editoriale di Stanlio

Questo vuol esser solo un vano sfogo poiché oggi m'han bloccato nuovamente l'account, i miei due gruppi e altre due pagine, grazie ad uno o più intelligenti i censori feisbukiani che solo con l'ausilio di una lente d'ingrandimento devono esser riusciti a scovare un capezzolo femminile in ombra che nemmeno un'aquila vedrebbe ad occhio nudo, tra l'altro l'immagine era stata già pubblicata su fb in giugno e nello stesso giorno l'avevo riproposta e niente, anzi no siccome non voglio bestemmiare a ripetizione aggiungo solamente un bel No Commenti.

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editoriale di rallocj

In questo breve inserto vorrei omaggiare uno degli utenti nei quali prima o poi tutti noi ci siamo imbattuti leggendo recensioni, leggendo commenti, sia che noi siamo storici depersonaggi, sia tutto sommato novizi di questo splendido sito.

VIVA Lì, POLETTI... ecco alcuni dei nomi di questo pittoresco personaggio grande fruitore culturale di musica e soprattutto di cinema, sedicente professorone con una spocchia così grande da far dimenticare gente come Carmelo Bene. Poletti, tu con tutti i tuoi 64546 profili, leggenda di questo sito, hai il record incredibile di menzioni e di attriti simpatici e dilettevoli tra gli scritti di queste pagine. Sei il sale di questa piattaforma, una sorta di collante a cui immagino tutti gli storici si sentano in qualche maniera affezionati. E pure io, che sono qui relativamente da pochissimo, a forza di leggere le tue recensioni e i tuoi commenti saccenti mi sono affezionato alla maschera che hai portato dai primi anni di fondazione del sito.

Ti voglio bene anche perché hai recensito più volte il mio artista italiano preferito, ennesima causa di disapprovazione della degente nei tuoi confronti. Quando da non iscritto passavo qualche momento della giornata a leggere voi tutti trovavo i tuoi interventi, Polo, piccanti, a volte davvero divertenti per il loro abominevole tentativo di dire la verità assoluta. Qualche volta mi trovavano d'accordo, altre volte meno, in certe occasioni erano davvero fastidiosi. Ma questo stesso fastidio mi ha spinto ad iscrivermi a questo unico universo di mattatori.

Quindi, POLO, non so ora dove tu sia, da quanto tempo non bazzichi più qua tra noi, ma sappi se leggerai questo scritto che ti voglio bene tanto da avere dedicato un editoriale solo ed esclusivamente per te. E come direbbe IlConte, SAVASANDIR!

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editoriale di splinter

Premessa: so che questo articolo potrebbe apparire estremamente cinico e agghiacciante, che potrebbe anche urtare la sensibilità di qualcuno, in realtà non lo è affatto perché non fa altro che delineare una nuda e cruda verità sull’essere umano; è un invito a riflettere e a rivedere alcuni aspetti della nostra psicologia.

La pandemia di Covid-19 ha infatti messo in luce più che mai una verità assolutamente scomoda, non nuova ma mai troppo sbandierata fino ad ora: l’uomo non sa accettare la morte e la malattia, non sa convivere pacificamente con la loro natura.

Siamo tutti d’accordo, morire non è bello, anzi è bruttissimo, quindi ben venga la prudenza, le cure, i vaccini, la vita sana, la limitazione dei rischi e tutto ciò che può ritardarla il più possibile… Però è una cosa naturalissima, una delle cose forse più naturali del mondo, la fine ovvia di un ciclo vitale. Invece viene vissuta come una tragedia, come un fatto gravissimo, tanto grave da arrivare a condizionare le scelte umane, a costituire un freno alle azioni e a prendere decisioni drastiche e spesso esagerate.

Ricordo ancora quando morì Giovanni Paolo II, ma anche i giorni immediatamente precedenti. A parte che da ateo e antireligioso mi verrebbe da dire “ma chi cazzo sarà mai il Papa?”, ricordo comunque come tutto fu fermato, trasmissioni televisive, persino i campionati di calcio, così come ampie porzioni di stampa dedicate all’agonia del Pontefice… che non era ancora morto, solo tremendamente sofferente. Ricordo poi come il funerale paralizzò l’intero palinsesto, tutte le emittenti televisive collegate col Vaticano, persino MTV che di solito si fermava massimo 5 minuti per il notiziario. Mi viene da domandarmi… In un mondo più consapevole della mortalità e della fragilità umana verrebbe mai interrotta la vita e verrebbe mai fermato il calcio e il palinsesto televisivo solo perché il capo di una confessione religiosa che non interessa necessariamente a tutti sta morendo perché ormai vecchio e malato?

Ho visto poi un simile copione ripetersi in occasione dell’agonia di Nelson Mandela. Clima di apprensione generale e manifestazioni disperate, preghiere con invito a restare in vita ancora a lungo, tutte manifestazioni che sembravano delineare il profilo di un’umanità che non voleva proprio accettare che un uomo di 95 anni ormai malato si stesse spegnendo.

Il top della non accettazione della morte però lo raggiungiamo con i casi di finte vite prolungate all’infinito. Da Eluana Englaro a Welby fino a Dj Fabo, persone la cui vita si era ridotta all’impossibilità di fare qualsiasi cosa, una non vita che loro stessi erano volenterosi di interrompere… e invece no, la si voleva portare avanti anche quando non aveva più nulla da dire, quando non era vita; non si vuole accettare la morte nemmeno quando questa è già cosa concreta, si preferisce una non vita sofferta a una dolce morte, la morte è così un tabù che piuttosto che incontrarla meglio triplicare le sofferenze.

Ed è un tabù anche solo parlarne o accennarla. Attingendo dalle esperienze personali ricordo quando da piccolo si giocava al gioco dell’impiccato o degli anagrammi e venivo fortemente stigmatizzato quando facevo indovinare ai parenti parole come “ambulanza” o “ospedale” (“dai, non sempre parole brutte” dicevano); come se ai bambini si volesse nascondere la triste verità, come se ai bambini si dovesse dire che tutto è bello, che le cose brutte non esistono, poco importa se poi cresceranno in un mare di illusioni e non sapranno digerire le sconfitte della vita.

Ma veniamo ad oggi. In definitiva però la pandemia di Covid-19 è un lampante esempio di non accettazione della morte e addirittura semplicemente delle malattie, e a mio avviso è la sola cosa che nel lungo periodo ci impedirà di dichiarare finita l’emergenza. Finché non disponevamo dei vaccini l’emergenza aveva senz’altro senso, avevano senso le mascherine, aveva senso il distanziamento, il non incontrarsi se non necessario, aveva senso il lockdown ferreo. Perché si era tutti in una situazione di grave rischio, di rischio inaccettabile, una situazione in cui facevi un passo sbagliato o di troppo ed eri morto; una marea di gente che stava bene ed improvvisamente si ritrovava con un tubo in gola solo per essere stata a cena con gli amici o a sciare, come se ogni attività sociale fosse improvvisamente diventata uno sport estremo; e succedeva a tante persone in breve tempo, tanti personaggi famosi ricoverati nel giro di pochi mesi non si erano mai visti.

Poi sono arrivati i vaccini che hanno reso la malattia sostanzialmente leggera, col tempo lo stesso virus è diventato più leggero seppur molto più contagioso, non si sente praticamente più notizia di un personaggio famoso che viene ricoverato per Covid, abbiamo visto poi ammalarsi un sacco di amici e parenti ma è stata per tutti un’influenza o poco più, il ricovero o peggio la morte è ora una fatalità che riguarda fondamentalmente le persone più fragili. Eppure nonostante tutto il Covid continua a venirci presentato come se fosse la peste, reclamando prudenza come se ancora si rischiasse la morte sul colpo, menandola ancora con mascherine e distanziamento, mostrando timore nel rimuovere restrizioni draconiane ormai non più commisurate al rischio... anche se siamo vaccinati.

Ancora oggi sentiamo ai telegiornali titoloni allarmanti del tipo “oggi superati 100.000 contagi, aumenta il tasso di positività, aumentano i ricoveri, più di 100 i morti”, “tragediaaaaa” aggiungerei io, arriva poi il virologo di turno che fa la sua solita retorica sulle mascherine, sul distanziamento, sulla presunta pericolosità dei grandi eventi; mai una volta che vengano sottolineati gli aspetti positivi, tipo che una buona fetta di accessi in ospedale non avvengono per Covid ma i pazienti scoprono di averlo dopo il tampone (scorporarli dal computo totale no eh?), che i ricoveri per Covid riguardano in gran parte persone già dotate di fragilità pregressa e/o particolarmente anziane, che una fetta di persone ricoverate non erano vaccinate (e qui direi “chi è causa del suo mal pianga se stesso”), e che in ogni caso i numeri sono molto lontani da quelli delle ondate pre-vaccinali. Come se non bastasse ogni caso di positività di un personaggio della televisione, della politica o dello spettacolo viene spiattellato con un altro titolone ad effetto “Tizio è positivo al Covid”, “Caio è positivo al Covid”, poco importa se questi è vaccinato con tre dosi e pertanto ha i sintomi di un raffreddore o l’ha scoperto per caso in uno screening, per i giornali è un fatto grave e clamoroso come se avesse contratto la peste. In alcuni casi lo stesso contagiato ne approfitta per fare retorica insopportabile, da Lilli Gruber che si mette ad elencare tutti i sintomi e dice di essersi pentita di alcuni comportamenti spavaldi (gli abbracci) manco si fosse buttata da un ponte fino alla concorrente di Amici che raccomanda le mascherine. Poi c’è Selvaggia Lucarelli che attribuisce i morti alla mancanza di buonsenso e viene raggiunta da trafile di commenti di persone che raccontano di essere state malissimo nonostante le tre dosi di vaccino, come se le influenze nelle passate stagioni fossero delle passeggiate di salute…

Una modalità di comunicazione che non può che riflettersi sui comportamenti del popolo. All’abolizione dell’obbligo di mascherine ancora più di metà di chi entrava all’Esselunga dalle mie parti la indossava, ma anche sui social trovi una mega-trafila di persone che dicono “continuerò ad indossarla".

Il messaggio che con questa comunicazione può passare è: “Cosa l’abbiamo fatto a fare il vaccino se poi devo comportarmi ugualmente come un appestato? Io speravo che dopo il vaccino mi sarei sentito sicuro, non più a rischio”, un messaggio che può contribuire a creare una nuova e fitta schiera di ipocondriaci; ma è anche un messaggio che può addirittura diventare un boomerang e risultare potenzialmente pericoloso e in grado di nutrire la già sostenuta schiera no-vax: “Cosa vi siete vaccinati a fare che tanto vi state tutti ammalando e morendo lo stesso?” (senza nemmeno saper interpretare e confrontare i numeri)…

Quello che poi ho notato è che al verificarsi di un aumento significativo dei contagi e dei morti l’apparato politico-sanitario tende a scaricare le colpe in maniera generale e non mirata, così che anche il popolo più civile ed educato - quello che si è regolarmente vaccinato e nelle fase più acute della pandemia (quelle precedenti al vaccino) ha rigorosamente rispettato le regole - finisce alla gogna solo per il fatto di essere tornato meritatamente alla normalità: se muoiono le persone fragili o non vaccinate la colpa è automaticamente di chi è andato a vedere Vasco o il Palio di Siena; anche le varie misure intraprese nella fase post-vaccinale sono sempre state generalizzate quando potevano benissimo essere mirate: anche dove l’ingresso era consentito con green pass rafforzato… ingresso contingentato, mascherine e distanziamento sebbene praticamente nessuno rischiasse davvero la polmonite interstiziale. Inutile dire che questa tendenza a scaricare le colpe sulla popolazione è un modo per nascondere le proprie mancanze nella gestione della pandemia: voi che rompete le balle ai vaccinati solo perché gli ospedali vanno ancora sotto pressione (cosa che tra l’altro avveniva anche durante i picchi influenzali negli anni passati ma la cosa faceva meno notizia) cosa avete fatto per aumentare i posti letto ed il personale? Cosa avete fatto per evitare le eccessive code al pronto soccorso? Cosa avete fatto per somministrare gli antivirali ai più fragili (evitando un sacco di ricoveri) ora che sono disponibili? Cosa avete fatto per proteggere i più fragili ed anziani (dato che attualmente la pandemia vera e propria è la loro)? Cosa avete fatto per alleggerire il lavoro dei medici di base? E perché non avete avuto il coraggio di introdurre a livello generalizzato l’obbligo vaccinale (dato che la quarta ondata è stata fondamentalmente quella dei no-vax)?

Tuttavia la cosa più paradossale è un’altra. Ho appena detto che non si riesce ad accettare la morte… ma in questo strano periodo storico sembra che quella per Covid-19 sia praticamente l’unica a non venire accettata facilmente, l'unica a far notizia. Ogni giorno muoiono chissà quante persone per i più svariati motivi, infarti, tumori, ictus, incidenti, diabete, ecc… ma quelli gravi, quelli da spiattellare su ogni giornale sono solo quelli di Covid. E così solo per evitare i morti di Covid si prendono misure drastiche, e per evitare tutti gli altri? Vittorio Sgarbi durante il primo lockdown evidenziò più volte come non avesse molto senso lasciare aperte le tabaccherie che ogni anno si rendono responsabili di decine di migliaia di decessi per tumore al polmone; sì, ok, l’obiettivo del lockdown era fermare la diffusione del contagio ed evitare la saturazione degli ospedali, ma dato che in ballo c’era anche il salvataggio di numerose vite permetti che è incoerente salvare la gente dal Covid e permettere il fumo di sigaretta. Fatemi capire bene, quindi esistono morti di serie A e morti di serie B? Decessi che devono tassativamente essere evitati e decessi che invece possono continuare a conteggiarsi indisturbati?

Credo comunque che dietro a questa rinata fobia della morte e della malattia ci sia dietro una ragione ben precisa: ci siamo abituati piuttosto bene. Veniamo da un secolo (facciamo meno, 60-70 anni) relativamente e sorprendentemente sano (chiaramente grazie ai progressi della medicina), con la speranza di vita in costante crescita che è arrivata a superare gli 80 anni, ma quest’ultimo periodo storico è a pensarci bene un’anomalia assoluta in centinaia di migliaia di anni di storia dell’umanità. Ci sembra scandaloso che un virus respiratorio provochi un aumento della mortalità ma ci dimentichiamo che fino a non molto tempo fa si moriva di punto in bianco di tubercolosi, di morbillo, di vaiolo, di peste. Ci siamo spaventati per 100.000 morti in più a fine anno nel 2020 ma è niente in confronto alla peste del 1630 che fece fuori circa un quarto della popolazione del Nord Italia o il vaiolo che sterminò letteralmente le popolazioni azteche nel '500. Inoltre, in aggiunta al periodo storico, ci troviamo anche in un’area geografica piuttosto sana; in Africa è quasi normalità ammalarsi o addirittura morire di malaria, HIV, tubercolosi, colera, ebola, e un'aspettativa di vita superiore agli 80 anni se la sognano, in molti paesi appena appena supera i 50 anni.

