editoriale di sfascia carrozze

Cosa cerchiamo in una recensione quando on-line abbiamo già tutto?

Su DeBaser voglio leggere l'anima dei recensori, le emozioni degli altri e capire se sono simili alle mie, se volessi info su David Bowie debaser sarebbe un sito come tanti altri.

Ma noi vogliamo emozioni, vogliamo capire se una cosa fa tremare una persona come fa tremare me, io almeno cerco questo, con feticismo, come un guardone, il più sporco dei guardoni, un guardone di anime.

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editoriale di sfascia carrozze

Cosa cerchiamo in una recensione quando on-line abbiamo già tutto?

Su DeBaser voglio leggere l'anima dei recensori, le emozioni degli altri e capire se sono simili alle mie, se volessi info su David Bowie debaser sarebbe un sito come tanti altri.

Ma noi vogliamo emozioni, vogliamo capire se una cosa fa tremare una persona come fa tremare me, io almeno cerco questo, con feticismo, come un guardone, il più sporco dei guardoni, un guardone di anime.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Nelle catene Tesco la vita di un pollo vale 2 sterline e una coscia 35 pence, ma c’è il 3x2 così il pollo chiede in giro se gliene prestano una.

Libro interessante Fast Food Nation: per abbattere la fame nel mondo e la disoccupazione hanno inventato il mestiere dell’assassino di polli, dentro casermoni di campagna file di uomini vengono pagati per accoltellarne 12 al minuto e sono allevati così male che ogni tanto si accoltellano tra di loro. L’hanno trovata una trama così avvincente che ne faranno un film con Avril Lavigne: è tutto vero, ma la parte del pollo è andata a un altro.

Ci siamo così assuefatti agli animali da allevamento che in Germania un vecchio di settant’anni arrivato alla disperazione ne ha rubato uno perchè gli mancavano 8 centesimi. Era allevato così bene che quando la guardia l’ha bloccato ha preso a morsi questa, ma s’era scordato che gli erano mancati anche i centesimi per la dentiera (è tutto vero, con grande delusione di entrambi: la guardia l’aveva manganellato sui denti).

All’entrata della stazione di Vauxhall qualcuno ha scritto. Ho tenuto tutta la vita questa sporcizia che mi ricopre il corpo, per paura che pulendo scoprissi che non copriva nulla - io mi ci specchiavo tutte le mattine ma non copriva nulla. Ci siamo così assuefatti di noi stessi che abbiamo smesso pure di accoppiarci, "Non vuole ammettere che mi nega il sesso" si lamentava Tomek della sua ragazza, e non riusciva a spiegarsi chi avesse allora nascosto i film porno.

E’ vero pure questo ma almeno si rideva.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Nelle catene Tesco la vita di un pollo vale 2 sterline e una coscia 35 pence, ma c’è il 3x2 così il pollo chiede in giro se gliene prestano una.

Libro interessante Fast Food Nation: per abbattere la fame nel mondo e la disoccupazione hanno inventato il mestiere dell’assassino di polli, dentro casermoni di campagna file di uomini vengono pagati per accoltellarne 12 al minuto e sono allevati così male che ogni tanto si accoltellano tra di loro. L’hanno trovata una trama così avvincente che ne faranno un film con Avril Lavigne: è tutto vero, ma la parte del pollo è andata a un altro.

Ci siamo così assuefatti agli animali da allevamento che in Germania un vecchio di settant’anni arrivato alla disperazione ne ha rubato uno perchè gli mancavano 8 centesimi. Era allevato così bene che quando la guardia l’ha bloccato ha preso a morsi questa, ma s’era scordato che gli erano mancati anche i centesimi per la dentiera (è tutto vero, con grande delusione di entrambi: la guardia l’aveva manganellato sui denti).

All’entrata della stazione di Vauxhall qualcuno ha scritto. Ho tenuto tutta la vita questa sporcizia che mi ricopre il corpo, per paura che pulendo scoprissi che non copriva nulla - io mi ci specchiavo tutte le mattine ma non copriva nulla. Ci siamo così assuefatti di noi stessi che abbiamo smesso pure di accoppiarci, "Non vuole ammettere che mi nega il sesso" si lamentava Tomek della sua ragazza, e non riusciva a spiegarsi chi avesse allora nascosto i film porno.

E’ vero pure questo ma almeno si rideva.

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editoriale di sfascia carrozze

E chi se lo aspettava!!!!!!!!!.

Bisogna ammettere che i Metallica ce le hanno scassate parecchio. Sarò molto chiaro e conciso e con poche parole dirò il mio parere. I Metallica sono tornati dopo 5 anni. "Ma che ascolti musica Metallica?". In 48 ore sono a 13 ascolti. Un album mediocre. Un album molto atteso. "Merda commerciale" che neanche quei buffoni mascherati degli slipknot potevano tirare fuori. L'album più chiaccherato di sempre. Un ritorno dei Metallica alle sonorità più tipicamente thrash degli esordi. Un album mediocre e stancante. Un fiume di metallo con pesciolini melodici che sguazzano evitando le più moderne reti new metal. Che tristezza sentire i Metallica scimmiottare se stessi. Suona finalmente metal. Trash Metal non è solo casino fatto con le chitarre che sparano sedicesimi oltre 220 di metronomo per arrivare dove? Un album confezionato per i nostalgici. Devo dire che dall'ormai lontano 1991, anno in cui i grandiosi "Four Horsemen" hanno sfornato il meraviglioso omonimo album "Metallica" chiamato anche "Black Album", non sentivo da loro un album così bello. L'album risente di influenze provenienti da altri generi. Ritornano a cavalcare a testa alta sulle impervie vie del Thrash Metal. Un unione fra la NWOBHM e uno speed metal stile Motorhead. Quasi "progressive metal". Sono sicuramente meglio di molti altri nuovi gruppi di citrulli che pensano di essere "rock". Terribile riff-katana che mi mozza la testa. Riff copiaincollati senza seguire un filo melodioso e sognante. Più assoli, più riff, più velocità e tanto tanto vero metal! Prolisso, statico.

Si capisce subito quanta voglia abbiano i Metallica di salire dopo tanto tempo sul trono del metal e guardare dall'alto tutti. Un ulteriore merito va senz'altro a Rick Rubini. Un batterista che ormai non sa più che colpi dare, un cantante ex alcolizzato senza più voce, e un chitarrista solista senza idee. Ci troviamo di fronte al miglior album dei Metallica dai tempi di "And Justice For All". Una pena per le orecchie. Si può dire che i Metallica hanno assimilato componenti Grunge o Metalcore, ma anche Blues. Mi ricorda Yann Tiersen. La voce merdosa di James che canta in modo davvero penoso. James che canta con attitudine e grinta. Controcanti tipici del Bay Area Sound. Basti pensare che Hetfield è un'autodidatta. Chissà cosa ne verrebbe fuori se al posto di un Lars Ulrich ci fosse Dave Lombardo o Gene Hoglan. Lars "nano malefico" Ulrich, non esprime nulla. Volevo riascoltare Kirk Hammett regalare di nuovo assoli di grande qualità. Truillo un pò meno. Dimostra quanto i metallica non siano ancora usciti dal baratro del 1996. Da quel momento sono passati ben 20 anni ma loro ci sono ancora e sono abbastanza in forma, anche se la vecchiaia arriva per tutti. Alcune canzoni sono noiose, non si vede l'ora che finiscano.

