Soundgarden: Louder Than Love
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Mi piace parecchio, da sempre è il mio preferito del Giardino del Suono. Più viscerale del maturo "Superunknown", più rifinito del grezzo "Ultramega Ok" è il compromesso perfetto raggiunto dalla musica della band, il disco più compatto e "quadrato". Lo considero uno dei migliori dischi Rock/Hard-Rock usciti a cavallo tra anni '80 e '90. In più questa è la miglior formazione dei Soundgarden ed è al suo massimo, con Yamamoto, gran bassista, importantissimo anche in fase di composizione dei brani. E poi un cantante/autore bravissimo, un chitarrista bravissimo, un batterista pure lui in gran spolvero e quello che viene fuori è un disco molto omogeneo, anche nella qualità dei brani. Oh, io non arrivo a definirlo capolavoro, o considerarlo uno dei "miei" dischi fondamentali, giusto perché considero i Soundgarden degli ottimi allievi che, pur facendo una porca figura, non hanno superato i maestri (le varie ispirazioni della band le conosciamo tutti, non sto qui a ripetere il loro listino della spesa), insomma questione di gusti però questo di fatto trovo sia un disco che rasenta la perfezione, ha solo ottimi brani, dal primo all'ultimo, non un cedimento, non un punto debole, non una canzone poco riuscita, scorre liscio-liscio, è un blocco unico di ottimo hard-rock 2.0. Bellissimo.
Sparklehorse: It's a wonderful life
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Ultimo disco di una triade di capolavori, questo gioiello datato 2001; altro splendido centro per Mark Linkous-Sparklehorse. Disco di una delicatezza spiazzante solo a tratti spezzata ("Piano Fire" "King of Nails" e il momento-follia di Tom Waits in "Dog Door"). Canzoni meravigliose una dopo l'altra e collaborazioni sfruttate alla perfezione (Waits, PJ Harvey e John Parish, Dave Fridmann, questi due oltre a suonare basso e piano in alcuni pezzi sono anche co-produttori). "Eyepennies" eterna...
  • Psychopathia
    16 mar 14
    ho solo quello dal titolo impronunciabile, che è bellissimo. mi sa che questo me lo compro presto
  • hjhhjij
    16 mar 14
    Vivadixie è er mejo ma anche questo... Diciamo che questo è più malinconico, ecco. E ci sono affezionato perché li ho scoperti con questo, attirato da Waits.
  • SilasLang
    16 mar 14
    Rare volte ho avvertito una tristezza così straziante. Solo certe cose degli Eels si avvicinano..
  • hjhhjij
    16 mar 14
    Tra i coevi forse... Ma prima c'è stato sempre Nick Drake, il capostipite.
  • De...Marga...
    16 mar 14
    Sono ignorante in materia e deduco che quanto prima dovrò sopperire a questa lacuna. Posso partire quindi da qui o mi consigli un altro inizio?
  • hjhhjij
    16 mar 14
    Uno a caso dei primi tre, vai tranquillo.
  • SilasLang
    16 mar 14
    eh vabbè, Nick è Nick! Alla fine il filo conduttore è sempre quello: gente non proprio allegra, con un talento allucinante, che spesso ahime è uscita di scena come sappiamo. E pare se la sia scampata, almeno...per ora ;)
  • SilasLang
    16 mar 14
    TUTTI i primi tre, caro De Marga.
  • De...Marga...
    16 mar 14
    Mille grazzzie siete due fantastici ragazzi. Provvederò anche se la mia poca predisposizione per i siti da cui si può usufruire musica, renderà il tutto problematico...ma ne verrò a capo. Ho letto che il cantante ha fatto una brutta fine.
  • SilasLang
    16 mar 14
    e, a quello mi riferivo..si è suicidato due-tre anni fa.
  • hjhhjij
    16 mar 14
    "il cantante" per la precisione, era in realtà l'unico vero membro del gruppo. Mark Linkous= Sparklehorse poi tutti musicisti che ruotavano di disco in disco.