E quindi cosa dobbiamo fare per considerare conclusa questa pandemia? Chiuderci in casa a fasi alterne? Portare quelle orrende pezze sul muso che non ci permettono di guardarci in faccia e di sorriderci (oltre che di respirare decentemente) e che ci fanno sembrare degli omini stilizzati inespressivi che camminano? Vivere al 30%? No, semplicemente vivere normalmente come prima ed accettare il fatto che si è aggiunta un'altra malattia e un'altra causa di morte, limitarsi a fare i richiami vaccinali quando necessario ma accettare il fatto che qualche persona in più a letto influenzata ci sarà, che qualche persona in più in ospedale ci sarà, che qualche persona fragile o anziana in più morirà e che il conto dei decessi ogni anno sarà un po' più salato. Recuperare quella mentalità un po' più fatalista e darwiniana che abbiamo perso per strada. Anche perché ora non è più possibile sfuggirne, non possiamo più evitare quel numero di malati e di morti in più, l'unica soluzione sarebbe chiudere tutto ogni volta come la Cina, affossando l'economia e causando la morte economica e psicologica delle persone che fa forse più male di quella fisica. E in ogni caso il meccanismo darwiniano del più forte, in questo caso del più debole che non sopravviverà, ci sarà sempre, è sempre esistito in natura e anche con tutti i vaccini e le medicine del mondo non si può in alcun modo annullarlo, dobbiamo solo accettarlo.

L'unica persona che l'ha capito ha un nome e cognome: Boris Johnson. Assolutamente sciagurata l'idea di puntare sul'immunità di gregge a marzo 2020, siamo tutti d'accordo, idea perversa, irraggiungibile ed ingestibile, per fortuna subito abbandonata. Ma poi, conscio del fatto che il problema di fondo era la mancanza di un vaccino, una volta reso il vaccino disponibile ha avviato una rapida ed efficiente campagna vaccinale. Però una volta vaccinata una grossa fetta della popolazione ha saputo dire basta, non c'era più necessità di limitazioni alle abitudini della popolazione, una popolazione vaccinata è da considerarsi sicura e non deve subire più limitazioni, via così tutte le restrizioni, si punta tutto sui richiami vaccinali, partendo ovviamente dai più fragili, per il resto se c'è qualche ricovero o morto in più è normale e non si può fare molto. Col risultato che il Regno Unito non si è più trovato nella condizione di dover richiudere, quasi a dimostrazione che le restrizioni successivamente adottate dal resto d'Europa sono state dettate più dalla paura che da altro (gli stessi britannici hanno ripristinato le mascherine nei negozi nel periodo dicembre-gennaio, ma più che altro perché la paura fa 90).

Morale della favola: se impariamo ad accettare un po' di più il nostro destino la pandemia è già finita da mesi, se non lo facciamo la pandemia dura altri 10-20 anni. Ora e più che mai: MEMENTO MORI!

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editoriale di puntiniCAZpuntini

Sei uno YouTuber famoso (sì lo so che fa ridere detto cosí, ma purtroppo succede).

Fai un video dove doni 15 mila Cervi a qualche evento caritatevole. Ci metti la musichetta di Studio Aperto. La frase che acchiappa.

Su Youtibe Ci guadagni 70 mila cervi sopra, con un netto di 55 mila cervi.

Quindi il punto è

1) Minca llá, troppo buono sei llá, llá che ti stimo llà

2) Tâgâzzu beneficienza, oh Kagallony? Meglio nulla.

Dicci la tua.

La risposta "lo youtuber è una merda però alla fine la beneficenza è ok" non è valida, perché grazie al cazzo.

Choose yo side mo'fuckers.

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editoriale di JimmyFuma

(PICCOLA e RAPIDISSIMA premessa: giuro che ho scoperto solo adesso questa sezione del sito. Frequentandolo da un annetto circa, non avevo mai fatto caso alla sua esistenza: shame on me. Ma ecco, qui trovate un mio pensiero, che so già perfettamente che non troverà il consenso di quasi nessuno. Ma è una mia idea, e ne vado orgoglioso.)

Lo scritto che vi propongo è frutto di un pensiero che ho meditato e sviluppato approfonditamente nel corso degli ultimi drammatici anni, ma forse, per iniziare ad esporlo - quantomeno in parte - trovo che potrebbe essere (per alcuni) più rassicurante e semplice partire da un'esperienza di vita che ha avuto luogo proprio nel periodo recente, essendo ormai nel pieno dell'estate, tipicamente periodo di vacanze (per qualcuno, però).

Nella fattispecie, qualche giorno fa, un mio compagno di classe (ahimé, avendo solo diciotto anni, mi tocca sorbirmi la scuola) mi ha proposto di andare in vacanza al mare con lui e altri suoi amici per tre giorni. Il programma del break è sempre la solita, ripetitiva, monotona e stancante maratona che, ormai, è nota a tutti: riempirsi di alcol ogni sera, tentare di approcciare qualche ragazza, sballarsi, perdere coscienza (e, talvolta, anche conoscenza)... insomma, divertirsi. Divertirsi... divertirsi... "divertirsi". Ed è proprio da qui che sorge il maledetto ed abominevole problema di cui volevo presentarvi qualche riga, nella ristretta ma sincera speranza di riuscire, quantomeno, ad indurre alla riflessione quelle quattro persone che leggeranno ciò che sto diffondendo.

Ciò a cui mi sto riferendo, infatti, è un'idea malsana e distorta secondo cui, nella vita, si debba dedicare un importante spazio al divertimento e allo svago, dedicandosi ad una serie di attività che possano, in tal senso, accontentare questi desideri, prediligendo, in sostanza, l'ozio. Ma la questione di fondo, qui, è la seguente: il divertimento è ciò di cui ha veramente bisogno il genere umano oggi? Insomma, così tante persone sono solite lamentarsi, quasi in maniera seccata, degli innumerevoli problemi che affliggono il meraviglioso pianeta, di cui non abbiamo esitato a farne disgustosamente razzie, distruggendolo e martoriandolo (vedasi riscaldamento globale). Ma poi, all'atto pratico, questi individui, dal canto loro, non muovono minimamente alcun dito per tentare di porre rimedio a tutte le atrocità di cui si macchia ogni giorno il genere umano, limitandosi ad osservare passivamente il Mondo precipitare nell'abisso più profondo. Personalmente, trovo questo atteggiamento criminale e altezzoso, quasi come se non fosse affare nostro ciò che muove i propri passi a poca distanza da dove abbiamo gettato le basi per la nostra vita. Il fatto è che, purtroppo, siamo talmente assuefatti dal male da non renderci più conto di quando ha luogo un'ingiustizia contro qualcuno o qualcosa (vale a dire ogni secondo della nostra insulsa esistenza). Così facendo, però, perdiamo di vista quello che, secondo me, è l'obiettivo fondamentale della vita, ovvero quello di dedicare completamente sé stessi al miglioramento dell'esistenza del prossimo, chiunque esso sia, per puro amore nei suoi confronti. Invece di fare ciò, invece, la massa preferisce rintanarsi e nascondersi dietro a feste, party, serate in discoteca, bravate di ogni genere, e chi più ne ha più ne metta. Il tutto mentre la nostra stessa esistenza è a rischio, mentre povertà e disuguaglianze si estendono sempre di più, e i Paesi si fanno la guerra. Come si fa ad avere il coraggio di ignorare queste tematiche, e non provare neanche un minimo di repulsione per esse? Perché sia chiaro, è ben noto a tutti l'innumerevole quantità di disastri creati dall'uomo quotidianamente, eppure tutti preferiscono non farsene carico, come se la questione non li riguardasse affatto, come se fossero degli estranei a queste situazioni, quando, in realtà, ci siamo tutti disgustosamente dentro.

In sostanza, io gradirei che invece di comportarci da generali che assistono agli eventi in fase di svolgimento senza battere ciglio, ci mettessimo noi in prima linea, per portare finalmente quel cambiamento che desideriamo, e operare in nome della pace tutti assieme. Ogni giorno, di fronte a me, mi ritrovo persone che preferiscono spegnere il loro cervello e dedicarsi alle faccende della loro vita, come se, in un certo vergognoso senso, la ritenessero più importante di quella degli altri. Tanto per cominciare, sarebbe un bene che iniziassimo a vergognarci di come abbiamo trattato e trattiamo questo Mondo e l'esistenza altrui, ripudiando il nostro modo di agire quotidianamente, la nostra vile e orribile società e il nostro solito modo di pensare. Insomma, dovremmo ricominciare a ripudiare che siamo, e a farci tutti un profondo e lungo esame di coscienza, possibilmente condannando tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Già questa, sarebbe una prima grande dimostrazione di progresso. E fidatevi, non è poco.

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editoriale di ilfreddo

Lo zaino è fottutamente pesante: la vetta di oggi si chiama Presanella e a 3558 metri sul livello del mare il meteo può cambiare in un amen. Nonostante il clima tropicale ho portato oltre al telo termico e kit di emergenza, picozza, ramponi, scarpe da trekking, casco e scarponi pesanti. Parto da casa alle 3.30 del mattino con il paese che dorme silenzioso. I primi due passi li faccio alle 5 quando la fioca luce che precede l'alba prende pian piano vigore, gli ultimi alle 16 con i piedi che fumano e trovano ristoro nelle fresche acque del Sarca. La Val di Genova è meravigliosamente selvaggia ed intonsa. E' nei pressi delle Cascate del Nardis che parte questa traccia amena che pochissimi percorrono, vuoi per il dislivello impressionante, vuoi per l'assenza di rifugi o malghe. Il solo bivacco Berti posto a 2.200 viene utlizzato per quei pochi che decidono di intraprendere l'escursione in due giornate. Mi piace venire in questo posto una volta l'anno e mentre prendo quota penso che sarebbe emozionante vedere un capriolo, un camoscio o magari, perché no, un orso bruno che passa e non mi degna di uno sguardo mentre, rispettoso, lo ammiro in silenzo percorrere il suo salotto di casa.

Arrivo al Berti alle 7 circa. Il bosco è 400 metri più sotto e lascio al bivacco le scarpette da trekking e le birre che ho cura di mettere in un catino dove c'è la pompa dell'acqua. Qualcuno che è già salito da almeno due ore ha lasciato il fornelletto a gas e così mi concedo un caffé insperato che è una gran goduria. Caldo! Grondo come in sauna: sembra la fine dell'estate non inizio luglio. Il fiume Sarca in questo periodo solitamente è impetuoso e oggi la portata è ridicolmente bassa. Affronto la morena e mi si para davanti uno spettacolo drammatico. Le Lobbie, l'Adamello, il Corno di Cavento, il Caré Alto, Cima Presena tutte praticamente senza coltre bianca. La neve dell'inverno è già quasi sparita su tutte queste cime ampiamente sopra i tremila e i ghiacciai sono completamente aperti e pieni di rughe (crepacci) con un colore grigio scuro che mi lascia senza fiato. La picozza e i ramponi sono praticamente inutili proprio come temevo. Il versante sud della Presanella che sto affrontando è quasi senza nevai e quel sottile manto che trovo si lascia modellare dal mio scarpone senza che debba utilizzare la "picca". Solo immensi cumuli di granito mi separano dalla vetta che raggiungo rapidamente e senza quasi difficoltà tecniche.

Alle 10 sono in cima e l'aria è così calda che il berretto, i guanti, il piumino non servono. E' sufficiente una banale giacca a vento e rimango lì, per una buona mezzora, a guardare questi ghiacciai agonizzanti mentre mordo un panino, mi idrato e mi riempio di crema 50. Dovrei essere felice per la faticata e la buona forma, nostante abbia passato gli anta e smesso di fare gare da dieci anni, ma vedere tutto questo grigiume mi lascia basito, perplesso con un magone che mi serra il fiato e mi si attorciglia addosso. Mio figlio forse non lo vedrà più un ghiacciaio alpino ma solo una stinta e stretta lingua.

Sono lì che bevo due birre immerso tra i miei pensieri quando il mio amico che lavora al soccorso alpino mi manda un messaggio. "Dimmi che non sei sulla Marmolada! ******** è venuto giù un seracco sotto Punta Rocca!!!"

Quel video che ritrae un fiume di pietre e ghiaccio scendere a valle con una potenza devastante portandosi via decine di vite (16 sono le macchine ancora ferme al Passo Fedaia) mi ha destabilizzato e non solo per le famiglie distrutte. Mi sembra che sia una fotografia della nostra situazione attuale: una biglia che inesorabile scorre veloce su un piano inclinato e ci travolge, ci frana addosso. E' come se i problemi irrisolti accumulati per decenni e rimasti in pericolante equilibro fossero caduti trascinandosi a vicenda in un rotolio infernale senza fine. Vedere quel buco nella seraccata della Marmolada, una montagna che ho scalato enne volte, mi ha lasciato "in sospeso" come questi puntini...

Realizzo che in un contesto drammatico di crisi globali come quella ecologica, economica, sociale, geopolitica non ci sono nemmeno le mie adorate montagne locali a cui mi possa aggrappare per avere un minimo di sicurezza. Uno pensa vigliaccamente sempre solo al proprio orticello del cazzo ed in maniera ignobile fa lo struzzo pensando "fortunatamente non mi riguarda direttamente! Non ancora". Quel buco in mezzo alla Regina delle Dolomiti mi riguarda e non posso fare a meno di chiedermi quanti schiaffoni in faccia, quante pedate nel culo e quanti pugni sul grugno dovremo prendere ancora? Ovviamente non parlo solo di clima.

Poi leggo che adesso arrivano i No-Sic, che negano la siccità, e penso che siamo tornati all'oscurantismo del Medioevo. E allora torno adolescente e mi monta addosso un ribollio sì acuto e velenoso che mi fa pensare ad una cosa talmente orrenda e oscena che no, non la scrivo. Ma la penso, Dio se la penso!

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editoriale di Geo@Geo

Come ogni anno ripartono gli esami alle scuole medie (se non sono già stati eliminati…) e quelli di maturità.

Ci lamentiamo della progressiva ignoranza ormai dilagante, a tutti i livelli (non solo scolastica), eppure il corso di laurea in Tuttologia è la Facoltà Universitaria più gettonata, un boom di iscrizioni, mi dicono: lauree brevi, magistrali, master costosissimi… un successone.

Ci sono degli scienziati, neuroscienziati per la precisione, che stanno studiando il fenomeno, ormai da anni, ma solo recentemente hanno espresso un concetto, che mi è piaciuto e ho condiviso pienamente: la perdita della pazienza cognitiva. Cosa significa? Molto semplicemente: vi è un calo drammatico, o una totale eliminazione, dell’impegno personale a fare ricerche serie e approfondite su argomenti, temi, discussioni che ci interessano.

Questo non vuol dire che non si cerchino informazioni, ma le si vogliono acquisire nel modo più veloce e meno faticoso, ovviamente su internet, sul web dove si possono trovare una quantità di dati e di informazioni infinite, su qualsiasi argomento (da come costruire una bomba a come piegare un calzino!).

Tutto questo non vi suona familiare? Chi di noi non ha mai cercato informazioni sul web? Tutti, anche io, ovviamente. Non sono qui per demonizzare i social media, vorrei solo porre l’attenzione su un fatto: quanto questa opportunità ti porta a credere di sapere tutto, o meglio, di poter apprendere tutto con facilità e senza sforzo alcuno, tranne quello di digitare il quesito? Come un super potere nelle dita.

