psychopompe

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 «Non provate ad ascoltare gli Espers con l’orecchio cinico del fine intenditore, o di “quello che la sa lunga”, non vi daranno niente, e forse vi irriteranno pure.»

 «Giuro che mi commuovo spesso quando ascolto i violoncelli e le voci che duettano dritte verso il cielo notturno di “Black Is The Color».

La recensione esprime un amore crescente per gli Espers e il loro album The Weed Tree, un EP di cover folk psichedeliche ricco di emozioni e atmosfere malinconiche. Nonostante un inizio scettico, l'autore si lascia conquistare dalla voce soave e dagli arrangiamenti suggestivi. Le cover si trasformano in esperienze intense, capaci di commuovere, soprattutto grazie all'uso di violoncelli e duetti vocali. Un invito a lasciarsi andare senza pregiudizi per scoprire tutta la magia della loro musica. Ascolta gli Espers e lasciati emozionare dal loro folk psichedelico.

 Disco facilmente etichettabile, sia come derivativo e noioso, che come pregiato esempio di folk psichedelico declinato all’attualità del drone.

 Più interessanti le (piccole) deviazioni dalla strada sinora ampiamente battuta come il quasi ambient folk di "Energy For Dead Plants", che fa riprendere fiato e speranze dopo la cupezza della prima parte del disco.

La recensione tratta "Portal", il terzo album di Alexander Tucker, evidenziando una musica folk psichedelica con tratti ipnotici e atmosfere orientali. Pur riconoscendo sprazzi di originalità nelle deviazioni sonore, l'artista risulta a tratti monotono nel timbro vocale. Il disco è apprezzabile ma fatica a emergere rispetto a grandi nomi del genere. Consigliato agli amanti del folk sperimentale che cercano sonorità contemplative. Scopri le atmosfere uniche di Portal di Alexander Tucker, un viaggio nel folk psichedelico contemporaneo.

 La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ossia il salvadanaio dei sudati risparmi, è stato proprio questo disco dei Causa Sui.

 Quattro brani, di cui uno mastodontico di 24 minuti, che rappresentano la miglior psichedelia passatista in circolazione.

La recensione esprime il valore emotivo e culturale del ritorno al vinile, catalizzato dall'ascolto di 'Summer Sessions Vol. I' dei Causa Sui. Il disco viene lodato per la sua psichedelia strumentale magistrale, con riferimenti a grandi nomi del passato e un sound fresco e coinvolgente. La qualità e la rarità del vinile lo rendono un acquisto prezioso per gli appassionati. La trasformazione della band, dopo l'addio del cantante, è vista come un successo creativo. Scopri ora la magia del vinile con Causa Sui, un'esperienza psichedelica unica!

 Hanno l'innata capacità di mandarmi in stand-by il cervello, coi pro e contro del caso.

 Picco del disco, 'The Lonesome Death Of Johnny Ace' torbida murder ballad natalizia, cantata dallo spettro di Johnny Cash dopo un elettroshock di musica cosmica tedesca.

La recensione analizza il disco Indian Giver, frutto dell'incontro tra Sonic Boom e Jim Dickinson, con atmosfere psichedeliche e blues. L'album mostra momenti di grande ispirazione ma soffre di disomogeneità stilistica. Consigliato ai fan dei Spacemen 3 e agli amanti della musica alternativa degli anni '80. Scopri il viaggio psichedelico di Indian Giver, ascolta subito l'album!

 "Endless Boogie hanno scelto di ibridare i Rolling Stones di 'Sticky Fingers' con i NEU, aggiungendo giusto un po' di Iguana Pop per guarnizione."

 "Pubblicare un disco di 79 min. e pretendere che l'ascoltatore mantenga l'attenzione per più di metà disco, non è solo mera utopia, è quasi presunzione."

La recensione analizza l'album Focus Level degli Endless Boogie come un'ibridazione tra il rock anni '70 e la sperimentazione trance blues. Pur lodando alcune tracce molto efficaci e originali, viene criticata la lunghezza eccessiva del disco che mette alla prova l'attenzione dell'ascoltatore. L'album riflette il sincretismo musicale degli anni 2000 ma soffre di un'identità sonora talvolta confusa. Scopri l'intenso viaggio sonoro di Endless Boogie in Focus Level!