  • hjhhjij
    16 mar 14
    Eh si certo sono d'accordo con S. TUTTI i primi tre. Ma è bello anche il quarto eh, solo non così bello come i primi tre.
Sparklehorse: Good Morning Spider
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Sparklehorse: Distorted Ghost EP
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Buon ep. Quant'è bella "Happy Man" ? E quanto lo è nell'elettricissima versione "Happy Pig" con finale medley che riprende "Pig" ? Poi altra bella cover di un pezzo di Daniel Johnston, dopo "Hey, Joe" qui c'è "My Yoke is Heavy". Insomma un buon lavoro, buon intermezzo tra "Good Morning Spider" e "It's A Wonderful Life".
Spike Lee: 25th Hour
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
Spike Lee: Inside Man
DVD Video Ce l'ho ★★★★
Stanley Donen: Charade
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
AARF: Attoroni (Matthau, Grant, Coburn). AUDREY. Registone. Filmone.
Stanley Kubrick: Shining
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
L'horror e il thriller psicologico ai suoi massimi livelli. L'accoppiata Kubrick-Nicholson è devastante. Ennesimo 5 stelle di Stan.
Stanley Kubrick: Arancia Meccanica
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
Epocale, sconvolgente, scioccante, violento, eccezionale, finale da urlo. Uno dei 10 film più belli di sempre. Non spendo altre parole perchè non ne ho, dico solo che i primi 30-40 minuti e il finale da soli valgono già il 10, tutto il resto si limita a consolidarlo. Storia.
Stanley Kubrick: Full metal jacket
DVD Video Ce l'ho ★★★★★
Uno dei più grandi registi di sempre sforna uno dei 5 film di guerra più belli di sempre. Grottesco e amaro il primo troncone, davvero geniale, mentre il secondo, in Vietnam, è più convenzionale ma è ugualmente un pugno nello stomaco, per realismo e crudezza. L'inutilità della guerra e ciò in cui la guerra trasforma dei semplici ragazzi. Capolavoro immenso.
Stanley Kubrick: Eyes Wide Shut
DVD Video Ce l'ho ★★★★
Il film è quasi un capolavoro eppure, paradossalmente, è uno dei peggiori di Kubrick (questo dovrebbe far capire l'immensità di questo regista e l'altezza delle vette da lui toccate). Grande, grandissimo film, con molteplici chiavi di lettura, scene potentissime, una grande Kidman e un Tom Cruise in una delle sue più convincenti interpretazioni. Splendide regia e fotografia e degno di nota il finale. L'eccellente epitaffio di uno dei più grandi registi della storia.
Film enorme. Crudele, spietato, cinico, il primo grandissimo capolavoro di Stanley Kubrick rimane tutt'oggi tra i suoi film più belli. Non ha difetti, la regia è meravigliosa, la sceneggiatura è di ferro, le prove di Kirk Douglas e di McReady assolutamente strepitose. Probabilmente il più grande film antimilitarista di sempre. La scena dell'esecuzione, nella sua semplice, spietata crudeltà, è di una forza visiva impressionante. Il finale è uno dei più profondi e riusciti di sempre.
  • FrenkyWestSide
    29 mag 14
    Il terzo più bello di Kubrick dopo Arancia e 2001. Tutti questi film e cd che possiedi (credo materialmente e non sul computer scaricati) fanno parte di un'eredità paterna/materna(dubito materna) o è frutto del tuo danaro? Scusami, una piccola curiosità xD
Ulteriori passi avanti per Fagen & Becker in quest'album, dopo il già notevole esordio. Da questo disco comincia a diventare complicato individuare brani trascurabili o cali di qualità, qui siamo già pericolosamente vicini alla perfezione. 8 canzoni una più bella dell'altra, l'una con più spunti dell'altra, dove nel pop certosino della band si fondono alla perfezione tutti i generi possibili della musica uessei, dall"Americana" che esplode nel ritornello stupendo di "The Boston Rag" fino all'irresistibile prurito R&B/Black di "My Old School" passando per il Jazz di "Your Gold Teeth" e spesso tutte queste influenze sono in realtà mescolate assieme, creando uno stile unico, marchio di fabbrica di questi due geni della musica "POP". Dovessi scegliere un pezzo per tutti da questo disco, direi "Show Biz Kids", ecco, questa canzone mi manda fuori di testa. Sublime.