Ebbene, secondo i risultati di numerose ricerche, si acquisisce la convinzione di poter imparare di tutto, poterne parlare, e dire la propria, senza alcuna comprensione vera, in poche parole, senza alcuna elaborazione personale, o come si diceva una tempo, “senza farlo tuo”.

Se poi ci aggiungiamo la fretta, la voglia di “tutto e subito”, si capisce come ci si possa accontentare di “atomi di conoscenza” (cit.) e non della conoscenza. Essere smart in fondo vuol dire essere veloci, capaci, sicuri, intelligenti e a nessuno piace essere ritenuto lento, stupido, insicuro e poco furbo.

Non sono contro le piattaforme, assolutamente no, ma contro il loro uso eccessivo e malsano: passare meno ore davanti a uno schermo, riporto dei dati, riduce la possibilità di psicopatologia (tipo ansia/depressione), anche se potrebbe non sembrare, e dentro di noi, in fin dei conti, sappiamo benissimo, che un concerto live, un film al cinema, una pizza in un locale…, sono meglio di un paio di pantofole (e non solo ai piedi!).

E come si diceva un tempo: "L’hanno detto in TV", è diventato "E' scritto su Wikipedia", e per carità, non che sia tutto sbagliato, anzi... Scrivere su un sito, come faccio ora, è un privilegio che solo qualche decennio fa pochissimi si potevano permettere, ma forse, come avrebbe detto mia madre, il “troppo stroppia”…

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editoriale di Dislocation

Discorso ozioso, da pausa sul lavoro, tal è e per tale va inteso.

Mi sento addosso odore di snob, o puzza di merdina d'uomo, nella variante del DeBaseriano Classista, perdipiù.

Insomma, ditemi un po' voi... Mi sono scopero classista, nell'accezione DeBaseriana del termine. Quando leggo una recensione e scorgo il nome del recensore, subito lo classifico come "Esclusivamente Recensore" oppure come "Frequentatore Abituale E Recensore". Insomma, non so perché, ma ho sviluppato, non dico proprio un'idiosincrasia, ma comunque una forma simil-repulsoria verso chi frequenta il sito solo per esibire, ogni tot, una recensione, senza mai partecipare alla vita attiva del DeB stesso, senza mai postare un ascolto, un parere, un commento.

Voi direte che è perfettamente legale e permesso dalle dinamiche e dalle regole che il sacro G ci impose nella notte dei tempi, che nulla vieta a chiunque si apra un profiletto di postare poi una recensione, ed avete ragione ma, come già detto poco sopra, mi son scoperto uno spirito merdina/classista, e tendo, forse colpevolmente, a distinguere, nella folla di spostati che frequenta queste pagine, chi le frequenta attivamente e chi invece si palesa solo sporadicamente e soltanto per comunicare i propri tiramenti riguardo ad un'opera di sua scelta. Come molti tra noi anch'io non amo chi fa sfacciatamente promozione per i propri prodotti, musicali od altro, senza addentrarsi in discorsi che si discostino dalla mera autopromozione... poi mi direte che alcuni vecchi debaserioti l'hanno fatto, hanno postato ascolti in cui proponevano proprie creazioni e le hanno sottoposte al giudizio degli altri, ricevendo complimenti, sberleffi, insulti, suggerimenti, insomma, creando discussione ed empatia. Ecco, forse sta qui il distinguo che adopero in quest'argomento: alcuni recensiscono sporadicamente cose e stanno tra noi solo per fare ciò, lo fanno con freddezza ed indifferenza alle dinamiche del sito a cui, evidentemente, non sono minimamente interessati.

Mi piacerebbe sapere che ne pensate, di costoro e del mio atteggiamento verso di loro, se lo condividete o se lo condannate.

Ancora diverso è poi l'approccio di chi scrive "Questo sono io, genio incompreso, questo è il prodotto del mio genio, voglio che sappiate che l'ho creato e l'ho reso disponibile alle orecchie delle Masse".

Ecco, fai così e stai certo che, nel mio piccolo, non ti presterò un ascolto che sia uno e, potendo, ti trancio le recensione in due e ti rinfaccio anche le virgole ed i trattini messi in maniera errata...

Ve l'avevo detto che ero una merdina.

PS perché la 600 D in figura?

Eh.

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editoriale di Bubi

«C'è una crisi energetica in atto. Le imprese sono in difficoltà, molte sono fallite, migliaia di persone hanno perso il lavoro. Ci sono proteste nelle città e sfiducia ed incertezza nel futuro. [...] Ho realizzato che tutte le leggi del mondo non possono aggiustare quel che c’è di sbagliato in America. Troppi di noi ora tendono ad adorare il consumismo e non si preoccupano delle conseguenze delle loro azioni. L’identità umana non è più definita da ciò che si fa, ma da ciò che si possiede. Ma abbiamo scoperto che possedere e consumare cose non soddisfa...»

Questo è un estratto del discorso fatto dal presidente Jimmy Carter quarantacinque anni fa. È ricordato come il "discorso sul malessere."

Però, tante persone pensano di vivere nel migliore dei mondi, nella SOCIETÀ DEL BENESSERE. A chi pensa di vivere nel migliore dei mondi, non mancano gli argomenti: siamo all'avanguardia in campo scientifico e tecnologico. La conoscenza dell'universo e del corpo umano, il progresso nei trasporti, l'evoluzione dei materiali ha trasformato le nostre vite e aperto le porte a nuovi mondi. La scienza medica è all'avanguardia, abbiamo ottimi ospedali, una buona previdenza sociale, siamo lontani dalle guerre, [Fino a tre mesi fa] dalla malattia [un po' meno da un paio d'anni], dalla fame e dalla sofferenza fisica. Dall'alienazione e da una quotidianità priva di vita vera, di piacevoli emozioni, NO.

La nostra vita è sempre più fredda, illusoria, legata mani e piedi al virtuale, poco adatta a noi umani che ci siamo evoluti nelle savane e nelle foreste, dove abbiamo elaborato una vita sociale che non ha niente a in comune col virtuale. Era il 1979 quando Carter fece il discorso sul malessere. Nei quarant’anni che sono seguiti, scienziati, sociologi, filosofi ci rendono conto dei pericoli cui stiamo andando incontro. Voci autorevoli e inascoltate. Questo aumenta il rammarico per quello che si sarebbe potuto fare e che non è stato fatto. Così siamo arrivati a vivere nell’era dove ogni cosa è un marchio, ogni cosa è superflua, ma anche necessaria.

BENESSERE SIGNIFICA : STATO ARMONICO DI SALUTE, DI FORZE FISICHE E SPIRITUALI.

Mai come oggi si fa ricorso a antidepressivi, tranquillanti e droghe di ogni tipo: alcol, eroina, anfetamina, cocaina, allucinogeni, marijuana. I ragazzi mangiano, mangiano, tutto il giorno, ingrassano come dei porcellini e fanno fatica a tenere il culo nei pantaloni, oppure fanno l'opposto mangiano e vomitano per non ingrassare, dimagriscono fino a sfiorare la morte e vanno in cliniche per imparare a mangiare. Si studiano robot che ci fanno tutto, anche le cose più semplici. Alexa accendi lo stereo. Alexa metti il "mi piace" al post di Marianna. L'unica cosa che servirà in futuro sarà la funzionalità del dito indice e la bocca per parlare. Alexa portami un cioccolatino, Alexa portami al bagno, mi scappa. Inventeranno Alexe di tutti i tipi, quella che ti pulisce i denti, quella che ti pettina, quella che ti fa il bagnetto, anche quella che ti pulisce il culo. Perche? Perché non siamo felici e colmiamo i vuoti affettivi con psicofarmaci, droghe, hamburger, grosse macchine e capi all'ultima moda. E se per caso qualcuno trova la soluzione al malessere: «Hei voi che state male ci sarebbe un modo per migliorare...» «NO!» Non ti fanno neanche finire la frase: «Grazie ci teniamo la nostra infelicità. Abbiamo il frigo pieno, due microonde, stereo e televisione. Chiudiamo tutto e mettiamo il catenaccio, così ci possiamo godere la nostra rassicurante infelicità.»

Come ho già scritto, filosofi, sociologi, pensatori ci mettono in guardia sui pericoli. Sappiamo che i social non sono la soluzione alla solitudine, sappiamo che questo benessere materiale è una grande illusione. Ma ci crediamo lo stesso. Ci facciamo indottrinare dalla pubblicità delle multinazionali che devono vendere quello che viene prodotto. Sappiamo tutto, conosciamo benissimo i mali del nostro tempo, ma siamo incapaci di mettere in pratica una soluzione. Potrebbe essere accontentarci di meno vivere parcamente, decrescere un po'. Vivere come 50 anni fa già andrebbe bene, ma guai a pronunciare la parola decrescita, subito suonano i campanelli d'allarme. I politici sono tutti con la campanella in mano, appena sentono qualche parola di buon senso si fingono esperti e dicono la loro sciocchezza quotidiana. Ad esempio: «ma chi è mai stato felice di decrescere? Ci vuole la crescita.»

Non sono in grado di capire il prezzo che si paga, o più probabilmente, i sondaggi elettorali li inducono a chiedere la crescita. Come se non ce ne fosse già abbastanza. Ma perché dobbiamo far diventare il mondo una puzzolente discarica per aver un aspirapolvere col turbo? La nostra società vive di accumulo quantitativo. Mia nonna usava la scopa e non si è mai lamentata. Era felice nella sua casa col gabinetto nel cortile. Aveva amore da dare a nove figli e questo le bastava e bastava anche ai figli. Non pensavano alle cose da avere per stare bene. Se volevano divertirsi inventavano dei giochi da fare per strada. [Anche ai tempi miei, a dir la verità]

I giovani attivisti contro i cambiamenti climatici, sono gretini, perché la più famosa è Greta. Ma quella ragazza non ha mai detto una sola sciocchezza sul surriscaldamento globale.

PARLARE DI BENESSERE OCCIDENTALE È PARLARE DI CAPITALISMO, ANCHE IN CINA

Dopo la fine del comunismo, è l'unico assetto sociale rimasto in piedi. È in declino, forse è già al crepuscolo, nessuno può dirlo con certezza. La maggioranza delle persone non lo apprezza, ma, anche se non piace, lo dobbiamo tenere, non ci sono alternative al capitalismo. Non sappiamo che piega prenderà in futuro, però sappiamo dove ci porterà. Nel surriscaldamento del pianeta.

Inutile aspettare proposte decenti dai politici, pensano solo ad acchiappare voti. Avete mai sentito un leader politico parlare di cambiamenti climatici di sua iniziativa? Solo se un giornalista fa la domanda. MA I CAMBIAMENTI CLIMATICI sono il PROBLEMA degli anni a venire, però i politici preferiscono discorrere di immigrati e di crescita. Non ci capiscono niente e vorrebbero la crescita infinita. Non sanno che crescere implica tante altre cose, quasi sempre negative. Sicuramente la crescita non può essere infinita. I limiti fisici che il nostro pianeta ci impone non possono essere superati. Sulla terra non ci sono risorse infinite, quindi, si devono porre limiti alla crescita. Volenti o nolenti. Se non lo facciamo noi, tra pochi decenni ci penserà la natura a fermare la crescita. E non si limiterà a questo. Non credo nemmeno alla decrescita felice, penso che sarà dolorosa, drammatica per i giovani. Anche provando ad immaginare che ci sia qualche politico dotato di cervello e buone intenzioni, non potrebbe fare niente per cambiare, rendere migliore il capitalismo. Si va troppo veloci e la politica decide in base a criteri finanziari. Il capitalismo non è un "ideologia" è un sistema economico. Non ha un etica, ma incide profondamente su ogni aspetto della nostra vita. Porta solitudine, disturbi mentali, infelicità. Un sistema non può cambiare la propria natura, [il suo scopo è: avere un compenso per il capitale investito] quindi, non potrà mai avere una morale e salvaguardare i beni naturali e tutelare i deboli. Sarà sempre ingiusto, insensibile, crudele.

Se vai al supermercato con l'intenzione di comprare un po' di pane e una saponetta, esci con due buste piene di cose inutili. Buttiamo via un mare di alimenti, compriamo lavatrici, ferri da stiro, asciugacapelli, microonde, frullatori e macchine per fare il pane. Elettrodomestici che ci tengono compagnia. Mentre li usiamo, danno uno scopo alle ore che passano, ci fanno sentire meno soli. Il desiderio di cose, sostituisce il desiderio di persone. Siamo sempre più individualisti e sempre più, nel mondo intero, desideriamo la stessa cosa: avere più soldi. Se ci limitassimo a considerare i soldi come mezzo per comprare quello che serve per vivere, non sarebbe un male. I soldi non sono "il male", è l'importanza che gli diamo che non va bene: il denaro è diventato una nuova forma di culto. Soldi e immagine sono il mezzo con cui si giudica tutto. Sono fondamentali anche nella costruzione dell'identità. Mostrare un Rolex al polso ti dà un identità, vale lo stesso per le automobili i vestiti, le scarpe e le borsette firmate.

L'esportazione del modello di vita occidentale, ha funzionato bene. Adesso il pianeta è un enorme mercato. Un mercato dove l'importante è vendere, consumare e fare profitto. Nient'altro. Non ci sono esseri umani con sentimenti e bisogni, ci sono consumatori, produttori e venditori. La finanza non ha bisogno d'altro. La conseguenza è l'inesorabile declino di tutti i valori e la solitudine come condizione di vita sempre più diffusa. Anche se è camuffata dai cosiddetti social.

Soprattutto in occidente, dopo gli anni sessanta, abbiamo dato sempre maggiore importanza ai beni accessori, voluttuari, per intenderci, quelle cose che non servono a nulla. Siamo anche la società dell’ostentazione del lusso. Alla televisione, alla radio, in internet, per strada, sui giornali, subiamo tutti i giorni una pubblicità prepotente, asfissiante, scassapalle, non ci facciamo più neanche caso, ma questo martellamento quotidiano, forma in noi i "bisogni indotti". Sono quei desideri che non percepiamo volontariamente, ma ci persuadono un po' alla volta, giorno dopo giorno. La pubblicità, la moda e la cultura dominante, inducono anche bisogni di vita. La prova è che moltissimi di noi vogliono essere belli, dinamici, abbronzati, con bei tatuaggi, in perfetta forma. Diversi dal modello di vita di pochi decenni fa. Molto simili a come ci desiderano le multinazionali.

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editoriale di macaco

Si dice che quando si tocca il fondo non resta che risalire, il problema é che il fondo é “più fondo del fondo, degli occhi, della notte e del pianto" e raschiando raschiando il fango non finisce mai. Eppure ci sembra una cosa acettabile; le acque mai ci furono cristalline di aver oggi nostalgia della trasparenza. La torbiditá é un fenomeno dove parte della realtá ci viene negata, l'unica cosa da fare é chiudere gli occhi e cercare quella risposta che é dentro di noi, per quanto consapevoli che é quella sbagliata, e che errare é disumano solo quando si persevera nell'errore.

Senza nessuna veritá non ci resta che far pulizia di menzogne e falsitá, fare spazio per aggregare tutte le cose non dette e mai pensate. Mettersi nella testa dell'altro, individuare le ragioni che portano a credere al contrario di noi stessi. Rinnegare per un breve spazio di tempo certi nostri “valori”, individuarne l´inversione e desinvertire.

