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 La leggenda irlandese ci parla, letteralmente, nella maniera più lancinante e malinconica raggiungibile sulla chitarra elettrica.

 Non se po’ capì… la qualità! La sensibilità! Il cuore! La comunicativa… Una perla!

La recensione esalta 'Back to the Blues' come il ritorno autentico di Gary Moore alle sue radici. L'autore evidenzia potenza, malinconia e virtuosismo chitarristico nelle interpretazioni di classici e brani originali. L'album trasmette emozioni profonde e rimane un esempio di blues genuino e appassionato, valorizzando ogni dettaglio tecnico e interpretativo. Scopri perché 'Back to the Blues' è un viaggio imperdibile per ogni amante del blues.

 Talento inenarrabile, potente poeta del blues con un suono devastante, anima generosa e tormentata, Moore ci ha lasciato troppo presto.

 E’ bellissimo ascoltarlo prendere uno dei cantini dopo avere sfregato senza pietà, con una pennatona gigante, tutte le corde sovrastanti generando un attacco sonorissimo.

La recensione elogia 'After Hours' di Gary Moore, sottolineando la sua svolta blues influenzata sia dai grandi bluesmen neri sia dalla tradizione irlandese. Viene celebrata l'energia travolgente di Moore, la sua tecnica unica e la sua capacità di reinterpretare il blues con personalità e passione. Menziata la presenza di ospiti d’eccezione e di bonus tracks notevoli. Il disco viene considerato una pietra miliare del blues moderno. Scopri il blues unico di Gary Moore ascoltando 'After Hours'!

 Alla fine la cosa migliore, a parte l’intro/outro già considerata, mi risulta ‘Blood of Emeralds’.

 L’artista è ancora condizionato dalle mode ottantiane e suona troppe note, troppo velocemente; non dico senz’anima (impossibile per lui), ma insomma senza quell’abbandono assoluto che poi dimostrerà ampiamente.

La recensione analizza After the War di Gary Moore, album di transizione segnato dall'influenza delle mode anni '80 e da scelte sonore discutibili. Brani come Dunluce e The Messiah Will Come Again emergono per qualità ed emozione, ma la presenza di tracce hard rock anonime ne limita il valore complessivo. Alcuni episodi celtici e atmosfere blues prefigurano la successiva evoluzione dell'artista. Scopri se After the War fa per te: entra nel mondo sfaccettato di Gary Moore!

 L’avventurismo sonoro degli Yardbirds li mantenne un passo avanti rispetto ai gruppi coevi.

 Per il vero sound della Swinging London del '66 non c’è niente di meglio che ascoltare The Engineer!

La recensione esplora Roger the Engineer degli Yardbirds, album chiave del 1966. L'autore ne evidenzia l'avanguardia e la fusione tra blues, psichedelia e acid rock, sottolineando l'apporto di Jeff Beck. L'album viene raccontato traccia dopo traccia e riconosciuto come simbolo effimero ma importante della Swinging London. Nonostante la breve parabola della band, si celebra il suo ruolo pionieristico nella musica rock. Scopri o riscopri un pilastro nascosto del rock: ascolta subito Roger the Engineer!

 Ma mancano le intuizioni veramente riuscite, i pezzi trainanti, la spinta verace di una band in salute e non al crepuscolo.

 È il disco più 'tranquillo' di carriera, per discreta parte semiacustico e introspettivo.

La recensione analizza 'Resolution', decimo album dei 38 Special pubblicato nel 1997, evidenziando il ritorno di Don Barnes e la perdita di altri membri storici. L'album è giudicato discreto, con arrangiamenti più acustici e meno tastiere rispetto al passato, ma manca di brani davvero memorabili. Emergono alcuni episodi riusciti, pur prevalendo una sensazione di declino rispetto ai vecchi fasti della band. Scopri se 'Resolution' merita un ascolto e rivivi il sound dei 38 Special.

 "Ce n’è insomma per chiunque, a cadenza se si vuole schizofrenica: una volta tondi e l’altra quadrati, ad accontentare tutti e nessuno."

 "Ma questo è un lavoro di gente che ci sa fare e quattro stelle ancora se le fa assegnare, purtroppo per l’ultima volta."

La recensione approfondisce Bone Against Steel dei 38 Special, sottolineando la capacità della band di alternare southern rock e melodia AOR in un contesto di forte cambiamento musicale nei primi anni '90. Tra brani trascinanti e altri più anonimi, si evidenzia la qualità degli esecutori e la varietà stilistica. Il disco viene apprezzato come l'ultimo colpo di coda prima del declino causato dall'avvento del grunge. Scopri l’ultimo grande album dei 38 Special e rivivi la transizione del rock anni '80 verso i ’90!

