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 Il disco è massacrato, per quanto mi riguarda, dalla ricerca di sonorità attuali, cioè brutte.

 Due stelle di rimpianto, e finish.

La recensione boccia Drivetrain, ultimo album in studio dei 38 Special, criticando il goffo tentativo di adottare suoni moderni che soffocano la loro classica eleganza. Il disco, tranne qualche brano sul finale, appare debole e fuori contesto rispetto alla storia della band. Chiude con due stelle di rimpianto, sottolineando l’irrimediabile distacco dai tempi d’oro del gruppo. Scopri di più sulle luci e ombre dell’ultimo capitolo dei 38 Special.

 Ma mancano le intuizioni veramente riuscite, i pezzi trainanti, la spinta verace di una band in salute e non al crepuscolo.

 È il disco più 'tranquillo' di carriera, per discreta parte semiacustico e introspettivo.

La recensione analizza 'Resolution', decimo album dei 38 Special pubblicato nel 1997, evidenziando il ritorno di Don Barnes e la perdita di altri membri storici. L'album è giudicato discreto, con arrangiamenti più acustici e meno tastiere rispetto al passato, ma manca di brani davvero memorabili. Emergono alcuni episodi riusciti, pur prevalendo una sensazione di declino rispetto ai vecchi fasti della band. Scopri se 'Resolution' merita un ascolto e rivivi il sound dei 38 Special.

 "Ce n’è insomma per chiunque, a cadenza se si vuole schizofrenica: una volta tondi e l’altra quadrati, ad accontentare tutti e nessuno."

 "Ma questo è un lavoro di gente che ci sa fare e quattro stelle ancora se le fa assegnare, purtroppo per l’ultima volta."

La recensione approfondisce Bone Against Steel dei 38 Special, sottolineando la capacità della band di alternare southern rock e melodia AOR in un contesto di forte cambiamento musicale nei primi anni '90. Tra brani trascinanti e altri più anonimi, si evidenzia la qualità degli esecutori e la varietà stilistica. Il disco viene apprezzato come l'ultimo colpo di coda prima del declino causato dall'avvento del grunge. Scopri l’ultimo grande album dei 38 Special e rivivi la transizione del rock anni '80 verso i ’90!

 Una ballatona paracula intitolata ‘Second Chance’ che non ha niente, ma proprio niente degli abituali 38 Special.

 È un album bipolare: rock’n’roll para-sudisti... alternati puntualmente ad hard-pop intonati dalla tenorile emissione del nuovo venuto.

La recensione sottolinea il cambio di direzione dei 38 Special con 'Rock’n’Roll Strategy': l’ingresso di Max Carl introduce melodie AOR e synth, allontanando il gruppo dal classico southern rock. Il disco è ritenuto ibrido ma compositivamente rinvigorito, con alcuni brani efficaci e altri meno riusciti. Spiccano la hit 'Second Chance' e il ritorno di assoli di chitarra, a fronte di un sound più leggero che divide i fan storici. Vuoi riscoprire i 38 Special? Ascolta Rock’n’Roll Strategy e condividi la tua opinione!

 La forza evocativa del suono, del cantato e delle atmosfere che si creano attorno a ogni canzone è la stessa che cogliamo in qualche dipinto di Charles Marion Russell o di George Caleb Bingham, se non in qualche film western indipendente.

 Mosaic è un album pregevole e a mio avviso è quello più indicato per avvicinarsi sia ai Woven Hand, sia ai 16 Horsepower, in quanto racchiude la miglior scrittura e la migliore sintesi mentale di David Eugene Edwards.

La recensione esalta Mosaic dei Woven Hand come uno degli album neofolk più affascinanti degli anni Duemila. Il disco, nato dall’evoluzione creativa di David Eugene Edwards dopo l’esperienza con i 16 Horsepower, si distingue per atmosfere gotiche, introspezione e una maggiore sperimentazione. Le tracce mescolano radici sudiste a sonorità cupe, richiamando scrittori come Faulkner e artisti come Nick Cave. L’opera viene considerata un perfetto punto di ingresso sia ai Woven Hand sia al precedente progetto dell'artista. Scopri il viaggio sonoro di Mosaic e lasciati trasportare tra oscurità e redenzione.