  • hellraiser
    19 set 17
    Mi piace più il debutto ma niente da dire, grande album
  • hjhhjij
    19 set 17
    Oh si, con loro un disco vale l'altro si intende, le differenze sono sempre minime.
  • ziltoid
    19 set 17
    Mai sentito e non credo di trovare la voglia in questo periodo, ma anni fa il cd di pretzel logic girava spesso in macchina, bello bellissimo
  • hjhhjij
    19 set 17
    Ecco con "Pretzel Logic" è proprio impossibile non utilizzare il termine "Capolavoro".
  • zappp
    20 set 17
    e The Royal Scam?
  • hjhhjij
    20 set 17
    Direi che è ancora meglio, ancora più sublime e maturo. Come ho detto altre volte tutta la loro discografia è di altissimo livello, ma da Pretzel ad "Aja" hanno infilato in sequenza 4 capolavori uno meglio dell'altro. Banalmente, proprio "Aja" per me è la vetta ultima.
  • zappp
    20 set 17
    sai cosa mi dispiace?
    E' che fra live ufficiali e semi-ufficiali ancora non ho sentito un live definitivo all'altezza di tutto questo ben di Dio.
  • hjhhjij
    20 set 17
    Purtroppo è vero. C'è il grande live definitivo dei Little Feat, ad esempio, che è immenso, ma non c'è quello dei Dan.
  • zappp
    20 set 17
    quello dei Feat è un monumento.
  • hjhhjij
    20 set 17
    Epocale.
Steely Dan: Aja
CD Audio Ce l'ho
Eccellente esordio a cui seguiranno grandi e indiscussi capolavori. Questo non è ancora a livelli titanici ma è comunque parecchia roba e Fagen/Becker sono già due autori eccellenti, con il loro pop in cui confluiscono svariate influenze musicali con un'armonia e un equilibrio miracolosi. Già circondati da session-man di gran talento (Jeff Baxter alla chitarra in molti brani, per dirne uno), i due genietti ci regalano in questo primo disco canzoni superbe come "Do it Again" "Fire in the Hole" (la mia preferita) e "Turn That Heartbeat Over Again". Ah, io adoro "KIngs" e "Only a Fool Would Say That". Grande inizio di una grande storia.
  • amarolukano
    28 set 16
    Grandi, Gaucho però rimane il top , mi dispiace .
  • bluesboy94
    29 set 16
    E' sicuramente un esordio brillante, tuttavia, come già detto di recente, "Royal Scam" e "Aja" sono i loro due capolavori!
Leggere la definizione perfetta dell'utente Barracuda Blue, prego. Un disco bellissimo, privo di sbavature e ricchissimo di spunti e idee geniali, canzoni perfette si susseguono una dietro l'altra. Scorre liscio come l'olio nella sua miscela di generi così perfetta grazie a due compositori eccezionali come Fagen e Becker. Un brano per tutti, quello che mi esalta di più in assoluto, probabilmente "Charlie Freak". Una meraviglia.
  • Gli sono molto legato.
    Per via di un bellissimo risveglio mattiniero di tanti anni fa: ero nella mia stanzetta da studente universitario fuori sede, solo soletto che il mio compagnuccio di stanza chissà dove era finito a passare la notte.
