Giulio Tremonti non sembra una persona felice.
Sul serio. Immaginatevi la vita, lo stress, di un uomo intento a dover asservire 24 ore al giorno l’altra metà del lato oscuro della sua tentacolare personalità. Sì, non deve essere facile. Già non è da tutti riuscirci, cazzo. Ma per uno come lui tutto ciò è pura consuetudine. Cosa può pensare? È questo il dubbio signori. Penserà forse che entro Aprile chiuderanno lo stabilimento madre del tessile in Italia (Prato) ed al pestilenziale fiato di Bersani sul suo collo? Penserà al Gruppo Bilderberg ed agli “Illuminati” (che tanto odia)? Penserà a come introdurre un “Nuovo Ordine Mondiale” (che tanto lo aggrada)? O, forse, penserà che cazzo aspetta il suo Padrone a prenotare un cottage ad Hammamet?
L’Italia, cari i miei signori, è un paese che rotola via. E se non ve ne state accorgendo, ci sta rotolando giusto d’innanzi, sotto il naso, proprio in questo momento. Ma rotola di più da quando tutti si è smesso di realizzare interrogativi quali “come è possibile?”, ed ancor di più nel preciso istante in cui non ci si è localizzati e ben figurati fisicamente di essere là, a gambe spalancate, intenti ad aspettarla a braccia aperte, la fatidica “cagna” di botta che ci sta inseguendo da un secolo e vieppiù.
E noi, che si farà? Si starà lì. Pronti ad attenderla. Convinti di rispondere “coscienziosamente”, nell’ottimismo delle nostre stesse paure, nella virilità delle nostre nevrotiche e depravate frustrazioni di una vita (oltreché una professione) precaria, con il beneficio di un dubbio adombrato dalla Regina Putrescente di tutti i consumi: madame Economia.
Ma io credo che la vecchia bagascia sia esausta. Credo che la “Puttana Madre” di tutte le inconsistenti modalità comportamentali odierne e passate abbia fatto il suo tempo e che il momento in cui ci stramazzerà di fronte è, non di giorni, ma di secondi sempre più vicino.
Forse Giulio Tremonti, alla sera, intento a posare quei suoi sudici occhiali da presunto Ministro dell’Economia sul comodino della sua stuprata coscienza, dopotutto, pensa proprio a ciò che noi tutti in fondo si sta pensando da mesi: “quando, in definitiva? Quando il botto? Quello vero?”
E, forse - e più verosimilmente di quanto vi immaginiate, pure lui, magnate dell’arrivismo intelletual-economico, lascerà scorrere una acida lacrima dalle sue piccole orbite infossate.
La fine di un modello di vita.
La fine di un principio oramai scaduto.
La fine.
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