Uno degli ultimi colpi di coda di Michele, uno degli ultimi tra i suoi dischi ad essere davvero valido. Lo adoravo anni fa, ma ancora adesso non posso fare a meno di trovare affascinanti e avvolgenti le atmosfere e le sonorità del disco. Il Campovecchio unisce suggestioni antiche-primordiali a sonorità moderne-elettroniche, il tutto permeato da melodie (ricorrenti) pulite, cristalline e, nei momenti migliori, davvero stupende. Dopo anni ancora mi emoziono con pezzi come "Magellan" "Lament for Atlantis" o "Crystal Clear". Il suono è pulitissimo, chitarra, sintetizzatori, pianoforte, tutto suona come un bicchiere d'acqua fresca. Un disco ultra-relaxing questo, da ascoltare lasciandosi cullare, senza troppo impegno, il "mood" è davvero rasserenante anche se in queste atmosfere rilassantissime ci ho sempre sentito un qualcosa di vagamente inquietante, va a sapere perché, a volte mettono ansia. E, a volte, ci sono dei momenti in questa "new age" Campovecchiana piuttosto noiosetti, da abbiocco indotto, bisogna dirlo. Il disco è bello, con alcuni splendidi momenti, altri meno, se ascoltato sdraiati, comodi, in un momento di relax, pure i pezzi noiosi assumono un senso e il disco va bene anche come camomilla, mica è poco. Bello.
- Bèl (00)
- Brü (00)
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