    Accendo la radio portatile di fianco al letto per svegliarmi del tutto ed è appena partita "Ricky Don't Lose That Number"... Appizzo immediatamente le orecchie: mi piace tutto, il groove del pianoforte bello alto nel mix, gli accordi ricercati e un po' jazz, i cori acidi e urbani. Alla fine del brano per fortuna il disc jockey svela titolo e gruppo, consentendomi di prendere mentalmente nota.
    Con gli Steely Dan ero ancora al palo nel senso di un'unica, inevitabile familiarità con "Do It Again" che aveva impazzato qualche anno prima nelle radio e nelle discoteche.
    Dopo un annetto possedevo tutti i cinque/sei album fino a quel momento pubblicati: musica impagabile, una gioia della vita.
stephen king: carrie
Cartaceo Ce l'ho ★★★★
8/10
stephen king: le notti di salem
Cartaceo Ce l'ho ★★★★
8,5/10
8/10
stephen king: a volte ritornano
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
9/10
stephen king: it
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
9,5/10
stephen king: misery
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
9/10
stephen king: il gioco di gerald
Cartaceo Ce l'ho ★★★★
8,5/10
stephen king: il miglio verde
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
9/10
stephen king: mucchio d'ossa
Cartaceo Ce l'ho ★★★★
8/10
stephen king: buick 8
Cartaceo Ce l'ho ★
3,5/10
stephen king: l'occhio del male
Cartaceo Ce l'ho ★★★★
7,5/10
stephen king: cell
Cartaceo Ce l'ho ★
3,5/10
Dopo l'artisticamente poco fruttuosa vacanza brasiliana ad Hackett nel 1982 è toccato ricominciare a stressarsi e a litigare con la Charisma. Il risultato è questo disco, uscito l'anno seguente, dalla gestazione travagliata e che sarà l'ultimo pubblicato per la storica etichetta di Stratton-Smith (che all'epoca credo gestisse ormai ben poco...). "Highly Strung" mi piace, è un bel disco tutto sommato, superiore non solo a "Cured" (che grazie ar ca) ma per me anche a "Defector" e non mi preoccupo a dirlo. In parte segue ancora una strada molto pop ma molto meno e più raramente che nel precedente. I suoni, quando non sono troppo popposi-plasticosi, sono brillanti, vivaci, decisi, come la chitarra di Hackett che qui torna a fare più di un figurone. Insomma già solo "Casino Royale" (che diventerà un classico delle scalette live di Stefano) si mangia "Cured" e se vogliamo parlare di pop ottantoso "Cell 151" con la sua prima parte molto pop-ruffianosa comunque piscia in testa al pop-curediano. Tutti i pezzi più pop stanno al centro del disco e se "Weightless" e "Walkin Through the Walls" sono scarsine (le uniche del disco a non piacermi) apro l'armadio e tiro fuori lo scheletro: a me piace "Give it Away" la cosa più poppettosa-plasticosa mai fatta da quest'uomo. Tutto il resto sono brani di buonissima caratura ("India Rubber Man" è una delizia, "Group Theraphy" ottima e così via). Bel disco, per me.
  • hjhhjij
    6 set 20
    Ah: molto bello anche l'artwork schizofrenico di Kim, in tono con le sonorità brillanti dell'album. La cosa buona del divorzio dalla Charisma sarà che poco dopo questo disco, lo stesso anno, Hackett dirà "mavaffanculotuttiva" e pubblicherà il suo primo disco tutto per chitarra classica con un'etichetta indipendente (e guarda caso in questo disco non c'è nemmeno un pezzo per classica...). Il batterista in questo disco è Ian Mosley, di lì a un anno batterista dei Marillion, eh si, un po' come Fish che ha cantato nel disco di Banks, c'è questa netta aria di "allievo-maestro". Probabilmente Mosley è scappato nei Marillion dopo che Steve Hackett lo ha fatto suonare in una canzone come "Give it Away" comunque...
