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 Ascoltare questo disco, in base alla canzone, vi condurrà a comprare un poster di Lenin o ritrovarvi con un vago senso di inadeguatezza a guardare nel vuoto fuori dalla finestra.

 Siete stanchi del solito Oi! grezzo e cialtrone ma le menate emo non vi attirano? Questo è il disco per voi.

La recensione celebra 'Tempo che non ritorna' degli Erode, album di punta della scena punk italiana anni '90. Elogia la profondità dei testi, l'approccio politico non scontato e le scelte musicali innovative rispetto al panorama Oi! dell'epoca. Vengono citati i momenti salienti della tracklist e riconosciuta l'autenticità e l'influenza dell'opera su generi e band successivi. Un disco imperfetto, ma fondamentale. Scopri perché 'Tempo che non ritorna' degli Erode è un classico imperdibile del punk.

 La musica è tutto meno che vanesia ed edonista.

 Riesce ad essere ben superiore all’originale, già notevole, con un pianetto rock’n’roll irresistibile e un arrangiamento perfetto.

La recensione celebra ...Twice Shy dei Great White come apice della loro carriera, distinguendoli per un sound hard rock autentico lontano dalle mode del periodo. L'album viene elogiato per la qualità di tutte le tracce e la maestria dei musicisti, evidenziando brani come 'Move It', 'House of Broken Love' e la cover di 'Once Bitten Twice Shy'. L'autore ripercorre anche le vicende del gruppo, sottolineando la tragedia del 2003 e l'attuale rinascita, legando così musica e storia personale della band. Leggi la recensione e scopri perché ...Twice Shy è l'album che ha segnato la storia dei Great White.

 Un nome, un logo, una leggenda: Strana Officina.

 In altre parole, il formidabile apice di uno degli apici del rock italiano.

La recensione celebra 'Rock & Roll Prisoners' della Strana Officina come uno degli apici del rock italiano. Simbolo della scena heavy metal degli anni '80, l'album fonde blues, hard rock e metal con una forte carica emotiva. Pur penalizzato da una produzione non perfetta e da un sound fuori tempo massimo, rimane un disco privo di filler e ricco di ispirazione, rafforzato dal carisma e tecnica della band. Un tributo sentito all'autenticità della Strana Officina. Scopri perché Rock & Roll Prisoners è considerato un capolavoro del rock italiano: ascoltalo ora!

 Tre dischi di qualità in quattro anni sono davvero qualcosa di notevole, al netto del dna e della storia personale di chi li ha realizzati.

 "Aspettate di sentire questo ragazzo suonare il basso, la chitarra e la batteria. Può fare tutto quello che faccio io alla chitarra... l'eredità di famiglia andrà avanti anche dopo che me ne sarò andato, perché questo ragazzo è semplicemente naturale".

La recensione celebra The End come l’album più maturo dei Mammoth WVH. Wolfgang Van Halen emerge come erede naturale dello stile Van Halen, spaziando tra post grunge, hard rock e ballad. La produzione di Michael Baskette valorizza le doti compositive e polistrumentali di Wolfgang. Vengono esplorate sia tematiche leggere che attuali, accennando all’eredità musicale e personale di famiglia. L’album conferma la crescita e il talento della band. Scopri come Wolfgang Van Halen rinnova il rock: ascolta The End e lasciati sorprendere dal suo talento!

 Questo è proprio un disco di schietto hard blues settantiano, con gli esperimenti e gli 'aggiornamenti' degli anni precedenti azzerati.

 La buona musica, passionalmente eseguita, va bene per sempre e non solo nella sua epoca.

L’album Power of the Blues segna il ritorno di Gary Moore a un hard blues ortodosso, potente e coinvolgente. La recensione evidenzia la qualità dei brani sia originali che cover, le performance chitarristiche travolgenti e la totale dedizione allo stile blues-rock anni ‘70, privo di contaminazioni moderne. Consigliato a chi ama il blues puro. Scopri la potenza e la passione del blues di Gary Moore in questo album!

