Dalla tomba del punk (in copertina) alla resurrezione.

 Il risultato rimarrà fuori da qualsiasi etichetta, agglomerato coraggioso di visioni cinematografiche notturne, riflessioni di insofferenza giovanilistica e sberleffi a quattro facciate.

The Black Album dei The Damned rappresenta la rinascita della band nel 1980, segnando il passaggio dal punk puro a sonorità dark, new wave e post-punk. Nonostante difficoltà e debiti, la band si reinventò una seconda volta con un album eclettico e coraggioso, capace di fondere vari generi in un doppio LP memorabile. In particolare, la lunga traccia 'Curtain Call' suggella un'epoca e un cambiamento profondo nel sound e nell'attitudine del gruppo. Ascolta ora The Black Album e scopri la rinascita punk-dark dei The Damned!

 È piuttosto un bellissimo tramonto con colori caldi e sfumati dove emerge tutta la sensibilità del pittore.

 L’ultima volta non arriva mai in questo presente che capire non sai.

La recensione celebra l'ultimo concerto dei CCCP a Legnano come un tramonto emozionante pieno di sensibilità e memoria storica. Nonostante l'assenza di nuovo repertorio, il gruppo propone i suoi classici con un approccio più morbido ma intenso. C’è grande attenzione ai temi culturali, politici e spirituali, con momenti di forte coinvolgimento emotivo. L'atmosfera è di nostalgia viva e riflessione sul passato e sul presente. Scopri il fascino senza tempo dei CCCP e rivivi la loro musica leggendaria.

 La vera bellezza risiede nella struggente e immaginifica 'Inside of you': un pianoforte che viene da un’altra dimensione e parole dolenti su un amore finito.

 Queste sono le cose per le quali vale la pena vivere, altroché.

La recensione celebra l'album 'The Eyes of an Only Child' di Tom Jans, un'opera ricca di suggestioni country-folk prodotta da Lowell George. Nonostante l'insuccesso commerciale, il disco mostra grande qualità musicale e brani memorabili come 'Inside of You' e 'Struggle in Darkness'. La carriera travagliata di Jans e le sue collaborazioni di spicco arricchiscono la narrazione. Un invito a dare una chance a un artista poco conosciuto ma prezioso. Dai ascolto a Tom Jans, un tesoro nascosto da riscoprire!

 Ogni vita ha un senso. Non ce lo inventiamo, ce l'ha.

 È più rassicurante pensare che la vita non abbia alcun senso, piuttosto che sospettare, anche solo per un attimo, che ce l'aveva, e che l'abbiamo mancato.

La recensione valorizza Il Codice dell'Anima di James Hillman come un'opera che propone un'interessante visione dell'anima come entità preesistente alla vita, guidata da un daimon innato. Essa invita a seguire la propria vocazione autentica, liberando genitori e individui da sensi di colpa e vuoti esistenziali. Pur evidenziando le domande difficili sul male, il testo viene apprezzato per la chiarezza concettuale e la profondità filosofica. Scopri il tuo daimon e segui la tua vera vocazione con Il Codice dell'Anima.

 L’ormai ottantacinquenne Mingardi è un valido bluesman bolognese della primissima ora.

 C’è da tenersi la pancia dal ridere, ma chiaramente bisogna conoscere quel dialetto, ricchissimo di parole autoctone.

Andrea Mingardi, veterano bolognese del blues, è al centro di questa recensione dedicata al suo album del 1974. Pur avendo tentato la fortuna nel pop e a Sanremo, Mingardi rimane rispettabile nel blues e sorprendente nella comicità in dialetto bolognese. L'album presenta brani esilaranti e una forte impronta ironica, con testi ricchi di espressioni locali. Il pezzo 'A io' vest un marzian' è considerato un capolavoro umoristico ancora memorabile. Scopri l’ironia e il blues autentico di Andrea Mingardi in questo album storico!

 Il TRVE METAL ... può risultare portatore di una substantiae sonorae tanto rozza quanto a suo modo godibile.

