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 "A Passage to India sembra piuttosto una deviazione verso il banale."

 "Lean non riesce a restituire la profondità dell'opera originale."

La recensione stronca il film A Passage to India di David Lean, considerandolo un fallimento rispetto alle aspettative. Vengono evidenziati limiti nella narrazione e nella resa cinematografica, con particolare enfasi sulla difficoltà di trasporre la complessità del romanzo originale e sull'approccio poco incisivo della regia. Scopri perché questo classico non ha convinto: leggi la recensione ora!

 Esserci per amore e nient'altro

 Un racconto di amore liquido, di dolori che non riescono a cicatrizzarsi in un sovrapporsi di relazioni frammentate

La recensione esplora 'L’Attachement' di Carine Tardieu, un film che affronta il tema delle relazioni amorose precarie e della maternità. Il cuore della narrazione è una donna incapace di costruire legami stabili, ma decisa a dare spazio alla sua maternità. Il punto di vista più lucido proviene da un bambino. Regia e interpretazioni risultano efficaci e coinvolgenti. Scopri come il film esplora legami e maternità: guarda L’Attachement!

 Non è possibile fare la recensione di un film che non è un film, non è un documentario e forse non è neppure cinema, ma un atto di dolore.

 Paradossalmente questa negazione dell'essenza del cinema si dimostra l'arma più potente per farci capire la mostruosità di quello che è accaduto.

La recensione esprime l’impossibilità di valutare 'La voce di Hind Rajab' con gli strumenti classici della critica cinematografica. Il film si trasforma in potente atto di dolore e denuncia, dove l’assenza delle immagini amplifica l’orrore vissuto dalla protagonista. L'opera è esaltata per il suo altissimo valore morale e civile, che va oltre le convenzioni del cinema tradizionale. Scopri come il cinema può diventare denuncia e riflessione sull’orrore.

 Come può la Spagna passare per il Massachusetts?

 Si trattò di una pellicola non a fuoco, ma che a parere del suo fautore sarebbe dovuta andare a fuoco.

Il film The Scarlet Letter di Wim Wenders viene analizzato come un'opera poco riuscita, distante dallo spirito del romanzo di Hawthorne. La scelta di location e casting risulta forzata e priva di autenticità. La regia viene riconosciuta come inesperta per il tipo di adattamento, con un cast privo di vera alchimia. Anche la colonna sonora contribuisce al senso di dissonanza generale. Una pellicola che rimane tra i capitoli dimenticati della filmografia di Wenders. Scopri come Wim Wenders ha (mal) reinterpretato il celebre romanzo di Hawthorne!

 E’ una lunga e quasi epica saga familiare, che parte dalla prima occupazione israeliana a Jaffa nel 1948...

 Finale amarissimo, e poetico al tempo stesso.

La recensione celebra il nuovo film di Cherien Dabis per la sua capacità di raccontare la storia palestinese da un punto di vista familiare, attraverso decenni di conflitto e cambiamento sociale. Apprezzato lo stile accessibile e ritmato, capace di fondere gusto occidentale e profondità orientale. Il film spicca per alcune sequenze memorabili e scelte morali forti, nonostante qualche lieve difetto narrativo. Una visione consigliata per chi cerca cinema di qualità su temi attuali. Scopri questa intensa saga familiare: guarda il film in lingua originale!

 Il film alla fine pone più che altro delle domande ben precise, ma le risposte non sono mai univoche e lascia allo spettatore il compito di elaborarle per conto proprio.

 La sua indagine, dopo 'Terraferma', sembra continuare, prendendo in considerazione aspetti diversi di un mondo su cui è quanto mai opportuno (e lodevole) mantenere vivo l’interesse.

Elisa esplora il tema della redenzione e del recupero nell’insolito scenario di un carcere svizzero immerso nella natura. La protagonista Barbara Ronchi offre un’interpretazione intensa, supportata da un cast solido. Il regista evita giudizi facili e lascia domande aperte sul senso della colpa e sulle relazioni umane in contesti limite. Una riflessione profonda, senza risposte univoche. Scopri Elisa: lasciati coinvolgere da una riflessione profonda sulla colpa e il perdono.

 Kingsley non recita: travolge, schiaccia, divora.

 Senza di lui, sarebbe un piccolo crime movie, per quanto di culto (definizione che ormai non significa granché).

La recensione analizza Sexy Beast come un crime britannico che si regge sull’eccessiva intensità di Ben Kingsley. Tra cliché narrativi e personaggi sopra le righe, il film si salva grazie ai protagonisti, pur risultando datato e con buchi logici. Meritevole per le interpretazioni, meno per originalità e coerenza della trama. Scopri se il magnetismo di Kingsley basta a salvare Sexy Beast: leggi la recensione completa!