La nostra fisicitá, il nostro vivere e sentire quotidiano sembrano appartenere a un mondo troppo distante da tutto quello che non viviamo direttamente. La mappa che ci forniscono attraverso i mezzi d'informazione non ci mostra il vero territorio ma una proiezione del medesimo che ci inganna dicendoci che quella é la vera realtá.

E chi se non il giornalismo e il mondo dello spettacolo la disegna senza mai fermarsi, creando e modificando ció che giá tracciato da altri?

Ammettere di essere manipolati é difficile, ferisce il nostro ego. Appare una vigliaccheria reprimere i dubbi, ed ingannarsi adagiandosi nel conforto di punti di vista ordinari.

Credere di assemblare una buona mappa coi ritagli di giornale é una rassicurante illusione, dopo decenni di mi(s)tificazione dei regimi democratici e delle sue libertá pagate a prezzo di contratto sociale. Con la convinzione di essere liberi nel pensiero e nell´azione non potrebbe mai sfiorarci l'idea di essere anche noi inconsciamente vittima della scuola di Goebbels e Bernays.

Eccosí potremmo anche credere che il Cremlino stia sostenendo una rete di putiniani nostrani che pericolosamente mettono in discussione la veritá. Veritá hollywoodiana fatta di buoni e cattivi, dove ovviamente noi siamo i buoni, proferita fino all'estremizzazione dello scontro duale “o com me o contro di me”, nella cornice di una inaccettabile ma inesorabile decadenza civilizzatoria. L'occidente buono, portatore di democrazia sempre in crociata contro i malvagi illiberali, usando sempre gli stessi subdoli metodi di “open society” delle migliori democrazie neoliberali, dove il privato regna sopra il pubblico e al tempo stesso, paradossalmente, la scelta individuale diventa succube all'imposizione collettiva.

Credo che i tempi siano degni di uno sguardo profondo e di un presa di coscienza, menzogne e propaganda come quella espressa nel Corriere della Sera in questo editoriale, e giornalismo da strapazzo come l´intervista di Massimo Giletti a Maria Zakharova ci devono smuovere verso altri lidi di informazione.

Disinformarsi, questo é il nuovo cammino, la disinformazione deve essere interpretata e usata come negazione di certe veritá ufficiali, l'alter ego della mistificazione, contrappeso per bilanciare questo mondo unipolare. L´informazione indipendente con questa guerra ha dimostrato un livello di correttezza di analisi dei fatti ammettendo un certo sbilanciamento verso un sentimento filorusso come compensazione di una narrativa tutta costruita in favore della Nato. Costruita si; i veri fabbricanti di fake news sono quelli che accusano gli altri di diffonderle, al comparare oggi le notizie e le analisi di gente indipendente si percepisce che é un mondo estremamente piú ricco di qualche testata giornalistica o televisione, in questo senso nutro pochi dubbi.

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editoriale di Ildebrando

Mi piace la musica emergente. Mi piace perché può permettersi alcune libertà che non sono concesse alla musica generalmente passata dalle radio. Appartiene ad una aliena fabbrica di Willy Wonka, dove si producono le più strane creature del Cosmo Delle Sette Note. Alcuni prodotti sono totalmente estranianti, altri hanno la grazia di un arrangiamento essenziale e rimandano al miglior cantautorato degli anni ’70. Alcuni personaggi compaiono e scompaiono; cadono per caso nella immensa officina, come anime di suicidi pronte a trasmutarsi in rovi essiccati. Altri insistono, anche se non raggiungeranno mai la vasta platea cui aspirano e, certe volte, sono visti di lontano, come quando l’emisfero nostro annotta e par di lungi un molin che ‘l vento gira.

Recentemente mi sono imbattuto in tre brani, e in tre provetti cantautori, che mi hanno affascinato. Denominatore comune: la polivibrante alla francese (la pocovibrante o la pocoarrotata).

“Ciao, sono AleXimone, cantautore. È appena uscito il mio nuovo singolo Lucustar, una conversazione tra me e una dolcissima locusta. Oppure è una donna?”

Tra i tre, dobbiamo dirlo, è quello dalla /r/ più vigorosa. Sento la sua voce annunciare il suo stesso brano e resto affascinato dalla sua prosodia. Mi sembra di ascoltare un messaggio che arrivi dalla lontana Transilvania e mi domando se una qualche creatura della notte, se un qualche vespertillo mutaforma abbia deciso di smettere le sue infime raccolte ematiche per guadagnarsi onestamente da vivere, non succhiando sangue, ma cantando. Chiariamoci: non ho intenti parodistici. Davvero ho subito una certa fascinazione da questa voce con un qualche impasto tenebroso. Soprattutto, mi è venuto naturale domandarmi: “una conversazione tra me e una dolcissima locusta? Ma…davvero?”. La presentazione, e l’idea, non potevano che suscitare curiosità. Poi sono andato a sentirmi altri brani di questo AleXimone. “Marshmallow e l’agente immobiliare” mi ha divertito enormemente.

Passiamo, ora, alla /r/ francese più raffinata delle tre. “Zucchero, pane e ciliegie” di Patrizio Maria. Questo è uno di quei brani che fanno ringraziare le leggi universali per aver concesso l’esistenza della musica emergente. “Zucchero, pane e ciliegie” è un pezzo essenziale. È essenziale nell’arrangiamento ed essenziale nel suo titolo. “Zucchero, pane e ciliegie”. È una di quelle combinazioni così ridotte all’osso da suscitare istintuali lacrime. L’ultima volta che ho pianto pensando ad un sintagma, avevo sentito in un brano, cantare, per un compagno disperso al fronte, “ti ho lasciato sul tavolo dell’acqua e del miele”. Patrizio Maria, tuttavia, non ha voluto comunicare solo la archetipica istintualità al pianto, suscitata da quelle cose che ci suggeriscono la più basale ed originaria necessità di accudimento. In “Zucchero, pane e ciliegie”, c’è spazio anche per una simpatica invettiva:

“Ferie d’aprile, ferie d’inverno,

ferie ogni giorno come quelli al governo!”

Da quando ho scoperto questo pezzo, non smetto di ascoltarlo.

L’ultima flebile /r/ di questa piccola carrellata, l’ho trovata in “Perdono”, di Orlando Ferrari.

“Mia madre mi presenta a cento dei suoi amanti,

mio padre mi educava solo con le mani

ed io mi consolavo stringendomi al mio cane

che era di peluche però sapeva amare”

Davvero, questi versi sono un colpo al cuore. Pensate ad un bambino che non trova né nel padre, né nella madre, il sostegno di cui necessita ogni essere umano in fase di sviluppo. Pensate al fatto che solo un peluche riesce a trasmettergli amore. Pensate, infine, che gli oggetti inanimati possono avere personalità, ma sono proiezioni della nostra coscienza. La conseguenza deduttiva è lapalissiana: l’aver scoperto in tenerissima età come, in questo mondo, la sola entità su cui possiamo contare siamo noi stessi.

Zucchero…pane e ciliegie…

Dell’acqua e del miele…

Ditemi nei commenti, quale di questi brani vi ha colpito maggiormente, se vi va. Attendo di leggervi!

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editoriale di asterics

Lista completa (in ordine alfabetico):

1) '90-'99 :

Add N to (X) — On the Wires of Our Nerves (1998) *

Afghan Whigs — Gentlemen (1993) ***

After Crying — Overground Music (1990) *

Air — Moon Safari (1998) *

Air Liquide — The Increased Difficulty of Concentration (1994) *

Alice — Mezzogiorno sulle alpi (1992) *

Alice in Chains — Jar of Flies (1994) *

Alice in Chains — Dirt (1992) ***

Alice in Chains — Alice in Chains (1995) **

Anathema — Alternative 4 (1998) *

Anekdoten — Nucleus (1995) *

Anekdoten — From Within (1999) *

Änglagård — Hybris (1992) *

Änglagård — Epilog (1994) *

Atari Teenage Riot — Delete Yourself! (1995) *

Fiona Apple — When the Pawn Hits the Conflicts He Thinks Like a King What He Knows Throws the Blows When He Goes to the Fight and He'll Win the Whole Thing 'Fore He Enters the Ring There's No Body to Batter When Your Mind Is Your Might So When You Go Solo, You Hold Your Own Hand and Remember That Depth Is the Greatest of Heights and If You Know Where You Stand, Then You Know Where to Land and If You Fall It Won't Matter, Cuz You'll Know That You're Right (1999) **

