Oh, Amon Düül II, quanto vi amo. Il Cazzo di Dio è uno dei più grandi dischi d'esordio e capolavori del rock acidissimo-psychedelico di questa amorfa "tipologia" di musica. Questo ben nutrito gruppo di fricchettoni teutonici ha preso il rock-acido e psichedelico anglo-americano e lo ha estremizzato, lo ha trasformato in un sabba grottesco, in una festa tribale, distorta, nel pieno della Foresta Nera. E lo fa con poca intenzione di prendersi sul serio, lo fa col gusto del grottesco, del teatrale sopra le righe, della fascinazione orientale e della tenebra, del macabro giocoso, del divertimento nel goliardare con strilli, cantato enfatico, versacci, dolci e inquieti vocalizzi da incantatrice dei boschi della Renata Knaup. Alla fine è rock psichedelico, ma è anche qualcosa di più e allora che le chitarre sferraglino, le percussioni tribalizzino, il basso rimbombi, il violino sfrigoli, il sassofono spernacchi, le 12 corde arpeggino e le voci ci trasportino in notti oscure dove il rock acido anglofono è finito in Germania, all'Inferno, per divertirsi di più, estremo, libero, privo di confini, privo di muri maledetti. Da bravi rockers fricchettoni nel profondo, tirano fuori anche ritmi e riff irresistibili, e quelle percussioni... Meraviglioso dal primo all'ultimo secondo, ma "Luziferz Ghilom" e gli strabordanti 20 minuti del Cazzo di Dio title-track sono i due brani che volano nell'infinito. Vi adoro.
- Bèl (04)
- Brü (00)
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