psychopompe

DeRango : 13,33 • DeEtà™ : 7877 giorni

 La forma cambia ma il contenuto è sempre lo stesso.

 Tanto di cappello agli Oneida per essersi messi in discussione senza perdere la faccia.

La recensione esalta The Wedding degli Oneida per il coraggioso cambio di stile senza perdere la propria identità. Il disco abbandona le solite cavalcate chitarristiche per abbracciare tastiere acide, archi e un cantato persistente, sfiorando atmosfere psichedeliche e pop. I brani si muovono tra momenti ipnotici e accenni hard rock, risultando una delle migliori uscite del 2005. Scopri The Wedding degli Oneida e lasciati sorprendere dal loro affascinante viaggio sonoro.

 Questa sua duplicità musicale, quasi da Dott.Jekyll e Mr.Hyde, mi ha affascinato.

 L'apice e ragione primaria di ascolto del disco rimane la titletrack, mastodontico folk strumentale di 13 min.

Six Organs Of Admittance è il progetto di Ben Chasny che con School Of The Flower esplora un folk psichedelico e sperimentale. L'album alterna arpeggi delicati, feedback e percussioni jazzate, creando atmosfere ipnotiche e immersive. Le vocalità, rarefatte e mantra-like, accompagnano un viaggio sonoro unico, culminante nel lungo brano strumentale titletrack. Scopri il fascino ipnotico di Six Organs Of Admittance con School Of The Flower!

 «Feathers segna un'evoluzione nel tipico sound ipnotico-ossessivo della band di Washington D.C.»

 «Onore quindi ai Meadow, che [...] sono riusciti a creare un sound evocativo e personale, operazione non facile in un ambito musicale come quello heavy psych»

Dead Meadow con Feathers propone il loro lavoro più completo e vario, mantenendo un sound ipnotico ma più fruibile. Tra atmosfere positive e sperimentazioni blues, l'album richiede un ascolto attento e ripetuto. La band riesce a distinguersi in un panorama psichedelico saturo, offrendo un sound personale e evocativo, culminante nella lunga traccia nascosta finale. Ascolta Feathers dei Dead Meadow per un’immersione psichedelica unica.

 Mi piace pensare agli Unicorni durante la loro preadolescenza intenti a buttare di nascosto aspirine nei bicchieri di Coca.

 Vi ritroverete stampato in faccia quel ghigno sornione con cui ogni bambino affronta il mondo, e che ogni adulto dovrebbe cercare di preservare gelosamente.

La recensione esplora il debutto degli Unicorns, un album indie pop dallo spirito adolescenziale e dalla struttura musicale insolita. L’opera è caratterizzata da sonorità lo-fi e una fusione di generi come punk, elettronica e country. La musica evoca immagini di spensieratezza e gioventù, risultando originale e coinvolgente. Un disco che sa divertire e far riflettere con ironia e nostalgia. Ascolta l’album e vivi l’irriverente mondo degli Unicorns!

 Immaginate un (riuscito) connubio fra chitarre liquide e ipnotiche di matrice floydiana, tastiere ed effetti elettronici fra il dark e certo prog oscuro.

 La voce della batterista Gena Olivier rappresenta al contempo carattere distintivo e punto debole del trio.

L'album 'Midnight Movies' del trio californiano offre un'interessante miscela di psichedelia oscura e sonorità elettroniche. La voce di Gena Olivier, eterea e dal timbro simil-Nico, è un elemento distintivo ma a tratti monocorde. Le tracce spaziano da momenti ipnotici a passaggi shoegaze meno riusciti, alternando influenze Floydiane e richiami agli Stereolab. Un ascolto adatto a chi cerca atmosfere notturne e suggestive, seppur con qualche limite nella varietà sonora. Scopri le atmosfere notturne di Midnight Movies, ascolta l'album ora!

 Madre natura è stata severa - un eufemismo ovviamente - soltanto riguardo l'aspetto fisico dei nostri.

