Dislocation

DeRango : 22,35 • DeEtà™ : 3009 giorni

Voto:
Volevo scrivere due righette ma sono stato preceduto dal comandante @[Carlos] che, in pratica, mi ha tolto le parole di bocca (tranquillo, Carlitos, mi ero appena laato i denti...).
Anch'io penso che l'enfasi descrittiva ti abbia un po' preso la mano, e, di solito, questo non ti succede... Certo che parla delle contraddizioni che bene ci descrive @[proggen_ait94] , certo che la vita in divisa non è una vita qualunque, in ogni senso, ma diciamo anzitutto che, se questo film lo vede un tale che vive da sempre in un rifugio antiatomico, ebbene, può anche crederlo veritiero e sincero, puro negli intenti e crudo e duro negli esiti... ma se è visto da uno qualunque che, diciamo me, vede gli sbirri in piazza dalla metà degli anni settanta, ha assistito dal vivo a molte cariche di dispersione, anche gratuite, quasi tutte, ha visto, son quasi vent'anni, il G8 a Genova in quasi ogni porcata combinata dalle divise che agivano impunite sotto l'egida dello Stato, qualunque cosa voglia dire 'sto termine, o, putacaso, dalle stesse divise, diciamo 38/40 fa, le ha prese di santa ragione per il solo fatto di trovarsi in una manìfestazione, allora le cose le vedi da un punto di vista differente, un po' più interessato, diciamo così...
Lo sbirro armato e con tanto di manganello (ne hai mai preso uno sulle gambe od in testa?....) potrà avere tutti i problemi di famiglia o personali, psichici o no, che si voglia ma ha addosso una divisa e rappresenta lo stato, nel bene e, a quanto pare, nel male, per cui, posto che non si possa sottoporli tutti, e tutti i giorni, a test psicoattitudinali, per non saper né legger né scrivere ne diffido e, memore, ne sto alla larga a prescindere... Poi ce la possiamo raccontare col mestiere ingrato, col fatto che i figli dell'Italia proletaria o facevano gli operai o entravano in polizia, con quello che volete ce la possiamo menare, ma un uomo in divisa cessa d'esser uomo e diventa divisa ed ha il permesso, tacito o no, d'abdicare perfino alla legge che dovrebbe difendere o rappresentare per comportarsi come un uomo in divisa, armato e quindi dalla parte della ragione.
Il fatto poi, per tornare al film, che non si approfondisca nulla degli argomenti trattati, personali dei soggetti o tipici del mestiere, mi ha lasciato un retrogusto amaro che, oltre al giudizio negativo delle basi su cui il film si fonda, porta a sospettare che tanta insipienza e tanta superficialità fosse voluta, fin dalla stesura del soggetto. Prova ne sia che quando il nuovo arrivato chiede ai "vecchi" cosa sia successo a Genova nel G8 gli viene risposto, laconicamente che sì, lì ci si era un po' laciati prendere la mano... Nient'altro, vualà, non ne parliamo più, nemici come prima...
Voto:
Li ho amati moltissimo, ed in tempi in cui ascoltare quello che oggi chiamiamo prog era impresa non facile. nella seconda metà dei settanta l'invasione punk prima e wave dopo la faceva da padrona nei nostri cuoricini innocenti, e chi ascoltava il prog a quella che era allora alla mia età, diciamo 14 anni, lo faceva formandosi con gli ascolti e con i pareri dei più grandi, sprezzanti sulla wave quanto sulla disco.
Ho amato alla follia il primo degli EL&P, trilogy e Brain Salad Surgery ascoltandoli quasi in contemporanea, ed in contemporanea ai KC disponibili fino ad allora, coi Gentle Giant e con la prima trasfigurazione Gabrieliana dei genesis.
ma anche in contempo con Ramones, Talking Heads, Modern Lovers, Ultravox.
E non ero il solo. ma molti non lo dicono, ed amare prog e wave allo stesso tempo pare atto contronatura. Cose così.
Poi li ho tenuti da parte per gran parte degli '80 e dei '90, per rispolverarli, fino a Works, non di più, e riacquistarne l'opera rimasterizzata dal grande Steven Wilson in 5.1..... Ed è riscoccata la magia, quanti risvolti praticamente inascoltati, quanti particolari poco sentiti, e che completezza.
