Steve Hackett: Out Of The Tunnel's Mouth
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Chiude benissimo il decennio il buon Steve, con un disco che, come da titolo, rappresenta il ritorno alla serenità e alla possibilità di comporre musica con la mente libera e in tutta tranquillità, dopo tre anni difficili nei quali l'ex moglie Kim ha cercato di levargli tutto, pure le corde di ricambio delle chitarre, perché si era scordata che il marito su "Invisible Touch" non ci aveva mica suonato e non gli uscivano sterline dagli orifizi. Qui Hackett abbandona l'eclettismo un po' esasperato di alcuni dischi precedenti e trova "il centro di gravità permanente" per così dire, in un album più "asciutto" e compatto, più deciso nella direzione musicale da prendere. Così facendo Hackett riesce a scrivere canzoni che uniscono alla perfezione l'anima elettrica e quella acustico-classica (perenne l'alternanza acustico-elettrico o la dicotomia introduzione con chitarra classica-cambio all'elettrica, in quasi tutti i brani ci sono queste soluzioni) con una scioltezza e una naturalezza che non sentivo da lui... Boh, forse addirittura dalle Mattine Spettrali. "Sleepers" è, a mani basse, la vetta del disco, un piccolo capolavoro, dove la chitarra elettrica di Hackett torna a singhiozzare (presente "Ripples" ? Ecco), ma tutti i brani vanno a meraviglia, giusto un paio meno convincenti ma comunque gradevoli. Bello bello.
Hackett do Brasil (parte seconda). Tre anni dopo Stefanuzzo e signora tornano in Brasile a comporre un po' di musica, questa volta con più convinzione rispetto alla vacanza ultra-relaxing di "Cured". Questo è un disco interessante, non strepitoso ma con alcuni bei pezzi e belle idee e forse un po' sottovalutato all'interno della sua discografia. Questa volta qualche influenza vagamente brasileira si sente, quantomeno nella scelta dei musicisti, tutti autoctoni (una nutrita schiera di percussionisti, ma non solo) esclusi Mosley e Magnus, ma visto che Hackett è un burlone, ecco che spuntano dal nulla richiami alla musica giapponese ("The Doll That's Made in Japan", con Kim alla voce nella parte della "giapponesina", ma sbucano fuori anche nell'ottima "What's My Name") con Hackett che suona il koto, cose così. Siccome è sempre un burlone, il disco si chiude con 40 secondi strumentali della canzone di "Pinocchio" della Disney, perché si. Anche "Myopia" è un pezzo molto particolare per i suoi standard. In "What's My Name" e Matilda-Smith... (ottimo brano, forse il migliore) c'è l'ottimo utilizzo delle percussioni (Brasile, non Africa, si, ma non è mai stato così vicino a Gabriel come in questi spezzoni di brano) "Taking the Easy Way Out" è una bella ballad e così via. Hackett qui sperimenta qualcosina di diverso ed è una delle volte in cui gli riesce bene. Secondo me un lavoro valido, disco da riconsiderare almeno un poco, perché non è affatto male.
  • hjhhjij
    9 set 20
    Sarà stata l'aria di casa, ma anche Kim è particolarmente ispirata, l'artwork è uno dei suoi migliori in assoluto, tra l'altro a "tema" Genesis ("Silent Sorrow in Empty Boats" presente ?).
Steve Hackett: Tribute
CD Audio Mi manca ★★★★
Lo Steve Hackett per chitarra classica è sempre quello migliore, a mio gusto (sarà che adoro il suono dello strumento) anche quando incide un disco in condizioni di fortuna e in un periodo a dir poco complicato, ovvero in pieno divorzio burrascoso con l'ormai ex moglie Kim e in guerra anche col manager che gli avevano tolto anche la possibilità di registrare musica in uno studio (oh, per dirla in breve eh). Questo disco Hackett se lo è dovuto suonare e registrare in casa sua, in uno studio improvvisato, probabilmente mentre Kim stava lì a staccare la moquette dal pavimento per portarsi via anche quella (ragà, mi sa che ci ha detto culo che non è venuta a casa nostra a richiederci indietro le sue copertine dei dischi del marito, scherzo Kim, non fare causa a DeBaser). A parte il fido King alla produzione e al missaggio qui c'è solo Hackett e la sua chitarra. Basta. Nemmeno il fratello al flauto. Solo lui. Lui e gli autori classici omaggiati, perché qui Hackett si affida al porto sicuro di esecuzioni di pezzi altrui. Il più rappresentato è Bach, ovviamente, in fondo fu lui in origine ad aprire a Steve nuovi "Orizzonti" chitarristici, molti anni prima. E niente, sarà anche un disco fatto per necessità (era l'unico tipo di disco che poteva permettersi di fare in quel momento, di fatto) ma è pur sempre Hackett che suona alla classica Bach e compagnia. Una perla. Giù il cappello.