Aphex Twin — Selected Ambient Works 85-92 (1992) ****

Aphex Twin — …I Care Because You Do (1995) *

Archers of Loaf — Icky Mettle (1993) *

Arrested Development — 3 Years, 5 Months and 2 Days in the Life Of... (1992) *

Ashra — Sauce Hollandaise (1998) *

Aurora Sutra — The Dimension Gate (1994) *

Autechre — Incunabula (1993) *****

Autechre — Amber (1994) *

Autechre — Tri Repetae (1995) **

Eric B. & Rakim — Don't Sweat the Technique (1992) *

Bad Religion — Against the Grain (1990) *

Bardo Pond — Bufo Alvarius, Amen 29:15 (1995) *

Bark Psychosis — Hex (1994) **

Franco Battiato — Gommalacca (1998) *

Lucio Battisti — La sposa occidentale (1990) *

Lucio Battisti — Cosa succederà alla ragazza (1992) *

Lucio Battisti — Hegel (1994) *

Beastie Boys - Check Your Head (1992) **

Beck — Mellow Gold (1994) *

Belle And Sebastian — If You're Feeling Sinister (1996) *

Big Pun — Capital Punishment (1998) *

Bonnie 'Prince' Billy — I See a Darkness (1999) ***

Bim Sherman — Miracle (1996) *

Biosphere — Substrata (1997) *

Björk — Post (1995) *

Black Heart Procession — 2 (1999) *

Black Moon — Enta da Stage (1993) *

Blahzay Blahzay — Blah Blah Blah (1996) *

Blur — Parklife (1994) *

Bohren & der Club of Gore — Midnight Radio (1995) *

Boris — Absolutego (1996) **

Bowery Electric — Bowery Electric (1995) *

Bowery Electric — Beat (1996) **

David Bowie — 1.Outside (1995) ***

David Bowie — Earthling (1997) *

Brainiac — Bonsai Superstar (1994) *

Brainiac — Hissing Prigs In Static Couture (1996) *

Breach — It's Me God (1997) *

The Breeders — Last Splash (1993) *

Jeff Buckley — Grace (1994) ****

Built to Spill — Perfect from Now On (1997) ***

J.J. Cale — Guitar Man (1996) *

Calexico — The Black Light (1998) *

Vinicio Capossela — Liveinvolvo (1998) *

Casino Royale — CRX (1997) *

Cathedral — Forest of Equilibrium (1991) *

Catherine Wheel — Ferment (1992) *

Nick Cave & the Bad Seeds — Henry’s Dream (1992) *

Nick Cave & The Bad Seeds — Murder Ballads (1996) **

CCCP Fedeli alla linea — Epica Etica Etnica Pathos (1990) **

The Charlatans — Some Friendly (1990) *

The Chemical Brothers — Dig Your Own Hole (1997) **

Vic Chesnutt — About To Choke (1996) *

Cocteau Twins — Heaven or Las Vegas (1990) *

Codeine — Frigid Stars (1991) ****

Company Flow — Funcrusher Plus (1997) **

Paolo Conte — 900 (1992) **

Julian Cope — Peggy Suicide (1991) *

Julian Cope — Jehovahkill (1992) *

C.S.I. — Linea Gotica (1996) ******

C.S.I — La terra, la guerra, una questione privata (1998) *

Cows — Sexy Pee Story (1993) *

Current 93 — Thunder Perfect Mind (1992) *

Cypress Hill — Cypress Hill (1991) *

Cypress Hill — Black Sunday (1993) *

Daft Punk — Homework (1997) *

Das EFX — Dead Serious (1992) *

Dead C — Harsh 70's Reality (1992) ***

Fabrizio De André — Le nuvole (1990) *

Fabrizio De André — Anime salve (1996) ****

Death — Human (1991) *

Deconstruction — Deconstruction (1994) *

Constance Demby — Æterna (1995) *

Depeche Mode — Violator (1990) **

Depeche Mode — Ultra (1997) *

dEUS — Worst Case Scenario (1994) *

dEUS — The Ideal Crash (1999) *

Digital Underground — Sex Packets (1990) *

Dirty Three — Horse Stories (1996) *

Dirty Three — Ocean Songs (1998) *

DJ Shadow - Endtroducing….. (1996) ****

Dr. Dre — 2001 (1999) *

Dream Theater — Images and Words (1992) *

Dream Warriors — And Now the Legacy Begins (1991) *

Duster — Stratosphere (1998) *

Bob Dylan —Time Out of Mind (1995) *

Earth — Earth 2: Special Low Frequency Version (1993) **

Earth — Pentastar (1996) **

Echolyn — Suffocating the Bloom (1992) *

Eels — Electro-Shock Blues (1998) ***

Elevate — The Architect (1996) *

EPMD - Back in Business (1997) *

Everything but the Girl — Walking Wounded Album (1996) **

Faith No More — Angel Dust (1992) **

Faith No More — King for a Day... Fool for a Lifetime (1995) ***

Fear Factory — Soul Of A New Machine (1992) *

fIREHOSE — Flyin' the flannel (1991) *

Fishbone — The Reality of My Sorroundings (1991) *

Five Horse Johnson — Blues For Henry (1996) *

The Flaming Lips — Transmissions from the Satellite Heart (1993) *

The Flaming Lips — The Soft Bulletin (1999) *

The For Carnation — Marshmallows (1996) *

The For Carnation — Promised Works (1997) *

Frankie Hi-NRG MC — La Morte Dei Miracoli (1997) *

Edith Frost — Telescopic (1998) *

John Frusciante — Niandra LaDes and Usually Just a T-Shirt (1992) *

Fugazi — Repeater (1990) **

Fugazi — In On The Kill Taker (1993) *

Fugazi — End Hits (1998) **

Fugees — The Score (1996) *

Fu Manchu — The Action Is Go (1997) *

The Future Sound Of London — Lifeforms (1994) *

The Future Sound Of London — Dead Cities (1996) **

Gang Starr — Hard to Earn (1994) **

Gastr del Sol — The Serpentine Similar (1993) *

Gastr del Sol — Camoufleur (1998) *

Gate — The Dew Line (1993) *

Lisa Germano — Geek the Girl (1994) ***

The God Machine — Scenes from the Second Storey (1993) **

Gomez — Bring It On (1998) *

Gorky's Zygotic Mynci - Tatay (1994) *

Grant Lee Buffalo - Mighty Joe Moon (1994) *

Gravitar — Gravitar (1992) *

David Grubbs — The Thicket (1998) *

Guru — Jazzmatazz, Vol. 2: The New Reality (1995) *

GZA — Liquid Swords (1995) *

Handala — Holom (1997) *

PJ Harvey — Dry (1992) *

PJ Harvey — Rid of Me (1993) **

PJ Harvey — To Bring You My Love (1995) **

PJ Harvey — Is This Desire? (1998) *

Hash Jar Tempo — Well Oiled (1997) *

The Heads — Relaxing With... (1996) *

Helmet — Meantime (1992) *

Heltah Skeltah — Nocturnal (1996) *

Lauryn Hill — The Miseducation of Lauryn Hill (1998) **

House of Pain — House of Pain (1992) *

Hum — Downward Is Heavenward (1998) *

I Hate Myself — 4 Songs (1997) *

Incognito — Positivity (1993) *

IQ — Ever (1993) *

Jane’s Addiction — Ritual de lo Habitual (1990) ****

The Jesus Lizard — Head (1990) *

The Jesus Lizard — Goat (1991) *

Daniel Johnston — 1990 (1990) **

The Jon Spencer Blues Explosion — Now I Got Worry (1996) *

Judas Priest — Painkiller (1990) *

June Of 44 — Four Great Points (1998) **

Ketama, Toumani Diabate, Josè Soto — Songhai 2 (1994) *

King Crimson — THRAK (1995) *

Thomas Köner — Teimo (1992) *

Kyuss — Blues For The Red Sun (1992) ***

Kyuss — Welcome to Sky Valley (1994) ***

Labradford — Labradford (1996) **

Landberk — One Man Tell's Another (1994) *

Landberk — Indian Summer (1996) *

Mark Lanegan — Whiskey for the Holy Ghost (1994) **

Lord Finesse — Funky Technician (1990) *

Lord Finesse — The Awakening (1996) *

Low — I Could Live in Hope (1994) *

Lycia — A Day in the Stark Corner (1993) *

Lycia — The Burning Circle and Then Dust (1995) *

Mad Season — Above (1995) ***

Madrugada — Industrial Silence (1999) **

Magic Hour — Will They Turn You On Or Will They Turn On You (1995) *

Magnetic Fields — 69 Love Songs (1999) ****

Massimo volume — Lungo i bordi (1995) **

Massive Attack — Blue Lines (1991) ***

Massive Attack — Mezzanine (1998) ***

MC Solaar — Prose Combat (1994) *

Melvins — Bullhead (1991) ***

Melvins — Lysol (1992) ***

Melvins — Stag (1996) ***

Mercury Rev — Yerself is Steam (1991) *******

Mercury Rev — Deserter’s Song (1998) *

Metallica — Black Album (1991) *

Pat Metheny — Secret Story (1992) *

Ministry — Psalm69 (1992) *

Mobb Deep — The Infamous (1995) *

Mogwai — Come On Die Young (1999) *

Roy Montgomery — And Now the Rain Sounds Like Life Is Falling Down Through It (1998) *

Monster Magnet — Spine of God (1991) *

Monster Magnet — Dopes to Infinity (1995) *

Gary Moore — Still Got the Blues (1990) *

Gary Moore — Blues for Greeny (1995) *

Mooseheart Faith — Golden Light (1992) *

Morphine — Good (1992) *

Morphine — Cure For Pain (1993) **

Morphine — Yes (1995) *

Morrissey — Your Arsenal (1992) *

Mos Def — Black on Both Sides (1999) *

Motorpsycho — Timothy’s Monster (1994) **

Mr. Bungle — Mr. Bungle (1991) **

Mr. Bungle — Disco Volante (1995) **

Mudhoney — Every Good Boy Deserves Fudge (1991) *

Muse — Showbiz (1999) *

My Bloody Valentine — Loveless (1991) ********

Nação Zumbi — Da Lama ao Caos (1994) *

Napalm Death — Utopia Banished (1992) *

Nation of Ulysses — Plays Pretty for Baby (1992) *

Nature and Organisation — Beauty Reaps The Blood Of Solitude (1994) *

Neurosis — Through Silver In Blood (1996) ****

Neutral Milk Hotel — In the Aeroplane over the Sea (1998) *

New Kingdom — Paradise Don't Come Cheap (1996) *

Nine Inch Nails — The Downward Spiral (1994) ***

Nine Inch Nails — The Fragile (1999) **

Nirvana — Nevermind (1991) ******

Nirvana — In Utero (1993) *

Noir Désir — Tostaky (1992) *

N.W.A. — Niggaz4Life (1991) *

Oasis — Definitely Maybe (1994) *

Oasis — (What's the Story) Morning Glory? (1995) *

Obituary — Cause Of Death (1990) *

Oblivians — The Sympathy Sessions (1996) *

Ol' Dirty Bastard - Return to the 36 Chambers: The Dirty Version (1995) *

Opeth — My Arms, Your Hearse (1998) *

The Orb — The Orb's Adventures Beyond the Ultraworld (1991) **

Orbital — In Sides (1996) *

Papa M — Live From A Shark Cage (1999) *

Adam Parfrey — A Sordid Evening Of Sonic Sorrows (1997) *

Pavement — Slanted & Enchanted (1992) **

Pavement — Crooked Rain, Crooked Rain (1994) **

Pearl Jam — Ten (1991) *

Pete Rock & CL Smooth — The Main Ingredient (1994) *

Phish — Picture of Nectar (1992) *

Placebo — Without you I'm Nothing (1998) *

P.M. Dawn — Of the Heart, Of the Soul and Of the Cross (1991) *

Polar Bear — Why Something Instead Of Nothing? (1999) *

Polvo — Today's Active Lifestyles (1993) *

Polvo — Exploded Drawing (1996) *

Popa Chubby — It’s Chubby Time (1992) *

Portishead — Dummy (1994) ********

Primal Scream — Screamadelica (1991) ****

Primus — Sailing the Seas of Cheese (1991) ******

Public Enemy — Fear of a Black Planet (1990) *

Public Enemy — Apocalypse '91... The Enemy Strikes Black (1991) *

Pulp — Different Class (1995) *

Queen Latifah — Nature of a Sista (1991) *

Queens of the Stone Age — Queens of the Stone Age (1998) *

Radiohead — The Bends (1995) *

Radiohead — OK computer (1997) *****

Rage Against The Machine — Rage Against The Machine (1992) ***

Rain Tree Crow — Rain Tree Crow (1991) *

Red Hot Chili Peppers — Blood Sugar Sex Magik (1991) *****

Red Hot Chili Peppers — One Hot Minute (1995) *

Red House Painters — Down Colorful Hill (1992) ***

Red House Painters — Red House Painters (Rollercoaster) (1993) **

Red Red Meat — There's a Star Above the Manger Tonight (1997) *

R.E.M. — Out of Time (1991) *

R.E.M. — Automatic for the People (1992) *

Ride — Nowhere (1990) *

Ride — Going Blank Again (1992) *

Cheikha Rimitti — Sidi Mansour (1994) *

Rodan — Rusty (1994) *

Roni Size & Reprazent — New Forms (1997) *

Fausto Rossi — L’erba (1995) *

Royal Trux — Twin Infinitives (1990) *

Arthur Russell — Another Thought (1994) *

Screaming Trees — Uncle Anesthesia (1991) *

Screaming Trees — Dust (1996) *

Sebadoh — Sebadoh III (1991) *

Sebadoh — Bakesalet (1994) *

Sepultura — Arise (1991) *

Shellac — At Action Park (1994) ***

Sigur Rós — Ágætis byrjun (1999) **

Silver Jews — Starlite Walker (1994) *

Paul Simon — Paul Simon's Concert in the Park (1991) *

Six Organs of Admittance — Six Organs of Admittance (1998) *

Slayer — Seasons in the Abyss (1990) *

Sleep — Sleep's Holy Mountain (1992) **

Slint — Spiderland (1991) **********

Slowdive — Just For A Day (1991) ***

Slowdive — Souvlaki (1993) *

The Smashing Pumpkins — Mellon Collie and the Infinite Sadness (1995) *

Smif-N-Wessun — Dah Shinin’ (1995) *

Elliott Smith — Elliott Smith (1995) *

Elliott Smith - Either/Or (1997) *

Smog — Julius Caesar (1993) **

Smog — Wild Love (1995) *

Sonic Youth — Dirty (1992) **

Soul Coughing — Ruby Vroom (1994) *

Soundgarden — Badmotorfinger (1991) ***

Spain — The Blue Moods of Spain (1995) *

Sparklehorse — Vivadixiesubmarinetransmissionplot (1995) **

Squarepusher — Hard Normal Daddy (1997) *

Squarepusher — Music Is Rotted One Note (1998) *

Stereolab — Transient Random-Noise Bursts with Announcements (1993) **

Subsonica — Microchip Emozionale (1999) *

Suede — Suede (1993) *

Superchunk — No Pocky for Kitty (1991) *

Supreme Dicks — The Emotional Plague (1996) *

Swans — White Light From the Mouth of Infinity (1991) *

Swans — Soundtracks for the Blind (1996) *

Swirlies — Blondertongueaudiobaton (1992) *

Talking Heads — Sand in the Vaseline: Popular Favorites (1992) *

Talk Talk — Laughing Stock (1991) ****

The Tea Party — The Edges of Twilight (1995) *

Teenage Fanclub — Bandwagonesque (1991) *

3rd Bass — Derelicts of Dialects (1991) *

Richard Thompson — Mock Tudor (1999) *

Three Mile Pilot — The Chief Assassin To The Sinister (1994) *

Tiamat — A Deeper Kind of Slumber (1997) *

Timoria — 2020 SpeedBall (1995) *

Tindersticks — Tindersticks (1993) *

Amon Tobin — Bricolage (1997) *

Today Is the Day — Willpower (1994) *

Tool — Ænema (1996) ****

Tortoise — Millions Now Living Will Never Die (1996) **

A Tribe Called Quest — The Low End Theory (1991) ***

A Tribe Called Quest — Midnight Marauders (1993) *

Tricky — Maxinquaye (1995) *

U2 — Achtung Baby (1991) **

Ui — Sidelong (1995) *

Underworld — Beaucoup Fish (1999) *

Unsane — Unsane (1991) *

Unwound — Fake Train (1993) *

Unwound — New Plastic Ideas (1994) *

Unwound — Challenge for a Civilized Society (1998) *

Urban Dance Squad — Life 'n Perspectives of a Genuine Crossover (1991) *

Vampire Rodents — Lullaby Land (1993) **

The Verve — A Storm in Heaven (1993) *

The Verve — Urban Hymns (1997) ***

Von LMO — Cosmic Interceptions (1994) *

Tom Waits — Bone Machine (1992) **

Tom Waits — The Black Rider (1993) *

Tom Waits — Mule Variations (1999) ***

Scott Walker — Tilt (1995) **

Weezer — Blue Album (1994) *

Wilco — Summertheet (1999) *

Wu-Tang Clan — Enter the Wu-Tang (36 Chambers) (1993) ****

Robert Wyatt — Dondestan (1991) **

Robert Wyatt — Shleep (1997) **

Steve Wynn — Fluorescent (1993) *

Neil Young — Mirror Ball (1995) *

Frank Zappa — The Best Band You Never Heard in Your Life [1988] (1991) *

Tom Zé — The Hips of Tradition (1992) *

John Zorn— Naked City (1990) **

John Zorn [Naked City] — Torture Garden (1990) **

2) 2000-’09:

Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O. – La Nòvia (2000) *

Acid Mothers Temple — Electric Heavyland (2002) *

Aesop Rock — Float (2000) *

Aesop Rock — Labor Days (2001) *

Alcest — Souvenirs d’un autre monde (2007) *

Alva Noto — Transform (2001) *

Anekdoten — Gravity (2003) *

Animal Collective — Spirit They're Gone, Spirit They've Vanished (2000) **

Antony and the Johnsons — Antony and the Johnsons (2000) *

Arab Strap — Monday at the Hug & Pint (2003) *

Arcade Fire — Funeral (2004) **

Arctic Monkeys —Whatever People Say I Am, That's What I'm Not (2006) **

Arctic Monkeys — Favourite Worst Nightmare (2007) *

Ashra — @shra + @shra Vol. 2 [1997] (2008) *

At the Drive-In — Relationship of Command (2000) *

Bachi da pietra — Non io (2007) *

Franco Battiato — Fleurs 3 (2002) *

Battles — Mirrored (2007) *

William Basinski — The Disintegration Loops (2002) **

Samuele Bersani — L’oroscopo speciale (2000) *

Bonnie 'Prince' Billy — Ease Down the Road (2001) *

Björk — Vespertine (2001) *

Björk — Medúlla (2004) *

The Black Angels — Passover (2006) **

Black Eyes — Black Eyes (2003) *

Black Keys — Thickfreakness (2003) *

Black Label Society — Mafia (2005) *

Black Mountain — Black Mountain (2005) *

Black Rebel Motorcycle Club — B.R.M.C. (2001)

Black Tape for a Blue Girl — The Scavenger Bride (2002) *

Black to Comm — Alphabet 1968 (2009) *

Blonde Redhead — Melody Of Certain Damaged Lemons (2000) *

Blonde Redhead — Misery Is a Butterfly (2004) *

BlueBob — BlueBob (2001) *

Boards of Canada — Geogaddi (2002) **

Bohren & Der Club Of Gore — Sunset Mission (2000) *

Bomb The Music Industry! – Album Minus Band (2005) *

Bon Iver — For Emma, Forever Ago (2008) *

Bonamassa — A New Day Yesterday (2000) *

The Books – Thought For Food (2002) *

The Books — The Lemon of Pink (2003) *

Bowery Electric — Lushlife (2000) *

Ian Brown — Music of the Spheres (2001) *

Jeff Buckley — Live at Sin-é (Legacy Edition) [1993] (2003) *

Burial — Untrue (2007) **

Bill Callahan — Sometimes I Wish We Were An Eagle (2009) *

Vinicio Capossela — Canzoni a manovella (2000) *

Vinicio Capossela — Ovunque Proteggi (2006) *

Carissa's Wierd — Songs About Leaving (2002) *

Castanets — Cathedral (2004) *

Crystal Castles — Crystal Castles (2008) *

Vic Chesnutt — North Star Deserter (2007) *

cLOUDDEAD — cLOUDDEAD (2001) ***

Clutch — From Beale Street To Oblivion (2007) *

Avishai Cohen Trio — Gently Disturbed (2008) *

Coil — The Ape of Naples (2005) *

Coldplay — Parachutes (2000) *

Comets On Fire — Field Recordings From The Sun (2002) *

Julian Cope — Black sheep (2008) *

Julian Cope —The Unruly Imagination (2009) *

Daft Punk — Discovery (2001) *

D’Angelo — Voodoo (2000) **

Dan Deacon — Spiderman of the Rings (2007) *

Fabrizio De André — In Concerto Volume II (2001) *

Francesco De Gregori — Per brevità chiamato artista (2008) *

Taylor Deupree — Northern (2006) *

The Dirtbombs — Ultraglide in Black (2001) *

Don Caballero — American Don (2000) *

Eels — Daisies of the Galaxy (2000) *

Eels — Blinking Lights and Other Revelations (2005) *

Ekkehard Ehlers — A Life Without Fear (2006) *

Electric Wizard — Dopethrone (2000) ***

El-P — Fantastic Damage (2002) *

The Enemy — We’ll Live And Die in These Towns (2007) *

Espers — Espers (2004) *

The Exploding Hearts — Guitar Romantic (2003) *

Extrawelt — Schöne Neue Extrawelt (2008) *

Faust vs. Dälek — Derbe Respect, Alder (2004) *

Fennesz — Endless Summer (2001) **

The Flaming Lips — Embryonic (2009) *

Fleet Foxes — Fleet Foxes (2008) **

Ben Frost — Theory of the Machines (2006) *

Fuck Buttons — Tarot Sport (2009) *

Alastair Galbraith — Cry (2000) *

Vincent Gallo — When (2001) *

Max Gazzè — Ognuno fa quello che gli pare? (2001) *

Lisa Germano — Lullaby For A Liquid Pig (2003) **

Girls In Hawaii — From Here To There (2004) *

Godspeed You! Black Emperor — Lift Your Skinny Fists Like Antennas To Heaven (2000) **

