l'album cattura l'essenza della club culture del decennio. Tracce come "Born Slippy" sono diventate iconiche, rendendo questo disco un classico intramontabile. L'album evoca atmosfere intense e coinvolgenti, rappresentando un concept album che ancora oggi emoziona. Ascolta subito Second Toughest in the Infants e immergiti nella club culture anni '90!

 In tutto ‘sto casino l’unica cosa che ci ho guadagnato è che adesso so che effetto fa farsi una sega ascoltando Belus.

 DIO BURZUM. Con tutto il cuore: Io, Dio, Ti, Odio.

La recensione si sviluppa come un racconto personale durante un concerto di un amico musicista, con riflessioni sull'età, la musica e la passione per Burzum. L'autore descrive momenti di timidezza, incontri e introspezioni, offrendo una visione non convenzionale e molto umana dell'esperienza musicale, con un finale ironico e riflessivo. Scopri l’esperienza unica del concerto e l’ascolto di Burzum - Belus, lasciati coinvolgere dalla musica e dalle emozioni.

 Quentin Dupieux è Mr.Oizo. Cioé, in realtà, è Mr.Oizo che è Quentin Dupieux.

 Dopo un po' la mosca, che evidentemente buttata lì in mezzo con una parte da protagonista ma senza significative parti recitate si annoiava più di mè, per ingannare il tempo si divora un innocente cagnolino.

La recensione presenta Mandibules di Quentin Dupieux con un tono ironico e sarcastico, rimarcando la trama assurda di due amici e una mosca gigante nel bagagliaio di un'auto. Non mancano critiche sull'esagerazione di alcune gag, ma emerge la peculiarità del surrealismo tipico del regista. Un film che divide, presentato anche a Cannes 2020, e che strappa qualche sorriso malgrado le cadute di ritmo. Scopri Mandibules e lasciati sorprendere dal suo umorismo unico!

 Il rock serve, nella vita, mica balle, ditelo a mio padre, ditelo.

 Lo stereo dello spaccio piange per me, per la mia naja, per i miei piedi gelati dentro i Vibram.

La recensione intreccia la musica di Alan Parsons con ricordi intensi di un giovane fuciliere negli anni 80, al gelo in una caserma. L'ascolto di Eye in the Sky evoca sentimenti di nostalgia e calore emotivo, nonostante la durezza del contesto militare. La musica diventa così ancor più preziosa e toccante, confermando il valore del rock come rifugio e compagno di vita. Scopri come la musica può raccontare storie di vita intense e sorprendenti.

 "Non si fa l’errore di scambiare questa cosa per comicità! Qui non c’è ironia o umorismo, né satira... era una cosa seria."

 "Gli Squallor non c’entrano niente con tutti i gruppi più o meno demenziali: potevano permettersi di strafottersene di vendere!"

La recensione racconta la genesi e la storia degli Squallor, un gruppo unico nel panorama musicale italiano. L’album 'Vacca' rappresenta un punto di svolta, con il suo mix di nonsense, follia e serietà artistica. Il testo esplora sia la componente ironica che il profondo valore culturale delle opere, sottolineando come gli Squallor siano stati in grado di sfidare le convenzioni dell’industria musicale e lasciare un segno indelebile. Scopri la leggenda degli Squallor e immergiti in Vacca, il loro album simbolo.

 Una piccola gomma da cancellare fatta con mollica di pane.

 Un'eco dentro un'eco dentro un'eco.

La recensione esplora l'album di Felt come un'esperienza musicale sospesa e malinconica, paragonandolo a una pittura impressionista e a un ascolto defocused. L'autore suggerisce di abbandonarsi all'ascolto senza forzare la percezione, sottolineando la sottile bellezza e la delicatezza dell'opera, capace di offrire un riposo sensoriale in un mondo caotico. Lasciati attraversare dall'eco sonora di Felt, ascolta l'album con occhi chiusi o aperti.

 "Go For It è la naturale evoluzione. L'album della raggiunta maturità."

 "Chi conosce Go For It anche solo per sentito dire, in realtà conosce Roots, Radicals, Rockers and Reggae."

