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Area Crac!
26 ott 05
Voto:
DEMETRIO CONTINUA: 4. Ci consigli di «calcare il timbro con un saxofono (piccolo peccato di esterofilia!) che toglierebbe molti pesi dalle spalle di Fariselli e farebbe chiacchierare meno il sintetizzatore di Tofani». L estetismo musicale (v. colorare il timbro con un saxofono) è stato superato. La logorrea estetica del Musicista singolo che toglie il peso a un altro non ci interessa. In quanto ai sintetizzatore di Tofani, che a tuo parere dovrebbe chiacchierare meno, ma se è stato usato solo una volta! (v. introduzione di Implosion).
Vedi che a chiacchierare è il sintetizzatore (ARP) di Fariselli, e bene anche.
5. A proposito di Area 5 che «fallisce» clamorosamente nella noia e nell'isteria non vale neppure la pena di discutere, vista la tua presunzione nel voler giudicare due musicisti del calibro di Hildago e Marchetti.6. «L'ombra malefica di Cecil Taylor» a me sembra offuscata da Condon Nancarrow. Forse manca alla tua collezione di dischi?
7. «L'urlo sincopato della Mahavishnu»: se per te usare la stessa marca di strumenti e avere la stessa padronanza tecnica significa identità di «urlo sincopato», ti posso dire che questi elementi non bastano, visto che variano il linguaggio, la cultura e la struttura di base. Magari sei anche d'accordo.
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
DEMETRIO RISPONDE: Caro Bertoncelli, collezionista di dischi o Infermiere del Pop? fai tu. La mia non è solo una risposta alla tua recensione su "Crac!" ma una didascalia sul piano tecnico-musicale concettuale, politico, per recuperarti, anche solo per un attimo, dalla tua narcolessia musikale. Vediamo punto per punto:
1. Dove citi «il mio mitra è un contrabbasso che ti sputa sulla faccia» errore! noi non sputiamo in faccia alla gente come faceva il tuo amico Zappa, spariamo.
2. «Demetrio Stratos continua a inseguire singulti e libertà oppresso da rigide strutture».
a). Ciò che tu chiami singulti sono trilli armonici con vibrato e cambiamento di timbro con passaggi di 4.a, 5.a, 7.a sulla fondamentale, giocati a volte in scala cromatica.
b). In quanto a inseguire la libertà ti comunico che io l'ho raggiunta da un pezzo (basta prendersi il disturbo di ascoltare attentamente e non, il disco per rendersene conto) e del resto la voce è sempre in rapporto dialettico con gli altri strumenti ed è frutto di un preciso progetto iniziale di gruppo (sono queste le tue rigide strutture?).
3. Ci rimproveri «l'ossessione dei ritmi»: ma qui non ci intendiamo sulla terminologia; per noi l'ossessione è quella corrente dei 4/4 che gli Area hanno ampiamente scavalcato, arrivando al limite di rottura dell'elasticità ritmica con gli 11/16 e i 33/16, ritmi pluri-composti sconosciuti alla tua esterofilia musicale.
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
IL POVERO STRONZO CONTINUA: Come superare l'errore? Forse bisognerebbe lasciarsi andare all'ispirazione più cinica, forse bisognerebbe dar ragione al pianismo ostico e affascinante di Nervi Scoperti o alle andature misteriose di Megalopoli: rendendo al contempo più elastica la materia, spezzando l'ossessione dei ritmi, colorando il timbro con un saxofono che toglierebbe molti pesi dalle spalle di Fariselli e farebbe chiacchierare meno il sintetizzatore di Tofani. Resta comunque la mano felice di molti strumenti, la voglia di bruciarsi la pelle con significati poco consumabili e molto interessanti: anche se in fondo a tutto Area 5, un «gesto musicale» di Hildago e Marchetti, che dovrebbe costituire il nocciolo di questa presa di coscienza, fallisce clamorosamente nella noia e nell'isteria. I brani migliori sono quelli già citati, con l'ombra malefica di un certo Cecil Taylor e l'urlo sincopato della Mahavishnu Orchestra: Implosion sta un gradino sotto, per un certo impaccio dei temi spiegati, come l'iniziale Elefante Bianco, che abusa di «segnali acustici» mediorientali. Gioia e Rivoluzione scherza col testo agrodolce, misurando per la prima volta la «bellezza» della ballad chitarristica: e La Mela di Odessa chiude in gloria la situazione, sorridendo su un facile tema musicale con un apologo malizioso, pieno di sottintesi e di frammenti culturali siglati 1920.
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
IL POVERO STRONZO SCRISSE: "Crac!" la recensione di Riccardo Bertoncelli
Spinti dalla «voglia di comunicare» e forse consci della paranoia cui erano giunti con il secondo disco, gli Area ci offrono un'opera più tranquilla, serena, festosa, delle precedenti, accoppiando alla «rivoluzione» che occhieggiava tra le pagine del passato una «gioia» che fondamentalmente è divertimento con il suono. Compromesso? Non di certo, anche scavando a fondo nei significati. La consapevolezza non scende mai a patti, i testi non la smettono mai di insinuare e di porre dubbi, lo stile muta nelle virgole del modus senza sbriciolar la sostanza: «il mio mitra è un contrabbasso / che ti sputa sulla taccia», cantano le parole a un certo punto, ed è il fedele riassunto dell'esperienza Area, la voglia di far qualcosa per i tempi con gli strumenti a disposizione. Oltre agli orgogliosi pronunciamenti, comunque, la stoffa della musica continua a presentare smagliature. Il vecchio problema della «vocalità» non è stato risolto, Demetrio Stratos continua a inseguir singulti e libertà oppresso da rigide strutture: e la musica stessa presenta inciampi e aree di dubbio, costretta a scivolare tra immagini audacissime e piccoli schemi di pop di retroguardia.