 La produzione del lavoro risulta vieppiù scorbutica e spartana ... qualunque sia il frammento ascoltato si sente che sono loro e nessun altro.

L'album 'The Battles I Have Won' dei Reflection rappresenta un vigoroso affresco di metal epico mitteleuropeo, caratterizzato da sonorità grezze e una produzione spartana. Il lavoro si distingue per un'identità solida pur mescolando influenze da Manowar, Savatage e band classiche come Crimson Glory, con un cantante che ricorda il Klaus Meine più aggressivo. Malgrado la derivatività degli stilemi, l'album si rivela godibile e autentico, rafforzato da tracce potenti come 'Lord Of The Wind' e 'Canzone delle Sirene'. Ascolta ora 'The Battles I Have Won' e riscopri il metal epico autentico!

 Ho impiegato sei anni per capire questo disco.

 ‘Il nuotatore’ si è trasformato in un pugno in pancia diretto alla coscienza.

La recensione riflette una profonda comprensione maturata nel tempo dell'album 'Il Nuotatore' di Massimo Volume. Il disco racconta paure, sconfitte e una nuova prospettiva rispetto alle opere precedenti, trasformando ogni brano in un colpo diretto alla coscienza. Un lavoro intensamente personale e introspettivo, che si apre solo a chi ha vissuto esperienze simili. Scopri l'intensità di 'Il Nuotatore' e immergiti nelle sue emozioni.

 Il nome di Jean-François Jenny-Clark rappresenta un faro illuminante, un musicista eclettico e straordinario, nonché sorprendentemente umile.

 "Scott" è una vera e propria dichiarazione d'intenti: poche significative frasi tra registro medio e alto dello strumento, poi il walking bass e la sovraincisione di altri due contrabbassi a creare trame intricate e sorprendenti.

L'album 'Unison' di Jean-François Jenny-Clark si distingue come un capolavoro del jazz contemporaneo europeo, combinando tradizione post-bop e innovazioni free-jazz con sonorità elettroniche. Supportato da Joachim Kühn e Cristof Lauer, il disco esplora trame musicali complesse e avvincenti. Questo lavoro solista tardivo mostra un musicista di grande umiltà e talento, diventando un'opera essenziale per appassionati e musicisti. Consigliato anche l'ascolto delle collaborazioni con Enrico Rava e Aldo Romano. Ascolta 'Unison' e lasciati avvolgere dall'innovazione jazz di Jenny-Clark!

 Edwards sceglie inquadrature lente che indugiano sulle scene e ne fanno gustare ogni aspetto.

 I dinosauri non sono tutto, non sono sempre al centro dell’azione o dietro l’angolo pronti a divorare qualcuno.

Il settimo capitolo della saga Jurassic World, diretto da Gareth Edwards, porta una ventata di dignità in una serie spesso decadente. La regia lenta e attenta valorizza i paesaggi e i dinosauri, mentre la sceneggiatura di David Koepp recupera elementi avventurosi ma con qualche imperfezione. I temi ambientalisti emergono senza prediche, e l'azione è ben bilanciata, con personaggi nuovi e convincenti. Un film che rinnova il franchise evitando i soliti cliché. Scopri un Jurassic World rinato, più maturo e avvincente!

 È un disco fin troppo composto, con una prima suite che soffre di staticità e un andamento regolare e ridondante.

 Wilson si è limitato a tornare indietro ma non è andato troppo avanti, usando la formula delle due suite come spot pubblicitario.

La recensione analizza 'The Overview' di Steven Wilson, evidenziando come le due lunghe suite, pur ben realizzate, risultino troppo composte e non all’altezza delle aspettative di innovazione. La prima suite appare statica e semplice, mentre la seconda propone maggiori elementi elettronici. Nonostante ciò, l’album mantiene la qualità artistica di Wilson, anche se viene percepito come un passo indietro rispetto a lavori recenti. Scopri l’ultimo viaggio musicale di Steven Wilson e valuta tu stesso questo prog maturo.