Un buon disco questo "Wild Orchids", nella media della produzione elettro-acustica di Hackett. Il difetto principale del disco infatti è che 17 tracce sono troppe e non tutte sono valide, e non aiuta l'estremo eclettismo stilistico delle varie canzoni, altra caratteristica che in Hackett mi piace e non mi piace, ad esempio qui sembra ci provi gusto a spiazzare l'ascoltatore con canzoni diversissime tra loro per generi, stili, atmosfere ecc. Alla fine la sua cifra stilistica è quella di non averne una, mi viene da pensare, e per quanto di solito mi piaccia la versatilità anche all'interno di uno stesso album, e apprezzi anche quella di Hackett, a volte con lui mi sembra sempre una cosa esageratamente forzata, di chi non ha mai capito (o se ne è sempre fregato, magari) di cosa mettere precisamente nei suoi dischi. Fortuna che la qualità media delle canzoni anche qui è più che soddisfacente. Qui ci sono pezzi acustici/classici/orchestrali (ancora la Underworld dello splendido "Metamorpheus") e pezzi elettrici, pezzi dolcissimi e quieti stupendamente bucolici ("To a Close") e pezzi nervosi e cupi, cover di Bob Dylan e brani che non penseresti mai "Minchia, questo è Hackett, si sente" (tipo "Down Street" che per inciso è una delle più belle o "Ego and Id" addirittura composta da John Hackett, flautista classico, ed è un pezzone elettrico incazzoso...), temi musicali che ricorrono, canzoni bellissime e altre decisamente meno ("Wolfwork"). Un po' incasinato, ma è un buon disco.
  • hjhhjij
    29 ago 20
    Nota a margine: è l'ultimo disco con la copertina dipinta dalla moglie Kim, che dopodiché diventerà ex-moglie. Peccato perché le sue copertine erano splendide, mi è sempre piaciuto il suo stile, era un modo originale di rappresentare il solito faccione dell'artista in primo piano (tipo la bella copertina di "Spectral Mornings") oppure anche qualcosa di più, in quelle più elaborate (vedi questa o quella favolosa di "Voyage of the Acolyte").
Steve Hackett: Wolflight
CD Audio Mi manca ★★
Il passo falso di Hackett nell'ultimo decennio, uno dei suoi dischi meno belli che tra l'altro è posto in mezzo a due album molto più ispirati. Ci sono un paio di canzoni non male (la title-track è bellina ad esempio, anche "The Wheel's Turning" ) ma per il resto lo trovo debole, piatto, molto deludente, poche idee e anche pasticciate. Ci sono melodie, arrangiamenti e soluzioni in parecchi brani che vorrebbero essere epici ma sfiorano il pacchiano, qualche volta lo incontrano proprio e gli battono il cinque, è un disco pesante da ascoltare, noioso, anche se qua e la in quasi tutte le canzoni c'è quel pezzo o quel passaggio di chitarra che ok, è bello, ma non basta. Terribilmente pacchiana anche la copertina... Belli i lupacchiotti per carità, ma l'effetto generale mamma mia, no. Per me, aspettando di ascoltare l'ultimo appena uscito, il decennio 2010-2020 è stato fruttuoso per Hackett da un punto di vista qualitativo, "Wolflight" unico mezzo giro a vuoto.