Steve Hackett: Guitar Noir
CD Audio Ce l'ho ★★★★
"Guitar Noir" è un bel disco di un artista giunto alla piena maturità, un lavoro raffinato, elegante e dalle atmosfere spesso soffuse, delicate quando non cupe o malinconiche. Questo è anche uno dei dischi in cui Hackett riesce a far convivere meglio la parte acustica e quella elettrica della sua musica, in costante interscambio e dialogo tra loro nella maggior parte delle canzoni, con l'ottimo aiuto delle tastiere di Magnus, seguendo una strada ben definita, ancora lontana da quell'eclettismo furioso che dominerà i suoi dischi del decennio successivo. Poi Hackett lascia che "anima" acustica e "anima" elettrica prendano strade separate e così escono due dei pezzi migliori, due strumentali, "Walking Away From Rainbows" per chitarra classica e "Sierra Quemada" che è il brano elettrico più tipicamente "suo" nello stile chitarristico, brano che sarebbe stato bene anche su "Spectral Mornings" per capirci. Gli altri due pezzi che elevano il disco sono "Vampyre With a Healthy Appetite" e poi, ovviamente, la splendida "There Are Many Sides of the Night" che attraversa da sola l'elettrico, l'acustico e persino l'orchestrale, tutto lo scibile hackettiano, la vetta del disco. Punto più basso, la simpatica ma isolata "Lost in Your Eyes" che stona con il resto e, francamente, è caruccia ma non un granché. Per il resto belle canzoni (in media) raffinate che contribuiscono a fare di "Guitar Noir" uno dei lavori più omogenei e riusciti dell'Hackett elettrico post-'79.
steve hackett: a midsummer night's dream
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Il suo capolavoro. Opera meravigliosa.
Il suo primo disco per chitarra classica, tutta roba strumentale e acustica, ovviamente. Qui non c'è ancora l'orchestra, come sarà nei dischi classici degli anni '90 e '00, e gli unici accompagnamenti alla chitarra classica sono le comparsate del superbo flauto di John (che si prende la scena nelle bellissime "Kim" e "Second Chance") e i sintetizzatori di Magnus che sostituiscono le parti orchestrali, giusto in un paio di brani (soprattutto in "Calmaria"). Disco perfetto per i momenti di quiete, colmo di acquerelli bucolici, atmosfere avvolgenti, note come gocce di rugiada, qualche volta con dolcezza quasi onirica, altre volte con piglio più inquieto, brumoso. Nella ristampa, eccellenti aggiunte di altri tre brani, molto validi ("Time Lapse at Milton Keynes" è una delle migliori del disco, le altre due sono brani tradizionali). La perla resta "Horizons", porto sicuro qui riproposto, 11 anni dopo la prima volta, ma per forza, è presa da Giovanni Sebastiano Ruscello; per il resto, tutto a firma Steve. La Baia dei Re è già un bel disco, devo dire che è quello che mi piace meno degli acustici di Hackett, l'unico che forse non riesce ad avvolgermi nelle atmosfere per l'intera durata. Hackett si affinerà e successivamente tirerà fuori tre dischi classici strepitosi, tutti tra i miei preferiti della sua discografia: "Momentum" ('88) e, con l'orchestra, "A Midsummer Night's Dream" ('97) e "Metamorpheus" ('05).
  • hjhhjij
    9 gen 22
    Nota: io ho la versione con la copertina 2.0 ma nella versione mp3 che ho per l'i-pod mi sono messo la copertina originale (sempre di Kim of course), molto ma molto più bella di questa.