 Del Sangue freddo di Capote non si butta via niente. E, insieme al romanzo, questo film ne è la bottiglia migliore.

 Io di certo lo farò.

La recensione analizza il film 'A sangue freddo' di Richard Brooks, tratto dal celebre romanzo di Capote. Il film alterna vicende e piani narrativi, con un realismo drammatico amplificato dal bianco e nero e dalla scelta di attori non celebri. L'opera, oltre alla ricostruzione del crimine, indaga la psicologia dei colpevoli e la critica sociale. Un noir indimenticabile che lascia il segno. Non perdere questa gemma: guarda (o riguarda) 'A sangue freddo' di Brooks!

 Murder? sarebbe stato più onesto, tipo 'Scusate, c’è stato un omicidio qui?'

 Un Hitchcock che si sta facendo le ossa come un apprendista pasticcere che cerca di capire come glassare la torta.

La recensione analizza Murder! come un interessante ma imperfetto esperimento di Hitchcock agli esordi del cinema sonoro. Pur mostrando qualche guizzo, il film risulta legnoso e ancora ancorato al linguaggio teatrale. Si evidenziano difetti strutturali e tecnici, ma anche pionieristiche soluzioni sonore e qualche scena notevole. Consigliato a curiosi e appassionati del maestro, più che al grande pubblico. Scopri com’è nato lo stile di Hitchcock iniziando proprio da Murder!

 Qui siamo in trincea con soldati/infermieri che affrontano la realtà di ogni giorno, che lottano e riescono tuttʼal più a tamponare le ferite.

 Vivendo così intensamente il proprio lavoro non esenta dagli errori, causati dallo stress continuo… solo chi fa sbaglia.

Il film di Petra Biondina Volpe racconta l’ultimo turno di un’infermiera in un ospedale svizzero, mettendo in luce la realtà dura ma profondamente umana del lavoro sanitario. La performance intensa di Leonie Benesch e la regia immersiva evitano ogni pietismo, restituendo invece la dignità e la fatica quotidiana di una professione spesso trascurata. La pellicola denuncia la carenza di personale e i rischi connessi, offrendo uno sguardo autentico e toccante. Scopri come “L’Ultimo Turno” ti farà vedere gli infermieri con occhi diversi!

 "2046 non è una stanza. È un momento. E tu ci sei stato."

 "Le mani di lei erano come il vento caldo di agosto: non si potevano trattenere, ma si ricordavano per sempre."

La recensione intreccia la trama di 2046 alla narrazione di un viaggio in treno, creando un parallelo tra la ricerca dei ricordi perduti nel film e un incontro carico di desiderio. Le atmosfere evocative di Wong Kar-Wai risuonano nella scrittura, tra sensualità, nostalgia e riflessione sul senso del tempo. Un'opera che globalizza la memoria ma rischia di diluirne la profondità, offrendo al pubblico uno specchio in cui smarrirsi. Scopri anche tu il viaggio unico di 2046: lasciati trasportare tra memoria, desiderio e poesia.

 La coppia sembra felice, passeggia per i campi, lei è una visione vestita d’oro... ma la bottiglia di vino rovesciata ci ricorda che non tutto è idilliaco.

 Forse il matrimonio è la 'tomba dell’amore'... Ma se l’alternativa sono nove settimane e ½ e un colpo in testa, quella tomba forse non è poi così male.

Il film Elvira Madigan di Bo Widerberg racconta la storia vera di un amore travolgente e illecito tra Hedvig e Sixten, immerso in una fotografia incantevole e sulle note di Mozart. La recensione celebra l’impatto sensoriale e la potenza estetica del film, ma sottolinea l’ironia del suo idealismo, spesso frainteso dalla controcultura. Il destino tragico della coppia mette in dubbio la retorica dell’amore libero, offrendo uno spunto di riflessione pungente sul confine tra sogno e realtà. Una visione affascinante e amara. Scopri ora la magia e la tragedia di Elvira Madigan: lasciati emozionare!

 Il desiderio qui non è solo erotico, ma politico: è ciò che sfida le regole, che rompe gli equilibri, che rifiuta l’adattamento.

 Bellocchio mette in scena una guerra fredda silenziosa tra l’individuo e le strutture che lo vogliono normalizzare: la famiglia, la scuola, la medicina, la giustizia, persino la memoria storica.

La recensione esplora il film Diavolo in Corpo di Marco Bellocchio, concentrandosi sulla sua intensa rappresentazione del desiderio come forza di rottura sociale e psicologica. Evidenzia il ruolo delle istituzioni come apparati di controllo e il conflitto tra individualità e norme. L'interpretazione di Maruschka Detmers viene esaltata. Il film è letto come un trattato sul caos emotivo e sociale degli anni '80. Scopri come Bellocchio trasforma il desiderio in ribellione: guarda Diavolo in Corpo e confrontati col suo messaggio potente.