Dopo l'artisticamente poco fruttuosa vacanza brasiliana ad Hackett nel 1982 è toccato ricominciare a stressarsi e a litigare con la Charisma. Il risultato è questo disco, uscito l'anno seguente, dalla gestazione travagliata e che sarà l'ultimo pubblicato per la storica etichetta di Stratton-Smith (che all'epoca credo gestisse ormai ben poco...). "Highly Strung" mi piace, è un bel disco tutto sommato, superiore non solo a "Cured" (che grazie ar ca) ma per me anche a "Defector" e non mi preoccupo a dirlo. In parte segue ancora una strada molto pop ma molto meno e più raramente che nel precedente. I suoni, quando non sono troppo popposi-plasticosi, sono brillanti, vivaci, decisi, come la chitarra di Hackett che qui torna a fare più di un figurone. Insomma già solo "Casino Royale" (che diventerà un classico delle scalette live di Stefano) si mangia "Cured" e se vogliamo parlare di pop ottantoso "Cell 151" con la sua prima parte molto pop-ruffianosa comunque piscia in testa al pop-curediano. Tutti i pezzi più pop stanno al centro del disco e se "Weightless" e "Walkin Through the Walls" sono scarsine (le uniche del disco a non piacermi) apro l'armadio e tiro fuori lo scheletro: a me piace "Give it Away" la cosa più poppettosa-plasticosa mai fatta da quest'uomo. Tutto il resto sono brani di buonissima caratura ("India Rubber Man" è una delizia, "Group Theraphy" ottima e così via). Bel disco, per me.
  • hjhhjij
    6 set 20
    Ah: molto bello anche l'artwork schizofrenico di Kim, in tono con le sonorità brillanti dell'album. La cosa buona del divorzio dalla Charisma sarà che poco dopo questo disco, lo stesso anno, Hackett dirà "mavaffanculotuttiva" e pubblicherà il suo primo disco tutto per chitarra classica con un'etichetta indipendente (e guarda caso in questo disco non c'è nemmeno un pezzo per classica...). Il batterista in questo disco è Ian Mosley, di lì a un anno batterista dei Marillion, eh si, un po' come Fish che ha cantato nel disco di Banks, c'è questa netta aria di "allievo-maestro". Probabilmente Mosley è scappato nei Marillion dopo che Steve Hackett lo ha fatto suonare in una canzone come "Give it Away" comunque...
Steve Hackett: Guitar Noir
CD Audio Ce l'ho ★★★★
"Guitar Noir" è un bel disco di un artista giunto alla piena maturità, un lavoro raffinato, elegante e dalle atmosfere spesso soffuse, delicate quando non cupe o malinconiche. Questo è anche uno dei dischi in cui Hackett riesce a far convivere meglio la parte acustica e quella elettrica della sua musica, in costante interscambio e dialogo tra loro nella maggior parte delle canzoni, con l'ottimo aiuto delle tastiere di Magnus, seguendo una strada ben definita, ancora lontana da quell'eclettismo furioso che dominerà i suoi dischi del decennio successivo. Poi Hackett lascia che "anima" acustica e "anima" elettrica prendano strade separate e così escono due dei pezzi migliori, due strumentali, "Walking Away From Rainbows" per chitarra classica e "Sierra Quemada" che è il brano elettrico più tipicamente "suo" nello stile chitarristico, brano che sarebbe stato bene anche su "Spectral Mornings" per capirci. Gli altri due pezzi che elevano il disco sono "Vampyre With a Healthy Appetite" e poi, ovviamente, la splendida "There Are Many Sides of the Night" che attraversa da sola l'elettrico, l'acustico e persino l'orchestrale, tutto lo scibile hackettiano, la vetta del disco. Punto più basso, la simpatica ma isolata "Lost in Your Eyes" che stona con il resto e, francamente, è caruccia ma non un granché. Per il resto belle canzoni (in media) raffinate che contribuiscono a fare di "Guitar Noir" uno dei lavori più omogenei e riusciti dell'Hackett elettrico post-'79.
steve hackett: a midsummer night's dream
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il suo capolavoro. Opera meravigliosa.
