La classe regna sovrana e c’è sempre il prodigioso soprano di Shorter a dire l‘ultima parola.

 È il disco più ricco di accompagnamenti “sintetici” di Joni Mitchell, il che non toglie un grammo di calore e fascino alla sua musica, immortale e impossibile da clonare.

La recensione esalta Taming the Tiger come l'album della maturità artistica di Joni Mitchell, arricchito da sonorità elettroniche innovative e stratificazioni jazz. Dai testi traspare coscienza personale e sociale, mentre la parte strumentale sperimenta nuove tecnologie mantenendo calore e fascino. Un disco affascinante, sofisticato e impossibile da imitare. La Mitchell si conferma icona in continua evoluzione. Scopri l’anima elettronica e senza tempo di Joni Mitchell: ascolta Taming the Tiger!

 Se fosse uscito nel 1995 sarebbe considerato una pietra miliare, ovviamente nel 1995 non è uscito e quindi non è una pietra miliare.

 La sezione melodica è infatti la vera forza del disco: la voce, sgraziata, si sposa perfettamente con il resto.

La recensione elogia 'Ancora noi... ancora oi!' degli Automatica Aggregazione come un esempio fresco e ben prodotto di punk Oi!, tra riff robusti e cori memorabili. Pur non innovando il genere e arrivando in ritardo rispetto agli anni d’oro, l’album offre brani efficaci come 'Infame', 'Radici' e la title track. Ottimo per chi cerca melodie coinvolgenti e un sound autentico, il disco si impone come punto di riferimento attuale nel panorama Oi! italiano. Scopri il nuovo volto del punk Oi! italiano: ascolta ora 'Ancora noi... ancora oi!'

 Il rumore strascicato dei passi nel finale è un colpo da maestro che ci avverte di mantenere deste le coscienze...

 La necessità di confermare una colpevolezza che autorizzi a seppellire l’imputato, ma ancor più un passato doloroso, e seppellirlo nel deserto, nel nulla lontano dalla vita quotidiana.

La recensione esplora 'Un semplice incidente' di Panahi come un road movie sulle sfumature della giustizia e della coscienza. Viene lodato il coraggio etico del regista, capace di far emergere temi politici e morali complessi, anche se con uno stile volutamente indefinito. Nonostante un coinvolgimento emotivo non immediato, il film si rivela di grande spessore e capace di scuotere le coscienze. Scopri un film intenso che osa interrogare la coscienza e il potere.

 Il ritornello di Livido (2023) mi ha regalato qualche minuto di euforia sensuale piuttosto impattante.

 Nudità ed erotismo non sono provocazioni fini a se stesse, ma un elemento intrinseco della canzone e del suo mood.

Livido di Giaka emerge come canzone indie-pop intensa e sensuale, diversa per onestà e grinta nel caotico panorama femminile italiano. La produzione indipendente esalta autenticità e personalità, nonostante alcuni limiti tecnici. Il video, controverso e censurato, sottolinea un'espressione di sé mai banale, distinguendosi dalle mode. Tre stelle d’incoraggiamento dal recensore. Scopri Giaka e lascia che Livido ti sorprenda con la sua forza autentica!

 Tre dischi di qualità in quattro anni sono davvero qualcosa di notevole, al netto del dna e della storia personale di chi li ha realizzati.

 "Aspettate di sentire questo ragazzo suonare il basso, la chitarra e la batteria. Può fare tutto quello che faccio io alla chitarra... l'eredità di famiglia andrà avanti anche dopo che me ne sarò andato, perché questo ragazzo è semplicemente naturale".

La recensione celebra The End come l’album più maturo dei Mammoth WVH. Wolfgang Van Halen emerge come erede naturale dello stile Van Halen, spaziando tra post grunge, hard rock e ballad. La produzione di Michael Baskette valorizza le doti compositive e polistrumentali di Wolfgang. Vengono esplorate sia tematiche leggere che attuali, accennando all’eredità musicale e personale di famiglia. L’album conferma la crescita e il talento della band. Scopri come Wolfgang Van Halen rinnova il rock: ascolta The End e lasciati sorprendere dal suo talento!

