Giuni Russo: Energie
CD Audio Ce l'ho
Uno dei miei dischi "Pop" preferiti, un miracolo di musica leggera tra i più belli mai concepiti in Italia e al di fuori. Tra i dischi di marca Battiato di quel decennio questo è il più bello di tutti (compresi anche quelli di Battiato "in persona" eh, tutti) con l'accoppiata Battiato-Russo (e allargando il campo, il quartetto Battiato-Pio-Russo-Sisini) che è straripante per inventiva e ispirazione. E poi, su tutto e al di la di tutto, c'è Giuni Russo. C'è la Voce di Giuni Russo, inarrivabile, per chiunque. Libera, in "Energie", come poche altre volte le sarà permesso di essere nella sua carriera, libera di esprimersi senza freni e di modellare il pop di marca Battiato in un qualcosa di unico. C'è la barocca volontà di stupire e commuovere, c'è la bellezza virtuosistica per il piacere puro dell'arte per l'arte, ma anche un'universalità espressiva che arriva a tutti, e che fa volare canzoni con melodie e ritmi straordinariamente riusciti; una voce da soprano classico che trasfigura la materia della musica pop e new-wave ("Crisi metropolitana", "Una vipera sarò" "Lettera al governatore della Libia") con invenzioni, colori e virtuosismi irraggiungibili. Sono 8 canzoni e 8 splendori (pensate a "Atmosfera" o all'interpretazione intensa e sorprendentemente misurata ne "L' attesa") ma sono "Il sole di Austerlitz" e "L' Addio" i colossi che si stagliano come due delle più grandi meraviglie di tutta la musica leggera italiana. "Energie" è un Capolavoro. Irripetibile.
Giuni Russo: Voce Prigioniera Live
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Finalmente, nel 1998, un live stupendo che restituisce tutta la grandezza di Giuni Russo e va a rappresentare il secondo vero capolavoro della sua carriera a 17 anni di distanza da "Energie", al quale erano seguiti alcuni dischi molto validi (soprattutto "A casa di Ida Rubinstein", rappresentato nel live quasi per intero) e altri un po' meno, ma nessuno aveva raggiunto quelle stesse vette di eccellenza; 17 anni passati a trovare mille scappatoie per riuscire a incidere e pubblicare la musica che le interessava davvero realizzare oppure a scendere a compromessi con le case discografiche (da qui, ovviamente, il titolo di questo live) costretta il più delle volte a limitare le sue idee e il suo enorme potenziale vocale ed espressivo. "Voce prigioniera" raccoglie una selezione di concerti di Russo negli anni '90 e brilla come coronamento della carriera di un'artista straordinaria, una delle più grandi voci della seconda metà del '900, c'è poco da discuterne, qui colta al massimo del suo splendore e negli anni della sua maturità artistica. La chicca è "Nomadi" di Camisasca, che proprio per lei era stata scritta e pensata in origine, poi regalata ad Alice dopo solito ostruzionismo della casa discografica, qui torna, almeno in sede live, anzi arriva nelle mani della sua prevista interprete originale.
Giuni Russo: Vox
CD Audio Ce l'ho
Indubbiamente non al livello dello strepitoso "Energie" rispetto al quale "Vox" mi pare nel complesso, seppur molto gradevole, decisamente meno ispirato nel songwriting che qui passa di più nelle mani della Russo e della Sisini, forse però "trattenute" e limitate dai voleri della casa discografica. Le stesse prestazioni vocali di Giuni pur restando eccellenti (e, a tratti, anche qui davvero spettacolari) risultano un poco meno appariscenti e clamorose rispetto a quanto sentito in "Energie", fermo restando che la clamorosa voce della Russo resta il valore aggiunto anche delle canzoni meno riuscite (come quelle di Battiato, che qui dirada il suo apporto compositivo rispetto al disco precedente e ottiene risultati che mi convincono molto meno), e regala ancora fuochi d'artificio assoluti nei brani più ispirati e un poco più liberi ("L' oracolo di Delfi" e "Oltre il muro" su tutte).
Goblin: Suspiria
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
8,5
Goblin: Roller
CD Audio Ce l'ho ★★★★
7,5
Gong: Camembert Electrique
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
8,5
9
Grace Slick: Manhole
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Gracious: Gracious!