Go For It, il terzo e ultimo album in studio degli Stiff Little Fingers, rappresenta un'evoluzione matura del gruppo. Pur collocandosi sotto i precedenti Inflammmable Material e Nobody's Heroes, l'album si distingue per le sue contaminazioni reggae e l'originalità dei brani. È un classico da avere sempre a portata di mano, capace di testimoniare lo spirito di una generazione e di offrire momenti coinvolgenti e trascinanti. Un disco fondamentale per chi ama il punk e il rock'n'roll stradaiolo. Scopri l'evoluzione punk con Go For It degli Stiff Little Fingers, un classico imperdibile!

 Riascoltare Cara è quotidianamente un piacere libidinoso.

 Con lo sguardo languido, girandosi verso la 127, sussurrò 'Cara. Sarai per sempre Cara'.

La recensione esalta l'album 'Cara' di Christian, un disco cult del 1984 con suoni avanzati, testi profondi e storie personali che ne fanno un capolavoro quasi mitico. Tra aneddoti curiosi e un'analisi dettagliata, il recensore sottolinea l'esclusività dell'edizione limitata e il piacere che regala ad ogni ascolto. L'approccio è giocoso e rispettoso, riflettendo una vera passione per l'opera. Ascolta 'Cara' di Christian e scopri un vinile senza tempo!

 La mail art: "un gioco etereo e infinito di corrispondenze", un sistema di relazioni, uno scambio libero e gratuito.

 La vita è più importante dell’arte, ecco l’unica cosa che può dire l’arte.

La recensione celebra 'Trax - Xtra' come un'opera iconica della mail art e del collage sonoro, nata da un processo creativo collettivo e senza ego. Attraverso aneddoti ironici e riferimenti alla cultura underground degli anni '80, l'autore esplora il concept innovativo e l'energia dell'album, mettendo in luce la natura partecipativa e utopista del progetto. Una miscela di musica, arte visiva e poesia che supera i confini tradizionali. Esplora l'universo di Trax - Xtra e lasciati trasportare dalla mail art sonora!

 "Un muto grido di dolore che squarcia l’anima mettendo a nudo le anime perdute nell’incomunicabilità."

 "Un film ammaliante e raffinato che snocciola con non-chalance i suoi je accuse sotto forma di aforismi."

La Notte di Michelangelo Antonioni è un ritratto malinconico dell'Italia degli anni '60, focalizzato sull'incomunicabilità e la crisi dei rapporti nell'alta borghesia milanese. Con interpretazioni intense di Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau, il film si distingue per il suo linguaggio innovativo e stilisticamente raffinato. Considerato un capolavoro, ha influenzato generazioni di cineasti ed è parte della cosiddetta trilogia esistenziale di Antonioni. L'opera si rivela potente solo a chi riesce a coglierne il messaggio profondo e la sua estetica minimale. Scopri il capolavoro di Antonioni e immergiti nell'inquietudine dell'Italia anni '60.

 Ha indossato una maschera tribale (o una caldaia con le corna? entrambe: una pentola a pressione piena di afrofunk in iperagitazione).

 Una caccia breve ed indolore, quaranta minuti e spiccioli di frenesia: quattro battute di caccia registrate su solchi al PVC per la testa e le orecchie.

La recensione celebra 'Head Hunters' di Herbie Hancock come una composizione vibrante che fonde afrofunk e jazz fusion. L'album, breve ma intensamente dinamico, ripropone influenze africane con l'uso innovativo di sintetizzatori e percussioni. Hancock viene descritto come un artista camaleontico che riesce a scuotere ascoltatori e musicisti, dando vita a un suono futuristico e tribale. Il disco si distingue come un punto di svolta nella musica degli anni '70, capace di travolgere e affascinare. Scopri l'energia afrofunk di Herbie Hancock con Head Hunters, un classico imperdibile!

 Il tempo non è una freccia né un cerchio, ma un crocevia di aspettative, disattese o in attesa di nuove attese.

 Con voce di specchio, che le piccole cose allora riflesse nel suo iride ora dice a suo modo; cose che il tempo incessantemente consuma e che la sua voce rispecchia in ciò che esse ci promisero.

La recensione celebra l'album 'Promises', frutto della collaborazione tra Floating Points, Pharoah Sanders e The London Symphony Orchestra. Si evidenzia la capacità del sassofonista di evocare un tempo sospeso, immerso tra silenzi e promesse, mentre Floating Points crea un abito musicale armonioso. L'opera è descritta come una suite che riflette attese, memorie e sensibilità sonora a otto decadi di distanza dal suo protagonista. Ascolta 'Promises' per un viaggio musicale unico tra silenzi e promesse.