La musica scorre veloce, graffiante e pesante. Un senso di noia generale. Una grande penetrabilità nell'interiore profondo dell'essere umano. Altro che "metal up your ass", siamo alla frutta... e questa è più che marcia. Un'ottimo ritorno non potevano fare di meglio. Un reimpasto di tutte le cose che avevano già composto e qualcosa che crearono al momento. Patetico. E scusate se è poco. Bentornati Metallica! Che altro dire, delusione assoluta.

Metallari unitevi, i "The 4 horseman" sono tornati.

Non avendo avuto il (dis)piacere di auscultare la "MorteMagnetica" è mio dovere porgere un sentito ringraziamento ai Cortesi Signori Autori delle magnetiche pagine per l'inestimabile et ricca ispirazione.

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editoriale di MaledettaPrimavera


Daniela Santanchè fino a qualche giorno fa era una miliardaria annoiata, cafona e volgarissima che ci gratificava periodicamente di notizie politiche di ispirazione nazionalsocialista che comprendevano tutta una serie di interessanti retroscena sulla storia della sua fica.

Daniela Santanchè era proprietaria del locale più cafone e volgare di questa nazione annoiata e pezzente, il Billionarie, e qualche giorno fa, mentre lasciava la sua Aston Martin di James Bond nel garage e cenava su un traghetto anni '20 in Costa Smeralda, ha avuto in visione la Madonna e Mussolini in amplesso e si è fottuta il cervello.

Chiama televisioni, giornali e tutti i poveri d'Italia e comincia a parlare di un argomento interessante che non era una fica.

"Basta con queste barche enormi, queste Ferrari, a questo lusso da sbandierare" - s'è rivolta pentita - "con la gente normale che passa, ti guarda e ti sputerebbe in faccia".

Quello che la Santanchè dimentica, e che mi evita di godere di un pensiero che non sia una fica, è lo specificare un particolare indispensabile e cioè come sia fatto un uomo (o una donna) normale, perchè non ne sono sicuro.

E' il mio desiderio di sputarle in faccia che mi rende normale? Chi è anormale?

Un fascista è normale in virtù della sua convinzione che la donna sia inferiore all'uomo, seguito dal completo disinteressarsi al problema. Un fascista è anormale nella sua convizione di essere superiore, e nel fare di tutto per negare un problema.

Il politico anormale è una donna a capo del Partito Fascista italiano in un quadro politico che somiglia terribilmente a una clinica di pazzi, e quello normale fa di tutto per restare in Parlamento.

Un ricco è normale quando si arricchisce illegalmente, anormale se per i sette anni di attività come deputato ottiene un TFR di 65.534 euro e un vitalizio mensile di 3.605 euro senza che neanche lo possano chiudere in prigione.

Un paese è anormale quando permette a una come la Santanchè di mostrare la via retta, è normale quando la accompagna fino all'incrocio e la riporta al manicomio.

Adesso che grazie alla Santanchè sappiamo di essere giustificati a sputarle in faccia, la scoperta di far parte della gente normale ci sembra un po' meno crudele. Almeno non siamo come Vladimir Luxuria.

Un transessuale annoiato e fastidioso che continua (lui si) a gratificarci periodicamente di notizie politiche di ispirazione comunista e combattente che comprendono una serie di piccanti retroscena sul suo pene.

Il suo progetto rivoluzionario dopo una gavetta come prostituta si è esaurito nel farsi eleggere in Parlamento per poi rifarsi seno, naso e culo e andare all'isola dei famosi ad arricchirsi in modo vergognosamente anormale, in culo ai normali pezzenti che l'hanno votata/o. Per fortuna - come ha osservato qualcuno - i comunisti sono destinati ad estinguersi.

Il pornitorinko

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editoriale di MaledettaPrimavera


Parlare di una qualsiasi religione in società è pratica non prevista dal galateo: non sai mai chi finisci col mandare a fanculo.

Ma tra tutti i bastardi che riescono ad ispirare vagonate di insulti il peggiore è un malato di mente che si chiama Rick Warren, un tipo capace di sfidare la mia compassione più di tutti gli stronzi che non ci riescono.

Miliardario, seguitissimo da fedeli, capo della chiesa di Saddleback (un mostro di penitenza e preghiera da 40 milioni di dollari), Warren è incluso nella lista dei 25 più prestigiosi leader americani, eletto da "Time" tra i 15 che più contano. E' tra i 100 più influenti del mondo e tra i 15 che hanno fatto grande l'America per "Newsweek", argomentazione quest'ultima che, se fondata, in qualsiasi tribunale della galassia tranne che in USA basterebbe a condannarlo alla sedia elettrica.

Assistere al primo confronto tra i due candidati alla Casa Bianca, uno col nome di reduce di guerra (John McCain) e un altro col nome di profugo di guerra (Barack Obama), con l'inquietante figura del reverendo Rick Warren a imporre le domande, è la dimostrazione che tutti (in un tempo dominato dalla guerra) meritiamo l'inferno.

Il percorso di sofferenza attraverso il quale un essere vivente diventa ateo è sempre lo stesso: l'arrivo della fede il giorno della nascita, la comunione a 7 anni, la speranza di un qualcosa di superiore a 10 anni, i tristi momenti di paura e di dubbio a 15 anni, lo strisciante scetticismo che si mischia alla mancanza di figa a 18, la necessità di non più credere ma di cercare la verità a 20, la ricerca di altri motivi per essere felice e i dubbi sessuali a 30, la caduta nell'alcool e nella droga, la perdita completa di qualsiasi speranza, l'inevitabile allontanarsi dalla fede, i violenti attacchi di odio e terrore verso un mondo a cui non appartieni e infine, proprio quando tutto sembra rovinato per sempre, ecco all'improvviso una visione che ci rende atei sul letto di morte, e tutto ci appare migliore, e l'aria diventa nuovamente respirabile, e rilasciamo l'ultimo rutto con quel sentimento di essere finalmente uomini accompagnato dalla inaspettata gioia di potere insultare per l'ultima volta.

Far parte di un mondo dominato dai valori religiosi significa assistere a una cerimonia di redenzione, spiare in segreto un confessionale con due persone che dicono cose di cui non ci importa, peccati che non si capisce a cosa possano servire per spettatori che non vogliono altro che essere governati in un mondo rischioso e volgare, in cui non sai mai chi devi votare per mandare il buon senso a fanculo.

Così, per essere eletto padrone del mondo, è tutta una sfida sulle scopate extra-coniugali, sulla famiglia, sullo spinello all'Università, sulla Bibbia, su quanti dei propri peccati Gesù sia morto (io 3! Io 7! Ho vinto, tiè!), e del giorno che il Signore ti ha salvato, dato forza e sostegno nella guerra all'Iraq, all'aborto e alle altre religioni.