 Il suono di questo disco non è il classico di Moore: è più acido, più 'moderno'.

 A molti sicuramente il suono piuttosto psichedelico e drastico di quest’album può costituire una piacevole sorpresa.

L'album 'Scars' segna un importante esperimento nella carriera di Gary Moore, abbracciando sonorità più moderne e psichedeliche lontane dal suo classico rock-blues. Il trio formato con Mooney e Lewis propone groove decisi e atmosfere asciutte. L’autore esprime una moderata delusione ma riconosce le innovazioni, in particolare nei brani come 'Ball and Chain' e lo slow blues finale. Scopri con le tue orecchie se 'Scars' saprà sorprenderli come non ti aspetti!

 Il disco gode di salute propria e non è solo un fratellino dell’insuperabile 'Strade smarrite', ma diciamo che almeno cuginetto lo è.

 Qua infatti un punto cruciale: i Bull Brigade dimostrano che non c’è scritto da nessuna parte che se fai punk devi essere una capra a suonare. Suonano ammodino, come si dice dalle mie parti.

La recensione analizza Vita Libertà dei Bull Brigade, evidenziandone sia i momenti energici sia le nuove contaminazioni stilistiche meno convincenti. Pur risentendo del confronto con il precedente Strade smarrite, il disco mantiene qualità e spunti interessanti, mostrando una band tecnicamente solida. Non privo di difetti, resta un album consigliato sia ai fan che ai nuovi ascoltatori amanti del punk italiano. Scopri come i Bull Brigade uniscono tradizione e novità nel loro disco più maturo!

 Alla fine la cosa migliore, a parte l’intro/outro già considerata, mi risulta ‘Blood of Emeralds’.

 L’artista è ancora condizionato dalle mode ottantiane e suona troppe note, troppo velocemente; non dico senz’anima (impossibile per lui), ma insomma senza quell’abbandono assoluto che poi dimostrerà ampiamente.

La recensione analizza After the War di Gary Moore, album di transizione segnato dall'influenza delle mode anni '80 e da scelte sonore discutibili. Brani come Dunluce e The Messiah Will Come Again emergono per qualità ed emozione, ma la presenza di tracce hard rock anonime ne limita il valore complessivo. Alcuni episodi celtici e atmosfere blues prefigurano la successiva evoluzione dell'artista. Scopri se After the War fa per te: entra nel mondo sfaccettato di Gary Moore!

 Il disco è massacrato, per quanto mi riguarda, dalla ricerca di sonorità attuali, cioè brutte.

 Due stelle di rimpianto, e finish.

La recensione boccia Drivetrain, ultimo album in studio dei 38 Special, criticando il goffo tentativo di adottare suoni moderni che soffocano la loro classica eleganza. Il disco, tranne qualche brano sul finale, appare debole e fuori contesto rispetto alla storia della band. Chiude con due stelle di rimpianto, sottolineando l’irrimediabile distacco dai tempi d’oro del gruppo. Scopri di più sulle luci e ombre dell’ultimo capitolo dei 38 Special.

 Il loro hard rotondo, rotondissimo [...] piega decisamente verso una banalizzazione, una poppizzazione, una commercializzazione della proposta.

 Approcciarli da questi solchi rischia di essere una scelta controproducente, per chi ancora non li conosce.

La recensione sottolinea la delusione verso 'Strength in Numbers' dei 38 Special, colpevole di aver ceduto alle mode anni '80, perdendo groove e autenticità. La produzione fredda, le melodie semplicistiche e l'uso forzato delle voci fanno di questo album il punto più basso della loro carriera, anche se il brano 'Like No Other Night' si distingue. Migliori lavori seguiranno. Vuoi scoprire come i grandi possono cadere anche nelle mode? Leggi la recensione completa!