 L’opera getta luce su un uomo come Foster Wallace, il tipico ragazzone yankee di buon cuore e di grande stile letterario.

 Può proprio capitare che sia il cinema a riconciliarmi con la lettura di un libro complesso.

La recensione affronta 'The End of the Tour' come un ritratto autentico di David Foster Wallace, esplorando la complessità del suo carattere e il suo impatto nella letteratura. Il film segue il rapporto non sempre lineare tra Wallace e il giornalista Lipski durante il tour promozionale di 'Infinite Jest'. Si evidenzia la bravura degli attori e l'efficacia del film nel suscitare nuove letture e riflessioni sulla società moderna. Scopri il lato più umano di David Foster Wallace: guarda il film e lasciati ispirare alla lettura.

 Ophuls conferma il suo tocco magistrale nell'indagare le emozioni più nascoste.

 Un film che racconta la prigione dorata con rara sensibilità visiva.

La recensione elogia 'Caught' di Max Ophuls per la sua capacità di unire thriller psicologico e raffinato dramma umano. Il film esplora le inquietudini della protagonista, immersa in un'atmosfera tesa tra lusso e oppressione. Regia elegante e attenzione ai dettagli contribuiscono alla qualità dell'opera. Scopri perché 'Caught' è considerato un capolavoro: leggi la recensione e lasciati convincere a guardarlo!

 Un racconto denso di empatia e sfumature, che non scivola mai nel patetico.

 Payne firma una delle sue regie più solide, accarezzando i personaggi senza esibirne l’agonia.

La recensione elogia The Holdovers di Alexander Payne per la sua capacità di raccontare con sensibilità le trasformazioni interiori dei protagonisti. Il film è descritto come toccante e ben interpretato, incentrato su temi di umanità e crescita individuale. L'autore evidenzia la regia solida e il tono delicato, che rendono la pellicola memorabile. Il giudizio complessivo è positivo. Scopri perché The Holdovers è una delle pellicole più toccanti dell'anno!

 Si viene trascinati subito in una specie di giallo dovuto appunto alla scomparsa del regista dopo una serata a base alcoolica passata sulle rive del mare a Istanbul.

 Il tutto senza violenze varie, c’è chi si fa di eroina, chi riallaccia rapporti interrotti, chi si riappacifica con se stesso e chi cerca di attraversare lo stretto di mare di questa misteriosa città…

La recensione analizza 'Rosso Istanbul' di Özpetek, film dal forte imprinting autobiografico. Il cuore della trama è la sparizione di un regista a Istanbul, tra flashback, misteri e una città avvolgente. L’opera esplora l’identità, i rapporti umani e la memoria, rimanendo fedele ai temi cari al regista. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora evocativa. Lasciati conquistare dal mistero e dai sentimenti di Rosso Istanbul: scopri di più leggendo la recensione completa!

 Non una supereroina post-moderna, ma una figura umana, come se ne vedono raramente nei biopic.

 Cinema allo stato puro, chirurgico, che non consola.

La recensione elogia Golda come un film intenso e claustrofobico che evita la retorica, concentrandosi sulla figura umana e sofferente di Golda Meir. Helen Mirren offre una prova minimalista e potente, narrando il peso della storia sulla leader israeliana. Il film trasmette il dolore delle guerre e le scelte difficili, arricchito da un uso sapiente degli interni e delle musiche. Un biopic sobrio, chirurgico e necessario. Scopri un film che emoziona e fa riflettere sulla storia e il dolore umano.

 E' incredibile come il regista riesca ad aggiungere sempre più carte alle menzogne di Cary Grant.

 Seppur lento ed antiquato il film funziona, crea quella sensazione di disagio e tensione palpabile nello spettatore.

La recensione offre uno sguardo su 'Il Sospetto' di Hitchcock, film del 1941 visto su Raiplay. L'autore ne apprezza la costruzione della tensione e il gioco di sospetti, pur sottolineando la sensazione di un film ormai datato. La trama moralmente ambigua coinvolge, ma non raggiunge la brillantezza di opere successive del regista. Scopri se anche tu ti lascerai coinvolgere dai dubbi del capolavoro di Hitchcock.

 Siamo stati insieme tutto il pomeriggio senza baciarci. È stato bellissimo.

 Veronesi non scrive un romanzo estivo: scrive la fine della fanciullezza.

La recensione esalta 'Settembre nero' di Veronesi come un romanzo di formazione realistico. Protagonista è Gigio, dodicenne alle prese con la scoperta di sé, della musica e del primo amore durante l’estate del 1972. Narrazione fluida e sintassi asciutta danno vita a un ritratto vivido della crescita, culminando in un evento che segna la fine dell’infanzia. Scopri come Veronesi racconta la fine dell’innocenza: leggi la recensione!