 "Se amate il suono fuzz estremo, e non riuscite a starne senza, potreste sempre optare per farmaci meno conosciuti ma egualmente corroboranti: Michael Yonkers, Morgen e perché no questi Dragonfly."

 "La medicina perfetta per chi è stufo delle solite megacorporazioni del farmaco e cerca cure eterodosse per l’acidità cronica della mente."

La recensione di 'Dragonfly', unico album della band omonima del 1968, celebra un suono fuzz intenso e una fusione di psichedelia, hard blues e garage rock. Pur non essendo una pietra miliare, il disco è un ottimo documento storico e una cura ideale per gli appassionati del genere. Il tono tecnico ma appassionato svela dettagli sonori e riferimenti musicali affascinanti. Consigliato a chi cerca sonorità vintage e originalità fuori dai circuiti principali. Scopri subito Dragonfly per un viaggio vintage nella psichedelia più fuzzy!

 Peccato, perché l'album in questione è veramente quanto di meglio mi sia capitato fra le mani in quanto a gemme dimenticate dei '60s.

 Il passo di approfondimento successivo non può prescindere da questo piccolo gioiello (questa volta sì) dimenticato.

La recensione evidenzia come The Wizards From Kansas, pur arrivando tardi sulla scena musicale californiana, abbiano prodotto un album di psichedelia di ottima qualità. La loro musica, ricca di influenze e brani originali, rappresenta un gioiello dimenticato degli anni '60. L'album, benché non epocale, merita di essere riscoperto dagli appassionati del genere e degli anni d'oro della West Coast. Ascolta ora questo piccolo capolavoro psichedelico e riscopri un classico dimenticato!

 Mi capita sempre meno spesso trovarmi così totalmente appagato dall'ascolto di un brano, di gridare al miracolo dal finestrino.

 Roba che manda a casa interi scaffali di musica cosiddetta "rock".

La recensione celebra la potenza e l'impatto della traccia iniziale "Eyes Of Light" degli Awesome Color, un vero assalto sonico ispirato al rock di Detroit. L'album viene apprezzato per l'energia istintiva e le influenze classiche che si fondono in tracce come "Step Up" e "Burning". Pur non raggiungendo l'eccellenza della partenza, il disco è visto come un buon rilancio del rock contemporaneo. Scopri l'energia primordiale degli Awesome Color, ascolta Electric Aborigines ora!

 Un disco che potrebbe spingervi a tagliarvi le orecchie col trinciapollo, o lasciarvi estasiati e perennemente inebetiti sul divano.

 Naked Acid (se si chiamasse acidità volatile calzerebbe a pennello)... terrigno, selvatico e non mediato.

La recensione di Naked Acid di Valet esplora un album dallo stile unico, caratterizzato da sonorità acide e ambientali. Honey Owens propone tracce che vanno dal krautrock al drone, sfidando l'ascoltatore con atmosfere rarefatte e complesse. Un disco che può affascinare o risultare difficile, raccontato con un parallelo fra musica e percezione sensoriale legata al vino. L'autore ne sottolinea la natura di opera da prendere o lasciare, apprezzabile soprattutto da chi ama sperimentazioni sonore estreme. Scopri la musica acidamente intensa di Valet, se non hai paura di sperimentare!

 "'Evil Urges' è una deiezione fecale partorita da una mente un tempo illuminata come quella di Jim James."

 "Questo ammasso di sterco animale lungo la sua personale via musicale."

La recensione esprime un forte disappunto verso l'album 'Evil Urges' dei My Morning Jacket, ritenuto una delusione dopo un passato brillante. L'autore critica la mancanza di direzione, i suoni imbarazzanti e l'egocentrismo del frontman Jim James. Solo alcune tracce si salvano parzialmente, ma nel complesso l'album è giudicato mediocre e poco riuscito, lontano dall'energia dei lavori precedenti. Scopri perché 'Evil Urges' non ha convinto i fan dei My Morning Jacket!