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 “In a Broken Dream è un gran pezzo, col miglior Rod Stewart possibile.”

 È il classico prodotto da tenere nella propria discoteca a ragione di un’unica canzone, peraltro suprema e cantata alla grande.

La recensione racconta la curiosa storia dei Python Lee Jackson e del loro album 'In a Broken Dream', reso celebre dalla voce di un giovane Rod Stewart. Viene esaltata la canzone omonima, considerata un classico evocativo della transizione anni '60-'70, mentre il resto del disco viene definito trascurabile. Il gruppo non otterrà altri riconoscimenti sostanziali, restando legato a questo unico successo. Riscopri il fascino blues di 'In a Broken Dream' e lasciati trasportare dagli anni d’oro del rock.

 Il nuovo millennio accoglie i Three Dog Night ancora sulla piazza, ma già da un quarto di secolo ridimensionati a gruppo estemporaneo e instabile.

 Un greatest hits semi-live con orchestra, escamotage tuttora di moda per 'allungare il brodo' e riciclare il proprio catalogo di successi.

La recensione analizza il tentativo dei Three Dog Night di rilanciare la loro carriera con un album orchestrale registrato separatamente dalla London Symphony Orchestra. L'autore evidenzia i limiti dell'operazione, tra nostalgia, revival e arrangiamenti pomposi, sottolineando la discontinuità con l'epoca d'oro della band e la decadenza della formazione originale. Scopri come i classici dei Three Dog Night rivivono (o meno) in versione orchestrale: ascolta e fai la tua scelta!

 Si respira anzi aria di smobilitazione, di appagamento.

 E allora si fermano qui, almeno nella produzione di nuovi dischi.

La recensione racconta la parabola discendente dei Three Dog Night con American Pastime, album segnato da abbandoni e cambiamenti nel gruppo. Le influenze disco non bastano a rivitalizzare un sound ormai al tramonto. L'album segna una pausa nelle produzioni in studio, mentre il gruppo continua tra defezioni e ritorni a esibirsi dal vivo. Scopri il percorso travagliato dei Three Dog Night e condividi la tua opinione sull’album!

 Three Stars for Three Dog Night, in questo caso.

 con tanto di panze, ondeggiamenti, vestiti lunghi chiesastici, mani alzate e tutto.

Il disco Coming Down Your Way dei Three Dog Night prosegue la loro formula di successo nel reinterpretare brani altrui con ricche armonizzazioni vocali. Meno incisivo rispetto ai loro lavori migliori, l'album presenta comunque spunti interessanti come una versione pregiata di You Can Leave Your Hat On e influenze soul e gospel ben valorizzate. Qualche azzardo tecnologico non sempre riuscito, ma il risultato generale va oltre la sufficienza. Scopri come i Three Dog Night reinventano il rock anni '70 con questo album!

 Registrare e pubblicare un album alle volte è quasi come un vero e proprio parto.

 Negron, a gargarozzo stretto e straccia tonsille, si esibisce per l’occasione in un raglio virtuoso degno del miglior James Brown, con in più tanta ironia.

La recensione analizza il disco 'Hard Labor' dei Three Dog Night, sottolineando il cambio di produttore e la svolta stilistica nel sound. La celebre copertina censurata rivela l’ironia visiva della band. Alcune tracce, come 'On the Way Back Home' e 'The Show Must Go On', emergono per qualità e originalità. Non mancano dettagli sul difficile periodo personale di Danny Hutton. Un album che sorprende e diverte, valutato positivamente. Leggi la recensione completa e riscopri un classico sorprendente dei Three Dog Night!

 Il disco non vale la vistosa copertina, ma si prende scioltamente tre stelle perché questi signori sanno cantare, alla grande.

 Da quest’opera in poi le dinamiche interne al gruppo cominceranno a ingarbugliarsi, ma non precorriamo gli eventi.

La recensione analizza 'Cyan' del 1973 dei Three Dog Night, evidenziando la svolta stilistica della copertina e le novità nella composizione interna. Vengono discussi i singoli di punta e il contributo dei vari membri, soprattutto Michael Allsup. Pur non essendo all’altezza dell’appariscente copertina, l’album è promosso grazie alle ottime doti vocali del gruppo. Scopri come 'Cyan' racconta la svolta dei Three Dog Night: ascoltalo e lasciati sorprendere dal loro sound.

 Un disco ben più rock blues e meno pop rispetto ai precedenti da parte dei Sette Sciocchi Separati, come il titolo insinua.

 Il riffone di chitarra in apertura vale assai.

La recensione analizza 'Seven Separate Fools' dei Three Dog Night, sesto album in studio del 1972. Viene sottolineato lo shift verso un sound più rock blues rispetto al passato, grazie anche a reinterpretazioni e collaborazioni di rilievo. Ottime alcune cover, come 'Black & White' e 'Going in Circles'. Il gruppo appare ancora compatto e in forma, guadagnando quattro stelle su cinque. Scopri il lato più rock dei Three Dog Night e ascolta Seven Separate Fools!

