editoriale di MaledettaPrimavera

La mia è piuttosto debole, ma dicono che una stretta di mano riveli molte cose su una persona: non è improbabile che Sigmund Freud ci veda una cronica sfiducia nel prossimo dovuta certamente a troppe cinghiate subite da fanciullo.
Superando tutte le più profonde paure e turbe psicologiche e sociali, stiamo per accogliere una nuova tecnologia che permetterà al corpo umano di trasformarsi in una specie di connessione a banda larga capace di scambiare informazioni con la gente attraverso il semplice tocco.
Stringi la mano di qualcuno e vi passerete i biglietti da visita. Un bacio in bocca e lei avrà accesso a tutte le tue foto, i tuoi video porno amatoriali, l'ultimo dei Radiohead, i tuoi video con tette culi e fiche gratis.
Sviluppata dal gigante giapponese delle telecomunicazioni NTT, questa nuova religione tecnologica è chiamata RedTacton e funziona collegando uno speciale dispositivo nelle tasche, sulle spalle o dentro le mutande in grado di gestire i campi elettrici e le informazioni digitali e di trasferirle poi attraverso la pelle, e il miracolo sta tutto nel non farti prendere un elettroshock. Dimmi che dispositivo hai e ti dirò chi sei.
Toccando un altro essere umano i tuoi dati sono automaticamente scaricati attraverso il dispositivo situato strategicamente nelle mutande e quindi copiati nel cellulare ultra avveniristico in tasca e nel lettore MP3 mischiato a cemento armato per far sì che non si stacchi dalle spalle o dalle palle.
Due brutte notizie: la prima è che in caso di documenti di notevoli dimensioni si sarà costretti con molta probabilità a stringere la mano per tre quarti d'ora o addirittura a scopare per qualche minuto. Sebbene tu sia più veloce di quanto qualsiasi donna possa immaginare: è stato scientificamente dimostrato che 10 megabits al secondo sono in grado di uscire dal tuo uccello in piena erezione.
Inoltre per la buona riuscita del trasferimento è necessario che entrambe le persone abbiano comprato il dispositivo della NTT: in mancanza di tale acquisto è stato scientificamente dimostrato che si sarà scopato invano.
Nell'eventualità che un intercorso sessuale ti faccia veramente orrore, considera che nel caso in cui tu voglia copiare un film dalla sua collezione sarai costretto comunque a spendere un po' di tempo insieme: con la media di 10 megabits al secondo dovrai toccarle il culo per 23 minuti sempre che l'interfaccia hardware sia di piccole dimensioni, altrimenti c'è sempre il pericolo che durante il processo di migrazione Bruce Willis resti incastrato tra due chiappe gigantesche.

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editoriale di editors

Dalle plùrime (pare siano migliaia: macchèdico migliaia, centinaia)[maccheddico centinaia, decinaia] {ma soprattutto: maccheddico ?} de-segnalazioni UK-Classifi*ative finora giunte alla cortese attenzione dell'OpinionMakerista DeBaserizzato [il quale, sconsiderato chè non è altro, mi delegò il compito radunativo-statistico-numerativo avulsamente classifi*atoreo] traiamo, ammò di ElectionDay(after), i primi (ma anche definitivi) Polli testè sortiti (detti "Show No Mercy Exit-Polls") inerenti le (s)oggettivamente insindacabili sc(i)elte del moderatamente UK-oligarca Pueblo DeBaserico.

- Ultimo classifi*ato:
Breakbeat Era - "Ultra Oscene" (solo ZaiOne sa, d'altronde, chi siano)

+ Penultimo classifi*ato:
Blur - "English Music is Mondezza" (sarà una rarissima versione termovalorizzata?)

- Terzultimo classifi*ato
ProtoPunk Pistols - "Never Mind The Bollocks" ("Non c'importa dei balocchi" ? Ma che razza di punk-titolo sarebbe?)

+ Fourthultimo classifi*ato:
N.P. (un po' come le temperature invernal-artiche di quel di Togliattigrad)

- Pentateucultimo (classifi*ato):
Eric (il)Cleptomane - "MTV Brutal-Plugged" (UltraGrind versions delle arcinote mariuolo-slowhandate)

+ Sestuplodiultimo (sempre classif*ato):
Storie dagli Oceani Toponomastici ("Tales from Topographic Oceans") - Yes (ma anche No)

- SevenUp-ultimo (s.c.):
Scimuniti Polari - "whatever people say i am, that's where i am not" (Eh ? Ma ne siete, ancorchè moderatamente, certi ?)

+ Eptultimo (s.c. of course):
Sassoni - "Ruote (evidentemente bisognose di convergenza) di acciaio" (sè non ci fossero stati Loro chè razza di classifica Albionica sarebbe stata ?)

- Nonultima[tum]
Non nel senso chè non è l'ultimo, ma di nono prima degli altri epta-ultimi precedenti: siccome però chè cotanto harduo concetto è sfuggito ai più il posto resta, at the moment, vacante. [scrivete-scrivete-scrivete (sé proprio non avete altro di meglio da fare)]

+ Decisamente Ultimo (?) de-classifi*ato:
[sé il precedente era il NonUltimo questo sarà per forza l'ultimo (il ragionamento non fa una grinza, no ?)]
Seargent Floyd -"Pepper's side lonely beatles moon hearts pink club"

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editoriale di MaledettaPrimavera