 È un lento affogare, pesante e inesorabile; un annaspare nelle sabbie mobili, come se una mano invisibile gli prendesse la caviglia per tirarlo giù con una morsa sempre più forte.

 Un cult movie iconico per un’opera disturbante ma necessaria, che in 100 minuti scarsi, riesce a colpire lo spettatore in un modo così forte e unico che non credo serva aggiungere molto altro.

La recensione analizza 'The Bad Lieutenant' di Abel Ferrara come un cult cupo e disturbante, centrato sulla discesa nell'inferno di un tenente corrotto in cerca di redenzione. Le interpretazioni, soprattutto quella di Keitel, e le scelte registiche contribuiscono a creare un'opera iconica che unisce violenza, angoscia e uno sprazzo di umanità. Un film necessario, capace di sconvolgere e restare impresso nella memoria dello spettatore. Scopri perché 'The Bad Lieutenant' è un cult indispensabile per ogni amante del cinema d'autore.

 Un viaggio dentro l’anima fragile e geniale degli Who, all’alba della fine.

 Questa edizione definitiva di Who Are You non è solo un tributo: è un documento vitale sulla sopravvivenza dell’arte nel caos.

La Deluxe Edition di Who Are You degli Who va oltre il semplice remaster: diventa un viaggio filologico e intimo nell'ultima epoca col batterista Keith Moon. Il box set arricchito da demo, versioni alternative e materiali inediti restituisce un ritratto autentico di una band tra crisi, creatività e passaggio generazionale, esaltando suoni nuovi e una scrittura più riflessiva. Riscopri il capolavoro degli Who in una veste inedita: lasciati travolgere dalla storia e dal suono ritrovato!

 "Youth is gone, crew is dead... Ma ancora qualcosa da offrire c'era."

 "Non ascoltate questo disco sperando di ricavarne grandi ispirazioni, perché questo disco fa quello che vuole fare: riempire la serata in un live club di qualche periferia piena di skinhead che non aspettano altro che una rissa."

La recensione analizza 'Solo Per Noi' dei Duap, disco Oi! del 2001. Si evidenziano influenze di Colonna Infame Skinhead e riferimenti testuali a vari gruppi storici. Il sound è ritmico e diretto, pensato per la dimensione live, ma con qualche episodio ripetitivo. Non esente da testi discutibili, l'album è comunque consigliato agli appassionati del genere. Scopri anche tu il sound di 'Solo Per Noi' e lasciati travolgere dall'energia dei Duap!

 La mia riconoscenza verso questa artista è infinita e mi sorprendo ancora ad emozionarmi intensamente quando, per l’ennesima volta, risento queste profonde musiche di somma ispirazione, maestria e comunicativa umana.

 Sette minuti interi di un’amareggiata e pessimistica Joni che si mette a nudo ancora una volta e fa dialogare le sue tante voci, per la nostra riflessione e il nostro piacere.

La recensione celebra Turbulent Indigo come un apice della carriera di Joni Mitchell, mettendo in risalto la profondità emotiva dell’album, le tematiche malinconiche legate alla sua vita personale e la qualità raffinata degli arrangiamenti. L’autore evidenzia la padronanza tecnica della cantautrice e la forza comunicativa della sua musica. Scopri perché Turbulent Indigo è ancora oggi un ascolto imprescindibile.

 Un incantevole mondo sospeso tra passato e presente, pieno di inventiva.

 Furesta è un album profondamente femminile. Non una femminilità patinata, bensì forte, selvatica: furesta, appunto.

