CosmicJocker

DeRango : 14,60 • DeEtà™ : 3661 giorni

#PoesiaPortamiVia

"L’osteria romana nella quale prendo i miei pasti è uno dei luoghi nei quali amo l’Italia. Entrano cani festosi, che nessuno sa di chi sono; bambini seminudi con in mano un fiasco impagliato, a comperare il vino per papà. Nel locale una banda di ragazzacci suona la fisarmonica, ai quali Celsa, la figlia del padrone, mette in tavola vino e pagnottelle, guardandoli con fiducioso sospetto. Vicino a me una bambina butta qualcosa al gatto, e gli dice: “Adesso basta, tu brutto, tu che non daresti niente a nessuno”. Il gatto inarca la schiena, gonfia la coda, e le risponde: miau. Mangio come un papa, non parlo a nessuno, e mi diverto come a teatro."

Umberto Saba, Scorciatoia n. 83. Maggio 1945.
 
#PoesiaPortamiVia

"ll viaggio finisce qui:
nelle cure meschine che dividono
l'anima che non sa più dare un grido.
Ora i minuti sono eguali e fissi
come i giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d'acqua che rimbomba.
Un altro, altr'acqua, a tratti un cigolio.

Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi
la marina che tramano di conche
i soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l'isole dell'aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.

Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell'ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s'appressa
l'ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s'infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l'avara mia speranza.
A' nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l'offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.

Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m'ode
salpa già forse per l'eterno."

Eugenio Montale, Casa sul Mare. 1925
 
#estratti (non sarò mai costante, per cui non metterò il numerino davanti).

"Per la chiarissima coscienza ch'egli aveva della nullità della propria opera, egli non si gloriava del passato, però, come nella vita così anche nell'arte, egli credeva di trovarsi ancora nel periodo di preparazione, riguardandosi nel suo più segreto interno come una potente macchina geniale in costruzione, non ancora in attività. Viveva sempre in un'aspettativa, non paziente, di qualche cosa che doveva venirgli di fuori, la fortuna, il successo, come se l'età delle belle energie per lui non fosse tramontata.“

Italo Svevo, Senilità