Vent'anni dopo aver assistito alla sconfitta dell'Impero Sovietico con una mano sola e a monosillabi, credevamo che John Rambo©, una volta arrivato alla soglia della pensione$, avesse da tempo smesso di ungersi i muscoli, andare in giro per foreste con bandana e coltellaccio e fosse finalmente concentrato, come qualsiasi altro reduce di guerra, a prendere in ostaggio studenti in qualche College americano.
Invece, quando parte la proiezione dell'ultimo capitolo della più famosa personalità psicopatica del grande schermo, non v'è il minimo segno che il passare degli anni possano aver ammorbidito il suo peculiare istinto distruttivo.
Il ritorno all'azione di Stallone comincia con l'incontro di temibili pirati Birmani armati fino ai denti (gente che potrebbe benissimo essere suo figlio, ma anche figlio di suo figlio in un paese notoriamente promiscuo), verso i quali Rambo giustamente alza le mani in segno di arresa.
"Meno male" - penso - "è finito il film".
Ma è abbastanza per maturare alcune domande:
Cosa è accaduto di così tragico alla politica del pianeta per cambiare i comunisti coi buddisti?
E' possibile che Rambo nel frattempo abbia seguito lezioni su come controllare la rabbia?
Quanto può favorire il finanziamento di un film del genere il recente sterminio dei monaci?
Dove cazzo si trova la Birmania?
La risposta è che Sylvester Stallone, che è attore ma anche regista e sceneggiatore, mi sta solo prendendo in giro: nello spazio di pochi secondi infatti, con una mossa veramente astuta, frega la pistola a uno dei pirati e li inchiappetta tutti, ad un'età in cui di solito si prendono lezioni di golf o di giardinaggio, e non invece ripetizioni su come acciuffare serpenti a sonagli e saltare tra gli alberi, con il trasporto emotivo di un vecchio di terza età da rinchiudere al manicomio.
La resurrezione di Rambo (dopo quella di Rocky) farà piacere a tutti quelli che ne sentivano nostalgia, sebbene anche questa volta sia dalla parte dei buoni e degli oppressi ma si abbia la sensazione di qualcosa di opportunistico nella nuova carneficina.
Nella scena finale Rambo spazza via per sempre mezza Birmania, detonando un ordigno atomico che si era conservato apposta per questo grande momento, dopo aver partecipato da giovane alla Seconda Guerra Mondiale, il che fa sorgere ulteriori domande all'uscita della sala:
Sta Rambo combattendo un'altra vecchia guerra, già vista milioni di volte?
Chi è più forte tra Rambo e il nonno di Predator?
E' davvero solo la violenza fine a sé stessa che lo spettatore desidera per sette euro?
Dove cazzo si trovano i comunisti?
Il primo film di Rambo (1982) non aveva nessun morto ammazzato. Uno tirava le cuoia perchè scivolato dall'elicottero, un altro perchè uscito fuori strada, i più fortunati prendevano una pallottola nelle cosce, nel braccio o semplicemente inciampavano in un ramoscello secco e si spezzavano il collo.
In questo nuovo Rambo ne vengono fatti fuori 236, poco più dei suoi anni.
Il "Los Angeles Times" ha persino compilato una classifica, da cui apprendiamo che nel quarto capitolo sono accoppate 2,56 persone a minuto, contro lo 0,72 del secondo e 1,30 di Rambo III.
Onestamente, a parere di chi scrive, questo è tutto quello che c'è da sapere su questo film. I villaggi sono bombardati come in un videogioco, gli organi umani volano in aria; si spara ai bambini, si accoltellano gli adulti, le teste scoppiano. Armi automatiche squartano i corpi letteralmente in due.
Alla fine il film ha comunque una morale: il soldato lasciato da solo incapace di adattarsi a nulla tranne la guerra. Persino Stallone ha un'idea su quest'ultima e ce la ripropone quattro volte.
Ha scritto il produttore Kevin King che "quando Stallone si sveglia la mattina dice che è Rambo e dopo aver bevuto il caffè allora è Rocky".
Il problema è che nessuno ha capito che droga si prenda dopo.

Il pornitorinko

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editoriale di MaledettaPrimavera