Eh, ma che magniloquenti, arroganti, quanto casino per rifare dei classici.... Invidia, eh? Se parliamo delle loro opere dobbiamo spazzar via ogni altro termine di paragone che non riguardi il prog, inutile, come ogni tanto sento, dire che meno male che a tanta magniloquenza, a tanta pirotecnìa sia giusto contrapporre l'asciuttezza e la basicità della wave, son paragoni che non reggono, non scherziamo.
E, se parliamo di paragoni tra le band che fecero il prog, EL&P lasciano tutti a chilometri di distanza, e non solo sul piano tecnico. se la battono solo coi KC, non ci son cazzi.... Son d'accordo con voi quando vi infastidite davanti alle gigionerie di Emerson, alle sue esagerazioni e le coltellate sull'Hammond, ci facevano ridere anche allora. Veniva dai Nice ma cercava altro, composizioni raffinate e difficili in ogni senso, trascrivete un po' qualcosa di Emerson ascoltandola, e poi non venite a piangere...Ma non tentate neanche di iniziare una benché minima discussione sulla preparazione e sulla tecnica sopraffina di Keith, scadreste nel ridicolo e pur di spararla grossa direste cose non ripetibili, a tratti vergognose.
Vogliamo parlare della versatilità di Greg Lake, già alla corte del Re Cremisi, insomma, di che parliamo?, sulla sua vocalità che riusciva a coniugare tonalità bassissime e grida da rock&roll d'altri tempi, e poi capacità compositive non comuni, specie nel campo delle ballate soft, arpeggiate in acustico.. e la sua tecnica bassistica tutta basata sull'uso del plettro, non certo virtuosistica ma senz'altro in grado di tener testa a Carl palmer, giù il cappello, villani, quanto di meglio abbia espresso la batteria nel rock, con solide basi jazzistiche ed esperienza (prima dei vent'anni!!!) nientemeno che con gli Atomic Rooster, non pizza e fichi.
Per me, non ve ne fregherà nulla, e parlo da batterista, lui fa parte della sacra Triade con Bill Bruford e Stewart Copeland. Indiscutibile talento, resistenza al limite, inventiva, leggerezza jazz e pesantezza hard rock al tempo stesso, tutto nelle dita dello stesso batterista.
Un'altra band così non la rivedremo più, con sommo disdoro mio e di altri e con gioia e sollievo di altri ancora, è normale e naturale.
Vediamo magari se, discutendo di musica e musicisti, riusciamo a limitarci alla discussione senza passare, per così dire alle mani, crederete mica di convincere l'altro, chiunque altro, a suon di insulti, no?
Voto:
Son belle cose, specie poi se Tata indugia, chiudendo momentaneamente i padiglioni auricolari e spalancando i globi oculari sulla tornita pelle d'ebano del prestante sassofonista. Loro meritevoli di altri ascolti, e l'entroterra sulcitano di ripetute visite.
D'altronde e peraltro, come recitano i miei cugini, bis e tris, "Iglesias rulez".
Voto:
Su Bach che vogliamo fare, discutere?
Anche sul Nostro estensore, poi, nulla da dire. Vedrete che il giovine si farà.
Sempre se già adesso non si fa di qualcosa.
Voto:
Uffa.
Voto:
Su Mechanical Animals non si scherza, giusto, ma su quasi tutta la sua discografia, ante e post, possiamo, a mio modestissimo parere, stendere un dolce velo d'oblio eterno. Il personaggio fa cagare quanto la sua vis comunicativa, ha ragione il vecchio Moody, comunica male, infarcisce il tutto di concetti platicati sottovuoto di poca comprensione e nessuna presa, generici quanto basta.
Ma due o tre peletti ce li ha fatti rizzare, qua e là, negli anni. Il singolo è bellino, ma abbastanza sbadiglioso, alla sua altezza.
Grazie, Moody, hai disseppellito un ppppersonaggio, ma ora rimettilo dove l'hai trovato.
Le due stelle all'opera vanno alla sensazione che mi ha dato il singolo, se mi ricredo riscrivo più in là.
Ugh, ho detto.
Voto:
Beh, il fatto che Battisti desiderasse maggior diffusione, diremmo così, internazionale, della sua opera l'aveva portato ad un'evoluzione anzitutto del suono (per alcuni, la maggioranza d'allora, si trattava di involuzione...) già dai tempi di "La batteria, il contrabbasso ecc.", per non parlare della sterzata in favore di un sound più ammmericano con "Io tu noi tutti", sublimata e completata dall'episodio qui in discussione.
