Parzialmente d'accordo con
@[Farnaby] , certo.
Se parliamo di "suonare" allora "suonano" molto meglio, ancor oggi, i dischi dalliani da "Come è profondo il mare" al "QDisc", zeppi di intuizioni, anche sonore, che avrebbero fatto scuola per anni.
"1983" e questo "Viaggi Organizzati" pativano un po' della decisione di Lucio di voler a tutti i costi sterzare verso un tipo di sonorità magari meno "sua" e personale ma più al passo coi tempi che, lo ricordiamo per averli vissuti, a livello di pop da classifica prevedevano un certo livellamento verso entità composte da drum machines, sintetizzatori e tastiere ( di cui Dalla, come suo solito, si innamorò perdutamente) e suoni che oggi definiremmo "di plastica" o "preconfezionati".
Per ottenere un suono più "contemporaneo" ma non sputtanarsi come facevano tutti (e non incidere il solito disco con tappeti sonori alla Pet Shop Boys o, peggio, italo-disco...) il buon bolognese si fidò ciecamente di quel geniaccio della produzione che era Mauro Malavasi, vero deus ex machina dietro all'estetica con cui i due vestirono i versi di Lucio. Per cui sintetizzatori alla moda (d'allora), credo il grande Kurzweil al posto dei più datati tipo CP80, ma anche rumori distribuiti qua e là, per nulla disturbanti ma che connotavano in positivo l'onda sonora nuova che Dalla voleva proseguire, stanco com'era delle sonorità da Stadio (intesi come Curreri & Co.) che stancamente andava ripetendo da sei anni e più.... tante cose si possono rimproverare a Dalla ma non certo quella di non cercare cambiamenti, anche a costo di un certo appiattimento un po' tipico della decade che andava attraversando.
Ho sempre adorato l'incedere tangato di "Toro", col suo testo apparentemente di facile interpretazione e "Washington", che non so perché mai viene citata tra le migliori composizione del genietto felsineo.
Certo che se pensate che "Caruso" sia il suo apice, allora avete sbagliato album.
Bravo
@[Martello] ad aver disseppellito 'sto bel discone, bravo.
Poi "Gommalacca", una delle summae della produzione di Battiato, innegabile.
In quanto alla produzione bianca di Battisti, basta considerare che "quel" Battisti non era lo stesso, a molti livelli, di dieci anni prima, eccomenò... E quindi non cadiamo nella solita bagarre "meglio un Battisti o l'altro?"
E poi scusate per le troppe virgolette, mi scapparono un po'.