Il sindaco di Londra cominciò la carriera politica come insultatore di Margaret Thatcher (la quale odiava i governi locali allo stesso modo con cui insultava i socialisti) ma acquistò una rivoluzionaria volgarità dialettica solo al giungere del nuovo millennio, con l'appellativo per me invitante di "Ken il rosso".
Col diffondersi in Europa del modello Americano (Yes we fucking can!), Ken si trasformò in guerriero: mandò a quel paese la sinistra perchè contrario alle politiche di privatizzazione e fu espulso dal partito dei lavoratori educati, il Labour Party. Non sapendo chi altro insultare, ma cosciente del fatto che a dispetto delle buone maniere rimaneva un mondo di merda, si presentò da solo alle elezioni nella capitale e vinse.
Nel 2005 definì un giornalista ebreo come sporco nazista.
Nel 2006 chiamò Robert Tuttle, l'ambasciatore americano, un "infame bastardo", dopo aver scoperto che gli ufficiali americani non volevano pagare le tasse.
Negli stessi giorni chiamò i fratelli indiani Reuben, due dei più ricchi e sporchi uomini d'affari londinesi, e disse loro che se non erano felici potevano sempre muovere il culo e tornarsene da dove erano venuti per provare con gli Ayatollah. Definito un "imbecille" dal "The Times" e dal galateo, Ken Livingstone diffuse una nota chiedendo scusa "al popolo dell'Iran se per sbaglio ha creduto di essere stato associato in qualunque modo a quei bastardi dei Reuben".
Nel 2006 accusò Trevor Phillips, in capo alla Commissione per i Diritti Umani, di essersi così spostato a destra da aver ormai incrociato il Partito Nazionalista, che in questo paese è formato da giovani che mi invitano tutti i giorni a ritornare al mio paese, a maggior ragione se sono felice di rimanere.
Con la fortuna di avere due residenze, una laurea in Scienze Politiche e un destino da giovane rivoluzionario, tra qualche mese ho la possibilità di scegliere in quale nazione votare: una volta giunto alla vecchiaia mi sono preso un giorno libero per pensare. Voterò per Livingstone come ultima forma rimasta per dire qualcosa di sinistra prima di trasferirmi all'Inferno (e per farmi ancora insultare dai fascisti).
Nei manuali dell'Università insegnano un mucchio di sciocchezze e la più affascinante continua a restare quella del socialismo. L'uguaglianza economica confluita nel partito comunista, la masturbazione collettiva, la trasformazione della società ingiusta e truzza nei movimenti radicali, le classi sociali interesse dei poveri stronzi, le ville miliardarie del nemico, i mezzi di produzione e una spremuta di romanticismo che - a dispetto di come si sia evoluto - non è per questo offensivo.
L'Italia è l'unico paese del mondo in cui il socialismo è finito ad insultare giusto in mezzo a delle chiappe tra cui quella più misteriosa continua a rimanene territorio di secessione, ombra fascista e la serietà con cui vengono prese queste due.
Se sei Socialista stai coi Radicali ma un Nuovo Socialista si unisce ai Democristiani; se sei un populista qualunquista stai con Beppe Grillo: insulta il tuo fottuto pregiudicato preferito. Nessuno che si accorga di come tutto questo non abbia senso: fanno venire voglia di iscriverti al Partito Rivoluzionario, non vinci mai niente ma almeno puoi passare alle mani.
Il Partito dei Socialisti Pensionati è di sinistra, i Pensionati Socialisti Uniti stanno a destra; Partito Consumatori coi bolscevichi, No Euro coi fascisti; nel buco del culo di Ceppaloni comunque vada sarà un successo.
Ieri sera mi sono fermato un giorno e immaginavo tutte queste poltrone, questi interessi, tutte queste inculate - dunque tornerà persino Mastella - e allora ho avuto una visione: voterò anche in Italia e vincerò ancora un volta grazie ai Socialisti Pensionati Uniti. Metteremo insieme 28000 vecchi, tutti gli altri crederanno di stare ancora ad insultare nel ventennio.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Il 7 novembre del 2007 un gruppo di persone si rintana in un bunker a 400 chilometri a sud di Mosca. Si fanno chiamare "La vera chiesa ortodossa" e li unisce la consapevolezza che un bel giorno del 2008 (quando io compirò 31 anni) l'apocalisse spazzerà per sempre qualsiasi residuo di vita, comprese privatizzazioni e candeline, l'economia del libero mercato e il denaro, le mie chiappe asservite al sistema e - di conseguenza - pure le chiappe dei miei invitati.
Invece che attendere la venuta del Signore in pace e letizia armoniosa i prescelti hanno deciso di saltare in aria poco prima che quello bussi alla porta, poichè convinti che spetti a loro giudicare quali tette e quali fiche siano meritevoli di venire al mio compleanno in Paradiso.
Il leader, Padre Pyotr figlio di Kuznetov, è rinchiuso al manicomio: una buona ragione per credere che sia della festa pure una manovra cospirativa dell'Anticristo.
Il figlio di Kuznetsov non è solo nella sua battaglia contro il male: spuntano Padri come funghi. Alcuni lo seguono solo per soldi, come Padre Grigori figlio di Grabovoi, auto-nominatosi operaio dei miracoli e capace di resuscitare i morti per 5000 dollari. E guarda caso non ci riesce mai: come scusa si inventa che nessuno passato a miglior vita è mai interessato a ritornare in un mondo con l'inflazione alle stelle. Il figlio di Grabovoi è stato arrestato l'anno scorso per frode: una buona ragione per credere che dopo decenni di corteggiamento l'Anticristo si sia accoppiato col Kgb (conosciuto alla festa).
Altri operai del bene si contano nella partita, alcuni con motivazioni genuine, tipo Padre Sergei figlio di Totop, che ha convinto 6000 persone di come Gesù Cristo si sia reincarnato in lui (contrariamente alle supposizioni di Hollywood che lo vedono caduto come un meteorite tra Texas e New Mexico) e abbia scelto contro ogni previsione dei bookmakers un paese ex-comunista.
Per chi non si è accorto della caduta del muro di Berlino consigliamo alcune delle sette più trendy della storia capitalista (esclusa Scientology se vogliamo conservare un minimo di serietà).
- "La Verità Suprema".
Padre Shoko figlio di Ashara mischia un po' a caso "Il libro delle rivelazioni", Nostradamus e gas nervino. Percentuale apocalittica del 70%, compresi 12 morti e 5000 feriti: i secondi stanno soffrendo un casino per raggiungere i primi al più presto.
- "Le Porte del Paradiso"
Il gruppo pratica un misto di cristianità, Grande Fratello e Blade Runner. Percentuale apocalittica quasi nulla: si sono semplicemente accorti per ultimi che la terra è controllata dal male (dopo il notiziario in prima serata) e che loro, che godono di questa botta di culo (se la meritano) sono prescelti per andare in Paradiso. Una volta che si fanno saltare in aria sono sicuri che gli UFO arriveranno sulla terra e - dopo aver fatto tappa da McDonalds - si inghiotteranno pure il grasso della loro anima.
- "Solar Temple".
Una società segreta basata sull'ordine dei Cavalieri del Medioevo, per tutti coloro che nutrono una profonda nostalgia dei tempi (cristiani) migliori. Percentuale apocalittica del 100%: stanno aspettando la venuta di Cristo (a cui fischieranno parecchio le orecchie) e credono all'unificazione definitiva della chiesa cattolica e dell'Islam, possibilmente fuse insieme dallo scoppio di una bomba.
- "Studenti dei Sette Sigilli".
Nati da una costola dei Padri Davidiani del 25 Dicembre, dopo che uno di questi si inventò di punto in bianco che le profezie cristiane erano bene o male una stronzata, ha una percentuale apocalittica del 99%: fusione quasi definitiva tra l'Anticristo, Cristo e Babbo Natale.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Da: xxx@truemetal.it a: xxx@debaser.it
Data: 28 Dic 2007 17:35
Data: 31 Gen 2008 12:38
Data: 1 Feb 2008 11:35
"Nonostante i ripetuti solleciti, abbiamo verificato che non avete provveduto a rimuovere le recensioni da noi segnalate in quanto copiate dai nostri archivi. Vi esortiamo a procedere alla rimozione con urgenza, e di notificarci l'avvenuta operazione. Non saranno
tollerati ulteriori ritardi."
Da: xxx@debaser.it a: xxx@truemetal.it
Data: 1 Feb 2008 13:15
"Ciao caro, scusa il ritardo.
La tua email è in questo momento sottoposta allo studio dello staff di debaser, che comprende tra l'altro i tre magnifici Re di debaser (da questo momento ci riferiremo a loro come "Poser") più una decina di editors (da questo momento riferiti come "True").
I Poser e i True sono brava gente e vivono con principi di grande tolleranza, forse facilitati dalla quasi totale mancanza nello staff della temibile figura del truzzo (storicamente elemento di disturbo sociale).
Tra i Poser e i True ci sono io, l'unico truzzo, e mi occupo anche delle D.A.P. (domande - spakkaossa - assai poste su debaser). La tua domanda è: perchè tollerate ulteriori ritardi su debaser?
Mi sono accorto che a questa domanda non ho mai risposto.
Così, nell'attesa che la maggioranza libertaria di True e Poser dopo essersi spartita le poltrone si spartisca tutti i soldi guadagnati con le recensioni metallare, e nell'attesa che tornino tutti da lavoro, lavino i piatti, facciano la spesa, i più fortunati una scopata, qualche figlio, quelli con problema all'uretra a cambiare il pannolino e tutti quanti ad evitare i pericoli della droga, insomma nell'attesa che trovino tempo libero sono tornato a casa completamente sbronzo e ho trovato la tua domanda. Ora:
a parte che sento di volerti bene come un fratello e che anch'io, come il resto dei metallari di debaser, farei qualsiasi cosa per farti felice;
a parte che come truzzo il destino mi vorrebbe in guerra con orde di barbari slavi e col nazionalsocialismo ma continuo a combattere per un mondo migliore e a porgere l'altra guancia;
a parte che le migliori mazzate le ho sempre prese dal mondo Pop, anche perchè i metallari hanno dimenticato come farsi giustizia da soli;
a parte che sono venuto a vedere il sito metal da cui sono state copiate le recensioni e ci ho visto la pubblicità di Britney Spears sotto i Bestial Devastation (abbiamo quattro ottime recensioni di entrambi, avete controllato?);
a parte tutto questo, purtroppo sono rientrato a casa senza nessuna risposta: mi sono bevuto tutto.
Ma nell'attesa che i miei superiori trovino una soluzione che ti soddisfi, ti propongo un armistizio. Sfidiamoci in un videogioco tra truzzi e metallari, possiamo mischiare le nostre armi a piacimento: asce, spade, giocolieri, torce spettrali, denti di dracula, sputi, rutti, Dei pagani, morti che camminano, crocefissi, sciabole, scorregge infiammate e ti concedo come vantaggio la scetavaiasse.
Poi quando spegniamo il Gameboy e le scorregge, ci rimettiano le borchie e i bulloni e ti offro una birra."
Da: xxx@truemetal.it a: xxx@debaser.it
"Nonostante i ripetuti solleciti, abbiamo verificato (...), in quanto copiate (...). Vi esortiamo (...). Non saranno
tollerati (...)."
Da: xxx@debaser.it a: xxx@truemetal.it
"Ciao caro,
sembri un po' ingessato sulle tue posizioni. Come segnale di buona volontà mi prendo la responsabilità di scrivere un editoriale in prima pagina dal titolo: "Copiare è sbagliato", per svergognarci pubblicamente. Una favola verrà raccontata a tutti i copioni per insegnare loro la morale che:
copiare non sta bene, e se lo fanno di nuovo lo diciamo ai genitori;
tutto è bene quel che finisce bene, ma se ci denunciano sappiano dove vivono, e cominciamo dai genitori;
che c'era una volta un metallaro cattivo... che si faceva giustizia da solo, ma poi capì che il male può solo trionfare con la legge."