 “Harmony” è un bel titolo, centrato per un gruppo che fa delle armonie vocali dei suoi tre cantanti il pezzo forte degli arrangiamenti.

 Questo disco costituisce un passo indietro rispetto ai tre precedenti dischi dei TDN.

La recensione analizza 'Harmony' dei Three Dog Night, lodando le armonie vocali e la presenza dei tre frontman. Il disco si distingue per le molte cover, ma viene giudicato inferiore ai lavori precedenti nonostante la presenza di singoli di successo. Alcuni brani convincono, altri risultano poco incisivi, lasciando una sensazione di passo indietro rispetto al recente passato della band. Scopri se le celebri armonie dei Three Dog Night bastano a rendere memorabile questo album!

 La particolare, accesa atmosfera dal vivo e la performance sanguigna e calorosamente acclamata dagli astanti, porta quest’opera ad avere un riscontro commerciale ancor migliore delle due precedenti.

 Il suono su disco è inalterato, fedele e non ritoccato, come d’altronde era norma a quel tempo.

Captured Live at the Forum celebra la vitalità dei Three Dog Night dal vivo, con performance vocale energica e un sound fedele all'esperienza del concerto. Grazie ad una scaletta tratta dai primi due album e ad un'atmosfera festosa, il disco ottenne successo commerciale e divenne uno spartiacque per la carriera del gruppo. La registrazione è genuina, senza ritocchi, e cattura l'essenza dei loro spettacoli anni '60. Scopri la potenza live dei Three Dog Night e rivivi il loro indimenticabile concerto!

 Per niente seminali i Three Dog Night, ma ultra piacevoli.

 Lo fanno bravamente, e con splendide e convinte voci che recano un particolare senso di gioia.

La recensione esamina il secondo album dei Three Dog Night, uscito nel 1969, composto prevalentemente da cover riarrangiate con grande energia vocale. Spiccano versioni memorabili e l’utilizzo alternato delle tre voci principali. Pur non essendo innovativi, la band offre piacevolezza e coinvolgimento. Il disco si distingue per l’eclettismo delle cover e alcune felici intuizioni artistiche. Scopri la carica vocale e l’energia anni '60 di Suitable for Framing!

 Il loro poprock/rhythm&blues accessibile e melodico si reggeva sull’oculata scelta delle cover, sull’efficacia della trasposizione delle stesse per tre voci tutte importanti e rigogliose.

 Ce la facciamo a reggere un’altra decina di svelte rece sulla “Notte da tre cani”? Ma certo che si.

La recensione analizza l'esordio dei Three Dog Night, sottolineando la struttura insolita del gruppo con tre cantanti e un repertorio prevalentemente di cover scelte con cura. Vengono messe in luce le migliori interpretazioni dell'album e l'abilità nel valorizzare autori come Nilsson, Newman e Neil Young. L'energia del trio vocale e la varietà delle cover rendono il disco una perla del pop rock anni '60. Riscopri l'album che ha dato voce a tre frontmen e rivoluzionato le cover pop-rock!

 Quello sì, fu amore al primo ascolto.

 La verità, banale e scontata, è che la musica non invecchia (quasi mai), anche se tu sì, drammaticamente.

La recensione racconta l'impatto profondo e duraturo dell'album "Introducing the Hardline According to Terence Trent D'Arby" sulla vita del recensore. Un viaggio tra nostalgia adolescenziale e scoperta musicale, con melodie soul che ancora emozionano e resistono al tempo. L'album rappresenta un amore musicale che sopravvive a mode e generazioni. Riscopri le emozioni senza tempo di Terence Trent D'Arby, ascolta l'album ora!

 Quello sì, fu amore al primo ascolto.

 La verità, banale e scontata, è che la musica non invecchia (quasi mai), anche se tu sì, drammaticamente.

La recensione narra il ricordo emozionante dell'autore legato all'album 'Introducing the Hardline According to Terence Trent D'Arby'. L'opera gli ha accompagnato l'adolescenza, superando mode e generi diversi, rimanendo una presenza costante e significativa nella sua vita musicale. Un racconto che unisce musica e memoria personale con grande intensità affettiva. Riscopri il soul senza tempo di Terence Trent D'Arby, ascolta ora l'album!

 Erano una miscela altamente infiammabile di soul con spasmi northern, rhythm’n’blues e beat, i Makin’ Time, e avevano un tiro micidiale che, letteralmente, ti sollevava di peso e ti faceva roteare senza posa.

 La prima cosa che fa venire in mente è che se i Sonics fossero mai stati un gruppo mod, ecco avrebbero suonato esattamente così.