La recensione di Annette su Furesta di La Niña narra il suo iniziale scetticismo dovuto a pregiudizi musicali, superati dall’ascolto di un album sorprendente. Il disco unisce radici campane e mediterranee, elettronica e strumenti tradizionali, con testi profondi e un’identità femminile potente. L’uso del dialetto e la voce di Carola Moccia confermano l’autenticità dell’opera. Furesta si distingue per la sua vitalità, immediatezza e stratificazione culturale. Scopri Furesta: lasciati sorprendere da un album che unisce passato e presente!

 Non sarà oro bianco, ma è di certo un gioiello.

 È un disco da sentire tutto d'un fiato una volta assimilato 'Riportando tutto a casa' e lasciare che qualche pezzo ti entri nel cuore.

La recensione esamina 'La grande famiglia', secondo album dei Modena City Ramblers, sottolineando la solidità delle atmosfere folk e alcune scelte meno incisive rispetto al debutto. Nonostante un'energia complessiva inferiore, l'album offre canzoni di ottima fattura e momenti memorabili, risultando un degno successore del primo lavoro. Alcuni limiti di produzione e mancanza di brani travolgenti vengono messi in evidenza, ma l'opera resta nel cuore degli appassionati. Scopri tutte le sfumature di 'La grande famiglia' e lasciati conquistare dal folk italiano dei MCR!

 Sarà come entrare in un vortice di fragole, panna e, perché no, liquirizia, mentre assistiamo a un altro, ennesimo tramonto d’autunno, o forse d’estate.

 A parer mio, il capolavoro della giovin signora Pilbeam, nonché uno dei lavori più riusciti di questo 2025 che volge al termine.

La recensione celebra Liquorice di Hatchie come il suo lavoro più riuscito, sottolineando la maggiore coerenza e compattezza rispetto ai dischi precedenti. Il sound resta dream pop ma si arricchisce di elementi rock e punk. Tra atmosfere sognanti e spunti agrodolci, l'ascolto riceve un forte invito, specialmente per gli amanti del genere. Scopri le atmosfere sognanti di Liquorice: ascoltalo ora con le tue cuffie migliori!

 Joni è decisamente cibo per musicofili, per gente un minimo raffinata, senz’altro per tantissimi musicisti che vedono in lei una chiara avanguardia e un’inesauribile fuoriclasse.

 Nessuno copia la Mitchell, è troppo peculiare ma, chi ci capisce, la ama per forza.

La recensione esamina 'Night Ride Home', quattordicesimo album di Joni Mitchell, sottolineando la centralità della chitarra, la maturazione vocale e le prestigiose collaborazioni con artisti jazz. L'atmosfera è raffinata, le melodie meno innovative ma sempre espressive. Un disco consigliato per musicofili e appassionati di generi sofisticati. Scopri la magia di Night Ride Home e lasciati ispirare dal talento inconfondibile di Joni Mitchell.

 Alla fine allora chi è il vero alieno? Siamo forse tutti un po’ 'alieni' da quell’umanità accogliente, giusta, rassicurante che – almeno a parole - desideriamo?

 Lo splatter finale tarantiniano ce lo sbatte in faccia semmai ce ne fossimo dimenticati….

La recensione esplora 'Bugonia' di Lanthimos come spietata riflessione sul senso di alienazione e sulla nostra incapacità di cambiare il sistema. Il film intreccia critica sociale, ribellione e fragilità umana, sostenuto da un comparto tecnico eccellente e un finale scioccante. Gli antieroi sono costretti a scontrarsi con un sistema iniquo, lasciando un messaggio amaro ma potente. Consigliato per chi ama il cinema d’autore e i temi profondi. Scopri il lato oscuro dell’umanità con Bugonia: non perderti questa visione intensa!

 Non è una pigra 'operazione nostalgia', bensì un'intelligente archeologia musicale con finalità futuriste.

 Un calcio sonoro alla mediocrità che dimostra come l'unico modo per onorare il passato sia suonarlo come fosse appena stato scritto.