Steve Hackett: Spectral Mornings
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Terzo disco solista, è ovviamente uno dei suoi lavori migliori, il più riuscito dopo l'esordio tra i dischi elettrici. Non è più il laboratorio di stili, generi, cantanti e background musicali diversissimi valido ma un po' confusionario di "Please don't Touch", qui Hackett mette in piedi una band ben definita, con UN cantante, decente e poco usato, ma mantiene comunque l'ecletticità della sua proposta musicale e la voglia di provare sempre cose diverse, dal viaggio in Giappone di "Red Flowers..." alla cupa e più dura "Clocks", passando per momenti ironici come "Ballad of Decomposing Man" (che si canta da solo) o alla spiazzante "Tigermoth" che cambia volto di continuo. Quando poi si butta sulla chitarra classica o sulla sua parte più melodica (deliziosa "The Virgin and the Gypsy" con il meraviglioso flauto di fratuzzo John e la melodia del ritornello, che adoro) allora colpisce, per me, in pieno. Poi vabbè, in apertura e in chiusura di album, i due capolavori che elevano questo disco ad opera di prima qualità, due dei suoi pezzi migliori in assoluto: "Every Day" e la stessa, bellissima, "Spectral Mornings" perché in fondo Hackett quando fa "l'Hackett" con la chitarra elettrica commuove sempre ed è bene ricordare come il cantante migliore nei suoi dischi sia sempre quello con sei corde.
Steve Hackett: Please don't touch
CD Audio Ce l'ho ★★★
Steve Hackett: Voyage Of The Acolyte
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Steve Hackett: Defector
CD Audio Ce l'ho ★★★
"Defector" mi ha sempre lasciato abbastanza freddo e abbastanza deluso, è un discreto lavoro, a tratti anche qualcosa di più, ma non riesco a togliermi dalla testa l'idea che sia il fratellino sfigato di "Spectral Mornings", persino l'artwork di Kim è meno bello di quello precedente. Metà del disco è strumentale, il che non è un gran problema visto che i cantanti raramente sono il punto forte dei suoi dischi (a meno che non avesse assunto a tempo pieno Sally Campovecchio, per dire), i pezzi cantati sono le quiete "Leaving" e "The Toast" classic ballad hackettiane, belle canzoni, e poi i due brani dove Hackett vira maldestramente verso una strada più pop, magari in un tentativo di combinare qualcosa in classifica. Tipo che ti ritrovi "The Show" con quel basso slapposo che dici "ma è Hackett o è AnoderUanBaizddeDast" e che mi piace un sacco... Il basso, dico, la canzone è un po' una schifezza. Così come "Time to Get Out" non brutta ma loffia. In quel 1980, i suoi ex-compari erano molto più ispirati in ambito pop. Poi c'è il divertissement retrò finale, simpatico. Altalenanti anche gli strumentali, pallosa "The Steppes", riuscita e ottima la solare "Jacuzzi", che ve lo dico a fare il pezzo per chitarra classica, non malaccio ma nulla di eccezionale le restanti. Non so, è un netto passo indietro dopo Spectral, da qui per un paio d'anni inizierà una fase più "pop" con il poco riuscito "Cured" e il decisamente più valido "Highly Strung".
Steve Hackett: Beyond the Shrouded Horizon
CD Audio Ce l'ho ★★★★★
Bellissimo disco dell'Hackett "tarda fase", riascoltandolo mi è piaciuto anche di più dei primi ascolti di qualche anno fa. Addirittura lo preferisco di "un'anticchia" a "Out of the Tunnel's Mouth" che già era molto bello e non tentenno nel dire che è uno dei suoi dischi "elettrici" che preferisco, in tutta la sua vasta discografia. La nuova band è rodata e l'ispirazione è alta. Di belle canzoni qui ce ne sono a bizzeffe, a dire il vero non ce ne è nemmeno una che non mi convinca. Hackett non rinuncia del tutto a qualche eclettica variabile, come il rock-blues di "Catwalk" (sezione ritmica Chris Squire-Simon Phillips, 'na bomba) o la doppietta esotica dai sapori medio-orientali di "Waking to Life" (voce solista della cognata di Steve, Amanda Lehmann, anche chitarra ritmica e controcanti vari nel resto del disco) e "Two Faces of Cairo", due grandi brani. Ma è un eclettismo molto misurato, non esasperato. Per il resto va sul sicuro, senza brillare per fantasia (c'è un tema melodico che ricorre per quasi tutta la prima metà del disco) ma con un'ispirazione melodica eccellente (quel tema, per dire, è da brividi) e la sua chitarra qui è un'ira diddio-shubniggurath-horus o qualsiasi divinità si voglia. Le canzoni sono tutte molto belle, ne piglio due ad esempio "Loch Lomond" e "A Place Called Freedom" (dalle sonorità più da ballad americana, come "Looking for Fantasy" bella anche lei), stupende. Ci stanno anche gli intermezzi con chitarra classica. Oh, niente, per me è un discone.