La recensione celebra l'album Rhythm and Soul dei Makin' Time come un capolavoro energico che incarna una miscela esplosiva di soul, northern soul, rhythm'n'blues e beat. Il disco, uscito sotto Countdown Records negli anni '80, viene ricordato per il suo tiro potente e coinvolgente, con brani chiave come "Pump It Up" e "Stop Crying Inside". L'autore mette in luce anche il legame con altre band iconiche come i Charlatans, fondati dal bassista Martin Blunt. Immergiti nel groove energico di Makin’ Time con Rhythm and Soul, un must per ogni amante del soul e del mod!

 Cloude non è sicuramente un maranza né uno da baby gang, vista l’età e i 25 anni di esperienza.

 Il disco mette sul tavolo tutto il suo bagaglio culturale e musicale, con un flow impeccabile.

Cloude, rapper italiano con oltre 25 anni di esperienza, presenta 'Notte Viva', un album solista che unisce rap, techno, funk, soul e pop. Il disco mostra maturità artistica, un flow impeccabile e un sound più accessibile rispetto a produzioni underground. Un lavoro che riflette il suo percorso musicale e personale. Ascolta 'Notte Viva' di Cloude e scopri il nuovo volto del rap italiano!

 La chimica del successo dei Led Zeppelin fu semplicemente la passione dei quattro nel comporre ed eseguire musica di derivazione blues, ad un volume massimo.

 Assistere alle loro esibizioni era un’esperienza unica e rara, in grado di creare una sorta di simbiosi energetica e forse mistica fra i musicisti sul palco e il pubblico in platea.

Il documentario Becoming Led Zeppelin di Bernard MacMahon traccia il percorso dei quattro musicisti dagli esordi fino al loro riconoscimento internazionale. Ricco di interviste e immagini d’epoca, evidenzia la passione, la dedizione e il talento che hanno portato al successo della band, senza cadere in stereotipi sulle rockstar. La pellicola è un omaggio coinvolgente all’energia unica di uno dei gruppi più influenti della storia del rock. Scopri la vera storia dei Led Zeppelin con questo documentario imperdibile!

 Per me Valeria Giugno non è che è bella, è molto di più.

 A me questo album mi piace, è bello, e tutte le righe che stanno tra la prima e l’ultima potrebbero anche non starci.

La recensione celebra il nuovo album di Valerie June, 'Owls, Omens, and Oracles', sottolineandone la maturazione artistica e il sapiente mix di soul, blues e tradizione. L'artista è apprezzata per la sua voce, la creatività e la capacità di innovare senza tradire le radici musicali. I duetti con Nora Jones e Sunny War aggiungono valore all'opera, che è definita autentica e coinvolgente. Scopri l’universo musicale di Valerie June con Owls, Omens, and Oracles!

 Il disco è sanguigno, acceso, quasi violento rispetto alle pettinate produzioni californiane.

 In quest’opera il senso di impellenza, di sfogo irrora le musiche ed anche il sound.

La recensione celebra 'Stephen Stills - 2' come il miglior album solista del musicista texano, ponendo in luce la varietà musicale e la sua autenticità passionale. Il disco, caratterizzato da intensità e un sound più ruvido rispetto ad altri lavori californiani, riflette la instabilità e il periodo turbolento della vita di Stills. Si evidenziano anche le collaborazioni importanti e pezzi memorabili che rendono l’album unico e coinvolgente. Ascolta Stephen Stills 2 e scopri il vero cuore del rock.

 Cosicché la cosa migliore di quest’opera è… la copertina, conturbante e ansiogena come poche altre.

 Con un destino professionale meno problematico questo uomo ci avrebbe trasmesso tante altre canzoni epocali.

La recensione analizza l'album Eye of the Zombie di John Fogerty, evidenziando le difficoltà legali che hanno segnato la sua carriera post-Creedence. Pur mantenendo intatto il suo stile e la grinta vocale, l'album manca di brani memorabili e si rivolge soprattutto ai fan completisti. La copertina emerge come l'aspetto più singolare e suggestivo di questo lavoro discografico. Scopri perché Eye of the Zombie è un must per i fan di John Fogerty!

 Tell Me è la classica hit di metà anni Novanta, ottimo esempio dell'hip-hop soul allora in voga.

 Groove Theory è uno dei migliori LP del genere, che riesce a trasmettere la loro visione della black music in maniera cristallina, estremamente godibile.

L'album Groove Theory, uscito nel 1995, rappresenta un perfetto mix di hip-hop e soul anni '90 con la splendida voce di Amel Larrieux e le produzioni di Bryce Wilson. Il disco presenta tracce omogenee e bilanciate, con testi attenti e atmosfere sia leggere sia riflessive. Nonostante un successo fugace, il lavoro resta uno dei migliori del genere, celebrando il ritorno nostalgico di sonorità black. Un ascolto consigliato specialmente nel 2025, anno del suo trentesimo anniversario. Riscopri ora l'album groove che ha segnato gli anni '90!