Il suo primo disco per chitarra classica, tutta roba strumentale e acustica, ovviamente. Qui non c'è ancora l'orchestra, come sarà nei dischi classici degli anni '90 e '00, e gli unici accompagnamenti alla chitarra classica sono le comparsate del superbo flauto di John (che si prende la scena nelle bellissime "Kim" e "Second Chance") e i sintetizzatori di Magnus che sostituiscono le parti orchestrali, giusto in un paio di brani (soprattutto in "Calmaria"). Disco perfetto per i momenti di quiete, colmo di acquerelli bucolici, atmosfere avvolgenti, note come gocce di rugiada, qualche volta con dolcezza quasi onirica, altre volte con piglio più inquieto, brumoso. Nella ristampa, eccellenti aggiunte di altri tre brani, molto validi ("Time Lapse at Milton Keynes" è una delle migliori del disco, le altre due sono brani tradizionali). La perla resta "Horizons", porto sicuro qui riproposto, 11 anni dopo la prima volta, ma per forza, è presa da Giovanni Sebastiano Ruscello; per il resto, tutto a firma Steve. La Baia dei Re è già un bel disco, devo dire che è quello che mi piace meno degli acustici di Hackett, l'unico che forse non riesce ad avvolgermi nelle atmosfere per l'intera durata. Hackett si affinerà e successivamente tirerà fuori tre dischi classici strepitosi, tutti tra i miei preferiti della sua discografia: "Momentum" ('88) e, con l'orchestra, "A Midsummer Night's Dream" ('97) e "Metamorpheus" ('05).
  • hjhhjij
    9 gen 22
    Nota: io ho la versione con la copertina 2.0 ma nella versione mp3 che ho per l'i-pod mi sono messo la copertina originale (sempre di Kim of course), molto ma molto più bella di questa.
Steve Hackett: Spectral Mornings
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Terzo disco solista, è ovviamente uno dei suoi lavori migliori, il più riuscito dopo l'esordio tra i dischi elettrici. Non è più il laboratorio di stili, generi, cantanti e background musicali diversissimi valido ma un po' confusionario di "Please don't Touch", qui Hackett mette in piedi una band ben definita, con UN cantante, decente e poco usato, ma mantiene comunque l'ecletticità della sua proposta musicale e la voglia di provare sempre cose diverse, dal viaggio in Giappone di "Red Flowers..." alla cupa e più dura "Clocks", passando per momenti ironici come "Ballad of Decomposing Man" (che si canta da solo) o alla spiazzante "Tigermoth" che cambia volto di continuo. Quando poi si butta sulla chitarra classica o sulla sua parte più melodica (deliziosa "The Virgin and the Gypsy" con il meraviglioso flauto di fratuzzo John e la melodia del ritornello, che adoro) allora colpisce, per me, in pieno. Poi vabbè, in apertura e in chiusura di album, i due capolavori che elevano questo disco ad opera di prima qualità, due dei suoi pezzi migliori in assoluto: "Every Day" e la stessa, bellissima, "Spectral Mornings" perché in fondo Hackett quando fa "l'Hackett" con la chitarra elettrica commuove sempre ed è bene ricordare come il cantante migliore nei suoi dischi sia sempre quello con sei corde.
Steve Hackett: Please don't touch
CD Audio Ce l'ho ★★★
Steve Hackett: Voyage Of The Acolyte
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Steve Hackett: Defector
CD Audio Ce l'ho ★★★
"Defector" mi ha sempre lasciato abbastanza freddo e abbastanza deluso, è un discreto lavoro, a tratti anche qualcosa di più, ma non riesco a togliermi dalla testa l'idea che sia il fratellino sfigato di "Spectral Mornings", persino l'artwork di Kim è meno bello di quello precedente. Metà del disco è strumentale, il che non è un gran problema visto che i cantanti raramente sono il punto forte dei suoi dischi (a meno che non avesse assunto a tempo pieno Sally Campovecchio, per dire), i pezzi cantati sono le quiete "Leaving" e "The Toast" classic ballad hackettiane, belle canzoni, e poi i due brani dove Hackett vira maldestramente verso una strada più pop, magari in un tentativo di combinare qualcosa in classifica. Tipo che ti ritrovi "The Show" con quel basso slapposo che dici "ma è Hackett o è AnoderUanBaizddeDast" e che mi piace un sacco... Il basso, dico, la canzone è un po' una schifezza. Così come "Time to Get Out" non brutta ma loffia. In quel 1980, i suoi ex-compari erano molto più ispirati in ambito pop. Poi c'è il divertissement retrò finale, simpatico. Altalenanti anche gli strumentali, pallosa "The Steppes", riuscita e ottima la solare "Jacuzzi", che ve lo dico a fare il pezzo per chitarra classica, non malaccio ma nulla di eccezionale le restanti. Non so, è un netto passo indietro dopo Spectral, da qui per un paio d'anni inizierà una fase più "pop" con il poco riuscito "Cured" e il decisamente più valido "Highly Strung".