 Ecco un tizio che dovrebbe essere il numero uno e invece è stato ignorato per anni dalla macchina dei successi…

 Non erano una macedonia di licks uno dietro l’altro sulla pentatonica blues. E poi il tocco: usava evidentemente plettri molto duri e piccoli, così le ditone che li stringevano entravano anch’esse in gioco, dando un attacco pazzesco alle sue pennate…

La recensione celebra Leslie West come una leggenda del rock blues americano, analizzando il suo stile chitarristico, voce roca e approccio autentico. 'Unusual Suspects' è descritto come un album energico e sincero, arricchito da numerose collaborazioni di rilievo. L’autore sottolinea la coerenza artistica di West e ne ricorda l’emarginazione dall’industria musicale nonostante il talento. Non mancano aneddoti gustosi e riferimenti a Lemmy, che testimoniano la personalità fuori dagli schemi di West. Ascolta Unusual Suspects e lasciati travolgere dal vero blues rock!

 Salì sul prestigiosissimo palco del 'Woodstock Music and Art Fair'… un set di 11 pezzi che nessuno dei pochi presenti ancora lucidi poté dimenticare.

 La rivista Rolling Stone lo considera il duecentoquarantacinquesimo più grande chitarrista di tutti i tempi, mica fichi & pizza.

La recensione offre un tributo appassionato a Leslie West, chitarrista dei Mountain, ricordando la sua storica esibizione al Woodstock Festival del 1969. Vengono ripercorse le tappe della sua carriera, le sue collaborazioni con grandi nomi, le sfide personali e il suo impatto duraturo sulla scena rock. Un racconto ricco di aneddoti e riconoscimenti, ideale per gli amanti della musica e del rock classico. Scopri la storia e l’eredità di Leslie West, un gigante del rock da non dimenticare!

 “In a Broken Dream è un gran pezzo, col miglior Rod Stewart possibile.”

 È il classico prodotto da tenere nella propria discoteca a ragione di un’unica canzone, peraltro suprema e cantata alla grande.

La recensione racconta la curiosa storia dei Python Lee Jackson e del loro album 'In a Broken Dream', reso celebre dalla voce di un giovane Rod Stewart. Viene esaltata la canzone omonima, considerata un classico evocativo della transizione anni '60-'70, mentre il resto del disco viene definito trascurabile. Il gruppo non otterrà altri riconoscimenti sostanziali, restando legato a questo unico successo. Riscopri il fascino blues di 'In a Broken Dream' e lasciati trasportare dagli anni d’oro del rock.

 Amen, è evidente a questo punto come Sadler nell’economia del suo gruppo sia indispensabile, ma non autosufficiente.

 ‘Clear’ risulta piacevole, ben fatto, ma scarsamente memorabile.

La recensione sottolinea la rinascita personale di Sadler e la sobrietà ritrovata celebrata in 'Clear'. Nonostante la piacevolezza dell'album, manca la forza dei lavori con i Saga e nessun brano spicca davvero. Il disco risulta soddisfacente per i neofiti, ma non entusiasma i fan storici della band. L'importanza del gruppo nel portare Sadler all'eccellenza è ribadita. Scopri come Michael Sadler si reinventa in 'Clear' e condividi la tua opinione!

 'In Circolo è una piccola gemma con liriche e testi post-adolescenziali.'

 'Il disco scivola senza particolari rallentamenti e si chiude con un magnifico brano acustico.'

La recensione celebra 'In circolo' dei Perturbazione come uno dei migliori album pop alternativi italiani dei primi anni 2000. Evidenzia la qualità dei testi, i temi di malinconia e solitudine, e la capacità di evocare emozioni attraverso brani come 'Agosto', 'Icerberg' e 'Arrivederci Addio'. L’album viene definito fresco e raffinato, ideale per chi cerca profondità emotiva accompagnata da una musica delicata. Scopri l’intensità emotiva di 'In circolo' dei Perturbazione: ascolta l’album e lasciati trasportare!

 La piccola Nell, ha solo 14 anni, soprano, canta in modo angelico, tenue, a volte col supporto di qualche effetto, cose come ‘Red Right Hand’ o ‘The Ship Song’, proprio a dar voce a brani incancellabili, nel senso di dargli un'altra voce.

 Where the Viaduct Looms è un vibrare di distanze che si incontrano in un equilibrio precario senza mai sovrapporsi, senza appartenersi. Forse senza nemmeno toccarsi. Sfiorandosi.

La recensione consiglia l’album ‘Where the Viaduct Looms’, nato dall’incontro tra la giovane Nell Smith e i Flaming Lips per reinterpretare i capolavori di Nick Cave. La voce fragile della cantante offre nuove sfumature di innocenza alle canzoni originarie. Il progetto, inizialmente stravagante, si rivela sorprendentemente toccante. La morte prematura di Nell accentua il valore emozionale dell’opera. Ascolta questo album unico e lasciati trasportare dalla voce di Nell Smith e dall’intensità dei Flaming Lips.

 Si tratta della Greatest Hits definitiva.

 Consigliatissima e imperdibile.

La recensione celebra Absolute Greatest dei Queen come la raccolta definitiva dei capolavori della band. L'autore sottolinea la qualità e la completezza della selezione, distinguendola dalle tante altre compilation simili. Menzionata l'edizione deluxe con libro e narrazione da parte di Brian May e Roger Taylor. Consigliato sia a fan storici che a nuovi ascoltatori. Non perdere la raccolta definitiva dei Queen: ascolta Absolute Greatest ora!