 Il loro hard rotondo, rotondissimo [...] piega decisamente verso una banalizzazione, una poppizzazione, una commercializzazione della proposta.

 Approcciarli da questi solchi rischia di essere una scelta controproducente, per chi ancora non li conosce.

La recensione sottolinea la delusione verso 'Strength in Numbers' dei 38 Special, colpevole di aver ceduto alle mode anni '80, perdendo groove e autenticità. La produzione fredda, le melodie semplicistiche e l'uso forzato delle voci fanno di questo album il punto più basso della loro carriera, anche se il brano 'Like No Other Night' si distingue. Migliori lavori seguiranno. Vuoi scoprire come i grandi possono cadere anche nelle mode? Leggi la recensione completa!

 Grande energia, bell’atteggiamento, grintosi e perfetti suoni 'brown'.

 Un fruttuoso crossover fra essenzialità, energia, pienezza, consistenza melodica, nitida esecuzione, equilibrio strumentale.

La recensione celebra Special Forces dei 38 Special come esempio maturo e perfettamente equilibrato di hard rock melodico. Il disco viene lodato per la sinergia fra le voci, i riff stoppati e la raffinata interazione tra le chitarre. Pur non proponendo rivoluzioni, l'album brilla per energia e compattezza, risultando uno dei vertici della band. L'autore riflette anche sulla sottovalutazione del gruppo nel contesto italiano dell'epoca. Scopri o riscopri un classico del southern rock energico: ascolta Special Forces ora!

 Il canto solista è affidato ancora esclusivamente al timbro cordiale e country blues del frontman Donnie Van Zant, ma è l’ultima volta…

 Special Delivery è un buon passo avanti rispetto al lavoro d’esordio, ma ancora non siamo nell’eccellenza, nella peculiarità.

La recensione analizza "Special Delivery" dei 38 Special, sottolineando la qualità esecutiva e la solidità musicale ma evidenziando una certa mediocrità compositiva. L'autore nota come il gruppo sia ancora in cerca di una vera identità personale, lontana dall'eccellenza ma pronta ad emergere con il successivo album. Il disco si distingue per buone performance strumentali e ospiti celebri, ma manca di melodie memorabili. Scopri se anche tu sei d’accordo: ascolta Special Delivery e lasciaci la tua opinione!

 Un’aurea mediocrità.

 La band è ancora alla ricerca delle sue peculiarità, che arriveranno chiare e forti di lì a un paio d’anni.

La recensione analizza il primo album dei 38 Special, gruppo sudista influenzato dai grandi nomi del southern rock. Pur riconoscendo una buona esecuzione, l’autore evidenzia una mancanza di creatività e canzoni memorabili. Donnie Van Zant si distingue alla voce, ma la band risulta ancora alla ricerca della sua vera identità. Un disco di esordio che non lascia il segno, in attesa di tempi migliori. Scopri se anche tu trovi qualcosa di unico in questo debutto dei 38 Special!

 "Un disco che definir strepitoso sarebbe meramente pleonastico."

 "Il gusto di perdere è una vertigine, anche se si implora Gesù di salvarsi... il destino è l'oblio, la dimenticanza."

La recensione celebra l'album omonimo di Bobby Charles come un capolavoro musicale che mescola blues, gospel e rock, arricchito da collaborazioni di grandi artisti come Rick Danko e The Band. Nonostante la carriera segnata da difficoltà e un relativo oblio, l'album si rivela un gioiello che conquista l'ascoltatore dopo diversi passaggi ed è finalmente ristampato, riaffermando il valore artistico di Charles. Ascolta il capolavoro dimenticato di Bobby Charles e riscopri la magia di New Orleans!

 Con questo contributo di fine secolo scorso la Sezione Ritmica di Atlanta mette fine alla sua attività in piena efficienza.