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editoriale di MaledettaPrimavera

Nel quartiere di Mitcham, sud di Londra, mi sveglio al rumore di una pioggerellina sottile, poco prima che la mia telecamera virtuale riprenda una fila di case vittoriane piene di fiori e di fumo dei caminetti. A questo punto, con l'entrata in scena di un cane infreddolito, il 90% degli spettatori è pronto ad abbandonare questa stronzata di vita: il mio sceneggiatore si sposta allora nel giardino di uomo nero appena trafitto da una spada di samurai di una ragazza di 14 anni, poco prima che gli spettatori rientrassero di corsa in sala. Il regista che mi ha abbandonato può partecipare con una sfumatura che alluda ad alcuni degli aspetti creativi della violenza, con particolare interesse al risultato dell'allestimento scenico dello spettacolo (il degrado del portafogli e quindi spirituale) o un tocco epico (la partecipazione all'azione di qualche parente stretto).
In città i principianti sono benvenuti alle lezioni del sabato sera tenute da un italiano di nome Marcello Zizzari (al civico 2 di Parkhurst Road), che insegna secondo la tradizione pura giapponese tramandata ai napoletani. Una lezione costa cinque sterline: se non sei tanto bravo non arrivi a trafiggere con meno di 40 sterline, una specie di abbonamento mensile per samurai incapaci, rielaborazione in chiave cinematografica di un soggetto abbondantemente esposto in gran parte della produzione letteraria, teatrale, musicale o all'occorrenza (come nel nostro caso) nel mio mondo reale.
Uno spettatore è sempre attirato dai film "ispirati a una storia vera" o alle storie vere ispirate dai film, sebbene non ne riconosca la differenza e sebbene nessuno creda più ad entrambe le soluzioni, così non cambia strada impaurito e compra il biglietto dell'esistenza o della sua rappresentazione distorta. Ma la differenza c'è: la gente che ha denaro da spendere si aspetta in un film così tanti colpi di scena che pure il cane infreddolito comincia a fare equilibrismo: quando esci dalla sala l'unico dubbio che ti rimane è perchè mai abbiano sperato che si comportasse in questo modo, quando nella vita era solo infreddolito. Si sentono in dovere di meritarsi qualsiasi cosa soprattutto se la loro esistenza non produce nessun effetto speciale: assistono passivamente tutte le volte a un veloce approccio definitivo alla fine del sogno americano o di quello occidentale (a seconda di quale sia nato prima); ad un ultimo uomo che resiste nel nome della giustizia o dell'onore contro un mondo bello dentro ma bastardo fuori; alla sofferenza degli essere gentili nelle inculate della vita; alla tentazione, la sopravvivenza e il sacrificio (tutte insieme); alla passione e, se l'attrice è bona, un tocco di amore duraturo o di speranza nell'oscurità.
Il mio regista sa che non ci credo più alla commedia amara della violenza dei miei giorni, e nel quartiere di Mitcham questo personaggio entrato nell'immaginario collettivo può essere ripreso e sviluppato ulteriormente per vendere l'anima al demone degli incassi ma anche per fregare in modo originale il mio tempo, dotandolo della spada antica di un moderno samurai italiano e dell'ispirazione da una storia vera.
Perchè la mia vita - come la vostra - è come un film: l'unica possibilità di sperimentare non è sull'assassino, ma sul modo con cui ti accoppa.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Quando si arriva stremati al termine di "I'm Not There", ultima fatica di Todd Haynes ("Velvet Goldmine", "Far From Heaven"), ci si chiede fin dove sia possibile subire le decisioni rischiose nell'arte e nel prezzo del biglietto al cinema senza prendere a pugni il cassiere.
Sebbene sia un film sulla figura di Bob Dylan, "I'm Not There" ha lo stesso impatto straziante di uno di quei dischi così sperimentali da risultare francamente inascoltabili.
Qualcuno potrebbe tranquillamente affermare che chi scrive - o ne apprezza la lettura dotandosi di spirito limitato - sia comunque auto-inserito per scelta masochista nel ben chiaro contesto progressista e di malessere evolutivo fatto di continue ricerche di sé stessi, auto-distruzione e rinnovamento a cui appartiene lo stesso regista, e di conseguenza per istinto di conservazione si merita come destino un tale dolore nel culo.
Quelli che restano per esclusione - in maggioranza inseriti nella folta schiera di detrattori della scelta evolutiva - diranno che (sotto un profilo più squisitamente conservatore) semplicemente non siamo altro che una manica di buffoni. Come buffoni facciamo ridere tutti e abbiamo eletto a sport nazionale la risata degli uni sugli altri.
Todd Haynes è un'intellettuale, un tipo senza ombra di dubbio abbastanza cool, ma anche un tipo da Hollywood (non a caso c'è pure Richard Gere). E' un'attivista gay, un regista che rispetta per davvero l'arte amatoriale ma allo stesso tempo uno che si presta come voce di una generazione (vedi il contesto ideologico di cui sopra). E pure questo pare così sperimentale da sembrare quasi una presa in giro.
In "I'm Not There" la vita e il genio di Bob Dylan sono rappresentati da sei attori diversi: uno scugnizzo nero di undici anni che si chiama Woody Guthrie, un prete con una faccia e i modi veramente da prete (Christian Bale), un Giuda psicopatico e drogato (e quindi l'unico verso il quale venga da provare un po' di tenerezza - Cate Blanchett, una donna), Billy The Kid (Richard Gere), un attore arrogante (il talentuoso Heath Ledger che qualche giorno fa ci ha abbandonati per un mondo migliore) e lo spirito tormentato di Arthur Rimbaud (cercatevi il nome).
Qualcosa alla cui proiezione ho provato un'irresistibile sensazione di noia apocalittica da dispensare a qualcuno in 2000 caratteri, tenacemente incensata da mezzo mondo divertito.
Un'opera d'arte perfetta ne richiede circa 1800 se si decide di utilizzare come mezzo d'espressione la critica, altrimenti si cade nel calderone della corrente avanguardista e si rischia di confondere persino la propria natura o la l'altrui risata.
A seconda di cosa vi riesca facile gradire, o di cosa pensiate di me, togliete pure o sopportate la parte di 200 caratteri in cui faccio il buffone.