Godspeed You! Black Emperor — Yanqui U.X.O. (2002) **

Gorillaz — Gorillaz (2001) *

Gorillaz — Demon Days (2005) **

Manuel Göttsching — Joaquin Joe Claussell Meets Manuel Göttsching (2006) *

Gov't Mule — The Deep End, Volume 1 (2001) *

Gridlock — Formless (2003) *

Grouper — Way Their Crept (2005) *

Keiji Haino — “C'Est Parfait” Endoctriné Tu Tombes La Tête La Première (2002) *

Hala Strana — Fielding (2003) *

PJ Harvey — White Chalk (2007) *

Tim Hecker — Radio Amor (2003) *

High On Fire — Blessed Black Wings (2005) *

The Horrors — Primary Colours (2009) *

Rowland S. Howard — Pop Crimes (2009)

Interpol — Turn on the Bright Lights (2002) ****

Enzo Jannacci — The Best (Concerto vita miracoli) (2008) *

Japandroids — Post-Nothing (2009) *

Jay-Z — The Blueprint (2001) *

Jan Jelinek — Loop Finding Jazz Records (2001) *

Jurassic 5 — Power in Numbers (2002) *

Kasabian — Kasabian (2004) **

Kayo Dot — Choirs of the Eye (2003) *

Khanate — Khanate (2001) *

The Killers — Hot Fuss (2004) *

B. B. King & Eric Clapton — Riding with the King (2000) *

The Kooks — Inside in/Inside out (2006) *

Lambchop — Damaged (2006) *

Mark Lanegan — Fields Songs (2001) *

Mark Lanegan — Bubblegum (2004) *

Loose Fur — Loose Fur (2003) *

Low — Things We Lost in the Fire (2001) *

Le luci della centrale elettrica — Canzoni da spiaggia deturpata (2008) *

M83 — Dead Cities, Red Seas & Lost Ghosts (2003) *

M83 — Before the Dawn Heals Us (2005) *

Machinefabriek — Dauw (2008) *

Madrugada — The Nightly Disease (2001) *

Madvillain — Madvillainy (2004) **

Magma — K.A (Köhntarkösz Anteria) (2004) *

The Marked Men — Fix My Brain (2006) *

Matmos — A Chance to Cut Is a Chance to Cure (2001) *

The Microphones - The Glow Pt.2 (2001) *

Modest Mouse — The Moon and Antarctica (2000) *

Roy Montgomery — The Allegory of Hearing (2000) *

Mouse on Mars — Idiology (2001) *

Muse — Origin of Symmetry (2001) **

Natural Snow Buildings — Shadow Kingdom (2009) *

Joanna Newsom — Ys (2006) **

Nine Horses — Snow Borne Sorrow (2005) *

Oasis — Standing on the Shoulder of Giants (2000) *

Okkervil River — Black Sheep Boy (2005) *

Om — God Is Good (2009) *

The Orb — U.F.Orb (2007) *

Pan American — Quiet City (2004) *

Papa M — Whatever, Mortal (2001) *

Pelt — Ayahuasca (2001) *

Piano Magic — Ovations (2009) *

Pink Reason — Cleaning the Mirror (2007) *

Porcupine Tree — Lightbulb Sun (2000) *

Portal — Swarth (2009) *

Portishead — Third (2008) ***

Prefuse 73 — One Word Extinguisher (2003) *

Primal Scream — XTRMNTR (2000) **

Queens Of The Stone Age — Rated R (2000) *

Queens of the Stone Age — Songs for the Deaf (2002) *

La Quiete — La fine non è la fine (2004) *

Radiohead — Kid A (2000) ***

Radiohead — Amnesiac (2001) *

Radio Moscow — Radio Moscow (2007) *

Radio Moscow — Brain Cycles (2009) *

Reflection Eternal — Train of Thoughts (2000) *

Max Richter — Memoryhouse (2002) *

Steve Roden — Stars of Ice (2008) *

Röyksopp — Melody A.M. (2001) **

Shearwater — Palo Santo (2006) *

Shearwater — Rook (2008) **

Shipping News — Very Soon, and in Pleasant Company (2001) *

Sigur Ròs — Takk... (2005) *

Daniele Silvestri — Unò-dué (2002) *

Sleep — Dopesmoker (2003) ***

Elliott Smith — From A Basement On The Hill (2004) *

Soft Hearted Scientists — Uncanny Tales From The Everyday Undergrowth (2005) *

Sparklehorse — It’s a Wonderful Life (2001) *

Spring Heel Jack - AMaSSED (2002) **

Starsailor — Love is Here (2001) *

St. Germain — Tourist (2000) *

St. Vincent — Marry Me (2007) *

Sufjan Stevens — Illinoise (2005) *

Sunn O))) — Black One (2005) *

Supersilent — 6 (2003) *

System Of A Down — Toxicity (2001) *

System of a Down — Mezmerize (2005) *

Telefon Tel Aviv — Fahrenheit Fair Enough (2001) **

Timoria — Generazione senza vento (2003) **

Amon Tobin — Out from Out Where (2002) *

Today is the Day — Sadness Will Prevail (2002) *

Tool — Lateralus (2001) ****

The Unicorns — Who Will Cut Our Hair When We're Gone? (2003) *

Unsane — Visqueen (2007) *

Unwound — Leaves Turn Inside You (2001) *

Üstmamò — ÜstBestMamò (2003) *

Vibracathedral Orchestra — Dabbling With Gravity and Who You Are (2002) *

Wavves — Wavves (2008) *

White Stripes — De Stijl (2000) *

Wilco — Yankee Hotel Foxtrot (2001) ***

Wilco — A Ghost Is Born (2004) **

Brian Wilson — Smile (2004) **

Xiu Xiu — A Promise (2003) *

Yo La Tengo — And Then Nothing Turned Itself Inside-Out (2000) *

Yugen — Labirinto d’acqua (2006) *

Tom Zé — Jogos de Armar (2001) *

Zen Circus — Andate tutti affanculo (2009) *

1 * = 1 preferenza

(se il titolo dell’opera non è stato specificato, la menzione dell’autore vale come una preferenza ad ogni opera menzionata da altri di quell’autore; se invece nessun altro ha menzionato opere di quell’autore, il voto è stato considerato nullo)

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Sondaggio e Esito

Ascolti: 1990 - 1991 - 1992​ - 1993 - 1994 - 1995 - 1996​ - 1997​ - 1998​ - 1999​ - 2000 - 2001 - 2002 - 2003 - 2004 - 2005 - 2006 - 2007 - 2008-2009

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editoriale di Poldojackson

Richard Benson is dead?

Il suo istinto gli ha detto BASTA! Un basta che ci fa male. C'è dolore.

Sul giubbotto di pelle, adornato di lapislazzuli al posto delle borchie, come un faraone Richard è pronto a varcare la soglia dell'altra dimensione, anche se vorremmo visionare la salma con la speranza che sia l'ennesima mistificazione del nativo di Woking. E però sembra di no, questa volta la commedia sembra regolare.

C'è sgomento nell'aria, c'è malinconia più che tristezza. Già manca Philip Henry John, e molto. I depistaggi che non ci saranno più, i contropiedi che non ti coglieranno più, un surrealismo de noantri farcito da millenaria storia imperiale che, distorta, si tramanderà ai posteri in forma orale, d'altronde ha preso da su' nonna.

Il tam tam della dipartita rimbomba su tutte le forme e piattaforme con sospiri, lacrime, rimembranze, ricordi e il non voler cedere da parte della Richard milizia, almeno a caldo, ad aspettare l'evanescenza delle sue verità. Le canzonature dei supporter cercano di preservare, ancora per qualche momento, la trasformazione della percezione di Benson che verrà, e che inevitabilmente si cristallizzerà sul libero lancio di ortaggi e su epitaffi tipo "Benedetto il giorno che t'ho incontrato".

Più che un minuto di silenzio, una pennichella senza sogni, sperando di svegliarci dal riposino e vedere Richard che ci fa l'ennesimo cucù Ottava Nota, e per un momento convincersi che è l'ennesima boutade. Ma questa volta non è così, si sente nell'aria che non c'è più, che non ci "spaventeremo" più, che rimanderemo ancora il momento di diventare vegetariani perché avremo sempre davanti a noi quel pollo.

Con quella sua estetica da borgata aliena è stato un anti maestro che "progressivamente" ha portato le sue matrioske a zonzo per più di cinquant'anni imbucando per ogni decennio il suo "teatro da sogno" trasteverino invitando tutti a bere una gazzosa sul parapetto di ponte Sisto.

E le invidiose obiezioni dall'esterno lasciano il tempo che trovano incenerendosi miseramente in chiacchiericci gallinacei. E che cosa vogliamo contestare ad uno che ci ha regalato la sua autodistruzione cosciente, da Cristo Canaro che era, risvegliando compassione per il bastardo che è in noi, aiutandoci ad accettarlo succhiando olio di croce. L'elisir risveglia la consapevolezza di aver capito di non aver capito un cazzo, come al solito, (Gianni) Neri regali per futuri funerali.

Ed è tutto un tourbillon di premonizioni dove le "conseguenze della Pasqua" ci portano la dipartita fisica del "parrucca", dove, sì, manco er Tevere t'ha voluto, ma le porte di un Simposio del Metallo domiciliato a via delle Albizzie si sono aperte in un (D')abbraccio che ha fatto onore al tuo labbro leporino ricucito alla bell'e meglio, dove la cicatrice interna l'hai sentita sugli incisivi finché li hai avuti.

Non ci preoccupiamo del lascito storico dei tuoi mille giubbotti, sappiamo che come hai saputo conservare una freschezza del gesto gratuito, la canfora (o era il fico sacro?) che hai messo nell'armadio ha allontanato le tarme che attentavano alla tua "giovinezza". Ma grazie a te e con te avremo diciott'anni per sempre, PER SEMPRE!

E dalle ossa dei morti gettate contro il nemico, l'orda dei fan(cazzisti) che ti ha seguito anela ad una tua reliquia, avendo la sicurezza del tuo stato di miroblita che bai-passerà la putrefazione. E la saga costruita su altari fatiscenti miracolosamente tiene la baracca in piedi con quelle accelerazioni al pari del fantomatico pick fall che, come il terzo segreto di Fatima, non ci è mai stato concesso di cogliere, data l'inusitata velocità d'esecuzione.

È che, se a nessuno gli va di fare l'infermiere, nessuno più ci sarà come lui. Ci ha fatto capire di sottrarsi alla schiavitù di essere sempre gli ultimi, quelli in fondo, quelli che in branco si sentono forti, spronandoci a salire sul palco da soli, DA SOLIIIIII!!!, come lui, senza paura, ha sempre fatto.

E anche se ci si districa dai perfidi lacci, il nodo Gordiano permane serrato nello basculare tra realtà e finzione e un documento ufficiale che comprova la vera identità non fa altro che gettare benzina sul fuoco di un delirio di delay richiesti su base di carrellate infernali di stati impervi scatenati dalla cicoria raccolta nel campo antistante la casa a Casal Palocco, agli albori della programmazione della carriera trash capitolina.

Ed è certo che con quell'erba non si va al bagno diecimila volte che per assurdità stimola un anti mistificazione di auto censura su poteri acquisiti dichiarando addirittura in una trasmissione Rai di non poter fare il "doppio corpo", quando testimoni hanno assistito al miracolo di ubiquità di Benson quando contemporaneamente rilasciava un'intervista a Roma e suonava in concerto in Canada davanti a centomila persone. C'è umiltà anche da parte nostra a stare al gioco e non mandarlo mai a "Vancouver".

Ma se uno tira giù una candida Trinità di: "e adesso ritorniamo a noi", "andiamo avanti", "mah, comunque", dopo trasmissioni da urlo e scleri inusitati, come non idolatrarlo mettendoci alla finestra "come un cane che si siede all'ombra di un cipresso guardando il padrone, morto".

Lui, infante, è stato alla festa della morte di Brian Jones; lui da trent'anni sa qualcosa su Paul McCartney e non lo può dire; lui dice le storie "vere"; lui sa il perché è venuto al mondo; solo lui può avere come amico Leon Neon e solo lui ha visto la cresta color platino; lui vuole solo dire la realtà; a lui sono arrivati i poteri (terribili); lui non è diventato un "avocato" di prim'ordine; lui è da Hollywood; lui ha sfilato dalla roccia il bastone infernale.

E quando parte "chi cazzo l'ha detto Pappalardo", è la fine, è l'Armageddon dove: lavora tu vecchiaccia che c'hai la pelle dura, io so' creatura, non posso lavora'. E noi, cuccioli, con le orecchie allenate a sentire il rumore delle lacrime degli altri, imperterriti continuiamo a senti' i dischi.

Non c'è proselitismo perché noi non siamo niente senza di te, quel piano superiore "non ci si compete", c'è una comunella di un "si salvi chi può" tra schifosi consapevoli che mai saranno "figli dei rampolli", dove donne cane incravattate con la voce da uomo ci comunicano messaggi escatologici dove "l'Alpheus aveva il quarto del pienone che avevo io", dove al tuo matrimonio con Ester in mise da cappellaio matto eternizzavi che la tua trasmissione si deve guardare pure in punto di morte, perché ti dà l'energia per ritornare alla vita.

Quanto costano gli ellepì lassù, ancora 2.750 lire come nel 1965? L'inferno dei vivi sta tutto nel capire che non puoi evitare di diventare un drogato anche "con studi a Boston", aveva ragione Eric Clapton.

Buon vecchio Richard ci sei mancato da vivo, figuriamoci da morto: "... e soffrite, soffrite. E fate scendere almeno una lacrima sulla guanscia. CIAO".

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editoriale di POLO

Quanto fa 2022 meno 2012? Lo spazio di tempo corrispondente a un-fucking-decennio include in sé un'infinità di possibili cambiamenti. Mutazioni, espansioni, riduzioni. La musica del 2022 non potrebbe essere più diversa da quella del 2012, e per cercare di capire come, e spiegare come e in che modo, prenderò come base dell'editoriale la top 15 dei migliori dischi del 2012 redatta da Stereogum. Proviamo a vedere cos'è cambiato da allora.

15) El-P - Cancer For Cure – Lui lo conosciamo come quello bianco dei Run The Jewels. Era ed è un ottimo produttore, basti ascoltare il RTJ4, e non c'è molto altro da dire, perché a differenza degli altri rapperz nuovi e up-to-date lui ha sempre fatto la parte del trombone radicale, quello impegnato, ovviamente a supporto di Sanders, e bene o male di figure del genere il pubblico della musica avrà sempre bisogno. Ogni volta che avrete bisogno di un'alternativa, El-P, in coppia con Killer Mike, farà al caso vostro.