Il migliore di Spielberg secondo me. L'ennesimo modo di interpretare la fantascienza, qui gli alieni sono buoni, solo un po' curiosi. Tecnicamente spettacolare, grandi effetti speciali (per il 1977), grande film, entra nella top 10 dei film di fantascienza.
sufficienza affettiva.
steven spielberg: jurassic park
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
il film della mia infanzia, voto puramente affettivo (quello vero sarebbe due voti più basso).
steven spielberg: e.t. l'extraterrestre
DVD Video Ce l'ho ★★★★
Un classico, molto bello. Una fiaba di fantascienza, molto ben diretta. Uno degli ultimi grandi film di Spielberg.
steven spielberg: minority report
DVD Video Ce l'ho ★★
Basta infierire su Philip Dick. Che male ha fatto? Mi tengo stretti "Blade Runner" e "A Scanner Darkly"
  • nes
    1 lug 12
    No, minority report è un buon film d'intrattenimento (se poi ci aggiungiamo che è un buon film nonostante la presenza di Cruise tocca pure ammettere che spilberg è uno dei migliori registi di hollywood). Sorry. PS: 99% di voi spilberg sta sul cazzo perchè era il regista preferito di Dawson. Non sognatevi di dire che non è per quello perchè: in primis, so che è così, ne ho la certezza matematica; et in secundis: è l'unica ragione "sensata" per sostenere che Spilberg non sia un regista valido.
  • jdv666
    1 lug 12
    io non lo sapevo sta cosa, peró trovo irritante la tendenza di spielberg ad essere sempre mieloso e buonista
  • hjhhjij
    1 lug 12
    Il problema è che non so chi sia Dawson :D Sbielberg è un regista valido, lo ha dimostrato con alcuni ottimi film negli anni '70, solo che se lo dimentica sempre :D Questo non è un buon film d'intrattenimento, è un gran racconto di Dick trasformato in un banale film d'intrattenimento e ciò non va mica bene. Poi ok, è ben girato e ben realizzato si, buon action-movie si, ma scrivi un soggetto tuo perchè rompere i maroni a Dick?
  • nes
    2 lug 12
    Ecco appunto, un action movie ben realizzato e ben girato a casa mia è un buon "film d'intrattenimento". Non capisco il problema di Dick: se non vanno bene i film tratti da racconti/romanzi buttiamo via mezzo cinema: via col vento, il cacciatore, drive, l'età dell'innocenza, nosferatu, vertigo, praticamente tutto kubrick, i film di james bond, il padrino e tanta ma tanta di quella roba che mi pare un discorso senza senso. Se invece non ti piace Dick è un problema che non so come risolvere (ma è un problema).
  • hjhhjij
    2 lug 12
    No nes, Dick è uno dei miei scrittori preferiti, è questo il problema. Non ho capito che centrano tutti quei film tratti da romanzi. Non è che non vanno bene i film tratti dai romanzi (cioè almeno mezzo cinema tra qui alcuni capolavori assoluti) questo film tratto da un racconto di Dick a me ha fatto abbastanza schifo. Mi pare semplice, secondo me Spielberg ha banalizzato l'opera di Dick rendendola un semplice action, ben realizzato quanto vuoi ma nel complesso mediocre. Ce l'ho con questo film (e con molte altre brutte trasposizioni dell'opera di Dick), non con i film tratti dai romanzi. Mettici poi che l'action non è tra i miei generi preferiti, risultato: questo film è l'ennesimo stupro ai danni di Dick. Poi gli ho messo 2 stellette (5/5,5 in decimi), non è che lo consideri un film orrido e inguardabile eh.
  • hjhhjij
    2 lug 12
    Notare il "tra qui" alla seconda riga :D
steven spielberg: jurassic park 3
DVD Video Ce l'ho ★★
Neanche il legame affettivo con i lucertoloni giurassici può salvare questo film dalla sua mediocrità. Inutile.
strictly inc.: strictly inc.
CD Audio Ce l'ho ★★★
7/10
Supertramp: Crisis? What Crisis?
