editoriale di Bubi

Il vecchio e il mare.

Il vecchio fissava distrattamente il mare. Sul bagnasciuga una ragazza seduta a gambe incrociate, si dava l'ultimo tocco di rossetto, stando ben attenta a fare un contorno senza sbavature, i capelli spettinati ad arte, erano tenuti insieme da una forcina. Poco più in là ragazzini sporchi e sorridenti giocavano a palla e in lontananza un pescatore gettava pastura ai pesci. Le acque mosse da un leggero vento di maestrale, coloravano le onde di un bel blu turchino. Tutto era ben delineato, sembrava un dipinto concepito da un artista dalla pennellata netta, pulita. Un quadro sereno. La testa altrove, il vecchio non godeva della vista, sentiva dentro una disperazione che non riusciva a trasformare in lacrime.

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editoriale di iside

Essere capaci di scrivere "cose" non è semplice, le parole si attorcigliano e sembrano inutili.

Scrivi, rileggi, cancelli.

Riscrivi, rileggi e ricancelli.

Le cose migliori le ho sempre dette "a braccio", scrivere non è proprio cosa per me.

In quest'epoca di folle corsa trovi sempre qualcuno che le "cose" riesce a dirle meglio di te.

La danza degli obblighi ( di Silvano Agosti)

Ci sarà pure qualche barbaro un po' meno barbaro tra coloro che hanno la responsabilità di organizzare le istituzioni o comunque di influire sul destino della gente.
Qualcuno cui riferire l'assoluta disorganizzazione e le umilianti quanto inutili costrizioni cui vengono sottoposti ogni giorno gli esseri umani.
Per non dire della violenza fortemente improduttiva che costringe i più a lavorare tutto il giorno, invece che dividerlo almeno a metà, riservando una parte della giornata al lavoro e l'altra alla vita. Su tutti pesa comunque lo spettro spietato dell'Obbligo.
Ormai si sa bene che l'Obbligo è una sorta di ruggine dei sentimenti, che finisce per corrodere e guastare ogni rapporto con se stessi, con i propri simili e più in generale col mondo.
Così, allo sguardo limpido di un bambino, oltre alla nudità del re, appaiono, uno dopo l'altro, gli Obblighi che pesano sulla realtà.
Dalle sette e quarantacinque alle otto e quarantacinque circa, i vagoni della metropolitana sono stracolmi, al punto da fondere umori e sudori in un magma di irritazioni e di sguardi obliqui.
Passeggeri stipati, da quelli che hanno l'Obbligo di recarsi al lavoro tutti alla stessa ora, a quelli che hanno l'Obbligo di andare a scuola, tutti con lo stesso orario, e lì, nella prigionia del banco, dominati dall'Obbligo di ''studiare'' e cioè immagazzinare nozioni non desiderate, invece di dare risposta a curiosità naturali sul proprio corpo, sull'ordinamento sociale, sull'assurdità degli obblighi.
Intanto nel centro della città, muovendosi a una velocità media di gran lunga inferiore a quella di un pedone, file interminabili di auto arrancano sui tracciati che conducono agli uffici, alle officine, ai negozi etc., ogni mattina rimanendo intasate per almeno un paio d'ore.
Perché tutti costoro ogni giorno si sottopongono a una pratica tanto asfissiante (in tutti i sensi, dato che queste diecine di migliaia di automobili emettono una spessa nube di ossido di carbonio)?
Apparentemente non c'è risposta, ma uno sguardo attento, dietro i vetri che li imprigionano, scorge sui loro volti rassegnati, un barlume di adesione a quell'innaturale procedere a due chilometri l'ora, espressa da un pensiero: ''Comunque, meglio qui incastrati nel traffico che in quel maledetto ufficio dove ho l'Obbligo di passare la mia giornata, anzi, tutta la mia vita.''
Come dar loro torto?
Ma dalle dieci in poi le strade della città si svuotano, le metropolitane viaggiano quasi senza viaggiatori e gli esseri umani si ricompongono nella disperazione degli obblighi quotidiani.
è immediato e semplice il pensiero che, scaglionando gli orari di lavoro, questo piccolo inferno cesserebbe di esistere.
Lo stesso dramma si ripropone la sera, quando il ritorno dalle otto o dieci ore di lavoro ridiviene privo di qualsiasi buon senso organizzativo.
Sfilano i volti esausti che compongono questo fiume di destini negati. Perché tutta questa gente ha dimenticato che si vive una sola volta nell'arco estremo dell'eternità? Cosa si può fare perché divengano coscienti della ferocia che li domina?
Forse sarà la Poesia a togliere agli uomini l'imbarazzo di una vita non vissuta. Sui luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto dovrebbero essere scritti questi versi:

''A voi, che dall'albero della vita cogliete le foglie e trascurate i frutti.''