Prima di venir fulminato da una delle mitiche esibizioni dal vivo dei King Crimson (da Bobbo Frippo in particolare), nei mesi estivi del 1969 (Hyde Park), una delle passioni musicali del giovane Hackett, passione mai sopita, era quella per il Blues e il R&B, quello delle radici e di Chicago anche, ma con particolare dedizione per il Blues bianco British, fucina di straordinari chitarristi. E allora in un decennio in cui ha fatto un po' di tutto, perché non realizzare un disco in cui dilettarsi a suonare e comporre un po' di Blues ? E il risultato è assai piacevole secondo me. Ci sono alcune cover, i pezzi più radicalmente Blues (e che dire dell'energico uno-due iniziale "Born in Chicago"-"The Stumble", un inizio perfetto) come anche la title-track ad esempio, ma la maggior parte sono scritti da Hackett che nei brani più riusciti si concentra su una lettura più moderna del Blues e ci infonde anche tocchi di "hackettismo" qua e là rendendo il tutto molto personale (e che bei pezzi sono "Tombstone Roller" e "Big Dallas Sky", ed anche un pezzo più standard e divertente come "Footloose", gran tiro). Hackett si diletta personalmente anche all'armonica, e la suona piuttosto bene, mi pare. Certo non è un capolavoro del genere, alcuni brani pur gradevoli lasciano poco, non è uno dei più viscerali esempi di Blues bianco, ma la passione (e con lui non c'era da dubitarne) Hackett ce la mette eccome, e il disco risulta bello, vivo, convinto, non un annoiato esercizio di stile.
  • Ce l'ho questo disco. Una delusione: ad Hackett manca proprio il giusto approccio al blues, quel lasciarsi andare prerogativa di altri suoi colleghi (Page, Beck, Moore...). E dire che di tecnica ne ha sull'armonica.
    Il blues è una musica facile tecnicamente, difficilissima emotivamente. Bisogna nascerci, e Hackett è nato per altre cose.
  • hjhhjij
    17 ott 20
    Non sono molto d'accordo: tu lo metti a raffronto con i mostri sacri del genere mentre devi pensare che questo per lui era solo un "divertissement" d'omaggio e in quanto tale è anche di buona fattura. Gli manca la visceralità e il "fuoco sacro" dei grandi del genere, questo è chiaro e il Blues è una sua passione ma non il "suo mestiere", ma è un disco suonato quasi sempre con passione, energia e pezzi di qualità. Poi per carità, siamo lontani da qualsiasi vetta nel genere, ne è tra i dischi blues che non vedi l'ora di riascoltare quando ti vien voglia di Blues, è solo un lavoro molto piacevole. Senza metterlo a paragone con chi nasce con la "fiamma sacra del Blues", non posso concordare sul fatto che Hackett fosse, diciamo così, emotivamente fuori fuoco.
  • hjhhjij
    17 ott 20
    "Hackett è nato per altre cose." Poi per carità, questo è sacrosanto. Ma lo sa anche lui.
  • hellraiser
    18 ott 20
    Beh.. sai che non conoscevo per nulla e mi hai messo la pulce nell' orecchio... ci darò un ascolto, grazie