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editoriale di MaledettaPrimavera

In cima alla valle del fiume Sabato, ai piedi di un colle che chiude lo stretto di Barba attraverso distese di boschi di querce, frutteti e prati di mozzarelle, la gente festeggia la fine dell'estate parlando di politica alla sagra della Porziuncola.
L'evento liberatorio raffigura la solenne indulgenza concessa il 2 agosto 1216 dalla Vergine a San Francesco: la stessa è presente ancora oggi per tutti coloro ai quali piace drogarsi in massa, sulla parete sinistra della chiesa ceppalonese dell'Annunziata eretta ai tempi dell'Inquisizione per dimostrarci che la qualità era migliore quando gli spacciatori stavano peggio.
I solitari e gli alternativi si spostano con gli ideali ai piedi del castello che domina tutta la valle del fiume, nel passato teatro di grandi e violenti avvenimenti storici alterati dalla lucidità. La zona era territorio di concussione fin dai tempi remoti come ci confermano gli scavi archeologici che hanno portato alla luce raccomandati di epoca sannitico-romana.
A Ceppaloni una persona su sei si chiama "Parente" e una su due vota per l'Unione Democratici per l'Europa, un partito che si ispira ai valori del cristianesimo europeo con modi sudamericani: UDEUR già costola UDR a sua volta costola CDR a sua volta costola PPI già costola DC costola di Dio più organi sparsi.
A livello nazionale questi fondamentali valori del cristianesimo europeo superano l'1% solo nel meridione, abbastanza però da annoverare tra i rinomati cittadini il Ministro della Giustizia, ma comunque decimati nel resto della nazione dai valori del cristianesimo della giustizia più a nord.
Se ci si avventura oltre la chiusura a sinistra dello stretto di Barba, lungo quelle distese di boschi di querce e interi prati di parenti dei parenti, si giunge nel paese di Casalduni, dove nel 2005 l'UDEUR saltando l'UDR, il CDR e tutti i passaggi della teologia si staccò direttamente da Gesù Cristo, quindi capace di una moltiplicazione dei voti fino al massimo consentito dalla scienza.
Oltre i raccomandati discendenti dei sannito-romani di Casalduni, se non si ha paura della leggenda che narra di alcuni tornati dalla morte per votare, si arriva a Foiano, 1876 elettori e 1549 abitanti fonte ISTAT, dove ogni anno gli elettori aumentano.
Quindi (contrariati dall'inconsistenza delle leggende locali) torniamo indietro alla valle del Sabato, tra le distese di realtà e frutteti, alla sagra della Porziuncola in questa terrificante parte del mondo: tutti fenomeni locali che avvalorano ogni convinzione demografico-scientifico-evolutiva che testimoni di come gli esseri più furbi tendano ad aggregarsi attorno a una mozzarella.
C'è qualcosa di infantile nel modo in cui piange il Ministro della Giustizia peggiore che lo sperma sannito-romano abbia saputo creare in 50 anni di barbarie e zombi. Psicologicamente, attraverso l'azione ludica il bambino capriccioso percorre stati d'animo in progressione: questi partono con una reazione di allarme o una sensazione di pericolo provocata da un tragico attacco e terminano con un disperato bisogno di affetto, bisogno non di rado risolto nelle antiche famiglie sunnite con una cinghiata sui denti.
Invece al Parlamento italiano e al comune di Foiano già si parla di elezioni anticipate, quando i morti di Ceppaloni resuscitano per festeggerare la fine dell'estate.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Tra sei mesi devo traslocare perchè vendono, al piano terra aprirà una concessionaria per gente poco esigente: compreranno quella famosa auto del futuro di 1200 euro sulle cui qualità hanno già preso a inseguirmi da prima che pagassi l'affitto. Con l'inflazione attuale la macchina costerà di sicuro quasi dieci euro: altri 200 andranno in profitti e perdite, 20 ai cinesi e 970 per il pieno di benzina incluso come promozione per il lancio.
***
Esiste una tragedia peggiore del nascere nella città dimenticata da Dio ed è la faccia che ti porti dietro come la targa di una vecchia automobile: dovunque metti la freccia ti riconoscono ad ogni angolo del mondo. Con il lancio internazionale di "Gomorra", il best seller di Roberto Saviano sull'essere napoletano, dopo quattro anni di latitanza alla fine hanno scoperto le mie radici, nascosto come l'uomo del sottosuolo di Dostoevkji, i ricordi tradotti per il mercato di lingua inglese con un'attenzione così concentrata sulle vendite italiane che (abituati molto meglio di noi) l'avevano aspettato come la nostra versione di Harry Potter.
All'improvviso, dopo anni di sopravvivenza discretamente intellettuale, gli inglesi mi hanno trovato come il nauseato di Sartre, con la segreta convinzione che solo lo stupido non cambia mai, l'intelligente ha sempre una buona ragione per cambiare paese.
Così mi trovo a spendere gli ultimi sette giorni della mia sopravvivenza a rispondere a domande sull'immigrazione cinese, la moda dei telefoni falsi, l'arte dei pacchi, quanta gente c'entra su un motorino, rifiuti tossici, cocaina, Sandokan, "sedimentazioni calibrate" (ma che cazzo è?), fucili a pompa, inevitabili storture della realtà ("auto blindate" diventa "armoured cars", con l'armatura) e non so che dire: sono duemila anni che l'uomo si chiede perchè e questi ora lo chiedono in inglese a me, e si rendono finalmente conto di come l'Italia abbia davvero bisogno di eroi come Saviano.
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I Coldplay hanno promesso un nuovo album di 43 minuti col titolo spiazzante di "Comeback". Avrà influenze latino-americane e liriche astratte che per me rientrano nella stessa categoria insensata delle sedimentazioni calibrate, con in più una complessa struttura dei brani. Prodotto da Brian Eno, il nuovo capolavoro elettronico non potrà mai essere un'altra perfetta stronzata.
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Se si riesce a perforare la corazza di fetore che circonda la labile psiche di Pete Doherty si possono ammirare le dita più sporche dai moderni giorni inglesi fino a quelli di Oliver Twist. Eppure Pete Doherty finisce a letto con le più famose modelle. Sembra esistere, oltre la corazza di fetore, una parte del mondo a cui piace l'uomo che riesce davvero ad essere sé stesso, direi quasi onestamente lercio, rendendomi pieno di speranza perchè solo gli stupidi non cambiano mai, l'intelligente cambia sempre poco prima di San Valentino.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Il dipendente pubblico in Italia (15). C'è voluta l'onestà di Berlusconi per far sapere che alla RAI sono tutti raccomandati, persino quelli che la trasformano in notizia al telegiornale, dimostrando come non sia vero che un cervello sia fondamentale per arrivarci, o che per sostituirlo alla RAI siano necessarie belle tette poichè a volte basta solo avere culo, e portando così quasi in estinzione il mestiere ambito di qualunquista (14).
Il Presidente degli Stati Uniti d'America (13): ma saranno pronti per un tiranno nero? Per una donna? Un mormone? Per Gesù Cristo (12)? Intanto che lo aspettano, stanno chiudendo la pratica per la pensione all'handicappato (11).
Il fotografo di copertine black metal (10): l'unica cosa che deve fare è scegliere la foresta. Con molta probabilità sceglie in base a parametri meramente estetici, tipo lontano dalle discariche di Napoli. Con la media di 300 dischi all'anno è un lavoro che può essere concluso anche in una sola sessione di 500 fotografie della foresta, dalle quali seleziona quelle in cui secondo lui la foresta è venuta meglio, con in lontananza la discarica. C'è da pagare l'apparizione maligna in copertina: di solito l'assistente fotografo (9) opportunamente truccato da tristo mietitore, tristo maledetto o stramaledetto a seconda del salario minimo vigente in quel paese, abbondantemente sottopagato e sovrasfruttato dovendo a volte restare in posa nel gelo notturno anche per delle ore, nell'attesa che il fotografo trovi finalmente il profilo migliore della foresta (nella variante ultra-sperimentale l'assistente può assomigliare pericolosamente alla befana). C'è la percentuale per il tipografo black (8), che si aggira sul 2% poichè il font dei caratteri è sempre lo stesso e non viene compreso nessuno sforzo mentale e/o artistico, ma solo di rottura di coglioni, questi ultimi ambito mestiere a parte (7).
Il fotografo di monnezza incendiata (6) deve solo scegliere la realtà. Con molta probabilità sceglie in base a parametri meramente ideologici, tipo quella in cui non c'è il pericolo di pisciare controvento. Con la media di 300 tonnellate di monnezza è un lavoro che può essere fatto anche con una sola sessione di 500 fotografie della realtà, dalle quali seleziona quelle in cui secondo lui la monnezza è venuta meglio, con la realtà migliore. C'è solo da preoccuparsi dell'apparizione maligna, di solito un ultrà di calcio (5) o di Tony Montana (4), opportunamente truccato da camorrista geneticamente feroce o mariuolo infame dentro, a seconda della qualità media delle radiazioni di quella zona.
Il napoletano (3) a prescindere da quello che raccontino i luoghi comuni è un mestiere pieno di speranza: sono veramente tutti occupati i posti per pizzaioli, cantori, giornate di sole e suonatori a Marechiaro che non trovano il mandolino, ma nessuno si è ancora fottuto San Gennaro (2). Nelle aziende del settore sanitario nazionale i parcheggiatori abusivi sono al completo e i meno fortunati al manicomio non ci vogliono andare.
Per finire si è estinta per sempre la romantica figura del monnezzaro (1) - R.i.p.

