Parlo da vecchio, come sempre più spesso mi capita. Al concerto di Genova, al Palasport, il 3 gennaio del 70 c'ero, con una combriccola di amici, proprio il concerto immortalato nel film di Veltroni e nel cd recentemente uscito. Insomma, a sedici anni da compiere le opere di De André le conoscevo tutte, eravamo arrivati a "Rimini" e le discussioni su di lui, sul suo presunto imborghesimento, sulle sue vicende personali (ma al rapimento mancavano ancora sette mesi buoni...) e sull'involuzione artistico-poetica che, secondo alcuni, dopo "Rimini", appunto, il nostro stava attraversando.
Con queste premesse ci avvicinammo al Palasport, Padiglione C, un'infamia solo a pensarci, un freddo becco, apre il concerto David Riondino con tre o quattro brani, non ricordo, come lui non ricorderà la lattina che gli tirai.
E poi de André, il solito, quello che conoscevamo e come ci aspettavamo, che chiede scusa in genovese per la voce
("Sun in po' patìu...") e attacca un concerto che sulle prime deludeva i suoi fan per l'eccessiva presenza della Premiata che a volte un pochino lo sovrastava con la sua potenza ma anche i fans della Premiata che li trovavano spenti e poco intraprendenti. Poi tutto molto meglio, c'erano anche gli autonomi che di casino ne fecero, e tanto. Insomma, tipico concerto da fine anni settanta, allora era normale così, c'è stato di mooooolto peggio.
A me piacque moltissimo, e ancor più mi piacque la coesione dei brani (la scaletta non era assolutamente quella riportata sui due dischi live!) e questo per fugare ogni dubbio a proposito della bella osservazione che poco sopra fa il nobile
@[123asterisco] . In effetti, a sentire i dischi, a tratti si ha la nettissima e naturale impressione che il concerto fu un Greatest Hits ed i brani risultassero così per forza "staccati" dalla realtà da cui originavano.
Vera la prima impressione, meno, anzi nulla, la seconda, perché la scaletta era "scientificamente" preparata e per unire tra loro brani tra loro diversissimi per origine e natura. Solo i brani da "La buona novella" furono eseguiti uno dopo l'altro, mossa azzeccatissima.
Per rispondere ad
@[iside] , invece, anche interrogando gli amici del gruppazzo con cui lo vidi allora, il concerto, e con cui ci siamo rivisti, al cinema, per il film di Veltroni, nessuno si ricorda che "Verranno a chiederti del nostro amore" fosse stata eseguita, a Genova, e gente che lo vide in altri luoghi mi dice lo stesso.
Aggiungi al tutto il fatto che Mussida e soci sovraincisero in studio alcune parti venute male a livello sonico in registrazione (la mitica tammurriata coi rototom alla fine del Pescatore!!!, per dirne una...) ed avrai un quadro ancor più completo del tutto.
Ah, il vinile del secondo concerto era anche registrato davvero peggio di quello del primo, e questo, pare, perché fosse stato edito di gran corsa, con gli "avanzi" della prima cernita, e quindi non curato nel mastering come l'altro e, soprattutto, senza sovrappoosizioni in studio.
E nessuno si scandalizzi per il fataccio delle sovrapposizioni in studio, è sempre stata abitudine, forse insana, forse no, delle case discografiche, allora come oggi, alcune volte con esiti anche gustosissimi...
Voglio bene a tutti voi, proprio come foste normali.