Ennesima perla dello zibaldone Battistiano dove, fin dal titolo (il contrabbasso, la batteria), si tende a sottolineare l’aspetto “ritmico” preponderante del disco. A parte che è uno dei dischi meglio suonati della sua discografia, con tre musicisti con quattro coglioni ciascuno come session-men (Ivan Graziani-Hugh Bullen-Walter Calloni), ulteriori scoperte di Lucio, e non è un caso che suoneranno, tutti o parte di essi, nei migliori album del periodo (oltre a “Ballata per 4 Stagioni” di Graziani, li ritroviamo in “Ullalla” di Venditti, in “Maledetti” degli Area ed in “Sugo” e “Diesel” di Finardi ad esempio). Un album ritmo-tribal-dance con alcune reminiscenze psichedeliche, meno Pop rispetto ai tre successivi sicuramente (fatta eccezione per il singolone “Ancora tu”, super ispirato nonostante tutto), ma dove i pezzoni abbondano, su tutti “Il Veliero”, un brano che farà scuola, e su cui secondo me gruppi come RHCP hanno basato una carriera (“Can’t Stop” è uguale, siamo ai limiti del plagio).
- Bèl (04)
- Brü (00)
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