 Il brano migliore del lotto rimane Hot Smoke and Sassafras, due minuti poco più introdotti da un riff epocale.

L'album 'A Gathering Of Promises' dei Bubble Puppy è un prezioso esempio di rock psichedelico e garage texano degli anni '60. Nonostante una copertina poco accattivante e un cantato a volte debole, la tecnica e la composizione emergono con brani variegati e affascinanti. Dai momenti acustici ai riff rock intensi, l'album si distingue per originalità e qualità sonora, rendendolo un must per gli amanti del genere meno conosciuto. Ascolta ora questo classico nascosto e riscopri il vero sound anni '60!

 L'attesa non è stata vana.

 Believe the Hype.

L'album di debutto degli LCD Soundsystem, guidati da James Murphy, è un lavoro vario e ispirato che spazia dal punk-funk all'electro, con influenze post-punk e atmosfere quasi ambient. Pur con qualche rischio di voler accontentare troppi ascoltatori, l'esordio si rivela solido e valido. Le tracce migliori sono quelle che si allontanano dal tipico sound DFA, conferendo al disco un carattere unico. Il prezzo competitivo arricchito da un bonus CD rende l'acquisto molto interessante. Scopri l'esordio degli LCD Soundsystem e immergiti in un viaggio sonoro unico!

 Il primo album, Vincebus Eruptum, rappresenta il picco della loro produzione musicale e il testamento sonoro della band.

 I Blue Cheer hanno ridefinito il significato di "heavy sound", alzando i volumi a dismisura e puntando tutto su un impatto ritmico devastante.

Vincebus Eruptum, primo album dei Blue Cheer del 1968, rappresenta un monumento dell’heavy sound grazie a un approccio primordiale e sonorità devastanti. L’album si distingue per la forte presenza di fuzz, ritmi ossessivi e una voce roca che ridefiniscono il rock della Bay Area. Le cover di classici come Summertime Blues vengono trasformate in assalti sonici unici. L’influenza della band è stata fondamentale per lo sviluppo dell’hard rock e delle scene stoner e psichedeliche successive. Scopri l’origine dell’heavy sound con Vincebus Eruptum, un capolavoro senza tempo!

 Il blues dei Black Keys è più viscerale, e meno “moderno”, più sudista e meno metropolitano di quello degli Stripes.

 Molti possono abbeverarsi alla fonte del blues, ma pochi riescono a portare un po’ di quel sacro nettare con sé, dando nuovo vigore ad una pianta spesso appassita.

Rubber Factory rappresenta la terza fatica dei Black Keys e il loro miglior disco fino al 2004, con un sound blues-rock viscerale e genuino. Pur richiamando i White Stripes, i Black Keys si distinguono per un approccio più sudista e tradizionale. La produzione spartana e la registrazione in una fabbrica abbandonata aggiungono fascino e autenticità all’opera, valorizzata dalla voce unica di Dan Auerbach. Un disco che ristabilisce nuova linfa al blues classico e conquista gli appassionati del genere. Ascolta Rubber Factory e riscopri il blues puro e intenso dei Black Keys!

 Mick non c'è, e da un bel po’. Grasso, sudato, palesemente sbronzo e senza una parvenza di presenza scenica né tantomeno di voce.

 Uno zoo dove tutti vengono ad ammirare l’animale in via d’estinzione, il sopravvissuto della preistoria della musica rock.

La recensione racconta l'amara esperienza di un concerto live di Mick Farren al Koenji UFO Club di Tokyo nel 2004. L’autore mostra grande delusione per la scarsa presenza scenica e le condizioni fisiche di Farren, che non riesce a replicare l’energia del suo passato glorioso. L’evento è descritto come un triste incontro con una leggenda degli anni '60 ormai in declino, con poche eccezioni nella performance della band d’accompagnamento. La recensione offre anche una riflessione critica sul richiamo nostalgico verso artisti anziani. Scopri di più sulle leggende rock e le loro esibizioni dal vivo storiche.