Voto:
Bel viaggio nel tempo. Nell'82 avevo 12 anni, quindi parecchi ricordi condivisi. Inorridisco solamente per il tifo pro Brasile. Detesto da sempre la loro cialtroneria, squadra formidabile eh, cose che nemmeno alla playstation. Basta rivedersi i gol a Nuova Zelanda, Scozia e URSS. Peccato che il calcio sia uno sport (forse lo è ancora, ai tempi sicuramente) e non uno spettacolo. Se non difendi perdi, per quanto bello e lezioso possa essere il tuo gioco. Ma oramai è dato per assioma che il calcio deve divertire, altrimenti è cacca (guardiolismo dilagante). Come se il bel gioco fosse un modulo. Personalmente mi fa ribrezzo questa visione, nel calcio e nello sport di squadra in genere conta vincere. E bisogna farlo con tutti i mezzi a disposizione, anche facendo giocare male l'avversario se non hai Messi o Ronaldo in squadra, esaltando le proprie qualità. La bellezza non conta un cazzo, mi esalto mille volte di più per l'Uruguay campione del mondo e per chi mette in campo tutto quel che ha, per vincere. Mi sta sulle palle questa retorica sul calcio "spettacolo". Cazzo c'è di spettacolare in un 5-3 tra City e Tottenham di CL dovete spiegarmelo, con due compagini totalmente incapaci di gestire il risulato, orrore. Stessa stupidità tattica carioca che l'Italia punì con infinito godimento. Fine della deriva filosofico/sportiva, altrimenti divento pesante.
Voto:
Che poi come si possa conciliare il mistico (palloso) silenzio montano a codesto (virtuoso) fracasso rimane un mistero. Ma va bene così.
Voto:
Appena preso. Come sempre opera perfettamente messa a fuoco dal tuo obiettivo.
Voto:
Ridatemi il primo Pacific Rim
Sun XXXX
1 giu 19
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Le pleistoceniche chicche di Marco Orsi. Da codesta probabilmente mi terrò alla larga, visto che del genere sono tollerante solo a PJ e poco altro (Screamin Trees). Pagina utile e buona
Voto:
C'è poesia
Voto:
Non so. Io ho letto un'altra sua biografia, poi recupero titolo e autore. Devo ammettere che quel che ne ho ricavato sono state una profonda tristezza, commista ad un vaga sensazione di claustrofobia e rammarico.
Un viaggio in una condizione di totale ed irreversibile assuefazione. Aldilà di qualsiasi giudizio sull'uomo (immagino che avere una dipendenza sia una prigione dell'anima), non esattamente un bel vedere. Da ricordare per le sue gesta, nonostante non fosse quasi mai allenato a dovere. Da non mitizzare per il suo alcolismo, quello non ha aggiunto nulla alla sua grandezza, lo ha solo devastato, togliendoci chissà quanti altri momenti di sublime bellezza calcistica.
Voto:
Bravo. Pure lei.
Daria Girotondo
18 mag 19
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Con le spaziature apposto ora é tutta un'altra faccenda.
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Magari era meglio negli editoriali.