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
Che la nevrosi sia quella degli anni di piombo non è una mia interpretazione, è proprio così, letto milioni di volte da giornalisti e dal gruppo stesso. Gli Area erano politicamente attivi dai capelli ai calzini, le falci ed i martelli si sprecano nelle loro copertine, inizio e fine concerto con pugno alzato, concerti nel bel mezzo di comizi politici ecc ecc. Nella metà dei 70, apparve su di un giornale una foto che raffigurava un covo delle Brigate Rosse appena scoperto dalla polizia, su di un tavolo si trovavano fucili, pistole... ed un disco degli Area. Patrizio narra che secondo lui ce lo hanno messo apposta i giornalisti od i poliziotti, ma rimane il fatto che per dare l'idea del covo delle BR, hanno usato Fucili pistole ed un disco degli Area. Non si sta parlando di Fighetti, questi erano più incazzati di tutti i cazzo di gruppetti di bimbo-punk e young-hardcore di washington sommati assieme ed elevati al cubo. Non a caso il titolo dell'album "1978: gli Dei se ne vanno, gli Arrabbiati restano!". Loro erano davvero molto ma molto incazzosi, ma molto. Nel prossimo post ti copio incollo la recensione di un povero stronzo fatta su Crac! in sò che giornale, e nel prossimo ancora, ti posto la risposta di Stratos a quel povero stronzo.
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
L'angolo dello snob: Io conosco un coglione talmente snob che insiste nel dire che il loro miglior pezzo è "Caos".
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
Enea: che sia nato prima il titolo o la musica, il risultato finale non cambia, Nervi Scoperti rappresenta la nevrosi degli anni di piombo, e la rappresenta alla perfezione. è tecnica perchè non si poteva fare altrimenti. Per me il punto <<trasfigurazione nell'idea del genio musicale (=tecnicismo)>> Non ha senso. Tecnicismo è prendere la chitarra, aprire lo spartito di una qualsiasi composizione e riprodurla al triplo della velocità. Quello è tecnicismo, il resto no. Poi se leggi bene ho scritto che i Giri di do sono musicalmente fine a se stessi, perchè il loro fine è pratico e non musicale. /// Ajeje, per me il migliore è Maledetti, seguito da Harbeit & Caution Radiation Area a parimerito, e poi viene questo. Come scrivo nella recensione: <<<A mio personale parere questo non è il lavoro più riuscito, ma sicuramente è il più adatto per chi si avvicina per la prima volta al loro suono>>> A quanto si legge nei libretti dei Digipack-ristampa questo è il loro lavoro più strutturato e scritto con l'idea di fare un album, ma li preferisco anche io quando si riunivano in sala e suonavano, e quello che veniva fuori veniva fuori, in completa libertà davano il loro meglio.
Voto:
Mah, anche se in molte "storie del rock" mettono "Freak Out", molte altre mettono "Absolutely Free", io propendo più per A.Free (oh, poi si parla di un misero anno di distanza fra i due). Freak Out lo sento come il primo tentativo di Rock Opera, Aboslutely Free gli è riuscito meglio: è più compatto e non perde mai il filo centrale. Non che Freak Out sia un disco minore, è un capolavoro degno di stare fra i primissimi caposaldi della musica moderna, però è molto meno "rock-opera" di Absolutely Free, si nota che è il primo disco e che molte cose sono state "incollate", non che sia un difetto nel valore assoluto del disco, è solo che non riesco a considerarlo un opera unica divisa in tracce, diciamo che è più più una serie di tracce unite in una. Che poi volendo essere pignolissimi la prima vera e propria rock opera nel senso vero e proprio di opera è Tommy. /// Lumpy Gravy è un caposaldo perchè è del 67-68 (io ricordavo fine 67, ma vedo che qui il freedb lo da come 68) ed è solo il terzo album di Zappa, però quando ha provato a fare successivamente queste cose, gli sono riuscite meglio. Io non sono molto devoto alla filosofia di pensiero del "derivativo", guardo di più il risultato finale, ed a oggi 2005 se si vuole sentire la follia di Zappa ci sono suoi dischi ancora più folli. Questo come valore storico però riconosco che batte i successivi :) - Una domanda: le due tracce sono entrambe di 15:50 esatti, è partito già con l'idea di farle durare entrambe alla stessa maniera oppure è un caso? Non ho mai letto nulla a riguardo, però ho come l'idea che fosse tutto programmato: "non cade foglia che Franco non voglia", dicevano nell'antica mesopotamia.
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
Boh, è la mia prima, tu ci sei da prima o da dopo di me? O sei coetaneo? Io voto Gigi.
Area Crac!
26 ott 05
Voto:
Per esprimere l'istintico nevrotico e la follia, c'è bisogno di note nevrotiche e folli. Non è questione di tecnica, è questione del risultato che si vuole raggiungere: una canzone che si chiama Nervi Scoperti non può essere che iper-incasinata, una nevrosi non si può esprimere in altre maniere se non con repentini cambi di tempo e con fiumi di suoni che si incastrano, non c'è altra maniera. L'estrema tecnica è un bisogno, non un esibizione, sennò rappresenti melodia e non nevrosi o rabbia. C'è anche chi dice che la nevrosi e la rabbia si rappresenta con il Punk o l'Hardcore di Washington, ma per me quelli sono capricci di un bambino che vuole il lecca-lecca ed e la mamma non glielo compra, la nevrosi e la rabbia sono sentimenti complessi, e per essere rappresentati in musica hanno bisogno di complessità, sennò sei un bimbo capriccioso, non un uomo in stato di nevrosi. Poi può non piacere, ma non è affatto esibizione fine a se stessa, la musica fine a se stessa sono i "giri di do" che servono per imparare a suonare.