 "Un disco che definir strepitoso sarebbe meramente pleonastico."

 "Il gusto di perdere è una vertigine, anche se si implora Gesù di salvarsi... il destino è l'oblio, la dimenticanza."

La recensione celebra l'album omonimo di Bobby Charles come un capolavoro musicale che mescola blues, gospel e rock, arricchito da collaborazioni di grandi artisti come Rick Danko e The Band. Nonostante la carriera segnata da difficoltà e un relativo oblio, l'album si rivela un gioiello che conquista l'ascoltatore dopo diversi passaggi ed è finalmente ristampato, riaffermando il valore artistico di Charles. Ascolta il capolavoro dimenticato di Bobby Charles e riscopri la magia di New Orleans!

 Claustrophobia è la visione sonora del tormento dell’artista che vive in modo claustrofobico aspetti fondamentali dell’esistenza umana.

 Inframorte è probabilmente il pezzo più significativo e immediato dell’opera, con una tessitura di clavicembali elettronici e un meccanismo ritmico implacabile.

Claustrophobia è un album chiave di Deca che segna una svolta stilistica verso un dark industrial essenziale e martellante. Il lavoro esprime tormenti esistenziali attraverso suoni minimalisti e testi in un linguaggio artificiale, Tecnoi. Pubblicato nel 1989, rappresenta un punto di partenza per la produzione di De Caroli, raffinata e indipendente. L'album è apprezzato soprattutto per la sua atmosfera oscura e la coerenza stilistica con l'artwork e i contenuti. Scopri l’oscura e affascinante atmosfera di Claustrophobia, un capolavoro italiano dell’elettronica dark.

 La trama sta su un tovagliolo di carta (nonostante la sceneggiatura del qui poco ispirato David Koepp).

 Solo per un momento pare che Soderbergh voli alto (un pedinamento tecnologico tra la Svizzera e Londra).

Black Bag, l'ultima pellicola di Steven Soderbergh, si presenta come un thriller intimista con una trama scarna e una sceneggiatura poco ispirata firmata da David Koepp. Nonostante un cast di attori famosi e capaci, il film risulta poco coinvolgente e con una tensione narrativa debole. Alcuni omaggi cinefili e un momento di interesse con un inseguimento tecnologico non bastano a risollevare il tutto. Un tentativo hitchcockiano che non convince. Scopri la recensione completa di Black Bag e decidi tu se vale la pena.

 Uno dei motivi del successo duraturo di questo libro è l'analisi spietata della psicologia dei due killer.

 In Cold Blood è un classico, un testo inquietante e magistrale che non offre consolazioni facili né risposte preconfezionate.

La recensione esplora il capolavoro di Truman Capote, 'A sangue freddo', che racconta l'omicidio della famiglia Clutter con un tono clinico e coinvolgente. Particolare attenzione è riservata alla complessa psicologia degli assassini e alla riflessione sulla pena di morte. Il libro è considerato un classico senza consolazioni facili, consigliato da leggere in originale per apprezzarne stile e ritmo. Scopri la profondità di A sangue freddo, leggi la recensione completa ora!

 Sylvian incanta già dalla muta copertina, realizzata in un momento di grande intimità e riflessione.

 L’album sembra essere stato inciso non su nastro magnetico ma su lastre di vetro, sensibili al respiro e all’umore dell’ascoltatore.

Brilliant Trees è il primo album solista di David Sylvian, pubblicato nel 1984 dopo lo scioglimento dei Japan. L'opera si distingue per la sua fusione di art rock, jazz e ambient, arricchita da collaborazioni con grandi musicisti come Ryuichi Sakamoto e Holger Czukay. La copertina, realizzata da Yuka Fujii, riflette sensibilità e profondità. Il disco è un viaggio sonoro e filosofico che ha saputo coniugare sperimentazione e successo commerciale. Ascolta Brilliant Trees e immergiti in un viaggio musicale unico e profondo!