Come un disco di Americana che sfuma lentamente, un confronto del genere è cantare sempre la stessa canzone: I bisogni del paese, andare incontro ai bisogni del paese, i bisogni del paese, i bisogni del paese.

Appunto: bisogna mandarvi a cacare.

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editoriale di MaledettaPrimavera


Aumento degli affitti, del petrolio, dell'elettricità, del costo dei figli, del gas, delle ferie di agosto, del vestito della domenica, degli spettatori di reality show, della popolarità di Vladimir Luxuria e dei comunisti spediti nell'Isola dei Famosi a lottare contro l'estinzione. Aumento quindi del rispetto verso i froci famosi, meglio se comunisti e isolati, e aumento del terrore che siano rumeni. Aumento dei trasporti e del costo di una moglie, mentre resta affordabile la follia. Continuo a notare un aumento di gente normale che insiste a dare consigli come quello di avere una vita come la gente normale.
***

Con l'aumento dei costi di droga e alcool vengo assalito dall'ipocondria. In tre anni di visite mi hanno detto che sono ansioso, che sono obeso e sottopeso, che ho un occhio storto, che ho il cuore debole, che sembro un rumeno anemico, che devo evitare le inculate occasionali, che fumo troppo, che sto morendo. Poi cambio ospedale e mi dicono che sto bene e in salute: m'avranno scambiato per una vecchia di ottant'anni. Se lo fossi mi sentirei in ottima forma.
***

Lo studio di un rivista di scienze ha scoperto che gran parte dei medici si lamenta dello stipendio, troppo simile al mio, e cerca informazioni mediche su Google per sostituire la mancanza di un'opinione da prendere seriamente.
"Mi dispiace, figliolo. Con l'aumento dei costi la sua malattia è incurabile, non abbiamo troppa corrente".
***

Hanno licenziato tutti i centralinisti. Per parlare con qualcuno siamo sempre costretti ad ascoltare una segreteria e una fastidiosa musica di sottofondo.
"Centrale di Polizia di Napoli, grazie per averci scelto. La sua sopravvivenza è importante per noi: la preghiamo di restare in linea con Mozart per non perdere la priorità".
***

Un rumeno entra in una villetta del ricco nord-est (l'Italia è troppo stretta per vantare il far-west). Svaligia la casa, picchia a sangue il padrone, si inchiappetta il cane e fa altre cose che lo declassano come uomo e immagino lo promuovano rumeno. Si siede per riposare un attimo e prende un sigaretta post-orgasmo.

"Si può fumare in casa?"
"No".
"E il posacenere che lo tieni a fare?"
"Per i rumeni che non domandano".

Questa barzelletta, come una qualsiasi diagnosi da non prendere seriamente, me l'ha raccontata un ragazzo veneto che vive nella zona a nord-est di Bethnal Green, a nord-est di Londra, che mi ha venduto dell'erba che sarà sicuramente andato a zappare, che mi frega peggio di un napoletano, che sopravvive senza nessun tipo di costi un'esistenza seriamente anormale, insistendo a tenersi in vita col sussidio di disoccupazione inglese da quattro anni, e che mi stava per dare un pugno nell'unico occhio buono.

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editoriale di sfascia carrozze

Le olimpiadi costituiscono uno stimolo all'apertura della Repubblica Popolare Cinese e una tappa positiva verso una maggiore trasparenza e il rispetto dei diritti umani.

E' sicuramente da interpretare in questo senso la 'scorta di cortesia' assegnata dal Partito all'attivista Wan Yanhai, noto dalle sue parti per la strenua difesa dei diritti dei malati di Aids: gli 'accompagnatori' naturalmente vogliono Lui un gran bene: non lo abbandonano mai annotando (saranno alla ricerca di particolari perle di saggezza?) ogni singola parola costui emetta dalla propria bocca; in Cina non è poi così difficile ottenere prolungate condanne detentive. Il caso Shi Tao fù paradigmatico in tal senso: condannato a 10 anni di galera per aver espresso la propria opinione, guarda un pò, in merito alla libertà di espressione!

Tra le altre e diversificate forme di rispetto dei diritti umani della Olimpionicamente Democratica Cina annoveriamo il curioso "divieto di uscita" (per precauzione dalle intemperie? E' notorio: da quelle parti il tempo è spesso inclemente..) quotidiano imposto recentemente a un'altra attivista, tale Zeng Jinyan, provvedimento esteso anche al solo recarsi alla compera dei quotidiani beni di prima necessità.

Il caso "Olimpionico" per eccellenza (un nuovo record?) lo si è registrato con il 34enne Hu Jia: sorta di portavoce di tutti gli attivisti dei diritti civili in Cina: costui, particolarmente infingardo in quanto sfruttò le eretiche potenzialità della Rete, è stato giudicato colpevole di "istigazione alla sovversione del potere dello Stato" per esser riuscito a contattare alcuni giornalisti stranieri ed aver fatto circolare liberamente 'notizie e curiosità' su questioni non esattamente, come in teoria avrebbero dovuto essere, all'ordine del giorno del Comitato Olimpico Internazionale.

Ovviamente a condanna avvenuta il Suo avvocato difensore non è più riuscito a colloquiare con il suo cliente: il processo, per la cronaca, è durato (ben) un giorno!

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editoriale di MaledettaPrimavera


Caso umano numero 5: Frate Giuseppe.

Frate Giuseppe Gentile, sacerdote dell'Immacolata di Corleone, ha sigillato il sogno d'amore di Vincenzo Bellomo, rappresentante di generi alimentari di dubbia provenienza, con uno sgorbio di figliola dal nome Lucia. Prima di questo (di dubbio gusto) giorno, quel nome era comparso tra i pizzini di Totò Riina, di cui guardacaso Lucia lo sgorbio ne è figliola. In chiesa festeggiano i familiari della sposa: prima fra tutte Ninetta Bagarella, moglie del boss e sorella del capomafia Leoluca Bagarella, che visibilmente commossa porta il velo bianco della figlia. "Lasciate stare questa povera ragazza" - ha tuonato Frate Giuseppe Gentile ai turisti curiosi - "Vi siete mai chiesti se sta soffrendo?". Durante la messa sono letti brani del Cantico dei cantici e del Vangelo di Matteo come partecipazione al dolore. La cerimonia è chiusa dal canto dell'Ave Maria di Schubert per l'espiazione. Caso umano numero 5: la prima e unica volta che io e Dio siamo completamente d'accordo su qualcosa.


Caso umano numero 4: i giornalisti.

"Una bella giornata di sole siciliano, una di quelle adatte per festeggiare uno sposalizio. (...) Dopo la funzione gli invitati, oltre cento, si sono diretti al ristorante "La Schiera" di Corleone per il banchetto nuziale".
Se è vero che alla Rai parcheggiano solo raccomandanti che - dopo intense prove di abilità - dimostrano di saper dire solo stronzate, sui giornali siciliani ci arrivi solo se non hai niente da dire. Un giornalista veramente serio scriverebbe che Salvatore Riina fu trovato con una carta d'identità intestata a Vincenzo Bellomo, un agricoltore di Mazara del Vallo che oggi si sposa un cesso di femmina e che fu condannato per favoreggiamento, quasi sicuramente a favore di qualche strafottuto caso umano.