 Ditegli che non si muore quando si deve, si muore quando si può.

 Il libro mi ha trasmesso questo: il nonsense e l'inconsistenza dell'esistenza.

La recensione riflette sul tema della morte e dell'effimero nella saga di Cent'Anni di Solitudine. L'autore condivide esperienze personali e collegamenti emotivi con il romanzo, esplorando la caducità dell'esistenza e il valore della memoria. Non è una recensione tradizionale, ma un pensiero profondo e malinconico sulla vita e la perdita attraverso le generazioni della famiglia Buendía. Scopri la profondità di Cent'Anni di Solitudine attraverso questa recensione intensa ed emozionante.

 Ci va carattere e fisarmonica, senso del brivido e solitudine.

 Apritele una a una quelle boccette e inebriatevi. Messer Paolo è un vero esperto di spezie e profumi.

La recensione celebra l'album Paris Milonga di Paolo Conte come un'opera ricca di atmosfere vintage e jazz anni venti. L'artista mescola poesia e musica creando un mondo fatto di immagini suggestive e un'eleganza senza tempo. L'opera è descritta come un viaggio multisensoriale, dove ogni traccia è una scoperta raffinata e misteriosa. L'autore del testo esalta la capacità di Conte di sfuggire alle mode del presente, offrendo un'esperienza musicale intensa e malinconica. Scopri l'eleganza senza tempo di Paris Milonga, lasciati trasportare dal jazz e dalla poesia di Paolo Conte!

 La folgorazione del divino non è tanto una pace, quanto piuttosto una quiete silenziosa ed insieme un ardore.

 Il racconto di tremulo lume che ha nome A Love Supreme dice ciò che le parole non possono dire.

La recensione evidenzia 'A Love Supreme' come un'opera di intensa spiritualità e passione musicale. Coltrane viene descritto come un artista in ascesa mistica, il cui lavoro esprime un equilibrio tra furore e quiete. Il disco rappresenta un viaggio sonoro che trascende le parole, riflettendo un profondo mutamento interiore e un dialogo con il divino. L'album è valutato come un capolavoro dal ritmo oscillante e dalla potente carica emotiva. Ascolta 'A Love Supreme' e vivi l'emozione di un capolavoro spirituale del jazz.

 Il fatto, meno transitorio, però è Sibylle Baier. Quella perplessa irragionevolezza in cui ti immerge, che allunga su ogni certezza razionale e istinto.

 «Forget About» è il brano che non mi tolgo dalla testa, una dedica non all'amato, ma al figlioletto.

La recensione racconta l'ascolto di "Colour Green" di Sibylle Baier, un album folk registrato negli anni '70 e pubblicato solo nel 2006. Le canzoni nascono come dolci ninnananne per il figlio, caratterizzate da una voce intima e una trasparenza emozionale che supera ogni barriera temporale. La musica di Baier viene descritta come senza destinazione e profondamente autentica, capace di toccare l'ascoltatore con delicatezza e sincerità. L'autore esprime un forte legame personale e una riflessione sul valore di queste gemme musicali nascoste. Ascolta ora Colour Green di Sibylle Baier e scopri un folk intimo e prezioso.

 «Combinando il sound acre ed acetico dei Modeselektor con l’indietronica monocorde e propilica di Apparat, si genera la magnifica commistione dell’aceto di propile con quell’aroma di pera che rende gradevole l’ambiente.»

 «Basterebbe 'A New Error' ad aprire e chiudere i giochi: quei sei fragorosi minuti di fughe elettroniche in crescendo non si erano mai sentiti né dalle parti di Apparat né dei Modeselektor.»

La recensione analizza l’album d’esordio di Moderat, frutto della fusione tra Modeselektor e Apparat, descrivendolo come un equilibrio perfetto tra sonorità IDM taglienti e atmosfere ambient dream-pop. Attraverso un parallelo chimico, si sottolinea la riuscita commistione di stili che dà vita a un’opera elegante e coinvolgente, capace di valorizzare i punti di forza di entrambi gli artisti. L’album viene considerato un piccolo capolavoro e un punto di riferimento della scena elettronica berlinese. Ascolta Moderat e scopri la magia della loro fusione sonora unica.