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editoriale di editors

"Prima di scrivere una recensione è bene che tu sappia che..."
Una recente indagine statistica ha dimostrato che il 3,5% dei de-recensori DeBaseriani legge le regolette di scrittura (i requisiti minimi per essere pubblicati su queste pagine) mentre il 96,0% spunta il famigerato 'quadratino' millantando di averle lette; sul restante 0,5% brancoliamo tuttora nel buio.
La stessa indagine afferma che gli editors sono in preoccupante rischio di estinzione: tre/quattro esemplari sono stati avvistati di recente; uno dichiarava di volersi dare definitivamente alla macchia a breve. Gli altri stavano per essere stati stroncati dalla fatica e dalla noia di correggere mancanze di spazi, accenti, maiuscole, aggiungere copertine e così via.
Quattro/Cinque (dopo lo 'STOP' qualcuno fiduciosamente è rientrato nei ranghi) cocciuti esemplari attorniati da una folta pletora di avidi de-recensori che PRETENDONO tout-court di essere editati&pubblicati ma che spesso non fanno neanche lo sforzo di rileggersi prima di inviare (e indovinate a chi tocca l'improbo compito?) le proprie immacolate de-pagine. Altri strani esemplari inviano una recensione al giorno (neanche glielo avesse caldeggiato il medico) o si sono scordati che c'è un motivo se i caratteri consigliati sono 1800.
Sul serio... dietro DeBaser non c'è uno stuolo di folletti (bensì di folli) che dà un colpo di bacchetta magica alle recensioni che PUFF, appaiono belle e editate in homepage. Ci sono alcune persone che sacrificano il proprio tempo a questo scopo. Almeno un grazie, e che diamine.
Tanti, troppi, non si curano di leggere la pagina delle semplici regole de-basiche: quei pochi suggerimenti per scrivere una de-recensione accettabile e de-cente. D'ora innanzi noi non ci cureremo di più di salvare l'irrecuperabile e pubblicarli.
Ricordiamo quindi ai Signori de-recensori:
www.debaser.it/tuarecensione.aspx ------- Regolette
www.debaser.it/help.asp#recensionecome -------- Come si scrive una recensione?
Campagna per un DeBaser scritto con più mani e meno piedi (e un pò di cervello).
Scrivete a: editors@debaser.it

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editoriale di sfascia carrozze

Cosa cerchiamo on-line quando su DeBaser abbiamo già tutto?

Su DeBaser non voglio leggere necessariamente l'anima del recensore, le Sue emozioni o capire se sono simili alle mie; se avessi necessità di info su Juana Molina DeBaser me le deve fornire anche se apparentemente potrebbe sembrare un sito come tanti altri.

Di fatto non lo è.

Io voglio tutto, non solo le emozioni, voglio capire non solo se una cosa fa tremare un'altra persona come fa tremare me.

Ciascuno deve trovare ciò che vuole, anche con feticismo, anche come un lurido voyeur, come il più gretto dei guardoni di anime.

Ma anche no.

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editoriale di sfascia carrozze

Cosa cerchiamo on-line quando su DeBaser abbiamo già tutto?

Su DeBaser non voglio leggere necessariamente l'anima del recensore, le Sue emozioni o capire se sono simili alle mie; se avessi necessità di info su Juana Molina DeBaser me le deve fornire anche se apparentemente potrebbe sembrare un sito come tanti altri.

Di fatto non lo è.

Io voglio tutto, non solo le emozioni, voglio capire non solo se una cosa fa tremare un'altra persona come fa tremare me.

Ciascuno deve trovare ciò che vuole, anche con feticismo, anche come un lurido voyeur, come il più gretto dei guardoni di anime.