Caso umano numero 3: Max Mosley, Presidente Federazione Internazionale Automobilismo.

Mosley è il tipico caso umano che ti frusta contando in tedesco, ti lega ai polsi, te lo mette nel culo inneggiando a Hitler e si prende 100.000 euro di risarcimento se non ti piace, perchè "gli hai rovinato la vita". Tutto questo senza avere nemmeno la minima dovuta decenza di chiamare Frate Giuseppe Gentile per fargli fare una sega. Caso umano numero 3: soluzione finale della questione ebraica in Europa.


Caso umano numero 2: Silvio Berlusconi.

Con l'entrata in vigore del "Lodo Alfano" le prime quattro cariche dello Stato godranno di totale immunità: potranno frustarti, legarti ai polsi, spendere le tasse in coca e puttane e ovviamente metterlo nel culo senza avere nemmeno la minima dovuta decenza di contare in tedesco. Considerando che Giorgio Napolitano alla sua età è impotente e pronto a morire, lo stesso buon uomo risulta impossibilitato a usufruire dei vantaggi della sua vecchia nomina, e si è aperta ufficialmente la votazione di prossimo caso umano numero 1.
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editoriale di sfascia carrozze

Qompagni, Kamerati, Teodem/Ciellin-mistoassortiti,

in questi caotici giorni assistiamo atterriti quanto attoniti, praticamente impotenti, agli indicibili scèmpi ai quali vengono sottoposti i cardini del nostro sempre più fragile e vacillante equilibrio democratico: subdoli mercimòni posti in essere da una turpe classe dirigista che con inusitata arroganza e totale spregio delle riconosciute regole democratiche mortifica a colpi di maggioranza "blindata e omertosa" i prìncipi ritenuti fino ad oggi inalienabili ed insindacabili; si prenda, tra le molteplici aberrazioni, la enunciazione di provvedimenti a carattere ambiguamente xenofobo: estorcere le impronte digitali, su base etnica - senza oltretutto considerare che parecchi di Essi sono nati e cresciuti in Italia - oltre che agli adulti anche ai bambini... (Cristosanto!!!); ma perchè non marchiarli direttamente a fuoco.. tanto, a quel che sì è inteso, il tutto è pianificato a "fin di bene".

Si ammiri il precipitoso e progressivo sgretolamento dei poteri, democraticamente e costituzionalmente conferiti agli alti organi e funzionari dello Stato, secondo il dogma della molteplicità dei pesi e delle relative misure da adottarsi in relazione alla "categoria" dei soggetti implicati.

Ebbene, alla luce di quanto accade in queste ore, tutto questo vi sembrerà acqua fresca: ora avrete realmente di che strabuzzare increduli gli occhi, le relative orbite e quei quattro neuroni scalcagn(i)ati chè vi roteano sparpagliati per il cranio:

la lateralmente selvatica pagina dedicata ai Casi Letterari e la spettacolarmente elitaria Lista dei Casi Umani (Orrore!) NON SONO PIU' OSPITI delle molteplici pagine DeBaseriche !

Di fronte a cotanto inusitato de-accadimento ci troviamo di fronte ad un rischioso bivio: affidarci sùpinamente alla de-preghiera oppure tentare l'inverosimile tramite una (disperata) pseudo de-petizione [comunemente detta: DillancheTù]. Orsù non indugiate oltre, inoltrate le Vostre (civili ed educate, per cortesia) disquisizioni/argomentazioni in mèrito alla nota quanto accogliente casella di de-posta: editors@debaser.it.

Per gli astenuti sono previsti ricchi premi et cotillons.

Ché Gigliuola Cinquetti ci aiuti (anzichènò)!

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editoriale di RegularJoan


Prendete tante intelligenze opposte, diverse, contrarie e piazzatele in una stanza con il compito di trovare un’idea sulla quale siano tutti d’accordo. Difficile. Aggiungete a queste intelligenze opposte, diverse e contrarie uno spiccato gusto per la dissacrazione quando ancora la dissacrazione non era molto in voga, per l'umorismo mordace e, come se non bastasse, si dà il caso che codesti portentosi talenti corrispondano ai nomi di Pino Zac, Vincenzo Sparagna, Jacopo Fo, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini, Vauro Senesi, Cinzia Leone... Ciò che fino a poco fa sembrava difficile, diventa impossibile. Ma non troppo. Perché è con questi presupposti che i Nostri, nel 1978, danno il via a "Il Male", rivista satirica (ma non troppo, eh!), fra i più geniali epigoni del francese "Canard enchậiné".



Da qui in poi questi enfants terribles della burla si industrieranno in lazzi, scherzi e provocazioni rivolte a chiunque, tanto geniali perché frutto di menti eclettiche, capaci di smontare qualsiasi conformismo, qualunque anticonformismo, di prendersela anche con il conformismo dell’anticonformismo, di mettere in discussione persino l’alfabeto e, con una lungimiranza unica, la figura di Papa Wojtyla mettendoli contro un antipapa su misura: "Vojtilo, per gli amici papa Giovanni Paolo III" che, affacciandosi dal balcone della redazione, tiene un discorso in difesa del "Male", che in quegli anni era vittima di querele e denunce proprio a causa delle sue infuocate vignette.



Il busto di Giulio Andreotti posizionato a Villa Borghese con la complicità di Roberto Benigni, le vignette su Moro con la faccia da testicolone smunto, lo stesso Moro che nella famosa foto con lo stemma delle Brigate Rosse che campeggia sullo sfondo dice:"Scusate, abitualmente vesto Marzotto", il numero con l’omaggio "dieci grammi di droga gratis" (in realtà si trattava di una bustina contenente pepe nero!). Craxi, Berlinguer, Paolo VI, chiunque abbia fatto parte dell’intellighenzia mondiale fra il 1978 ne il 1982 è passato sotto il giogo de "Il Male", ovvero il più fulgido esempio di ciò che Mikhail Bachtin scrisse sul carnascialesco e sul mondo alla rovescia. Grandi esperti di comunicazione, consapevoli che l’informazione può essere manipolata e che è la manipolazione dell’informazione a generare l’opinione pubblica. Così, si trasformano in tanti cloni del Gian Maria Volontè di "Sbatti il mostro in prima pagina" e orwellianamente pubblicano i loro "falsi" delle testate giornalistiche.