 Decine di loro brani sono con l’asterisco nella mia personale colonna sonora di vita, e decine di assoli di Barry Bailey sono in bella evidenza nella lunga sequela dei miei preferiti.

L'album 'Eufaula' del 1999 segna la fine della produzione inedita degli Atlanta Rhythm Section, una leggenda del southern rock. Sebbene alcune canzoni storiche vengano riproposte in versioni più soft, l'album presenta nuove tracce di qualità e dimostra classe e mestiere. La recensione evidenzia il valore artistico della band e il loro impatto nel genere, ricordando il contributo di membri storici ormai scomparsi. Un grazie sentito ai musicisti e alle loro pietre miliari. Scopri ora l’ultimo capolavoro degli Atlanta Rhythm Section e rivivi il southern rock classico!

 La classe, se possibile, è ulteriormente aumentata i suoni son perfetti e le performance vocali e strumentali altrettanto.

 La musica di questa formazione continua ad essere deliziosa, cosí come le loro copertine.

In occasione del venticinquesimo anniversario della Atlanta Rhythm Section, Partly Plugged offre un mix di brani inediti e reinterpretazioni acustiche dei loro classici. L’album mostra una band matura ma ancora capace di prestazioni di qualità con suoni curati e performance vocali efficaci. Le nuove canzoni elettriche aprono il disco con vari stili, mentre i classici riproposti unplugged confermano la loro eleganza senza tempo. Un lavoro che celebra la continuità artistica di una band storica del rock. Scopri l’eleganza rock di Atlanta Rhythm Section con Partly Plugged!

 La più fulgida delle quali s’intitola “I Ain’t Much”: rotola sapiente e suggestiva dal primo all’ultimo secondo.

 Solo quattro stelle, ma è un episodio. Verranno nuovi grandi album, anche se purtroppo la popolarità della band prende d’ora innanzi una china discendente.

The Boys from Doraville degli Atlanta Rhythm Section è un album del 1980 che mostra un leggero passo indietro rispetto ai lavori precedenti, ma contiene ancora gemme musicali di grande valore. La voce di Ronnie Hammond e la chitarra di Barry Bailey spiccano in un disco ricco di melodie calde e vibranti. Nonostante un calo nelle vendite e la pressione della New Wave, il disco mantiene fascino e qualità. La band affronta una fase di minor successo, ma rimane degna di nota nel panorama southern rock. Scopri l'anima southern rock di Atlanta Rhythm Section con questo album imperdibile!

 "La Gibson di Bailey, puntuta come non mai grazie al perfetto stile con cui riesce a 'sporcare'... descrive temi e melodie a getto continuo con una dinamica, un uso delle pause, un pregio e un 'tiro' inarrivabili."

 "Cinque stelle pure a 'Underdog' con il quale si congedano dai prolifici anni settanta."

Underdog è un album fondamentale per gli Atlanta Rhythm Section e rappresenta un capolavoro del rock blues anni '70. La recensione evidenzia l'eccellenza della traccia 'Spooky', la tecnica sofisticata del chitarrista Bailey e la varietà musicale presente nell'album. Si mettono in luce l'ecletticità dei brani e la qualità dell'interpretazione vocale di Ronnie Hammond, confermando Underdog come uno dei migliori lavori del gruppo. Ascolta Underdog e riscopri un gioiello del rock blues anni '70!

 La voce del povero Ronnie Hammond risultava uguale spiccicata a quella di Stevie Nicks.

 Le perle di quest’album sovrastano e confortano gli episodi più ordinari.

Champagne Jam (1978) segna il successo commerciale per gli Atlanta Rhythm Section, con un suono rock-swing raffinato e accessibile. Il singolo Imaginary Lover, con aneddoti curiosi, guida le vendite. L'album mescola ballate, rock energico e omaggi ai Lynyrd Skynyrd, confermando la band come protagonista delle grandi arene americane. Sebbene superato da lavori futuri, resta un capolavoro a cinque stelle. Ascolta Champagne Jam e scopri il Southern rock degli Atlanta Rhythm Section!