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Da sempre uno dei miei dischi "pop" (virgolettato perché c'è anche dell'altro, qui dentro) preferiti. Il disco della maturità del gruppo e per me assolutamente il loro capolavoro, tutti gli altri (bei) lavori inseguono con l'affanno. Una sequenza di pezzi micidiale, da "School" alla fantastica title-track (melodia tra le loro migliori e vogliam parlare del solo di sax di Helliwell nel finale ?), passando per "Bloody Well Right" "Rudy" "Asylum" ecc. Io sull'Isola Deserta un posto glielo tengo volentieri. Disco perfetto, con una ricchezza di idee da applausi e nemmeno una sbavatura.
  • Kotatsu
    8 feb 18
    Tutto giusto, tutto giusto. Poi i testi... Ironici e amari allo stesso tempo.
  • hjhhjij
    8 feb 18
    Eh li trovo molto amari da quello che ho colto con gli ascolti (non mi sono mai messo a studiarmeli).
  • Littlelion
    8 feb 18
    Non so quanto questo album sia "pop", cioè, ok, è pop, ma se mi dici pop a me vengono in mente ledy gaga e co. :P
  • hjhhjij
    8 feb 18
    E bisognerebbe smetterla però di considerare la musica Pop come robetta alla stregua di mediocri fenomeni di mercato discografico. La musica pop(ular) può essere un bel po' di cose. Qui, comunque, il virgolettato è meglio metterlo perché è un termine fin troppo generico.
  • Almotasim
    9 feb 18
    Non li amo, ma "School" e' bellissima.
  • Almotasim
    9 feb 18
    Bella definizione, as usual...
  • zappp
    9 feb 18
    se solo si fossero mantenuti al livello di questo disco X 2/3..
  • hjhhjij
    9 feb 18
    Be per me lo hanno più o meno fatto, almeno fino alla colazione. L'ho detto questo è irripetibile, secondo me, ma i due successivi sono due dischi molto belli e anche la colazione comunque è un disco pop notevole. A me piacciono anche i primi due, che non si caga nessuno.
  • Disco immenso, ma io sono più legato a Famous last words.
Supertramp: Breakfast In America
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Disco pop bellissimo, mi è sempre piaciuto molto. Non arriva al 5 ma ci va vicino, davvero un ottimo disco (e nemmeno il loro migliore, poi). Pezzi come "Goodbye Stranger" "Gone Hollywood" "Casual Conversations" e "Child of Vision" valgono il prezzo del biglietto, anzi del disco.
Survivor: Eye Of The Tiger
CD Audio Ce l'ho ★★
Tamarrissimi.
Swans: Greed
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Swans: Holy Money
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Swans: Young God
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
TOTALE.
Swans: The Burning World
CD Audio Ce l'ho ★★★★
3,5/4. La parentesi Folk degli Swans. Un episodio rimasto piuttosto isolato nella loro discografia, è probabilmente il disco meno interessante dello straordinario gruppo di Gira. Non mancano comunque i momenti validi, c'è per altro una splendida cover dei Blind Faith che per me è l'episodio più riuscito di questo The Burning World. Se questo può essere considerato un "mezzo passo falso" c'è da dire che già col successivo si rifaranno alla grande. Ma di brutto.
  • Psychopathia
    10 feb 13
    a me non piace neanche the great annihilator... leggerino. vorrei comprare white light... ma c'è solo usato a prezzi da urlo. gira è uno stronzo: lo ristamperà mai? chi sa parli...
  • Don_Pollo
    10 feb 13
    Gira non vuole mai ristampare la roba, poi quando succede non so come mai. The Burning World comunque non è brutto, ma è l'unico passo falso del gruppo. Non fosse per quella perla immensa di "God Damn The Sun" sarebbe dimenticabilissimo.
  • hjhhjij
    10 feb 13
    The Great ancora non l'ho ascoltato, sono proprio a White Light capolavoro ma comprarlo originale sarà un'impresa titanica. Guarda Don a me questo è piaciuto non lo giudicherei addirittura come passo falso, am come episodio minore sicuramente si. Probabilmente è il loro meno bello (fossero tutti così i dischi meno belli dei gruppi) e sicuramente il meno interessante. Un episodio unico e isolato nella loro discografia. Il che non è male ;)
Swans: The Seer
CD Audio Ce l'ho
Swans: Cop / Young God / Greed / Holy Money
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Swans: Love of Life
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il fratello minore di "White Light From the Mouth of Infinity" poco ha da invidiare al suo predecessore. Disco bellissimo, aperture melodiche straordinarie e sempre più numerose, il Folk epico e decadente degli Swans primi anni '90 regala emozioni purissime. Tanti i pezzi abbastanza intensi da far scendere una lacrima. Capolavoro nel capolavoro ? Forse, "She Cries (For Spider)"
  • GIANLUIGI67
    4 feb 14
    White Light......" secondo me rimane il miglior lavoro degli Swans "2 fase", comunque al pur buono "Love of Life" preferisco il precedente "The Burning World "
  • hjhhjij
    4 feb 14
    Ma The Burning World è precedente anche a White Light... Love of Life comunque è parecchio più personale e ispirato, secondo me. Concordo invece su White Light. Anzi per me è proprio uno dei loro migliori di sempre.