Clamoroso lo scherzo cui si prestò Ugo Tognazzi: la rivista, con un falso numero de "La Stampa" annunciava l’arresto del popolare attore italiano con l’accusa di essere il capo delle Brigate Rosse; con un falso numero di "Repubblica" si annunciava la morte di Aldo Moro molto tempo prima che questa avvenisse, in un articolo intitolato "Lo Stato si è estinto". E ancora, il falso "Corriere Dello Sport" dove si annuncia l'annullamento dei Mondiali del ’78 a causa di un episodio di doping (falso che scatenò le ire del monolitico Giorgio Tosatti); o il falso de "L'Unità" in cui Enrico Berlinguer annuncia la rottura dei rapporti con la Democrazia Cristiana e la fine del compromesso storico o il fungo atomico che, ancora una volta fra le pagine della "Repubblica" di un arcistufo Eugenio Scalfari, annuncia lo scoppio del terzo conflitto mondiale.



Nulla li fermerà: arriveranno anche in Russia, a bordo di uno dei primi modelli della mitica "Panda" realizzati dalla Fiat, annunciando una sorta di raid Roma-Mosca. Nulla li fermerà, almeno fino al 1982, quando esce l’ultimo numero della rivista, anche questo all’insegna del "ragazzi siamo dieci deficienti che messi insieme diventano un genio, però ognuno da solo non è niente".


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editoriale di Eneathedevil


Sono cresciuto male, perché ho avuto molti miti e molti ne ho dimenticati. Gli oblii estemporanei erano quelli delle lunghe teorie di trash televisivo nei pomeriggi senza requie: L'icona granitica dell'uomo della Plasmon ne suggellava l'apoteosi sotto l'effetto di un jingle narcotico; oggi, dopo esser cresciuto male, Fioravante Palestini a 60 anni sorpassati minaccia di fare la traversata dell'Adriatico in pattino, lui che a 20 era l'idolo delle mamme e a 40 conosceva la galera per una questione di droga: speriamo invecchi bene adesso che può permettersi il lusso di una vecchiaia.

Di tutt'altra pasta è l'eroina
asiatica dei giorni nostri, Kelly Hu, una che venti anni fa, sotto le mentite spoglie di una tale Kaori, faceva gavetta nell'Italia dei tirabusciò: un noto formaggio spalmabile le dava il pane mentre a mo' di giapponesina trapiantata in famiglia italica, cercava di capire le meccaniche del business. Oggi Kelly Hu è cresciuta bene, fa film in America e si guadagna parecchie copertine.



Chi non cresce è uno di quei miti di cui non si ricorderebbe nulla finché a un cronista non salterebbe in mente di indire il revival dei "Chi l'ha visto": Gigi Lentini, il cui ingaggio costò al Milan la bellezza di 40 miliardi di lire nel 1992. Era lì a popolare le fantasie perverse di ogni scugnizzo che non voleva crescere, tra reclame di consolle e giocate calcistiche, uno di quei commilitoni maltrattati dalla passione per l'alta velocità: un grave incidente automobilistico nel 1993 non lo restituirà più al calcio a grandi livelli. Oggi Lentini di anni ne ha 39 e si diverte con l'amico Diego Fuser (anche lui dov'era finito?) a giochicchiare in una modesta squadra piemontese di nome Canelli, nello stupore generale di chi ha visto il proprio undici adire ai nuovi onori del campionato nazionale dilettanti grazie alla promozione ottenuta nel 2006.



Si è scrollata di dosso parecchia polvere la soglia della memoria: è sufficiente meno di un lustro per rinsavire o per naufragare. Lo sapeva bene Enzo Tortora, di cui qualche settimana fa si è celebrato il ventennale della morte: dopo l'arresto del 17 giugno 1983 con l'accusa di associazione per delinquere fu forzato ad un lungo calvario da cui potè sottrarsi solo 4 anni dopo, quando venne tardivamente riconosciuto innocente. Nel suo ritorno a Portobello, nell''87 chiosò: "Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente
una volta", e così fu. Non era cresciuto molto, era solo invecchiato.



Se potessi scegliere la pellicola di oggi vi consiglierei "The Way We Were": non ho
mai sopportato né Robert Redford né la Streisand, ma un paio di fotogrammi sono più che sufficienti. Li guardi dritto negli occhi gli anni che non hai vissuto, e visti oggidì sono quelli che sono invecchiati meglio.

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editoriale di Eneathedevil


C'era un tempo felice in cui tutto e nulla compenetravano, tempi lieti in cui, al limitar di gioventù, le certezze migliori si conseguivano sugli abbecedari; nelle ore più nescienti del mio male di crescere una sola era la certezza: la matematica si era ravveduta dinanzi ai miei occhi denunciando i propri limiti. Non era possibile, in quei giorni, capire le ragioni delle radici quadrate, sicché era dato per certo che se c'era qualcosa che la scienza non poteva spiegare quella era l'operazione di radice di un numero non positivo. Ora si dà per beninteso che i tempi cambiano, e con essi la stabilità: esiste il dominio complesso, e in esso ha senso calcolare la radice di un negativo. Puttana matematica, ti svenderesti dinanzi a chiunque pur di racimolare un obolo.


L'unità immaginaria è la costante più incompleta della matematica moderna. Non ha un valore, non ha un senso, ma compare e scompare puntualmente nei conti delle correnti dei circuiti elettronici. L'unità immaginaria non ha rappresentazione che piaccia agli analitici, poiché attribuirvi il fittizio valore di radice di meno uno dà l'orticaria ai puristi della letteratura. Gioca un ruolo determinante nel paradosso dei paradossi che compare col nome di "Identità di Eulero"; le cinque costanti più problematiche della matematica radunate in una relazione indissolubile a proposito della quale Benjamin Peirce dimostra ammirazione e stupore: "Non possiamo capirla, e non sappiamo che cosa significa. Ma l'abbiamo provata, e quindi sappiamo che deve essere la verità". L'unità immaginaria è la merce di scambio tra le quattro costanti reali più note dell'universo matematico: lo zero, l'unità reale, il pi greco, la costante di Nepero. In questa bolgia dantesca è nascosto lo scandalo della matematica, la scienza cortigiana in cui finito e infinito convivono. Piergiorgio Odifreddi, in un soliloquio arguto confinato tra le quattro mura teatrali di San Marino, si limita a disegnare su alcuni fogli figure geometriche individuate da punti: tre punti delineano un triangolo, quattro un quadrato, cinque un pentagono, "e così via". Ecco il nocciolo: "e così via". A questo punto la soluzione logica è il cerchio, e il suo insieme infinito di punti: il disegno è approntato e tratto il dado. Lo scandalo è in Eulero: il pi greco è il rapporto fra la circonferenza e il diametro del cerchio. Un solo numero è il rapporto tra due infiniti. "E così via": il cerchio, simbolo di un inifinito teorizzato, reca
in sé il finito. Nell'identità di Eulero l'equazione ha una natura tanto razionale quanto snervante: il cerchio si chiude sardonicamente ridendo in faccia agli astrofisici.


"Il cessa de calculer et de vivre" chiosò Condorcet nel suo elogio funebre in onore di Eulero. Se un giorno ti risveglierai dal sonno eterno verrai a spiegarmi la dottrina dell'Infinito.