 Il lirismo del brano introduttivo “Sky High” non ha eguali e raggiunge autenticamente il “cielo alto” del loro talento.

 La classe esecutiva permea anche quest’episodio riuscendo a sottrarlo a qualsiasi mediocrità e facendoci toccare con mano il punto forte di questa formazione: equilibrio e “feeling”.

Il sesto album degli Atlanta Rhythm Section, A Rock and Roll Alternative, segna il primo vero successo della band. Brani come Sky High e So Into You emergono per lirismo ed energia, con performance strumentali di alto livello, specialmente nelle versioni live. L'album mostra equilibrio e feeling, anticipando una fase di maggiore qualità. Quattro stelle per un lavoro solido e coinvolgente. Scopri ora l'energia vibrante di Atlanta Rhythm Section con questo album imperdibile!

 Il disco è decisamente rock, stavolta con limitate concessioni al singolo buono per tutti i gusti.

 'Another Man’s Woman' è il pezzo forte dell’album e destinata a diventare costante bis nei concerti di questa nobile formazione.

La recensione analizza il quinto album degli Atlanta Rhythm Section, 'Red Tape', evidenziandone la solidità nel rock sudista e la resa musicale compatta. Spicca il contributo del chitarrista Barry Bailey e il brano finale 'Another Man's Woman', definito il pezzo forte e potenziale classico dal vivo. L'album mantiene la qualità rispetto al precedente 'Dog Days', risultando una buona prova discografica, nonostante alcune tracce meno riuscite. Scopri l'energia del rock sudista con 'Red Tape' degli Atlanta Rhythm Section!

 La Gibson di Barry Bailey non fa prigionieri, al solito.

 Il rotolamento concatenato basso/chitarre/armonica è sublime, il ponte dolce dolce pilotato da Hammond una poesia.

Dog Days del 1975 rappresenta un'evoluzione del sound degli Atlanta Rhythm Section, con riff più robusti e momenti di intenso interplay strumentale. Brani come "Boogie Smoogie" e "Silent Treatment" mostrano il meglio della band, con soliste di grande livello e ritmo incalzante. Pur con qualche traccia meno riuscita, l'album conferma la crescita e la qualità elevata della formazione sudista, premiata con quattro stelle che sfiorano le cinque. Scopri l'energia e la classe di Dog Days, un must per gli amanti del rock sudista!

 Mi riferisco ad esempio al rotolante, celebrativa, irresistibile incipit “Doraville”, inno alla città presso Atlanta che ospita le loro vite e lo studio di registrazione del loro produttore.

 L’episodio dura cinque minuti abbondanti ma nei concerti, quando c’era Barry, arrivavano anche a nove o dieci.

Third Annual Pipe Dream della Atlanta Rhythm Section del 1974 unisce country blues e rock con classe e crescita artistica. Brani come "Doraville" e "Angel" mostrano una maturità musicale crescente e solisti d’eccezione. La produzione mostra qualche limite ma contribuisce al fascino vintage. Un album che anticipa futuri capolavori della band della Georgia. Ascolta Third Annual Pipe Dream e riscopri il meglio del country rock anni '70!

 Il suo stile chitarristico melodico e avvolgente, la sua padronanza delle dinamiche, il suo tocco personale e intenso mi hanno scavato l’animo e riempito il cuore di ammirazione da subito, e per sempre.

 Sottostimata la chitarra, sottostimato il chitarrista… Altro che Clapton!

Il secondo album degli Atlanta Rhythm Section, 'Back Up Against the Wall', segna un importante cambio di frontman con Ronnie Hammond, la cui voce calda arricchisce il sound southern rock e blues del gruppo. Il chitarrista Barry Bailey emerge come talento sottovalutato, con uno stile melodico e intenso supportato dalla Gibson Les Paul Deluxe. Sebbene l'album presenti brani ancora non memorabili, rappresenta un passo convincente verso la maturazione della band, preludio a lavori più eccellenti. Scopri l'evoluzione del southern rock con Atlanta Rhythm Section!