14) Chromatics - Kill For Love – Loro è un peccato che si siano sciolti, perché spaccavano e hanno praticamente plasmato il concetto di nostalgia futuribile negli anni 10 – per dire, The Weeknd oggi ha i suoni dei Chromatics del 2007. Piacevano a Lynch, piacevano a me, a te, piacevano a tutti, hanno inciso un altro disco ottimo e per anni hanno montato hype per un album – Dear Tommy – che non è mai uscito. Ripeto, peccato. Questa è musica troppo figa per invecchiare; esistessero ancora, sarebbero di nuovo, com'è giusto, sulla cresta dell'onda.

13) Godspeed You! Black Emperor – Allelujah! Don’t Bend! Ascend! – Sempre ritenuti eccessivamente prolissi e, a farla breve, abbastanza scarsi in culo. Piacciono ora come nel 2012 come nel 1995 a chi a trent'anni gioca a Magic e ha la disinvoltura sociale di un riccio con l'agorafobia.

12) Miguel - Kaliedoscope – Probabilmente era l'unico tombeur del nuovo R&B a trombare realmente con la frequenza e il successo che millantava nelle canzoni. Canzoni che erano anche belline, per altro. È un po' sparito dai radar, ma stiamo sicuri che starà trombando, e quindi stia benissimo.

11) Tame Impala - Lonerism – Questo è stato l'ultimo disco in cui i Tame Impala sono stati tollerabili. Poi sono diventati un raudo nei pantaloni, commettendo il grave errore artistico (ma il geniale passo commerciale) di vendersi alla gen Z come alfieri della neo-psichedelia TikTok-ready.

10) Dirty Projectors - Swing Lo Magellan – Ecco, questa è la cosa più 2012 a cui riesca a pensare pensando al 2012. Solo fino a quell'anno poteva andare di moda musica come questa. Meravigliosa, sofisticata, leggerissima musica. Poi la moda ha deciso che gli hipster dovevano trovarsi un lavoro vero e così è stato anche per le band, tipo questa, che questi si ascoltavano.

9) Chairlift - Something – Rettifico: è questo il gruppo 2012 definitivo. Questa roba è più 2012 del 2012 stesso.

8) The Walkmen - Heaven – Non ne parlo perchè tanto non li conoscete, comunque loro non esistevano già dal 2008.

7) Japandroids - Celebration Rock – Li abbiamo sopravvalutati. Tutti. Abbiamo finto che fossero meglio dei White Stripes, quando non sapevano né suonare la chitarra, né suonare la batteria, né cantare. Ma quante lacrime su 'ste canzonacce! Cinque anni dopo hanno smesso di essere relevant, dopo aver fatto un disco che non si è inculato nessuno in cui arrangiavano le canzoni facendo finta di esserne in grado.

6) Cloud Nothings - Attacks On Memory – Buonissima band, bella croccante e tagliente e rumorosa ed esplosiva, ma anche loro ad oggi non sono pervenuti, nel senso che fanno ancora musica ma questo del 2012 e quello di due anni dopo sono i soli dischi che la gente conosce, e che ai concerti canta. Era ovvio che che non durassero, ma tra i due grande nerd sfigati dell'indie (l'altro è Will Toledo) Dylan Baldi resta il bomber vero.

5) Jessie Ware - Devotion – Stereotipo della popstar non di successo e quindi coccolata dalla critica come se fosse la nuova Kate Bush in erba o comunque il nuovo best kept secret da passarsi sui DropBox redazionali. Avete mai sentito una sua canzone? Vi siete risposti da soli.

4) Swans - The Seer – La rinascita degli Swans è, ad oggi, la più clamorosa truffa rifilata al pubblico hipster, a quel tempo così insicuro e bisognoso di poppare il nettare dell'hype pitchorkiano da sucarsi un band che non c'entrava un cazzo con l'estetica hipster, e che infatti ha accelerato il processo di implosione della bolla dei creativi all'avocado. Disco inascoltabile, ovviamente, ma un filino meglio del qualunquismo noise-guttural-svaccato che venne dopo.

3) Kendrick Lamar – Good Kid, maad City – Capolavoro assoluto per un artista più attuale che mai.

2) Frank Ocean - channel ORANGE – Capolavoro assoluto per un artista più attuale che mai.

1) Fiona Apple - The Idler Wheel Is Wiser Than the Driver of the Screw and Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do – Capolavoro assoluto per un'artista più attuale che mai.

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editoriale di Bubi

Secondo Vladimir Putin, l'Alleanza atlantica si è allargata a Est violando un presunto accordo verbale del febbraio 1990 con gli Stati Uniti. Un tradimento che giustifica l'invasione in Ucraina, possibile prossimo membro della NATO. Gli Stati Uniti non rispondono all'accusa. Però...

... la famosa frase: „NON UN POLLICE VERSO EST,” fu espressa dal Segretario di stato James Baker, nominato da Bush Senior mentre stava implodendo il mondo sovietico. Il 9 febbraio del 1990 incontrò Gorbaciov. Quanto segue è un riassunto del loro lungo colloquio. Baker: «Né il Presidente né io intendiamo trarre vantaggi unilaterali dai processi in corso, gli americani comprendono l'importanza per l'URSS e l'Europa delle garanzie che non un centimetro dell'attuale giurisdizione militare della NATO si diffonderà in direzione est.» Gorbaciov: «Va da sé che un ampliamento della zona Nato non è accettabile». Baker: «Siamo d'accordo con questo». Per Gorbaciov fu una rassicurazione sufficiente, e non chiese mai un impegno per iscritto.

Il presidente George H.W. Bush aveva rassicurato Gorbaciov anche durante il vertice di Malta del dicembre 1989, asserendo che gli Stati Uniti non avrebbero approfittato delle rivoluzioni nell'Europa orientale per danneggiare i sovietici.

Gorbaciov aveva cercato di riformare l'unione sovietica che stava collassando, cercando di introdurre innovazioni economiche e sociali ispirate alle democrazie occidentali. Tutti le hanno sentite nominare: sono la Glasnost' [liberalizzazione, apertura, trasparenza] e la perestrojka [ricostruzione]. Il risultato fu fallimentare e la Russia finì in un caos ancor maggiore che durante l'ultimo periodo sovietico. Instaurare una democrazia di libero mercato in un paese che aveva conosciuto solo dittature, costitutiva un progetto di grandissimo impegno e soprattutto di grande capacità. Gorbaciov è una persona per bene, ma non è un genio. Il suo errore più grande fu di attuare il cambiamento troppo in fretta. [Opinione personale, non sono né un economista né un analista di geopolitica] [Detto tra noi, sono convinto che non ci capiscono una mazza neanche loro 🤔]

Dopo la caduta del muro di Berlino i russi avevano bisogno di aiuto. Gli Stati Uniti avrebbero potuto varare un secondo piano Marshall, come fecero dopo la seconda guerra mondiale con i paesi dell'Europa occidentale. [Per interesse, non per generosità. Però fu una buona cosa e ci guadagnarono tutti.] Si parlò anche di questo negli incontri tra i rappresentanti USA ed i Sovietici. Nei primi anni 90, questo nuovo piano avrebbe potuto includere la Russia e tutto il blocco orientale. Gli USA potevano offrire ai russi l'opportunità di un partenariato di lunga data per coltivare le radici della democrazia nella regione. Questo avrebbe portato grande vantaggio a tutti. Oltre che vantaggi economici, probabilmente ci sarebbe stata una pacificazione vera tra il blocco NATO e gli stati che avevano fatto parte dell'Unione Sovietica.

Ma questa opportunità non è stata colta perché Bush ed i funzionari che lo consigliavano non furono all'altezza. [Non mi stupisce se somiglia solo poco poco al figlio] Peccato perché era un compito lungimirante e di portata storica enorme. Ma, forse, più che incompetenti, erano soltanto interessati ai vantaggi immediati per gli Stati Uniti. Guardavano ai vantaggi immediati 😱 È risaputo che i presidenti americani stanno in carica quattro anni e desiderano soltanto essere rieletti, non ce n'è uno che si possa definire statista. [Nel senso nobile del termine] È risaputo anche che gli sciocchi non concepiscono la politica come l'arte di guardare lontano.

A dispetto delle promesse fatte a Gorbaciov, la NATO andò avanti con l'espansione verso est negli anni '90.

PS. Riguardo l'invasione in Ucraina non mi esprimo perché ce n'è abbastanza su tutte le reti televisive ad ogni ora. Posso solo dire che l'Ucraina indipendente esiste dal 91. La disegnarono a tavolino alcuni anni prima burocrati incompetenti, mischiando etnie diverse. Non so dare un giudizio netto nemmeno su Putin. A me sembra un fanatico nazionalista. Metto da parte le accuse d'essere il mandante di vari omicidi perché anche se sono quasi sicuramente vere, si possono provare solo al 99%. Però è straricco, su questo non ci piove. Siccome ha lavorato una quindicina d'anni come funzionario del KGB, poi ininterrottamente come politico, mi domando: Ma come cavolo hai fatto a diventare talmente ricco da poterti permettere una villa da un miliardo di dollari? Visto che odi tanto i traditori, [affermato in un intervista] non ti senti traditore nei confronti del popolo che guidi e che ti ha pagato quella Versailles sul mar nero che non riuscirai mai a visitare in ogni stanza?

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editoriale di Stanlio

Lui è alto 1,58

Lui è il 33,3% di un trio

Lui ha recitato finora in 16 films

Lui è tifoso dell’Inter (come me, anche se a dir la verità tifo prima per il Cagliari, ahinoi!)

Lui ha scritto finora 3 libri e qui casca l’asino, cioè io che li ho scaricati aggratis in formato PDF e successivamente ultimamente letti di straforo sotto gli occhi del capufficio, non accortosi di nulla credendo fossi impegnato a protocollare mezza montagna di pratiche da lui (il capufficio non Lui lo scrittore) affibbiatami

Ok, sarò breve, anzi brevissimo, a meno che non siate mezzi rincoglioniti e vogliate favi del male (mooolto male alla psiche), vi sconsiglio di leggere tali “libri” poi fate vobis…

Spinto da diverse apparaizioni televisive dove martellavano l’uscita del suo ultimo (di Lui) “Turno di notte” (forse il meno peggio dei 3) edito da Mondadori nel ’21 decisi di leggermelo lì si narra dei suoi trascorsi da infermiere al paesello e della sua venerazione per una suora caposala di cui non mi sovviene il nickname, poi (visto che l’avevo scaricato) passai al suo esordio intitolato “Alto come un vaso di gerani” ancora della Mondadori uscito nel ’12 dove narra i suoi trascorsi al paesello tra oratorio, scuola, fabbrica e ospedale (e si ritrovano anche cose che riporterà poi in “Turno di notte”) dulc… ehm, amarus in fundo mi sciroppai a fatica pure il III° ovverosia “Al Paradiso è meglio credere” sempre di Mondadori del ’15, vera e propria martellata sui comesichiamano, dico solo che dopo qualche paragrafo mi ci sarei pulito il culo, l’ho terminato solo per esser sicuro di non leggere mai più in vita mia qualcosa scritta da Lui, ecco in questo ehm “romanzo distopico” narra le vicende di un falso prete sbarcato nell’aldilà dove non succede niente di interessante sia di là che di qua ma dove la mena alla grande sul suo Dio e varie stronzate legate alla Messa e le sue liturgie sfonda testicoli savasansdir.

Ahò, segnateve er nome de l’autore (e si volete, pure li titoli de li libbbri sua) e statevecene a la larga per er vs. bene, mo ve saluto che se sta a avvicinà er capufficio mio co’ delli plichi destinati a sommerge n’antra vorta la scrivania mia, lo pozzin’… se chiama Giacomo Poretti (Lui lo scrittore non il capufficio)

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editoriale di HOPELESS

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Se pur vago riconoscimento di un ambiente e questo ambiente invece non esiste.
È un gesto che non interessa compiere solo nella frequentazione del nulla,
il profondo è meno sincero, lo so.

Risolte in termini strutturali, solo la rima è casuale, anche se sembra il contrario,
anche se sembra il contrario portare la canzone all'estenuazione
dare alle parole e al loro susseguirsi una strana configurazione,
giovani poeti di ottant'anni e questo fanno. Liceo.

Ad un certo punto ripugnanza per i contemporanei: non mi avranno che in musica.
L'arte non è seria è serio chi la legge, chi la guarda, chi l'ascolta,
ci mette un ottanta per cento di cialtroneria, un po' di tecnica,
un manifesto contro la spazzatura.

È governativa è serva, potere politico, culturale, intellettuale:
rispetta la legge è scritta nei codici Hegel è questa confusione-equivalenza
la concezione borghese del senso gli manca la cosa più importante in realtà:
il disinteresse. Sono io che non capisco loro e non devono avere speranza.

Il disco è intimo come è intima di sfratto
mediocrità nel medio, nel medium, nei media.
Cade la domanda, un tonfo, una ranocchia salta.
Un haiku regalo.

Chi ascolta le canzoni ha una sua astuzia,
risolve i quesiti e le complicazioni del mondo in pochi minuti e
addirittura nelle due direzioni del nulla angoscioso e del nulla ballabile.
È la musica leggera: due palle e due palloncini in cielo.

Le canzoni sono lavoro e pensare al lavoro stanca il pensiero
sono troppo lunghe per la soglia di attenzione.
La promozione, l'intervista è un meccanismo commerciale.
Far piangere di desiderio: questa la funzione della scrittura.

Canzoni che chiudevano un secolo che davano un senso
a tutte le sperimentazioni linguistiche e artistiche di quel periodo
cambiarono il ruolo dell'ascoltatore verso prodotti inutili e di basso livello
essere attivo a reagire alla sopportazione obbligatoria.

Non accade nulla di ciò che viene raccontato
moto parla per modi - non siamo circondati che da contemporanei
io solo sul palco con una luce fissa
quindi il rapporto tra linguaggio e musica termina qui.

Romanzo va alla conquista e alla giustificazione del proprio titolo
l'amore che si conosce solo quando si è soli
difendo che un difetto
un'aria di spionaggio industriale.

Facciamo che il romanzo divide il mondo in due
da una parte il mondo dall'altra il romanzo
che sia finalmente cosa dell'altro mondo
oltremondana.

Senso di colpa e della frustrazione
antierotici antieroici prudenti modici comodi
senti che sinusoidale
Rimbaud commercio ma scelto sulla parola.

Non esiste l'arte così come non esiste la libertà
la mano sui tasti della macchina da scrivere
come si fa su quelli di un pianoforte, e fai uscire quattro parole
parvenu firmato Roland Barthes.

Non è chiesto di dire, solo di apparire
perché l'apparenza
dell'amicizia non importa nulla la detesto non la capisco
il teatro della noia il teatro del ronzio silenzio si dorme.

Critico ha mangiato male la sera prima se ha avuto una notte insonne
la recensione è un prolungamento dell'ufficio stampa e della casa editrice
disco per l'estate
Duchesca è il nome di un mercato di Napoli.