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editoriale di Eneathedevil


Il punto di partenza è che nel VII secolo a.C. in Grecia ci si occupava del transeunto, ed era una bella sfida a chi le sparava più grosse sull'archè, l'origine dell'esistente, giacché la sostanza del discorso era cercare il perché e non il come. Nell'abbrutimento più collerico sorgeva la metafisica, e con essa i guai patenti dell'uomo che non voleva più saperne di farsi i cazzi suoi. La filosofia dell'ultrasensibile è lo sguardo affogato nel cielo di un Anassimandro intento a capire la meccanica divina degli astri, non il bel vaneggiare di chi, come Anassagora, vede nella dea luna una palla rocciosa nemmeno tanto
ospitale: guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo, ché a beccarsi un anatema occorre davvero poco.


Oggi mi conviene guardare a terra, e tra l'altro si scoprono cose anche più interessanti. Per esempio, si scopre che per più di un paio di millenni si è sprecato anche troppo tempo per occuparci della rosa dei venti, mentre era cosa più savia realizzare nodi ferroviari meglio attrezzati: Alfred Jarry, uno dei pochi scrittori che vale la pena ricordare
senza che qualcuno l'abbia fatto prima, si è dilettato in quella che lui ha chiamato patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie. Fin qui tutto anormale, dato che sfugge il nesso con quanto finora scritto, ma ciò che si intuisce è che un nesso tra metafisica e patafisica deve esserci.


Detto fatto: giacché nell'opera di Jarry è impossibile realizzare un'analisi di senso compiuto, mi basta capire che la patafisica sta al di là della metafisica, che a sua volta
sta al di là della fisica. Ora il punto è: la patafisica sta al di là, ma dove sta? E' un bel ragionare di tutto e niente, dato che nel momento stesso in cui vi diamo una connotazione trascendente dovrà essere inclusa nella metafisica, mentre se la qualifichiamo nell'immanente sarà di questo mondo fisico. Forse il novecento è un secolo troppo canuto per chiedersi i perché dei presocratici: la cosa migliore da farsi è rimanere dove si è e acquisire il metodo, comprendere che la forza segreta della patafisica è l'eccezione, lo straordinario, l'evento.


Ammettiamo di lanciare un dado dieci, cento, mille volte. A Kolmogorov sarebbe interessato di più capire che dopo un certo numero di tentativi la probabilità di beccare una delle sei facce si assestava su 1/6, mentre a noi interessa capire quante volte rotolerà il dado, dove si fermerà, in quale posizione. Ogni volta che fai un esperimento sei un patafisico, perché non è il risultato matematico quello che ti interessa, giacché la matematica è del mondo fisico, ma l'evento straordinario legato all'irripetibilità dell'evento. Sono un patafisico quando mangio, tracanno, rutto. Sono un patafisico perché
un rutto non è mai uguale a un altro rutto. Sono un patafisico perché ho il potere di inventare soluzioni immaginarie.


Un bel ragionare di tutto e niente, finalmente, senza più remore: quando solo e invecchiato sul più scosceso dei letti di gramigna guarderò i cieli di Anassimandro e Anassagora, sarò per l'ultima volta patafisico.

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editoriale di MaledettaPrimavera


Nel dicembre del 2006 afferro la storia della mia vita (96 pagine che per dimenticare nascondo sempre nel cassetto dei preservativi) e decido di farla leggere a una cinquantina di editori.

Dodici mi propongono una pubblicazione a pagamento che aggira pericolosamente la mia vita sui tremila euro scarsi ogni cento pagine, una trentina non ritiene vantaggioso nemmeno vendermi a me stesso e uno infine mi risponde per insultare. Il resto può pubblicare gratis col 5% del ricavato in beneficenza ai poveri da liquidare sul mio conto corrente il 31 marzo del 2009.

Stampare un libro in Italia mi ha dato la sola soddisfazione di ricominciare a finire di scrivere la seconda parte della mia vita sperando di non finirla prima che finisca la mia vita.

Un numero impressionante di letterati ha cominciato regolarmente a cercarmi (sono gli unici) chissà perchè credendo che io sia uno di loro. Gente meno povera di me (che campo non solo di stenti dell'anima) e poesie sul dolore. Tra questi c'è una ragazza siciliana che ha scritto la sua vita col titolo "Solo dal mio punto di vista": da alcuni giorni mi perseguita perchè vuole che le dica se questo stramaledetto punto di vista valga davvero i 1800 euro che ha pagato alla Kimerik Editore, quando a me ne avevano chiesti 1300 e neanche avevo mai davvero vissuto con un punto di vista.

Il suo è un drammone shakespeariano tra gli aranceti che dura il doppio della mia vita in città sfiorando le 200 pagine. Due genitori perfidi e insensibili e una Giulietta che adesso mi supplica con "un giorno diventeremo ricchi, Antonio, dobbiamo crederci" e chiude con la certezza che, almeno per il momento, i genitori di Romeo dopo la pubblicazione del libro le hanno fatto causa per 500.000 euro.

E' il libro consigliato per questa stagione ed è in vendita coi saldi se riuscite a trovarlo entro l'inverno.

Tra tutte le stagioni la primavera è, per un ateo, quella più difficile per scrivere qualcosa di intelligente. La maggior parte delle religioni è così ben organizzata da usare la primavera come metafora della vita: gli uccelli cantano, le uova si schiudono, gli spacciatori muoiono, i fiori si aprono, i siciliani sognano di scappare dalla miseria, i mafiosi governano e i comunisti si estinguono. Un ateo - ancora peggio se fallito - non può trovare nessun sollievo in questi giorni.

Tutta la politica è legata ai valori della primavera: quando adesso incontro un americano, per capire fin dove è lecito spingersi ad odiarlo (cioè se sia democratico o repubblicano) è ora impossibile trarre certezze da vecchi logori pregiudizi che valgono per tutte le stagioni (tipo quanti soldi mi nasconde in banca), ma piuttosto bisogna chiedere quante volte al giorno vada in chiesa (più della metà dei voti di Bush proviene da "white evangelicans").

Ma c'è qualcosa di persino peggio di Dio ad aspettarmi: in Italia a sentire i sondaggi sono odiato dal 58% dei giovani, dal 72% dei cattolici e dalla quasi totalità delle casalinghe. In Inghilterra sono odiato da tutte queste categorie con in più gli inglesi.

In primavera, nel quartiere protestante dove mi sono rifugiato dai cattolici, è tutto un fiorire di incensi, predicatori, statue del Buddha, valori della famiglia, rivoluzionari e stranieri che puoi trovare di miglior qualità in qualsiasi altra parte del mondo.

Ragazze grasse e svestite di dodici anni fanno equilibrismo sui binari dei loro tacchi, chiedendosi se sia davvero questo quello che la gente chiama un approccio moderno e l'integrazione, e quando loro - col gravoso peso dell'anima e del culo - troveranno finalmente qualcuno che - comprandole a peso - possa davvero capirle per quello che sono.