La recensione celebra 'Beat Live', album che vede Belew, Levin, Vai e Carey reinterpretare il repertorio dei King Crimson anni '80. Arrangiamenti snelliti e stili diversi rendono l'opera fresca e attuale. L'intento futurista si realizza in una performance energica e coinvolgente che unisce tradizione e innovazione. Ascolta Beat Live e lasciati sorprendere dall’incontro tra leggende del prog e innovatori del rock!

 Il messaggio finale di un film così in anticipo sui tempi è che è meglio vincere la pace.

 Una guerra nucleare mondiale non è altri che un gioco senza vincitori ed è molto meglio intraprendere una partita a scacchi.

La recensione elogia Wargames come un film ancora attuale, capace di affrontare con intelligenza temi rilevanti come i pericoli della delega tecnologica in ambito militare. Alternando riflessione e nostalgia verso l’informatica pionieristica degli anni ’80, l’autore apprezza l’originalità e la tensione della trama, sottolineando soprattutto il messaggio pacifista e la sorprendente contemporaneità dell'opera. Rivivi l'emozione di Wargames e scopri quanto è ancora attuale!

 Anna si apre ad una accessibilità epica.

 L’energia cosmica è aumentata a dismisura.

La recensione esplora la svolta più accessibile di Anna von Hausswolff nel suo album Iconoclasts. L'opera mescola sonorità doom e barocche del passato con nuove collaborazioni e una variegata palette musicale. Pur perdendo in semplicità, guadagna energia cosmica e invita nuovi ascoltatori. Una tappa sorprendente della carriera dell'artista svedese. Scopri il sorprendente cambiamento sonoro di Anna von Hausswolff in Iconoclasts e lasciati travolgere dalla sua energia cosmica.

 Architettura Bauhaus del sogno dove ogni nota di quel piano elettrico è scintilla di luce ed ogni pausa un respiro smorzato.

 Malinconia che non fa male, desiderio che non brucia.

La recensione celebra 'Playground Love' degli Air come un perfetto connubio tra musica e cinema. Analizza la genesi del brano in relazione a The Virgin Suicides e l'atmosfera nostalgica e delicata che trasmette. Sottolinea l'importanza culturale della canzone, la voce di Thomas Mars e il contributo di Sofia Coppola alla creazione di un'icona musicale. Lasciati trasportare dall'abbraccio etereo di Playground Love.

 Il disco risente dei tempi ma, vivaddio, solo di striscio: le musiche presenti sono sostanziose, godibili e talvolta preziose.

 Ma averne, di dischi così… Del resto lei di album scarsi non ne ha mai fatti, ed anche in questo caso vi è un bel sentire.

L’album del 1988 di Joni Mitchell abbraccia le sonorità anni ’80 senza rinnegarne l’eleganza. Ricco di illustri collaborazioni, il disco offre arrangiamenti complessi e stratificati. Pur essendo meno intimo rispetto agli esordi della Mitchell, rimane un lavoro godibile e di classe, dimostrando la coerenza artistica della cantautrice. Nonostante qualche concessione alle mode, brilla tra i dischi dell’epoca. Scopri perché Chalk Mark in a Rain Storm merita un ascolto attento.

 Non è la quantità a stupire, ma la profondità e la qualità del lavoro di ricerca che ogni uscita porta con sé.

 È un vero romanzo di formazione musicale, che segue Dylan nel suo passaggio da ragazzo del Midwest a voce generazionale.

La recensione racconta il valore storico e artistico del 18° volume delle Bootleg Series di Bob Dylan, una raccolta che documenta il periodo 1956-1963. Dai provini alle prime esibizioni live, l’album rappresenta un vero 'romanzo di formazione' musicale. Spicca il concerto alla Carnegie Hall, finalmente completo. La cura filologica e la qualità della ricerca emergono come elementi chiave. Scopri le origini di Bob Dylan e lasciati sorprendere dalla sua evoluzione artistica.