Fraintesi il rogo col godimento. O non fraintesi.
Oggi si ascolta il suono della merce, la merce si legge, la merce si guarda.
I cinque dischi sono forse gli unici che nessuno potrà mai ascoltare come merce.
Artistico è il supporto. Artista è un complice della merce.

Quelle erano vicende discografiche
non è agevole muoversi nella libertà cerco anzi limiti
la libertà sembra solo una voce messa incautamente in giro
oggi è ridicolo dire qualcosa con capo fine e coda.

R˙ascov che butta giù rumori dell'esistenza che sono come uno sbadiglio,
uno starnuto, scrittori minori che non hanno incontrato il loro personaggio
regolare i conti col consorzio umano imprevisto dal mercato
chiamò al telefono:

"Chi è?" - "La voce della coscienza." - "coscienza ~ coscienza..."
"Gli anni sessanta, i miei quadri erano come extraterrestri."
"Vengo tra mezz'ora." - "Va bene... E che mi porti?" - "Eh?"
"Che libro mi porti?" - "Quale frittata?" - "La voce della coscienza."

È un programma al nuovo che poi non esiste molto passato presuntuoso futuro
pochissimo presente molta stanchezza in una scrittura così attenta
non sia importante una loro comprensione - quei testi sono stati delle apparizioni
io facevo i comodi miei - la discografia non aspettava altro - d'avanguardia.

Mi arriva un testo e io faccio così:
se non ci capisco nulla vuol dire che è perfetto.
Poi ci metto una musica fredda, anche quella che non dia nessuna emozione.
Poi vado in sala d'incisione e la canto da seduto, fermo, lo sguardo nel vuoto.

Volontà assoluta di mettere dentro la materia, le cose,
la metropolitana, il ferro, una metafisica al contrario.
Musica una cosa agonistica per cui ad un certo punto esistono le classifiche
la discografia non aspettava altro d'avanguardia.

Duramente rinchiuso nella propria identità consortile
col popolo di internet o col popolo globale
regolare i conti col consorzio umano imprevisto dal mercato
un mondo in cui è tempo di sentirci tutti clandestini.

Librettisti italiani dell'Ottocento: la libertà è un segreto
la libertà di andarsene di non esserci, parecchie generazioni di deficienti
convinti che la libertà fosse partecipazione, le tv sono diventate di partecipazione
e la libertà con partecipazione è cosa industriale.

L'ora esatta. Cos'è unico? L'uovo sodo ne mangio solo uno all'anno
quel giorno quell'uovo, e lo so: non esiste che l'uovo sodo... quel giorno.
Religione è nostalgia di sé di noi quando eravamo Dei ci andammo vicini...
Un dio fuori di noi è ridicolo guardiano.

Resta vita mortale ossia servilismo e opportunismo
dal nulla del poi la vita non può essere vista che come una improvvisazione
nel nostro quartetto non c'è nulla di provato perché nulla è ripetibile
ciò che mettiamo in scena questa sera è una cosa unica che non si ripeterà.

Anche deludente quando lo guardi da vicino
a scuola ho capito che non dipendeva da me ma da loro
l'ora è adesso stasera non ci sono qui c'è il canto umano
è storia nostra, mortale.

Chi ama è una offesa agli affari, all'amministrazione locale:
sfugge alla statistica e al sondaggio all'analisi di mercato
l'amore tanto grande in quanto non dura quell'amore senza prodotto
ma soprattutto finalmente senza futuro.

L'abbiamo conosciuto Romeo ma lo sanno tutti
è il suo amore costruttivo ossia non è l'amore è dicibile ossia è futuro
è arredamento è casa famiglia figli e un buon lavoro non è amore è adeguatezza
diventano anche loro subito merce alimenti del sogno.

L'amore breve che preferisce morire piuttosto che continuare ad essere o diventare
mondo, volavo con la mia auto avrei voluto che non esistessero tragedie sulla terra
non perché fossi buono ma perché non mi disturbassero
il mondo non poteva che darmi fastidio.

La vita è un intralcio un ostacolo dura più della lavatrice
oltre non c'è altro che il posto per farlo l'amore
spezzata la giovinezza resta quel dubbio...
Quale?

Il ragazzino che ero mi intimorisce
è l'autore che ammiro di più
fede e ateismo non sarebbero che due perplessità
un complice della merce, qui c'è il canto umano.

Non accade nulla di ciò che viene raccontato
disco per l'estate entrandoci dentro c'è un'aria di spionaggio
io facevo i comodi miei - la discografia non aspettava altro - d'avanguardia.
Quindi il rapporto tra linguaggio e musica termina qui.

Apocalypse Now e Blade Runner sono il plagio spettacolare.
Sono entrati nelle tenebre del cuore e hanno visto cose.
Dura più della lavatrice.

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Testi e interviste di Pasquale Panella con un intervento di Lucio Battisti.
Sample: "In-Audito Archivio" (Schifano/Oliva) "Il Disco Volante di Mario Schifano", dall'album: Luther Blissett - The Open Pop Star, WOT4 1999.
Detected/sequenced: A.P.R. - Associazione Psicogeografica Romana/Aliens In Roma.
Tagli, suture e remiscelazione: HOPELESS. Napoli 2013 - CYBERFUNK.

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editoriale di Chaturanga

Cosa ha di oscuro questo male ancora nel 2022? Esistono farmaci e cure psicoterapeutiche, all'avanguardia. Ancora oggi però fare "outing", ammettere di essere depressi, ansiosi o avere atattacchi di panico porta ad essere stigmatizzati, non capiti. Colpisce chiunque, non guarda in faccia nessuno, ed è fortemente invalidante, parliamone!!!

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editoriale di IlConte


Qualche riga, solo qualche riga di getto…

Non prendetemi per freddo o distaccato perché sarebbe il colmo. L’eccessiva emotività e sensibilità mi hanno devastato la vita nel bene e, soprattutto, nel male. Un caso da studiare, in pratica.

Premesso ciò, faccio da sempre fatica a capire le reazioni drammatiche dopo la morte di qualcuno. Intendiamoci, ognuno reagisce come cavolo vuole e desidera anche perché il modo non è certo programmato.

Probabilmente la reazione che abbiamo è in relazione al rapporto che “viviamo” con la Nobil Morte.

Essendo, Ella, l’unico evento certo della nostra vita, non mi sorprende mai oltremodo neppure quando avviene in giovane età o per situazioni oggettivamente sfortunate.

Ho sempre pensato che ognuno abbia un suggestivo destino segnato sia per l’esistenza che conduce come per la morte che avrà. Considerando, inoltre, che se si “decide” di condurre un certo tipo di vita terrena è molto più facile non morire centenario in uno ospizio ma molto prima e, spesso, in modo comunemente definito “tragico”.

La morte, spesso non sempre, è proporzionale all’esistenza che abbiamo condotto … e mi sembra anche giusto.

Passare una vita in cui il massimo della trasgressione sono due medie con la pizza settimanale dopo il calcetto oppure devastandosi quotidianamente con una vita intensa e al limite può, anzi dovrebbe, fare la differenza. Ho vissuto per parecchi anni al limite e una esistenza nel suo complesso abbastanza eccessiva e sai benissimo che quel tipo di vita non è certo salutare per vivere a lungo. Anzi penso che chi conduce questo tipo di vita denoti proprio un rapporto molto difficile col diventare anziano, con il saper "vivere" la vecchiaia. Questo ad esempio a me fa paura.

Il mio dramma personale non è verso la morte ma verso la sofferenza. Il mio cuore si riempie di tristezza e dolore quando apprendo che una persona da mesi o anni soffre tantissimo e continua questa “esistenza” in modo straziante e tormentato.

Il mio saluto quindi va a chiunque abbia intrapreso un nuovo viaggio, dopo una vita terrena intensa e complicata, e che questo possa essere gioioso e sereno.

Nel caso del Mark e di tutti gli altri poi è ancora più “facile” perché hanno lasciato la loro musica.

Tutto ciò che ho scritto non vale per i figli, savansadir.

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editoriale di Kyrielison

Visto il freddo, stamani, uscendo di casa, mi son detto: “Sai che c’è…? Oggi, invece che in bicicletta, quasi quasi me ne vo con l’autobus”. Non l’avessi mai fatto! Ho dovuto aspettare venti minuti alla fermata prospiciente il circolo ARCI, in compagnia di alcuni ottuagenari congelati dal torneo di Burraco della sera prima. Quando poi l’autobus è arrivato – lo confesso: m’ero distratto e allontanato – ho dato vita a tutto il campionario di segni internazionalmente riconducibili a un tizio che implora di aspettarlo, pur consapevole del fatto che le possibilità che un autista ti attenda prima di ripartire sono pari a quelle di vedere i Genesis riunirsi in occasione del “Festival della canzone ciociara” di Lariano. Niente da fare: se n’è ripartito, tronfio e irridente.

E tutto questo, affrontando pedibus calcantibus il tragitto casa-lavoro, mi ha portato a riflettere sui traumi infantili che debbono aver segnato l’esistenza dei manovratori di autobus, personaggio del sistema viario di cui gli abitanti di qualsiasi cittadina conoscono bene l'indice di pericolosità. La sua sommaria descrizione corrisponde a quella di un uomo generalmente bilioso, rancoroso e vendicativo, perennemente incazzato coll’umane genti. Nonostante egli già presenti gran parte di quelle caratteristiche necessarie alla carriera che lo attende, l’azienda filoferrotranviaria, particolarmente attenta alla preparazione dei suoi dipendenti, premette all’attività lavorativa un corso di formazione, distinto in una sezione teorica ed una pratica - o di tirocinio - ed articolato nelle seguenti discipline:

SCIENZE DELLA DISEDUCAZIONE: il futuro autista viene indottrinato circa le diverse possibilità di offesa, insulto o ingiuria, ponendo particolare importanza anche alle problematiche afferenti la sfera delle mortificazioni corporali da infliggere ai passeggeri meno remissivi. Superato con profitto tale insegnamento, il futuro autista potrà – in un solo turno di lavoro – utilizzare un numero di moccoli e turpiloqui che, impiegati con oculatezza, sarebbero sufficienti ad una persona di ordinaria moralità nell’arco di una vita intera.

SCORTESIA APPLICATA: al conducente vengono mostrate, avvalendosi anche di rappresentazioni teatrali e performance, le diverse possibilità a sua disposizione per svillaneggiare e bistrattare i passeggeri, trincerandosi, poi, dietro un generico “non parlare al conducente”.

FONDAMENTI DI PERVERSITÀ: all’allievo viene insegnato, anche servendosi di filmati, come trarre il massimo soddisfacimento dalle parti contundenti dell’automezzo a sua disposizione; verrà mostrato, ad esempio, come utilizzare una porta a mo’ di ghigliottina o in quale modo frenare per intasare di anziani il vicino Centro traumatologico.

ISTITUZIONI DI MASCALZONATE COMPARATE: avvalendosi di supporti audiovisivi, viene mostrato all’allievo il burbero comportamento dei suoi colleghi nelle principali città europee. Particolare attenzione viene riservata al caso della regione del Baden-Württemberg - dove i conducenti di autobus esibiscono una divisa che ricorda sinistramente quella delle SS - e a come possa essere variamente interpretato l’avviso “Non parlare al conducente” (“Sprechen Sie nicht mit dem Führer!”).

600 ORE DI TIROCINIO: Tutta la parte pratica del corso viene svolta nel campo di addestramento dell’azienda, dove a ciascun conducente viene assegnata una ruspa, o un caterpillar, o una mietitrebbia, abituandolo, per il futuro, a non giudicare degno di considerazione quello che si frapporrà fra lui ed il raggiungimento dell’agognata lettura del Corriere dello Sport al capolinea. Al termine del corso, dopo una solenne ma composta cerimonia, egli viene insignito dei galloni di Conducente. Da quel momento la sua occupazione consisterà nello sbriciolare i femori delle vecchiette nelle porte, vilipendere gli automobilisti nelle corsie preferenziali, sgasare in bocca ai ciclisti, smoccolare e sacramentare contro Dio e autorità costituite in genere.

Quanto al cosiddetto “parco mezzi”, poi, occorre tenere presente che, mentre nelle zone centrali della città sfilano vetture modernissime dotate di ogni comfort, nelle tratte dei sobborghi si aggirano torpedoni che sembrano usciti dritti dritti da un film con Anna Magnani ed espongono scritte del tipo "Scelba boia!". L’autobus suburbano, incontrastato Signore della viabilità periferica, gode pertanto di un vero e proprio microclima. In particolare, durante la stagione invernale, grazie all'intelaiatura traforata dall’usura e ai finestrini bloccati dal 1988, vi imperversano correnti gelide che falcidiano la fazione più malandata dei passeggeri e tramutano la cabina di guida, particolarmente colpita dagli spifferi, in un’autentica ghiacciaia. Gli autisti si palesano, allora, intabarrati con paraorecchi calati, fusciacca di montone e occhiali da neve. Tale abbigliamento, unitamente alle folate ghiacciate e a certe grida belluine che provengono dalla cabina di guida, inducono i passeggeri più suggestionabili a credere di trovarsi sull’invincibile Fokker di von Richtofen. Emblematico il caso del conducente Adelmo Severini, assegnato ad una banale corsa “Stazione centrale-Stadio” e rinvenuto nottetempo sul passo della Tosa, in uno stato confusionale che l’aveva indotto a ritenersi il capo-spedizione del dirigibile Norge, mentre ingiungeva ad alcuni sconcertati montanari di “operare d’urgenza sui flap, boiaduncàn!”. Altri, invece, ostentano un atermico contegno ed un’ineccepibile divisa d’ordinanza, mentre sotto, in realtà, sono avvolti nel Domopak come grosse orate al cartoccio.

D’estate, invece, le soste al capolinea sotto un sole ineluttabile, il guasto dell'aria condizionata, le esalazioni studentesche dopo la quinta ora di ginnastica ed il blocco simultaneo di gran parte dei finestrini (gli stessi che in inverno rimanevano bloccati aperti!), trasformano l’automezzo in un camera a gas. L’autista cercherà di reagire viaggiando con le porte aperte, creando così delle perturbazioni monsoniche, e costringendo i passeggeri ad aggrapparsi per non essere risucchiati via dal tifone. Il suo abbigliamento sarà ridotto a mutande e canotta e, nei casi più estremi, guiderà seduto su un blocco di ghiaccio.

Esiste, infine, un vero e proprio campionario di frasi da non rivolgere mai ad un autista d’autobus (“Scusi… che lei vende i biglietti...?”, “Dove devo scendere per andare al santuario...?”, “A che ora parte...?”). Per comprensibili ragioni di stringatezza, in questa sede ci si limiterà alla più terribile: “Scusi… apre al centro?”. Tale locuzione – apparentemente innocua e convenzionale – sembra abbia il potere di scardinare la morigeratezza del conducente più mansueto, trasformando il suo spirito nel più fecondo asilo di proponimenti di killeraggio seriale. Nelle lunghe e buie attese ai capolinea, i conducenti più anziani raccontano ancora alle implumi e atterrite reclute di quando Baroncelli Osvaldo, capo-manovratore e sindacalista, staccò un orecchio a morsi all’intervistatore di una Tv locale che – cercando conferma di una sua disponibilità verso partiti d’estrazione cattolica – gli chiese: “Allora, che fa?... Apre al centro?”.

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