In primavera porto con me venti sterline da dare ai neri per ricevere un pezzo di legno scuro avvolto in una pellicola per alimenti impossibile da fumare. I negozi fanno enormi profitti dalla cultura capitalista e anti-capitalista e la gente aspettando l'estate è sempre più depressa anche se, dietro l'angolo, c'è sempre il miraggio della stagione ideale con le sue famiglie perfette e l'odore di buste piene di shopping, dove i più vecchi vanno a votare e morire.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Acerra (in provincia di Napoli) è presente sulle cartine geografiche perchè ha il suo proprio inceneritore, la cui bruttezza è pari solo al Duomo che la classifica invece come città, ed entrambi la tingono di una fosca coltre di veleno dovuta all'ammontare di monnezza che viene fuori dalla bocca di chi vi vegeta nei pressi.
Gli hobby dei giovani includono borseggio, cazzeggio, sorseggio di campari gin al Bar Tortora e scoprire quanti c'entrano su un motorino o riescono ad infilare la parola "omme 'e merd" (uomo di merda) all'interno di una normale conversazione.
Acerra ricorda molto da vicino il paese di "No Country For Old Men" dopo che Javiem Bardem ha massacrato tutti, ha riempito i fori di cemento armato e s'è buttato in politica. Quando vai in una qualsiasi città del far-west alle 9 di sera trovi fuorilegge urlare e pisciare sul territorio su cavalli fiammanti (magari soffermandosi di tanto in tanto in mazzate di gruppo senza senso), ma quando vai nella città dove sono nato troverai questo e altro 24 ore al giorno.
Ci sono anche aspetti positivi: Acerra può vantare una posizione strategica al centro di deliziosi boschi e prati di mozzarelle, e se ti rubano la macchina è l'unico posto dove ti viene in mente di cercare.
E' la città giusta se sei a caccia di merce rubata o droga tagliata, e se riesci a sopravvivere puoi anche gioire dei giovani locali sfrecciare in tre sulla sella di un Piaggio usato, molto probabilmente il tuo.
Solo i più meritevoli salgono sull'autobus ad Acerra. Dieci anni fa dopo aver aspettato un'ora alla fermata che porta in una delle tre direzioni che si ramificano dal centro - Casoria, Poggioreale, Afragola - chiesi al conducente se il Comune avesse intenzione di offrire un giorno un servizio decente.
"Decente quanto vi meritate".
Andavo a Casoria per un'intervista di lavoro. Quando tutto questo finì, domandai all'intervistatore (un ragazzo che si credeva più divertente di me) com'era lavorare a Casoria. Mi disse: "Meglio che nel paese da dove vieni. Solo un ferito e due rapine quest'anno".
Faceva ridere: era il 24 di gennaio.
Acerra-Casoria è un viaggio interessante, sebbene con grande tristezza debba ammettere che non v'è alcun motivo per ritornarci, dal momento che tutti coloro che conoscevo in quei sei chilometri del destino sono morti ad Afragola oppure sono finiti in direzione Poggioreale. Se risparmi sul biglietto dell'autobus, e decidi di andare a piedi, hai una buona possibilità di acquistare droga con maggior calma, essere rapinato oppure nel migliore dei casi ferito da uno sciame di piccioni radioattivi (quando qualcuno mi dice che il paese da dove vengo fa veramente schifo lo rimprovero sempre di essere troppo buono).
Se ogni mondo è paese, come si dice in giro e come mi hanno adesso convinto, Acerra non è l'unico buco di merda in questa nazione che non mi appartiene. E la più crudele soddisfazione che riesca a consolarmi, di tutti quegli anni che ho buttato via come monnezza nell'inceneritore, è augurare a questa gente di essere governata da Silvio Berlusconi.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Sangue, saliva, sudore e una goccia di sperma sono in vendita al prestigioso Harvey Nichols. Il profumo, "Sécrétion Magnifiques", costa 76 sterline ogni spruzzata. Il consumatore ideale - dicono nella pubblicità qualsiasi cosa questo voglia significare - "è l'uomo che si ritiene veramente alternativo a qualsiasi cosa scontata e contro il sistema pur rimanendo genuino".

Ad un elettore medio italiano che si ritrovi su internet alla ricerca di un genuino motivo per spruzzare sperma (pregno di sudore e con abbondante salivazione causata da disordine da stress post-traumatico pre-campagna elettorale), e finisca per sbaglio tra i profumi del sito di Harvey Nichols (in mezzo a creme per le rughe da 300 sterline), non resta nient'altro da fare che lasciarsi andare alle più fantasiose figurazioni sui più agghiaccianti segreti del mercato, durante tutto il periodo della campagna elettorale, seguito da abbondanti perdite di sangue successivo alle elezioni.
Di tutti i politici italiani (pregiudicati e non) che mi procurano salivazione, sudore e rigonfiamento testicolare di sperma (tranne la mancanza di sangue è questo il segreto dei laboratori per una ottima spruzzata di "Sécrétion Magnifiques"), l'unico che mi provoca una perdita mestruale è Marcello Dell'Utri.
Condanna in primo grado a Milano a due anni di reclusione per frode fiscale e false fatturazioni con Publitalia; indagato per banda armata, concorso esterno in associazione mafiosa; condannato per tentata estorsione ai danni di un imprenditore trapanese con la complicità del boss Vincenzo Virga (la Terza Corte d'Appello di Milano conferma la condanna a due anni). Condanna a due anni di libertà vigilata, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento dei danni alle parti civili: tutta Palermo.
Adesso s'è riciclato politico per salvarsi il culo e dice cose essenziali tipo: "Non è una lobby quella dei gay, è soltanto una potenza".
Dell'Utri è uno che ha terrorizzato fino alla morte il mafioso Vittorio Mangano, morto in prigione per non morire ammazzato (definendolo "un eroe" perché condannato in primo grado all'ergastolo senza tirarsi dietro lui e Berlusconi). E' uno che dice di aver conosciuto tutti i pentiti di mafia e di non averne trovato uno pulito (ma come gli vengono queste cose?).
Quello che i libri di storia, ancora oggi condizionati dalla retorica della resistenza, saranno revisionati soprattutto per non dimenticare l'olocausto dei gay.
Questo mentre continua a fare campagna elettorale attiva e uno dei punti chiave del programma è un "esame di sanità mentale per i magistrati": una legge che in qualsiasi altra nazione sarebbe la barzelletta che fa più ridere di Berlusconi.
La decisione che mi costringe ad andare a votare (per il meno peggio) è dettata dall'impressione che quando una nazione permette a uno come Dell'Utri di esporre allegramente il suo punto di vista, di raccontarmi quello che pensa come se sia normale esserne interessati, le basi della democrazia e la mia pelle smettono di emanare fetore solamente usando violenza o (se pacifisti) votando contro.
Che Marcello Dell'Utri sia finalmente cambiato in meglio, passando dall'altra parte e scoprendo di essere nient'altro che un mafioso omosessuale represso, non mi provoca nessuna salivazione e/o sudorazione (o sperma). Non mi importa assolutamente niente: ho l'impressione di aver cominciato a prenderlo nel culo prima di lui.
Alle elezioni io voto contro il consumatore ideale di "Sècrètion Magnifiques": contro l'uomo che si ritiene veramente alternativo alla giustizia, al sistema, alla legge, ai pentiti sporchi e a tutte le altre cose scontate, compreso l'elettore e compreso me, sempre rimanendo il frocio attivo.