 Quello che mi piace di più dei Civic è che, proprio come l’allegra brigata di sniffatori, ad un certo punto pure loro hanno scartato di netto per liberarsi dalla marcatura asfissiante di un genere.

 ‘Chrome Dipped’ ha tutto per piacere anche a chi, se gli esalto i Sex Pistols, corre a cercarseli su YouPorn.

La recensione sottolinea come i Civic riescano a superare i limiti del punk tradizionale, affondando le radici nella scena australiana ma innovando il genere. L'autore li paragona ad Amyl And The Sniffers, celebrandone la coerenza e l'originalità, e scommette sul loro potenziale nonostante il mainstream sembri ancora lontano. Un ascolto consigliato anche a chi non conosce i classici punk. Scopri perché Chrome Dipped dei Civic è la nuova frontiera del punk: ascoltalo ora!

 This was supposed to be for you! ...scherza...ma mica tanto.

 Un dinosauro che non vuole estinguersi.

La recensione racconta l’esperienza intensa del concerto dei The Who all’Arena di Verona nel 2007, segnato da una pioggia torrenziale e vari imprevisti. L’autore descrive sia le difficoltà (maltempo, problemi tecnici e fisici) sia il fascino di un evento irripetibile. Il ritorno della band, guidata da un instancabile Townshend, ha lasciato il pubblico esausto ma entusiasta. Rivivi l’epica notte con The Who a Verona e condividi la tua esperienza!

 "Sembra di fare un tuffo in un'epoca lontanissima, quasi giurassica."

 "L’idea del titolo, 'Puzzle', è proprio quella di un voler ricostruire, come un puzzle appunto, la propria esistenza."

La recensione di 'Puzzle' di Gianna Nannini ripercorre il successo europeo dell'album e della hit 'Fotoromanza', tra sonorità tipiche degli anni '80 e aneddoti personali dell'artista. Nonostante critiche al sound datato e alle altre tracce meno memorabili, il disco resta un simbolo di un'epoca musicale e sociale, segnando la definitiva consacrazione di Nannini nel panorama italiano e internazionale. Scopri se anche tu rivivresti gli anni '80 ascoltando 'Puzzle'!

 È bello sentire Van di nuovo felice!

 A 80 anni la sua voce distintiva rimane potente e straordinariamente emotiva come sempre.

La recensione celebra l’album 'Remembering Now' come il ritorno ispirato di Van Morrison dopo alcuni passi falsi. Tra soul, blues e momenti di intimità, la voce di Morrison si mostra ancora potente ed emotiva. Influenze di Ray Charles ed eleganti canzoni d’amore si intrecciano a un sano ripensamento artistico, pur senza raggiungere i capolavori del passato. Scopri l’anima di Van Morrison e lasciati trasportare dalle emozioni di Remembering Now!

 mi porterò sempre appresso il ricordo di una serata vissuta all’insegna di uno slogan sempre valido: 'Long live rock!'

 il fulcro del sound espresso è opera dei due ottuagenari Roger Daltrey e Pete Townshend

La recensione racconta l’emozione di assistere al concerto milanese degli Who nel 2025, tra nostalgia per i tempi d’oro e la vitalità di Daltrey e Townshend. Nonostante l’età, la band brit rock coinvolge il pubblico di tutte le età offrendo una scaletta carica di classici. Qualche limite tecnico dovuto all’acustica non oscura la magia di una serata tutta 'Long live rock'. Non perdere il racconto di una notte magica con gli Who: rivivi il rock che non muore mai!

 La simpatia si trasformò in amore, quello vero che dura negli anni, per i suoni della band e per la penna di Manuel.

 Avercene di rockband così al giorno d’oggi!

La recensione racconta il concerto degli Afterhours a Brescia, dove la band ripropone Ballate per Piccole Iene celebrandone i vent'anni. L'autore intreccia ricordi personali e riflessioni sulla propria generazione con la potenza del live, sottolineando l'attualità delle tematiche di rabbia e alienazione. Manuel Agnelli e la band offrono una performance sentita e compatta, tra passato e presente del rock italiano. Rivivi il vero rock italiano: scopri la magia degli Afterhours dal vivo!

 Il rustico compositore e cantore con accento Dylaniano Hunter e il brillante chitarrista ed arrangiatore Ronson erano fatti per stare insieme.

 Un saggio di espressività, pacatezza, musicalità, malinconia per una vita che se ne sta andando a poco a poco, la sua.

Yui Orta è l'unico album formale realizzato come duo da Ian Hunter e Mick Ronson, un lavoro ricco di varietà sonora e emozioni sincere. La recensione lo descrive come un omaggio toccante di Hunter al suo amico Ronson, ormai malato, sottolineando la complementarità artistica e la qualità impeccabile del disco. Tra glam, rock blues e hard gospel, l'album spicca per la sua profondità e la capacità di raccontare un'amicizia e un'epoca musicale. Scopri il tocco unico di Hunter e Ronson in Yui Orta, un capolavoro senza tempo da ascoltare subito!