  • GIANLUIGI67
    5 feb 14
    certo è il disco precedente a "White Light......", comunque grandi lavori, nulla da dire.
  • GIANLUIGI67
    5 feb 14
    certo è il disco precedente a "White Light......", comunque grandi lavori, nulla da dire.
Swans: The Great Annihilator
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Sarà anche uno dei loro più accessibili e leggeri ed è sicuramente inferiore ad altri lavori degli immensi cigni ma per me resta anch'esso una figata. Discone, magari 5 palle son troppe ma in ogni caso non andrebbe mai sotto le 4 palle molto, molto abbondanti, ed ecco qui.
  • Psychopathia
    2 ago 13
    non credo di essere mai arrivato in fondo a 'sto disco, ma de gustibus... PS: hai mai ordinato su discogs? ho appena preso il cd di cui si parlava (quello di occhioni grossi) e quando ho pagato tramite paypal non mìè riuscito di avere la spedizione "insured". non è che rischio grosso? in genere tramite amazon dai privati in germania m'arriva tutto, ma con discogs com'è? è da lì che spediranno il pacchetto...
  • hjhhjij
    2 ago 13
    Con discogs ho sentito varie persone che hanno avuto problemi con le spedizioni oppure il prodotto era una sola una volta arrivato a destinazione. Per questo sono restio a prendere roba lì, però però le poche volte che l'ho fatto m'è arrivato tutto e senza problemi, magari ho avuto culo. Con Amazon sempre tutto liscio.
Swans: Filth
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Swans: Cop
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Swans: Children Of God
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Epico, dio cigno. E-P-I-C-O. Una delle più riuscite svolte stilistiche di sempre. Tuttavia a mio parere "Filth" e "Young God" non gli sono inferiori.
  • pana
    30 dic 12
    dici che devo metterli nella lista d'attesa?
  • Psychopathia
    30 dic 12
    vedrai quando arriverai a soundtrack for the blind... forse meno progettato ma più pantagruelico! in fondo ai due cd ne vorrai un altro... e allora vai con swans are dead!!!
  • hjhhjij
    30 dic 12
    Non so che dirti, per me sono uno dei più grandi gruppi di sempre, ma non so cosa consigliarti per due motivi: sto andando in ordine cronologico e quindi per ora son fermo a questo che è il quinto (sesto contando l'ep young god), del 1987 e mi manca un bel po' di roba, e soprattutto perché sono una di quelle band in continua evoluzione, crescita e rinnovamento artistico. E sono complessi. Però te li consiglio, si. O parti da questo e soprattutto da "White Light From The Mouth of Infinity" (che non conosco ancora ma dicono essere il più "accessibile" e dicono essere un capolavoro) o vai in ordine cronologico e ti godi tutte le fasi della loro carriera. Però i primi 3 dischi, "Filth" "Cop" e "Young God" (1983-1984) sono quanto di più estremo, nichilista, violento si possa trovare, credo. Zero melodia, ritmi ossessivi, voce da brividi, testi terrificanti. Inzomma, consigliatissimi, però organizzati un po' te.
  • hjhhjij
    30 dic 12
    Psycho, c'arrivo a Soundtrack e ai Live, pian piano c'arrivo :) Ma adesso mi sto godendo codesto.
  • pana
    30 dic 12
    prendo atto... prima o poi mi ascolto qualcosa.
  • hjhhjij
    30 dic 12
    Se posso permettermi, meglio prima che poi. Dai, buttati sull'esordio e vedi che effetto ti fa, nel peggiore dei casi puoi passare a questo (che è completamente un'altra cosa) o ad altri successivi che sono un'altra cosa ancora XD