CD Audio Mi manca ★★★★
Bell'opera prima dei Gracious, validissima band di quella ricca "esplosione progressiva" avvenuta a cavallo tra fine '60 e primi '70, ahiloro uno dei molti gruppi che non riuscirono a sfondare, rimanendo relegati al "sottobosco di culto" del genere e sciogliendosi dopo due dischi. Erano molto bravi però, i Gracious, e si sente anche in questo esordio che pure è, comprensibilmente, un po' acerbo in alcuni punti. I 5 brani sono tutti belli, buon inizio con "Introduction" (che mostra bene come i Gracious restino ancorati anche a radici pop-rock-blues dei sixties, anche giustamente, mescolandole con il "nuovo" pop sinfonico-prog) non male i 16 minuti della conclusiva "The Dream" (stilisticamente vale lo stesso discorso di prima, chitarre sferraglianti, tastiere più "eleganti", soli chitarristici "rock/blues" e citazioni classiche- Beethoven- che ci stanno sempre bene). A proposito di infatuazioni classiche (tipiche di certo prog) c'è l'intera classicheggiante "Fugue in D Minor" che è deliziosa. Ottime anche le "duali" "Heaven" (con la stupenda introduzione al mellotron, utilizzato dopo esser stati fulminati dai soliti King Crimson e bellissime parti di chitarra) e "Hell" (più sperimentale, dai riff cupi di chitarra e l'uso nervoso di piano e harpsichord e altri intermezzi messi lì forse anche troppo a cazzo di cane).
Grand Funk Railroad: E Pluribus Funk
CD Audio Ce l'ho ★★★★
7,5
Grateful Dead: Grateful Dead
CD Audio Ce l'ho ★★★
Grateful Dead: Birth of the Dead
CD Audio Ce l'ho ★★★
Le prime registrazioni dei Dead raccolte in due dischi. Poca roba quello in studio, ovviamente parecchio meglio quello Live. Interessante ascoltare i Grateful pre-psichedelici.
Grateful Dead: Anthem Of The Sun
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Grateful Dead: Aoxomoxoa
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Grateful Dead: Live/Dead
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Si si, il loro apice, insieme ad altri 2 o 3 live.
GTR: GTR
CD Audio Non la voglio
Disco caruccio, con qualche cacatella di cormorano ma anche con 2-3 pezzi più gradevoli, molto carini. Un duo sulla carta esplosivo ma che ha prodotto musica poco nelle mie corde, era il periodo (brevissimo, per fortuna) in cui anche Hackett si era fissato con l'AOR. A chi è più avvezzo a queste sonorità piacerà, per me un dischetto dignitoso, da ascoltare un paio di volte.
  • Onirico
    14 ott 20
    Assoli notevoli?
  • hjhhjij
    14 ott 20
    No, nulla di memorabile.
  • Dr.Adder
    14 ott 20
    Avevo la cassetta, poi si è disintegrata. Un potenziale enorme non concretizzato. Comunque, qualche sezione strumentale è di valore.
  • hjhhjij
    14 ott 20
    Tipo il primo minuto di "Imagining", che ti piglia per il culo e poi si trasforma nel tipico brano pop-rock-aor che non sopporto...
  • Dr.Adder
    14 ott 20
    In effetti è così. Però i 2 strumentali non sono male. Per me, inizialmente le basi per un'opera strutturalmente elevata erano disponibili. Ma con gli 80' tanto era cambiato, e molti musicisti si sono dovuti "adeguare". Forse, ma è un mio pensiero, in certi casi musicisti così dotati, possono "elidersi" a vicenda. Forse bisognava percorrere delle linee di pensiero alternative.
  • hjhhjij
    14 ott 20
    I 2 strumentali sono i pezzi migliori, piacevolissimi, in più un paio di canzoni aoreggianti sono comunque molto carucce. E il resto no...
  • fedezan76
    15 ott 20
    Secondo me è un disco scarso anche per i canoni già non altissimi dell'AOR.
  • Anche per me disco completamente deludente.
    In tutto: i suoni, le idee melodiche, il genere pop progressive annacquato, le chitarre che non fanno nulla di memorabile, l'atmosfera da tardi anni ottanta i peggiori in assoluto per il rock. Tutto. Ce l'ho e non lo ascolto mai.