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editoriale di MaledettaPrimavera

- Condannati in via definitiva presenti nel Parlamento italiano:
Ex-comunisti, ex-democristiani, ex-socialisti (centro-sinistra): 5.
Ex-fascisti, ex-terroristi, ex-socialisti (centro-destra): 18.
Voto utile: centro-sinistra (1-0).
- Indagati e imputati in primo o secondo grado eletti nel Parlamento italiano:
Intellettuali, Gruppo Espresso e giornalisti mutanti (centro-sinistra): 15.
Veline, nani e ballerine (centro-destra): 66 (una ballerina ogni cinque).
Voto utile: centro-sinistra (2-0).
- Condannati in via definitiva, indagati, imputati e intoccabili presenti per le elezioni 2008 in collegi blindati:
Catto-comunisti, neo-capitalisti e padroni di Federmeccanica (centro-sinistra): 12.
Mediaset, Mondadori, venditori di materassi e metalmeccanici contro i padroni (centro-destra): 112.
Voto utile: centro-sinistra (3-0).
- Indagati per corruzione, tangenti, barzellette che non fanno ridere, frode fiscale, falso in bilancio, scarpe coi tacchi, riciclaggio di denaro sporco, falsa testimonianza, P2, figure di merda internazionali aggravate, concorso in strage, conflitto d'interessi, nanismo disarmonico, nanismo ipofisario, sindrome di Turner, concorso esterno in associazione mafiosa, produzione di somatomedina e (a settant'anni suonati) corruzione aggravata della morte:
Veltroni (centro-sinistra): 0.
Berlusconi (centro-destra): 1.
Voto utile: centro-sinistra (4-0).
- Voglia di nuovo e spazio ai giovani:
Veltroni Walter: 52 anni.
Berlusconi Silvio: immortale.
Voto utile: centro-sinistra (5-0).
- Voglia di vederli al più presto fuori dai coglioni:
Pensionabili di destra: età media 47 anni.
Pensionabili di sinistra: età media 48 anni.
Voto utile: centro-destra (5-1).
- Rispetto delle donne e quote rosa:
Elisabetta Gardini (centro-destra): culo 5/10; tette 7/10; esperienza (non politica) 8/10.
Giovanna Melandri (centro-sinistra): culo piatto; tette 6/10; esperienza (non politica) non pervenuta.
Iva Zanicchi (centro-destra): culo 1/10; tette scese; esperienza (non politica) inguardabile.
Voto utile:
rispetto per le tette: centro-sinistra (6-1);
esperienza: centro-destra (6-2);
rispetto per il culo: da galera (centro-destra, 6-3).

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Il Consolato italiano di Londra è uno smaltitoio di raccomandati, parenti dei parenti, amici degli amici e incompetenti. Vi si giunge nel centro della bellissima Eaton Place, dominata dalle sontuose case vittoriane da tre milioni di sterline.
Apre la porta un giovane calvo con forte accento siciliano, che invita con fare diplomatico a mettere il culo a sedere per tre ore e un quarto: è faticoso convincersi di quanti caffè riescano a bere una ventina di dipendenti in tre ore. Si riceve udienza presso un robusto uomo di trent'anni con laurea in dialetto e cultura napoletana, solo per essere invitati ad un nuovo appuntamento fra tre mesi, talmente inefficienti, inutili e parassiti che persino in Italia ci metterebbero meno tempo ad invitarmi.
E' questo l'unico modo per essere ospite del Consolato italiano: l'alternativa è rappresentata da bandi di concorso indetti in prossimità delle elezioni per posti a partire da 45.000 sterline all'anno.
Questa settimana grazie allo straordinario lavoro di questa gente mi sono arrivate sette lettere, quando erano due anni che non mi scriveva mai nessuno. Mi hanno scritto:
- Nulli Manfredi, Italia Dei Valori;
- Guglielmo Picchi, Popolo della Libertà, con lo slogan: Il popolo della libertà siamo noi;
- Silvio Berlusconi e Walter Veltroni arrivati insieme col postino delle 9;
- Raffaele Fantetti di Forza Italia (questo mi aveva scritto anche due anni fa ma non m'aveva convinto. Così, dopo aver pagato l'AIRE - il registro degli italiani all'estero - per farsi dire che avevo cambiato quattro case e tre lavori in due anni di merda, ha immaginato che io sia diventato di colpo incapace d'intendere);
- Simona Milo, Partito Democratico;
- Di Girolamo Nicola, Popolo della libertà. Slogan: Riformare il Consolato italiano a Londra.
Ad un italiano che abbia tre ore da perdere seduto al Consolato da riformare, dove non puoi drogarti, non ti offrono il caffè, non puoi parlare e soprattutto non puoi parlare di politica, non rimane nient'altro da fare che pensare alle cose più improbabili.
Pensare ad intere famiglie Di Girolamo, amici dei Fantetti e parenti dei Picchi, pronti ad assistere allo spoglio dei voti con biglietto direzione Consolato, Ambasciata e uffici governativi sparsi. Una vecchia valigia chiusa con lo spago e la speranza di una vita migliore e una buona riforma.
Al Consolato d'Italia ogni tanto fa visita anche Roberto Fiore (è quasi mezzo secolo che Londra è un porto sicuro per terroristi e fascisti italiani). Nei primi anni '80 Fiore insieme ad altri giovani patrioti si rifugiò a Londra dopo la strage alla stazione di Bologna e qui, sfruttando le amicizie e la condivisione dei valori col Partito Razzista Inglese (BPN), organizzò un impero economico chiamato Easy London: un migliaio di appartamenti per italiani in partenza per Londra con la promessa di un lavoro sicuro. Il lavoro in realtà non arriva mai, durante un incubo alla "Hostel" gestito da un gruppo di naziskin e finanziato da due organizzazioni di destra ultra-religiosa cattolica, il "St.George's Educational Trust" (Fiore ne è anche amministratore) e il "St.Michael's the Arcangel Trust" (con la ramifizione dei "charity shops" sparsi lungo la città con funzione di copertura legale e afflusso di denaro).
Nel 1998 Easy London ospitò anche me in una fogna di Queen's Park che non era il Consolato, e mi ci vollero meno di tre ore per capirlo. All'epoca non ci avrei mai creduto che sarei arrivato a dare le mie tasse a una vecchia regina e a qualche principe utile per la copertina dei giornali scandalistici, piuttosto che regalarle ai politici italiani affinchè si paghino tipografo, francobolli, cocaina e puttane.
Roberto Fiore è candidato per il partito "Forza Nuova". Se eletto, ha dichiarato in un'intervista al "Corriere della sera" che non esclude l'appoggio a un governo Berlusconi, che mischia fascisti e mafiosi come se fosse incapace d'intendere, e dove ovviamente è sicuro di non sentirsi solo.

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