Ma anche no.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Ogni volta che sono annoiato così tanto da accendere la televisione, i messaggi indirizzati alle donne mi offrono sempre questa insidiosa impressione di frequentare umane da tempo rinchiuse a chiave in un manicomio. Una vagina incarcerata dentro la pubblicità di psicofarmaci: l'unico regalo che riesca a venirmi in mente per farmela venire in mente. A meno che non abbia già pensato al comodo vestitino rosso attillato nel quale sembra godere come un cane che si strofina le palle contro un albero. La pubblicità destinata alle donne sembra sempre preparata per persone stupide.
Quest'anno, scartato il vestitino rosso e i sedativi, per avere un'idea su cosa regalare sono stato costretto ad accendere la televisione. La ragazza irlandese con cui ho passato il Natale non è sicuramente stupida, così avevo già pensato e provato senza successo un lettore di file MP3, un dispositivo GPS, un figlio mancato di un soffio, un sistema operativo che permetta alla fanciulla di aggiungere nuove applicazioni, uno schermo ad alta risoluzione, un vibratore che le permetta di raggiungere l'orgasmo, una radio, un lettore di feed RSS, un lettore digitale di immagini, un client MSN Messenger e Skype, un cane abbandonato, un uomo da abbandonare e (se non mi veniva un elettroshock) persino un browser web che gestisce applicazioni Ajax: ho provato tutte queste cose solamente osando accendere un telefonino cellulare perchè il mio me l'avevano fregato da due settimane.
Decido di guardare la pubblicità di una bonazza in un canale a caso. "Oxygen Power è una nuova gamma di prodotti di bellezza fatta col 15% di ossigeno". La bonazza è giovane, fatta proprio bene, più bella di qualunque ragazza irlandese a cui possa mai capitare la fortuna di scoparmi a Natale, più interessante di chiunque possa mai avere la fortuna di darmi in regalo una boccata di ossigeno.
La bonazza gentilmente si schiaffeggia le coscie e lascia che cominci la magia. Dall'altra parte un esercito di ipotalami arrapati siede ingrassato su un divano, probabilmente invecchiando o grattandosi i coglioni per stimolare qualche pensiero intelligente dopo lo stufato degli ultimi pensieri di un agnello.
Ma davvero la multinazionale Nivea è riuscita a far felice questa ragazza irlandese? Ha davvero ritenuto necessario pagare uno scienziato per sbarazzarsi di un 15% del vecchio liquido miracoloso che fece felice quella ragazza francese l'anno scorso? Sostituirlo con quella cosa che respiriamo e pagare un economista per dare a questa un prezzo adeguato all'inflazione?
La bonazza ha due tette gigantesche e immagino quanto la faccia soffrire che il suo ex sia andato a vantarsene in giro, una cosa che non ho mai avuto la fortuna di regalarmi per Natale.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Sui gradini di San Martino de' campi (di grano? di guerra?) in Trafalgar Square, un'Associazione per i diritti umani organizza una lettura collettiva di poesie blasfeme, racconti di una manciata di puttane accoppate e uomini inculati dalla fortuna o forse inculati troppo in anticipo sui tempi.
La legge per blasfemia grazie a Dio è un ricordo lontano nel mondo occidentale, almeno per chi continua a farsi i fatti propri o prenda tutto questo come una barzelletta che faccia ridere. Quello che resta è la violenza: i Sikhs ce l'hanno a morte coi Bezhti, i musulmani coi cattolici, i cinesi coi buddisti, i soldati coi monaci, San Gennaro con San Pasquale, gli ebrei con le banche. Hanno persino inventato una nuova malattia tutta per me: Cristianofobia, ma ancora non mi hanno prescritto gli psicofarmaci.
E resta sempre questa insidiosa eventualità di saltare in aria per mano di un profeta continuatore della tradizione abramitica, che tu per abuso di ignoranza o di droghe avevi purtroppo preso per Maometto.
Sono passati trent'anni da quando Mary Whitehouse vinse con successo una delle ultime cause per blasfemia contro la rivista "Gay News". Un povero cristo si fece nove mesi in galera per aver pubblicato una poesia di un soldato omosessuale e del suo amore per Dio: una barzelletta che non faceva ridere.
L'idiozia dettata dalle tradizioni religiose non nasce dalla religione ma diventa comunque tradizione.
Una delle espressioni in francese che preferisco è "leches les vitrines", una bella e poderosa leccata alla vetrina: cattura tutto lo spirito della tradizione in prossimità delle feste. E quest'anno Louis Vitton ha comprato una pagina dei giornali ebrei per decidere che sarà nientedimeno che un Natale decadente. Oggetti indispensabili per la puttana che ha già leccato tutto, ma manca completamente qualsiasi idea per l'uomo che s'è già inculato qualsiasi cosa.
Se fossi religioso, passerei il Natale con l'Opus Dei. Sarei costretto a stare tutto il giorno con questo pratico vestitino sadomaso, per niente obbligato a toglierlo, completamente a mio agio col dono di un cilicio e di una frusta, e tutto quello che dovrei fare sarebbe solo andare giù pesante con la frusta, "Frusta! Frusta! Soffri! Soffri! Avanti il prossimo!"

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editoriale di MaledettaPrimavera

