Dislocation

DeRango : 22,33 • DeEtà™ : 3006 giorni

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Quella voglia insopprimibile di sparare, a vista, a raffica, a qualunque cosa si muova.
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Mi accingo, in incolpevole ritardo, ad unirmi a questa allegra ma poco profumata compagnia citando un episodio che, a proposito di emissioni gassose corporee, mi vide protagonista assoluto.
Allora, durante l'inutilissimo anno di naja che mi vide, quaranta e passa anni fa, al servizio della patria, giovine fuciliere 30/A.
Pinerolo, battaglione Susa, notte, camerata da quattro letti, estate, caldo porco, finestre aperte. Dormiamo seminudi e della grossa, russiamo come vaporiere.
L'episodio mi è stato riferito poco dopo, capirete poi...
Io, senza interrompere il sonno ristoratore, mi volto e mi rivolto, chissà, cattiva digestione (nei ristoranti dell'Esercito non facevano più l'anatra all'arancia di una volta, Cit.) ed emetto un peto di rarissima potenza, per rumore e durata.
Per caso entra l'ufficiale di picchetto che, alla luce di una torcia, ispezionava le camerate e, testimone un compagno che dormiva davanti a me ed aveva il sonno leggero, il tenente in questione si avvicina alla finestra spalancata e mette fuori una mano, nel gesto tipico di chi vuole accertarsi se fuori piova o meno. Egli aveva scambiato, dal corridoio, il mio potentissimo peto per un tuono e temeva la pioggia.
Il mattino dopo, appena sveglio, ricevo cuscinate addosso e scarponi Vibram in testa, coi colleghi che sghignazzavano e mi raccontavano il fatto successo, del quale io nulla sapevo né ricordavo, riferito dal compagno semiinsonne di cui sopra...
L'episodio fa il giro della squadra, del plotone, della compagnia e del battaglione e, prima dell'ora di ginnastica lo sanno tutti, e ricevo pacche sulla spalla e risatacce da tutti.
Per una settimana e più non ho pagato un caffé allo spaccio né una birra, chiunque me l'offriva, ridendo alle lacrime. Il tenete che era di picchetto e che aveva scambiato la mia scoreggia per un tuono mi evitò le guardie ed i PAO per una settimana abbondante...
In una vita di lavoro, di onesta professione, di famiglia, affetti e quant'altro, questo è un episodio che io amo ricordare come orgoglio connotante, se intendete quanto intendo io.
Jovanotti Ora
11 lug 16:53
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Bene tutto.
Non giudicherò (e chi son io...) il delirio algoduodenale del nostro prode @[JpLoyRow] perché non me ne ritengo degno, del giudizio, ed ancor piùper non esservi stato citato...
L'artista (???) citato nel titolo continua però a non meritare misericordia, la sua pochezza, la sua involuta mediocrità, ma ancor più il suo comporre musiche baldracche ornate di testi insipienti e genericamente, colpevolmente multitasking, di una pochezza semantica a dir poco desolante lo rende adatto a cavalcare tigri di feci armato di spada di vomito.
Ma, per una di quelle non scritte leggi di Natura, pure un reietto inane come lui UNA canzone decente, quasi bella, ma non allarghiamoci, l'ha scritta, quella "Le tasche piene di sassi" che in questa irritante raccolta è contenuta.
Vedi, a volte.
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Uno: "Atmosferico"?
Due: Finalmente un umano senziente che non si esprime con "Vinile" ma torna al classico, naturale e rassicurante "LP".
Tre: Morta lì.
Voto:
Genere musicale infaustamente portatore di noia mortale, parecchio più mortale delle punte, quelle sì, acuminate delle invitte spade degl'improbabili protagonisti di siffatti eroismi.
Tanto clangore potrebbe essere la causa, forse, di macromisfatti quali la mala citazione al genitivo femminile singolare della prima declinazione latina anziché al corrispondente nominativo, da usarsi perché la descrizione di Ostra bilingue, oppure, ancora, di quell'interessante distonia quasi sinestetica che descrive un cozzar d'arme come 'acuminato'.
Altro dir non saprei, se non il sempiterno grido che echeggia in ogni dove, dal Pan di Zucchero alla Maddalena: "Ajò!"
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Grandissimo.
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Per chi, come me, ha prima assorbito la triade roversiana e poi assistito al crescendo trionfale dal 1977 al 1984, non c'è mai stato modo di riconoscere il Dalla gaiamente impegnato, scientemente stronzo e lucidamente imbestialito di quel decennio stupendo dal bolso cantore, svogliato e furbetto, di improbabili Carusi, Attentiallupo e sconce amenità assortite cui il Nostro ci sottopose nel ventennio seguente (pur incastonando alcune gemme meravigliose in quei dischi a dir poco inutili quanto irritanti, vedi "Le Rondini" o "Latin Lover")...
Bravo, chettelodicaffa'?
Voto:
E brau figgeu!
Ninte da di', davei ninte, brau figgeu!
Se porieiva di' che inn-a recensiun cuscì saieva staeta da fa in t'a lengua originale, quella vea.
Poi me venie in t'u servellu che l'ho faeta mi, quatr'anni fa, e alua nun vale... saieva pecou d'arrugansa...
E alua... Brau figgeu!
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Di Boyle mi fido, in genere... Vidi 28 giorni dopo e pure 28 settimane dopo... Lo vedrò.
Ah, quindi si ipotizza una Britannia medievale? Più dell'attuale? Ed i fratelli Gallagher si sa che ruolo avrebbero? Ce li vedo benino.
Voto:
Era certo il disco della maturità, fresco e ben suonato,ancor meglio prodotto, sempre sulla scia dei prodotti dalliani del tempo, la produzione di Mauro Malavasi era molto varia, tecnologicamente all'avanguardia, ma tendeva ad appiattire i prodotti di Dalla e Carboni, e non solo, in un solo sound, secondo stilemi precisi, infallibili ed oggi, invero, un po' datati...
Di lui mipiaceva la capacità e la volontà di non unire ai suoi testi, mai banali o stupidini, musiche adeguate ai tempi, e quindi synth e sonorità technopop, più Pet Shop Boys che De Gregori nella forma finale, se capite dove voglio arrivare...
A questo disco preferisco Forever e Persone Silenziose, un poco più naif e spigolosi, ma dopo questo il nostro cominciò ad editare prodotti perfettini, sì, curatissimi, sì, ma tutti uguali, sovrapponibili, insomma.
Che mi dite del bel disco di cover che fu Fisico e Politico?
A Geipilourou il solito abbraccio.