Classico ormai masticato, degustato e digerito da tempo ma che è sempre bello rimettere sui fornelli audio di tanto in tanto. Mi piace molto, un perfetto disco di rock-classico anni '70 con punte di ottimo hard-rock ("Rock Bottom" raggiunge le vette del genere e si, nel '74 andava di moda 'sto titolo per dischi e canzoni) ispiratissimo dall'inizio alla fine dove tutte ma proprio tutte le canzoni sono belle, dai più tirati brani rock alle ballad (con tanto di strumentale "Lipstick Traces" e mettiamoci pure una cover di Dixon che non si sa mai, vedi "Built for Comfort"), va tutto liscio alla grande. Erano passati tre anni dal secondo disco in studio e dal primo live, giusto il tempo per tracciare una nuova traiettoria artistica e acquistare al discomercato del '73 il fuoriclasse tedesco della chitarra elettrica, il giovane tamarro Michele, che prende subito le redini anche compositive della band, insieme a Mogg. Tre anni spesi bene, perché anche in versione 2.0, strutturalmente semplificata nelle canzoni, gli UFO, che di spaziale ormai hanno solo il nome e la copertina di questo disco, risultano altrettanto e probabilmente anche più efficaci rispetto agli esordi, tirando fuori 4-5 dischi molto validi fino al '79 dei quali questo, forse, resta il migliore ma è difficile dirlo. Disco ottimo davvero. Prodotto da Leone Leoni, bassista di quell'altra band di scarsi dei Ten Years After...
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