Le recensioni di
@[lector] non le rivediamo perché, un po' tutti, siamo debolini di stomaco e facili alle congestioni.
Il tuo scritto, semplice e sincero, ci riporta alla mente un personaggio, un hombre vertical, come dicono da quelle parti, un artista nel senso più genuino e vero del termine, nato da umilissime origine campesine, cantautore, poeta, regsita, teatrante, intellettuale senza spocchia né arroganza né noia, appunto, da intellettuali "pelosi", che dopo aver "rischiato" la carriera ecclesiastica arrivò a pagar cara la sua militanza comunista e visse appena cinque o sei giorni più del suo Presidente. Il golpe di settembre lo annovera tra le primissime vittime: la moglie dichiarò che la policia glielo aveva mostrato, il cadavere di Victor, crivellato di colpi.
I topi di fogna in uniforme al potere tentarono, senza successo, perfino di eliminare le matrici dei dischi di Jara, per cancellarlo per sempre dalle cose create.
Pare che le ultime parole che sentì furono quelle degli aguzzini che lo canzonavano domandandogli se con le mani in quello stato (gli avevano minuziosamente frantumato tutte le ossa di entrambe le mani) sarebbe ancora riuscito a suonare la sua merdosa chitarra.
Chi si volesse avvicinare alla sua opera, ha ragione su becciu
@[cofras] , può cominciare dall'omaggio che gli porse Daniele Sepe, davvero bello ed esemplificativo.
Ora vado, provo a vedere se 'sto gioiellino di libro si trova ancora da qualche parte...
Cinque stelle atté e cinque al libro, sulla fiducia. Hasta siempre.