Quando il bandito Jesse James (Missouri, U.S.A.) fu ucciso nel 1882, il suo corpo fu fotografato per dare prova della sua morte. Le copie di questa istantanea divennero avido acquisto per tutti coloro (parecchi) che al tempo avevano dedicato la vita al di fuori dei confini della legge, gente per la quale Jesse James rappresentava una sorta di eroe.
Casa sua divenne un museo e il suo amico (e assassino) Robert Ford mise in piedi una compagnia teatrale (a quanto si dice) alquanto patetica e ogni tanto nei momenti di maggior depressione li minacciava di accoppare. Cercavano di rappresentare in tutti i modi la scena dell'omicidio per tutti coloro che potevano permetterselo.
Più che per la storia della guerra (perchè si è sempre in guerra con sé stessi) la storia di Jesse James e della sua banda divenne leggenda come storia umana. O anche per certi versi storia sceneggiata come opera d'arte. E due secoli dopo il regista Andrew Dominik e il produttore Ridley Scott ne riesumano lo spettro raccontandolo in un modo quasi romantico (e ottimamente girato) adattando il volume di un certo Ron Hansen.
Niente di cui godere per tutti coloro che si aspettano uno scontato genere western o non riescono davvero a sopportare le mie imprevedibili opinioni: a tutti questi non ne riesco a consigliare la visione e la lettura.
"The Assassination of Jesse James By The Coward Robert Ford" (titolo fortemente voluto da Brad Pitt) è solo la storia di un uomo e del suo torturato rapporto con il mondo, niente altro. Gli uomini non si fidano di nessuno, sono tutti brutti, costantemente a sbirciare o annusare il pericolo, a giudicare, ad odiare, ad ammazzare, a pisciare scopare e cacare. Ma a nessuno capita mai di andare a fare shopping, altrimenti gli spettatori crederebbero giustamente che sia solo un'altra noiosa storia dei giorni nostri. Così ogni qualvolta la camera riprende Jesse James i suoi occhi sono anche un po' i miei.
Il suo corpo venne conservato nel ghiaccio affinchè chiunque potesse dare una sbirciata e probabilmente per permettere ai paparazzi di schiacciare una foto.
Un secolo e mezzo dopo, un altro fotografo (Tim Roth) vede una luce in fondo al tunnel di merda; quindi misteriosamente comincia a diventare sempre più giovane, fino al momento in cui sorgono spontanee alcune domande:
potrebbe per caso l'eroe in questo momento di profonda botta di culo approfittare - come dolorosamente attende lo spettatore - per indagare sulle misteriose origini della coscienza umana e dei suoi deliri? Oppure deve semplicemente - come si interroga il regista - indagare sulla fica super-sexy di una spia nazista?
La risposta viene offerta dal gigante Francis Ford Coppola in "Youth Without Youth" e quando usciamo dalla sala riusciamo solo ad emozionarci perchè continuiamo ad invecchiare.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Un fan non ancora nato il giorno che i Led Zeppelin si formarono ha pagato qualcosa come 80.000 sterline per vederli stasera in concerto e i suoi soldi sono andati (pare) ad una raccolta di fondi destinata ai bambini bisognosi. Più di venti milioni di persone hanno provato ad acquistare questo biglietto per gente che non suona da vent'anni e i soldi sono andati (a questo punto) ad una raccolta di fondi destinata ai vecchi bisognosi.
Quello che i vecchi non riescono a incassare finisce in beneficenza ai poveri: gente che per combattere la disoccupazione ha invaso la città e cerca di vendermi in tutti i modi un biglietto che potrei permettermi lavorando senza sosta da qui al trattamento di fine rapporto liquidato dalla morte. Un tristo mietitore con ogni probabilità in breve vacanza ai cancelli dell'Arena O2 (dall'altra parte della città sono stati accoltellati in tre e nessuno è morto) a fare la fila da ventiquattr'ore insieme a ventimila corpi da tempo in fila per il tristo mietitore, ventimila ragioni più una per incazzarmi mentre passo sul ponte e non c'è neanche una ragione per buttarmi di sotto.
Intanto in questi giorni si parla della possibilità di un lungo tour: in un'intervista su "Mojo" Jimmy Page ha detto (parole sue) che "Sarebbe da egoisti fare un solo show per londinesi", così s'è subito proposta l'Organizzazione Internazionale per malati di mente non inglesi, e per combattere la disoccupazione e i cazzi propri c'è pure da mangiare per l'Associazione in difesa dei lavori invisibili cinesi, perchè da quando sono arrivati loro quello inglese l'hanno spostato in Cina.
In Italia buone notizie per una data ad Udine e per l'Associazione "I nostri amici lebbrosi" di Via Treppo 1, i quali hanno già cominciato coi festeggiamenti. Brutte notizie invece per chi faceva il tifo per la pace nel mondo: pare completamente sfumata la vittoria dell'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) dal popolo italiano. L'unica possibilità era mettere Giuliano Ferrara in una vasca da bagno e un bambino denutrito che gli piscia addosso, uno zoppo afgano che gli defeca in bocca e Daniele Luttazzi che conduce, ma quando hanno spento le telecamere li hanno presi tutti a calci nel culo.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Anton Corbijn - Control
Si è detto e scritto oramai tutto sulla parabola dei Joy Division, della Factory Records, Tony Wilson e tutta quella gente che infuocò la scena live di Manchester dei '70 ed '80. Il fotografo Anton Corbijn (U2, R.E.M) ha adesso aggiunto un nuovo paragrafo ai ricordi e il suo contributo è uno splendido film in bianco e nero dai caratteri parecchio evocativi. Ottima interpretazione di Sam Riley, uno spettrale Ian Curtis con la fisionomia spaventosamente identica a Pete Doherty. Ottimo spaccato della periferia urbana industriale e pessimi dialoghi ripresi dal volume di memorie della moglie di Curtis, che ne approfitta per svuotare le mammelle della vacca e rinfoltire in conto in banca. Da vedere se non altro per raggiungere finalmente l'effetto saturazione.
The Libertines – Time For Heroes
Sebbene mi capiti di maledire il momento in cui sono nati un giorno sì e l'altro pure, non posso negare l'impatto dei The Libertines (sia sotto il profilo musicale che quello d'immagine - la telenovela tragicomica di Pete Doherty) sulla scena inglese del nuovo millennio. C'è stato un periodo in cui sembravano veramente destinati a vivere intensamente e morire vecchi (l'hit "Can't Stand Me Now") ma alla fine non sono stati neanche capaci di morire giovani, il che significa che un Greatest Hits dopo due miseri dischi non può che sembrare ovviamente una vacca da cui succhiare un altro po' di latte. Aspettiamo in trepida attesa la morte di Doherty per la pubblicazione di una raccolta di b-sides dei Babyshambles, poiché di grandi canzoni non c'è neanche l'ombra.
Led Zeppelin – Mothership
Uscito la settimana scorsa, il Best Of di Jimmy Page e Robert Plant è un doppio di 24 canzoni già pubblicate non solo come inediti in studio, ma anche come Best Of: praticamente impossibile indovinare le cinque differenze tra questo "Mothership" e quel "Remasters" di 17 anni fa. La verità è che quando passano tre lustri e il Best Of è sempre lo stesso (tranne l'ingegnere del suono che è probabilmente passato a vita migliore), l'unica cosa che pare godere di tutto questo (a parte il nostro orecchio intento all'ascolto delle identiche canzoni da trent'anni a questa parte) è la vacca stessa, come se finito il latte si sia preso a succhiarle un uccello che non c'è.

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editoriale di MaledettaPrimavera

Negli anni della globalizzazione e della concorrenza spietata il capitalismo sta cercando di aprire nuove fette di mercato partendo dal geniale presupposto che tutti prima o poi dobbiamo crepare. Per evitare la terribile ipotesi di essere seppelliti vivi con ancora qualche euro nelle tasche, i lungimiranti mafiosi del commercio hanno infine inventato le liste delle cose da fare prima di passare alla chiusura della bara e del target. I 50 film da vedere prima di morire; le 200 ricette da assaggiare; i 500 oggetti inutili per l'uomo che ha già tutto tranne l'immortalità e quelli contundenti per togliersi la vita per colui che non ha più nulla; i 100 ricordi per colui che non ha vissuto; i 1000 dischi da ascoltare prima di morire ammazzato (o di spararsi un colpo in testa).
I progressi della medicina (aspettativa di vita) e della tecnologia (maggior tempo libero) stanno aggiungendo alle liste una moltitudine di zeri e di dolori: nell'ipotesi che ogni disco duri la media di 60 minuti il commercio mi obbliga per 1000 ore della vita a qualcosa che contenga Britney Spears e Van Halen. Nell'ipotesi remota che io riesca finalmente a dormire la notte tutto questo si allunga a circa un mese mezzo. Nell'ipotesi che l'ascolto si riveli così coinvolgente da dedicarci anche la notte e riservare il sonno al mero fine settimana (e il divertimento alle manifestazioni del vaffanculo day) riesco finalmente a riempirmi la vita mangiando un piccante Shami Kebab afgano mentre guardo "Il Signore degli Anelli" e faccio ammuffire Isabella Santacroce sul comodino accanto ai preservativi.
Ogni volta che leggo questo tipo di liste mi assale la sensazione che il tristo mietitore stia bussando alla mia porta con la falce e la lista della spesa. Cose che avrei dovuto fare prima di farmi accoppare. Nuotare coi delfini. Sorseggiare Martini in Costa Azzurra. Eiaculare a Ibiza dopo il tramonto.
La morte non arriva più per prendersi l'anima ma bensì per portarle vergogna e colpa. Dove sono stato in tutto questo tempo? Ho vissuto oppure no? Guarda - mi dico - guarda che vita di merda. Tutti questi libri che non ho letto, questi animali che non ho masticato, queste città che non ho visitato. Al posto numero 34 prima di morire c'è Pompei: ai tempi della scuola ci spedivano con la forza per tre o quattro gite di fila, e tutte le volte non riuscivo a credere che tutta quella gente fosse seppellita ancora con gli ultimi centesimi.
Possono impiccarmi nel Grand Canyon; possono affogarmi nelle Antille; possono strozzarmi di cucina indiana ma non riusciranno a togliermi la soddisfazione di evitare il mutuo. Così anche il tristo mietitore muore, lasciando ai posteri una manciata di canzoni di solido metallo accompagnate da testi piuttosto evocativi in liste assolutamente indispensabili.

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