 Grande energia, bell’atteggiamento, grintosi e perfetti suoni 'brown'.

 Un fruttuoso crossover fra essenzialità, energia, pienezza, consistenza melodica, nitida esecuzione, equilibrio strumentale.

La recensione celebra Special Forces dei 38 Special come esempio maturo e perfettamente equilibrato di hard rock melodico. Il disco viene lodato per la sinergia fra le voci, i riff stoppati e la raffinata interazione tra le chitarre. Pur non proponendo rivoluzioni, l'album brilla per energia e compattezza, risultando uno dei vertici della band. L'autore riflette anche sulla sottovalutazione del gruppo nel contesto italiano dell'epoca. Scopri o riscopri un classico del southern rock energico: ascolta Special Forces ora!

 Ecco un tizio che dovrebbe essere il numero uno e invece è stato ignorato per anni dalla macchina dei successi…

 Non erano una macedonia di licks uno dietro l’altro sulla pentatonica blues. E poi il tocco: usava evidentemente plettri molto duri e piccoli, così le ditone che li stringevano entravano anch’esse in gioco, dando un attacco pazzesco alle sue pennate…

La recensione celebra Leslie West come una leggenda del rock blues americano, analizzando il suo stile chitarristico, voce roca e approccio autentico. 'Unusual Suspects' è descritto come un album energico e sincero, arricchito da numerose collaborazioni di rilievo. L’autore sottolinea la coerenza artistica di West e ne ricorda l’emarginazione dall’industria musicale nonostante il talento. Non mancano aneddoti gustosi e riferimenti a Lemmy, che testimoniano la personalità fuori dagli schemi di West. Ascolta Unusual Suspects e lasciati travolgere dal vero blues rock!

 Salì sul prestigiosissimo palco del 'Woodstock Music and Art Fair'… un set di 11 pezzi che nessuno dei pochi presenti ancora lucidi poté dimenticare.

 La rivista Rolling Stone lo considera il duecentoquarantacinquesimo più grande chitarrista di tutti i tempi, mica fichi & pizza.

La recensione offre un tributo appassionato a Leslie West, chitarrista dei Mountain, ricordando la sua storica esibizione al Woodstock Festival del 1969. Vengono ripercorse le tappe della sua carriera, le sue collaborazioni con grandi nomi, le sfide personali e il suo impatto duraturo sulla scena rock. Un racconto ricco di aneddoti e riconoscimenti, ideale per gli amanti della musica e del rock classico. Scopri la storia e l’eredità di Leslie West, un gigante del rock da non dimenticare!

 Un disco che alterna brani memorabili ad altri francamente dimenticabili.

 A Kind of Magic è tanto vintage quanto discutibile nella sua tenuta generale.

La recensione analizza 'A Kind of Magic' dei Queen, sottolineando sia le tracce di successo sia quelle meno ispirate. L'album viene considerato un prodotto del suo tempo, con momenti brillanti ma anche cali qualitativi. Si evidenzia il ruolo dell'opera all'interno della discografia del gruppo, soprattutto nell'era pop rock degli anni '80. Scopri se 'A Kind of Magic' merita davvero un posto tra i capolavori dei Queen.

 mi porterò sempre appresso il ricordo di una serata vissuta all’insegna di uno slogan sempre valido: 'Long live rock!'

 il fulcro del sound espresso è opera dei due ottuagenari Roger Daltrey e Pete Townshend

La recensione racconta l’emozione di assistere al concerto milanese degli Who nel 2025, tra nostalgia per i tempi d’oro e la vitalità di Daltrey e Townshend. Nonostante l’età, la band brit rock coinvolge il pubblico di tutte le età offrendo una scaletta carica di classici. Qualche limite tecnico dovuto all’acustica non oscura la magia di una serata tutta 'Long live rock'. Non perdere il racconto di una notte magica con gli Who: rivivi il rock che non muore mai!

