Se non sbaglio, disco concepito quando ormai i fratelli Alvin passavano almeno 15 ore al giorno a sputarsi addosso eppure, come è accaduto più e più volte in musica, il risultato è quello di un'opera che rasenta la perfezione, un capolavoro che con spirito di quel revival che viveva anni d'oro all'epoca, attraversa la maggior parte dello spettro della musica popolare americana: il pop, il rock'n roll, il rockabilly, il country, il gospel, l'R&B, la ballad, insomma "Hard Line" è il bignami esaltante della "canzone pop americana" più bello che si possa immaginare di ascoltare, frutto della maturazione come autore di Dave Alvin, che infila una dietro l'altra una serie di canzoni perfette nella loro essenzialità, senza sottovalutarne il valore dei testi, che spesso aggiungono notevole "profondità" alla semplicità musicale (penso a "Little Honey") ma anche di Phil come cantante e arrangiatore, sempre con i tocchi giusti, con i ritmi giusti, impossibile togliersi dalla testa i solini di chitarra di "Hey, Girl" o il riffetto assassino di "Common Man", o l'interpretazione grandiosa del traditional "Samson and Delilah". Come ciliegina, si accetta il regalo del Puma Mellencamp sotto forma di ennesima grandiosa canzone pop, forse il vero centro di gravità espressivo del disco insieme a "Just Another Sunday", che è il simbolo della scrittura maturata al punto giusto di D.Alvin. Masterpiece.
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