Se le notti di bufera delle foreste canadesi avessero mai partorito un gruppo, questo sarebbe senza dubbio i Menace Ruine.

 Un arcano rituale di riverberi noise ritmati da una cadenza mortale, inesorabile, impregnati del Medioevo più disagevole e misterioso.

La recensione esalta 'The Die Is Cast', secondo album dei Menace Ruine, per la sua intensa atmosfera oscura e apocalittica. Il disco fonde Black Metal e Drone, con riverberi noise e una voce femminile evocativa. Un lavoro sperimentale che si discosta dal precedente 'Cult of Ruins', presentando un rituale musicale ipnotico e catacombale. Un album speciale per gli amanti dei suoni estremi e misteriosi. Ascolta 'The Die Is Cast' e immergiti in un viaggio sonoro unico e disturbante.

 Sapete qual è la cosa più americana che ci sia? ... la solitudine.

 Musica dal profondo del cuore. Musica in risonanza con le corde dell'anima.

Gas Food Lodging dei Green on Red è un album intenso che trasporta l'ascoltatore attraverso gli spazi sconfinati e le tante anime dell'America profonda. Tra country, blues e rock, la band racconta storie di solitudine e lotta, con una musica che arriva dritta al cuore. Un viaggio sonoro che riflette l'anima di un paese spesso dimenticato, con testi profondi e sonorità evocative. Un disco di grande valore artistico e umano, capace di toccare le corde più intime. Scopri l’anima profonda dell’America con Gas Food Lodging, un classico da non perdere!

 L'album Grindcore del 2016, è prodotto e suonato coi controcazzi (rigonfi).

 Il finale in definitiva si trascina e rende 'Voices' troppo lungo: sì, 26 minuti possono essere troppi.

La recensione analizza 'Voices' dei Wormrot come un album grindcore di alto livello tecnico e potente. Viene sottolineata la capacità dei musicisti, in particolare la chitarra e la batteria, e si apprezza la produzione. Critico risulta il finale dell'album, giudicato troppo lungo e poco coerente con il resto. Resta comunque un lavoro valido, con qualche rischio sperimentale che potrebbe intrigare o meno i fan del genere. Scopri il potente grindcore di Wormrot con Voices, ascolta ora!

 La dissoluzione, la distruzione del sé è il primo principio della nostra musica...

 Alzate al massimo il volume, premete play, chiudete gli occhi e cominciate a scomparire...

IIIrd Gatekeeper è il terzo album degli Skullflower, capitanati da Matthew Bower, che propone un noise psichedelico brutale e rituale. Il disco si caratterizza per un sound ripetitivo e ipnotico, con chitarre distorte, basso potente e ritmi tribali. L'opera richiama influenze dai primi Jesus And The Mary Chain, Swans e un tocco di King Crimson. Un'esperienza sonora che trascina l'ascoltatore in uno stato di dissoluzione del sé. Ascolta IIIrd Gatekeeper e immergiti nell'abisso sonoro degli Skullflower!

 Questa donna, con quella voce, non può che imporsi su ogni cosa.

 Un epilogo di classe sopraffina, che mi ricorda i divini My Bloody Valentine.

La recensione racconta la nascita dei Mazzy Star, focalizzandosi sul debutto She Hangs Brightly del 1990. Con una voce suadente e atmosfere magmatiche, l'album fonde folk malinconico e psichedelia, offrendo un'esperienza d'ascolto intensa e poetica. L'autore esprime ammirazione per la misura e la profondità del disco, considerandolo un capolavoro a sé rispetto al più noto So Tonight That I Might See. Ascolta She Hangs Brightly e immergiti nell'universo magico di Mazzy Star.

 Sono 40 minuti scarsi di follia pura, ma in qualche modo controllata.

 Plotkin, qui lo dico e qui lo nego, non è normale.

La recensione celebra l'album auto-intitolato Atomsmasher, frutto della mente di James Plotkin e compagni. Un viaggio sonoro folle e controllato, tra cybergrind feroce e tocchi di jazz inaspettati. Ogni traccia rispecchia fedelmente il suo titolo, offrendo un’esperienza unica e visionaria. Un disco che sfida l’ascoltatore ma lo ripaga con pura emozione. Ascolta Atomsmasher e lasciati travolgere da un'esperienza sonora unica!

 La codificazione musicale del concetto di rabbia impotente è "Strap it On" degli Helmet.

 Le urla sfinite, disperate di "Rude": SAY COMPLETE... SAY SYCOPHANTIC! Ringhi che introducono una coda che non lascia scampo.

La recensione esalta Strap It On degli Helmet come una rappresentazione sonora di rabbia impotente e alienazione. Con riff taglienti, batteria poderosa e una voce intensa, l'album è un capolavoro del post-hardcore. Vengono evidenziate in particolare la potenza espressiva della band e l'influenza duratura del disco. La recensione si conclude con un saluto finale, riconoscendo l'importanza dell'opera. Scopri l'album che ha definito il post-hardcore con l'energia pura di Helmet.

 "Un focolare per una lunga notte invernale, che ha saputo riempire la mia testa, le mie orecchie e il mio spirito"

 "Ne esce un capolavoro del punk melodico, dove Dave... esterna e sfoga rabbia, frustrazione, rimpianti ma anche consapevolezza"

La recensione celebra 'Can I Say', debutto dei Dag Nasty, come un capolavoro del punk melodico e una pietra miliare dell'hardcore di Washington D.C. Il disco fonde rabbia e melodia, esprimendo emozioni profonde attraverso testi intensi e composizioni innovative. Viene sottolineata l'importanza storica dell'album, il contributo di Brian Baker e Dave Smalley e l'influenza sulla scena hardcore ed emo. Il tono è coinvolgente e appassionato, con riferimenti sentiti alla scena Dischord. Ascolta ora 'Can I Say' e immergiti in un classico dell'hardcore punk melodico!

 "È una fottuta opera d'arte. Un disco quasi perfetto, 'flawless' come si direbbe oltremanica."

 "I giri di basso di Lars Rosenberg in 'Monument' vi ridurranno come Meg Ryan al bar."

La recensione celebra "For the Security" dei Carbonized come un capolavoro death/grind. L'album, di soli 28 minuti, è lodato per la sua complessità, i riff potenti e l'abilità tecnica dei musicisti, in particolare la batteria di Piotr Wawrzeniuk e i giri di basso di Lars Rosenberg. La formazione collega l’album ai Therion, sottolineando l’importanza storica del disco prima delle successive sperimentazioni della band. Ascolta subito "For the Security" e immergiti in un capolavoro del death/grind svedese!

 "Crash Bandicoot è un platform coi controcazzi, il piacere di completare il gioco con due sole mosse."

 "Questo videogioco per me è un simbolo, il simbolo di un'età ormai perduta... altri tempi, la corsa ha sorpassato il corridore."

La recensione celebra Crash Bandicoot come un platform imprescindibile della PlayStation, in grado di unire un gameplay semplice ma impegnativo a un'atmosfera unica e memorabile. Fondato su un originale concept 3D firmato Naughty Dog, il gioco è ricordato per la sua difficoltà elevata, la grafica espressiva e una colonna sonora evocativa. Rappresenta un simbolo nostalgico degli anni '90 e un richiamo a quella vera essenza del gioco vintage. Riscopri il mito di Crash Bandicoot e metti alla prova la tua abilità!