 Questo disco, sebbene del 2025, è talmente debitore e in assoluta continuità con ciò che offriva quel decennio.

 Non pensavo di essere così ottantiano.

La recensione esplora Skeletá, l'ultimo album dei Ghost, evidenziandone il forte richiamo al metal anni '80 con influenze di band iconiche come Def Leppard e Ozzy Osbourne. L'autrice apprezza le melodie pulite e la resa teatrale, pur mantenendo un tono ironico e personale. L'album risulta efficace soprattutto per gli amanti della musica di quel decennio e per chi apprezza un metal nostalgico e ben curato. Scopri Skeletá dei Ghost e rivivi la magia del metal anni '80!

 Questo album rappresenta non solo un atto di resistenza ma anche di rinascita.

 Forever Emerging si distingue per il suo approccio duro e politico, affrontando tematiche di rilevanza contemporanea.

Forever Emerging segna il ritorno dei Kings of Subhumans dopo cinque anni, con un album autoprodotto che celebra il decimo anniversario della band. Il disco si caratterizza per un sound duro e politicamente impegnato, che mescola punk, grunge, metal e stoner, riflettendo eventi globali e personali. Un lavoro che incarna rinascita e resistenza musicale, con un forte spirito critico e ribelle. Ascolta ora Forever Emerging e scopri la forza dei Kings of Subhumans!

 "Un bel ricordo dei tempi andati."

 "Perfetto per un ragazzo che nel 1981 voleva scoprire il rock duro, divertente oggi."

La compilation 'A Quiet Night In' racchiude il periodo cruciale della NWOBHM nel 1981, ossia una scena musicale ancora fluida tra metal, hard rock e blues. Non raggiunge i livelli di raccolte più celebri, ma offre un ascolto piacevole e vario, ideale per chi ama il rock duro meno tecnico e vuole rivivere un'atmosfera vintage. I brani migliori sono quelli di band come Motörhead e Angel Witch, ma tutto il disco mantiene un valore nostalgico e godibile. Scopri l'atmosfera della NWOBHM con questa compilation storica!

 Ronnie Le Tekro, chitarrista e autentica mitraglietta umana, capace di frequenze di plettraggio che Malmsteen, McLaughlin, Morse, Gilbert gli fanno, per dirla in francese, una pippa.

 Dischi così ogni tanto ci vogliono: vigorosi ma musicali, divertenti, pure pirotecnici grazie alla chitarra di Ronnie Le Tekro, un caposcuola.

La recensione esalta il nono album dei TNT del 2005, sottolineando il heavy metal melodico e la maestria di Ronnie Le Tekro alla chitarra. La voce di Tony Harnell è potente e precisa, mentre i brani spiccano per creatività e tecnica. L'album include anche una sorprendente cover di "What a Wonderful World". Un disco vigoroso e musicale, ideale per gli amanti dell'hard rock di qualità. Ascolta TNT - All the Way to the Sun per un heavy metal melodico indimenticabile!

 Ci sono mille motivi per cui non dovrebbe essere il miglior disco prog italiano; ma se faccio parlare il cuore, ne trovo altrettanti e anche di più per cui invece lo è.

 Ascoltate questo disco, riascoltatelo, lasciate che vi sorprendiate ogni tanto a ripensarci, perché, no, un disco così non se ne va, si scava una cuccia in voi e ci rimane.

La recensione di 'Biglietto per l'Inferno' celebra questo album come uno dei vertici del prog italiano anni '70, lodandone l'equilibrio tra sperimentazione musicale e testi che riflettono una società complessa e oscura. L'album unisce atmosfere oniriche, ironia e poesia brutale, anticipando persino elementi dell’heavy metal. Le tracce sono analizzate con passione e competenza, evidenziando la maestria del gruppo e la durevole capacità dell'opera di emozionare e ispirare. Ascolta Biglietto per l'Inferno e lasciati emozionare dal capolavoro prog italiano.