 È con la title-track, Who believes in angels?, che il disco tocca il suo apice.

 When this old world is done with me, un brano che questa volta fa i conti con la Fine, artistica e fisica di Elton.

Who Believes in Angels è un album emozionante che segna una collaborazione paritaria tra Elton John e Brandi Carlile. L’opera spazia tra omaggi, evocazioni prog-rock, e riflessioni sulla vita e sulla fine. La performance vocale di Brandi si integra perfettamente con l’esperienza di Elton, che a 78 anni conferma la sua creatività con il 34° album in studio. L’album si chiude con un brano toccante che riflette sul lascito artistico e personale. Scopri ora il toccante album di Elton John e Brandi Carlile!

 «Jamin-a non è un sogno, ma piuttosto la speranza di una tregua...»

 «Sono quindici anni che si parla di questa musica mediterranea. Ma dov’è? Vorrei proprio ascoltarla!»

La recensione celebra 'Creuza De Ma' come l'opera più alta di Fabrizio De Andrè e un pilastro della musica italiana e mediterranea. L'album, cantato in antico genovese, fonde suoni etnici e narrazioni del viaggio di un marinaio. La collaborazione con Mauro Pagani e l'uso di strumenti popolari creano un capolavoro complesso, nato da un'idea coraggiosa e apprezzato anche all'estero. Nonostante iniziali dubbi della casa discografica, l'album è diventato un classico amato. Scopri l'essenza del Mediterraneo con Creuza De Ma, capolavoro senza tempo di Fabrizio De Andrè!

 È un disco che suona felice e contento, con ottima musica pop rock, ma spalanca le porte di un incubo di Allan Poeiana memoria.

 Blood on the Snow è quella famiglia che va a messa la domenica, ammirata da tutti, ma che tra le quattro mura dell’inferno domestico dà il peggio di sé.

Blood on the Snow, album del 1974 dei Coven, si presenta come un'opera ingannevolmente innocente ma carica di atmosfere oscure e sataniche. Sebbene la musica sembri più pop e meno aggressiva rispetto al loro precedente Witchcraft, il disco cela un'inquietudine profonda e un male sottile che emerge con l'ascolto attento. Il contrasto tra l'apparenza dolce e il contenuto oscuro crea una tensione unica e di grande fascino. Scopri l'oscurità nascosta in Blood on the Snow, ascoltalo ora!

 La dimensione di Aion è quasi ancestrale, a tratti bucolica, introspettiva.

 È tutto sesso e morte per quanto gli occhi possono dire.

L'album Aion, pubblicato nel 1990 dai Dead Can Dance, rompe con le attese amplificando atmosfere medievali e rinascimentali. L'opera si concentra sull'amore perduto e sul tempo, proponendo brani introspettivi e ancestrali. La recensione evidenzia un percorso stilistico raffinato, più nichilista rispetto ai lavori precedenti, con riferimenti culturali profondi e un'atmosfera malinconica. La copertina, ispirata a Bosch, richiama l'unione tra i membri del duo e il tema del tempo eterno. Scopri il lato più profondo e ancestrale dei Dead Can Dance con Aion.

 Un Vasco molto sottotono, tra fatalismo e disillusione degli anni '80.

 "Ridere di te" è forse il capolavoro dell'album, un dilemma generazionale sulle relazioni d'amore.

La recensione analizza 'C'è chi dice no', album del 1987 di Vasco Rossi, considerato inferiore rispetto ad altri lavori dell'artista come 'Liberi Liberi'. L'autore evidenzia un Vasco meno energico e più intimista, con brani altalenanti tra momenti ispirati e altri più scontati. L'album si distingue per una buona produzione musicale, ma manca di verve complessiva. Note positive arrivano da tracce come 'Brava Giulia' e 'Ridere di te', riconosciute come elevazioni dell'opera, anche se il tono generale appare disilluso e talvolta monotono. Scopri le sfumature di Vasco Rossi con questa recensione dettagliata e decidi tu stesso!