Le fasi seguenti, diciamo da "Una giornata uggiosa" in poi denotano il sempre maggior interesse del reatino per l'elettronica ed i sintetizzatori in generale, e non parliamo della quadrilogia bianca, vera apoteosi della nuova esposizione sonora, direi, prim'ancora che testuale, di un Battisti che, Panella o no, ci avrebbe probabilmente dato ancora delle belle soddisfazioni...
Oppure, chissà, si sarebbe fatto rodere dal demone del live, che personalmente mai lo attanagliò, anzi, ed avremo assistito a tour di Battisti attorniato da schiere di tastiere, synths, computer e via cantando.
O forse avremmo goduto di un suo ritorno all'unplugged ed all'acustico...
Oppure ci avrebbe sfornato un disco, o più, con testi interamente suoi, magari incazzato, o nonsense, chissà....
E @[Martello] scrive, e prepara i cornetti.
Lasciategli fare ambedue le cose. Specie se qualche cornetto ce lo allunga cortesemente.
In quanto allo squallido tentativo di @[Falloppio] di portarsi Martellino in vacanza, per poi sicuramente approfittarne a livello sessuale e chissa cos'altro, beh, che brutta persona, che sei, Fallo!
Voto:
Una recensione inutile come un culo senza buco, ed altrettanto inutile commentarla ora, ad eoni di distanza dalla sua pubblicazione.
Densa d'inesattezze e di osservazioni tipiche di chi vuole o provocare, in senso fine a se stesso, od argomentare su cose che non sa e con conosce, atteggiamento tipico di quest'era, anche ad anni di distanza è triste constatare che non molto è cambiato. Ma resta viva la speranza che questo caio, @[Viva Lì] , o Marco Poletti, nome al secolo con cui qualcuno lo individua, abbia compiuto una parabola di vita densa d'avvenimenti e d'esperienze che l'abbiano, prima di tutto erudito un minimo in più, indi arricchito anche spiritualmente.
Non conoscendo il Nostro in questione mi astengo, anche per i 14 anni che ci distanziano dalla recensione, dal coprirlo d'insulti e coprolalia, non tanto perché io apprezzi quest'opera dell'Ivan d'Abruzzo, invero non tra le sue più riuscite, quanto per la definizione che egli ci impone del Maestro Giovanni Tommaso, a proposito del quale si sarà senz'altro già maggiormente informato, pentendosi certo di quanto precedentemente ed incautamente scritto su di lui.
Voto:
Quoto @[macmaranza] e, per dire, anche a me manca Valis, perdio. ed anch'io preferisco, nell'Opera Omnia del Maestro, L'uomo nell'alto castello... sarò mica io il Mac? O lui me? Quesito degno d'un Dick...
Per me fu romanzo di formazione, e ad alcuni potrebbe parere stonato, trattandosi, sempre per alcuni, di letteratura di serie B, e vi assicuro che ai tempi, diciamo fine anni 70, la fantascienza ERA considerata di serie B, anche C... oggi si usano termini molto più "nobili", quali "racconto distopico" od altro, ma la sostanza, per me, è la stessa: PKD ha motivi abbondanti per essere annoverato tra i grandi della letteratura del secolo passato e non me ne vogliano i detrattori del genere.
Non rimasi deluso neppure dal film famosissimo che ne fu tratto, per una volta, anche se, per motivi naturalmente cinematografici, tendeva ad indulgere un po' più all'azione (lo so, ma per allora c'era azione...) più che all'introspezione ad all'indagine di sé che invece l'opera cartacea proponeva. Insomma, non era la trionfale trasposizione di cui anni prima aveva goduto "2001 Odissea nello spazio", era altra roba, ma ne godetti parecchio, anche a livello immagine/fotografia. Indimenticabile la Los Angeles sotto un'eterna ioggia e zeppa di cinesi....
Bravo Dottore, poche parole, quelle che ci vogliono, inutile dilungarsi troppo. O anche inutile dilungarsi poco. Inutile dilungarsi.
Voto:
Nachos in salsa bolzanina, gira la testa solo a pensarci. Ma finora ho potuto leggere solo fin qui, son impegnato ad arrivare alla A22 saltando, appunto, Bolzano, il dio Adige ce l'ha con me.
Ma ripasso e completo la lettura, l'occasione di commentare @[G] non me la perdo.