Una canzone Bertoli

Il discorso tipico dello schiavo

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editoriale di Yftcfuf

Nel panorama televisivo nostrano "abbiamo" trasmissioni su trasmissioni: innanzitutto l'ambiguo ma passabile approfondimento de La vita in Diretta -dove c'è dentro un'infinità di cose-, le trasmissioni di storia e letteratura ad orari in cui le persone solitamente non consultano il tubo catodico, poi "abbiamo" le trasmissioni sportive che spesso e volentieri -ultimamente- o fanno incazzare o fanno ridere amaro, "abbiamo" le trasmissioni sulla cucina dove lo chef-giudice primo -perdonate la cacofonìa- spesso e volentieri non ha una vera letteratura in scienze alimentari, o comunque, quand l'intento non è umoristico, sembra tutto studiato ai minimi termini per banalizzare i nuovi ricettari. A seguire, escludendo le trasmissioni per bambini, ci son quelle sui Motori che a me per il momento piacciono -aldilà del mio odio verso i Suv e l'imbarazzo versu Smart et loro cloni- , le trasmissioni sulla politica\economia, quelle sugli Amarcord artistico-sportivo-attoriali e quelle -assai pochine- che parlano di scienza\biologia\bioetica\geografia\astronomia. Chiudono i quiz, le trasmissioncine satiriche -che possono piacere o non piacere- e tutta quella masnada di Trash che include Paperissima, Verissimo -da me ribattezzato Tristissimo-, Isola dei Famosi -anche se l'edizione con Malgioglio aveva un perché-, Forum, Grande Fratello -ormai allo sfacèlo-, Gran Fratello Vip, Uomini e Donne -che io chiamavo e chiamo Omini e rogne-, Pechino express, Mattino 5, Pomeriggio 5, il Collegio, C'è posta per te e, purtroppo, sebben in via parziale, anche il talk pomeridiano Vieni da Me condotto da Caterina Balivo in Brera -o in Maria Brera, fate vobis-, dove, eccetto il presente 12 febrero, raccomandati e miracolati di tutte le generazioni sciorìnano in faccia all'ascoltatore l'invito indefesso a non abbattersi, a saper ascoltare le cose semplici, a non avere mai paura, a perdonare chi non ci aiuta nelle difficoltà, a non prendersi a pugni nei momenti neri, a saper vivere l'attimo, a dipingere un quadro, a non bestemmiare, a cadere sempre in piedi, ad essere sempre noi stessi...aAaAa soreta!?! Questo direi a detti soggetti nei fuorionda, qualora fossi quello che esclama N..ò! durante i quiz proposti in VDM. Adesso scappo a riverniciare una mensola a casa di mio nonno. Lòa.

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editoriale di VinnySparrow

Sono un piccolo appassionato di thriller e horror da sempre.

Ho iniziato con i film americani e non sempre mi hanno soddisfatto, anzi negli ultimi anni trovo che i film horror "made in Usa" siano sempre più inutili e scadenti. Qualcosa di buono ogni tanto vien fuori...ma a conti fatti la situazione non è delle migliori.

Successivamente mi sono dedicato alla roba orientale, lì devo dire che il cinema funziona alla grande...e non solo nel campo horror. Registi del calibro di Miike, Sono, Shimizu, Nakata, Tsukamoto riescono sempre a stupire, scandalizzare, impressionare...e lo fanno con maestria e perfezione assoluta. Uno degli ultimi film che ho visto è stato diretto proprio da Sion Sono ed è "Cold Fish", un film sensazionale che vi STRA-consiglio. Un film che rimarrà impresso nella mia mente per sempre!

Da piccolo amante di thriller e horror non potevo non vionare anche le tantissime opere girate nella nostra bella Italia. E' innegabile che l'horror in Italia non è mai stato visto di "buon occhio" specialmente dalla critica. Basta pensare ai film di Mario Bava che per anni sono stati considerati come "robetta di serie Z". Ora, a distanza di più di 30 anni dalla scomparsa del genio critici e pubblico urlano al capolavoro quando si parla di "Sei donne per l'assassino", "La maschera del demonio", "Operazione paura" "Cani arrabbiati" e company.

Quando si cazzeggia tra amici e si parla di cinema horror italiano oltre a Bava "saltano fuori" sempre i "classici" due nomi...Dario Argento e Lucio Fulci...e una volta che questi due nomi vengono fuori arriva il domandone...chi è il migliore ? Bella, inutile e stronza domanda!

Partiamo da Argento.

Dario Argento ha esordito dietro la macchina da presa con un gran bel film, "L'uccello dalle piume di cristallo" primo di una trilogia...la "trilogia degli animali". Il film è un chiaro omaggio al maestro Bava, infatti il "look" dell'assassino è praticamente identico al "look" dell'assassino del film di Bava. Argento già dal suo primo film dimostra una tecnica registica strabiliante, in più mette in risalto una delle sue caratteristiche principali e cioè la risoluzione dell'enigma che avviene granzie ad un "ricordo visivo". Caratteristica che avrà importanza fondamentale nel suo capolavoro "Profondo Rosso". Dopo "L'uccello dalle piume di cristallo" seguono "Il gatto a nove code" e "Quattro mosche di velluto grigio", bellissimo film che io personalmente reputo il migliore di questa trilogia. Nel 1975 arriva la svolta definitiva, "Profondo Rosso", Argento esplode nel mondo, un thriller incredibile che ancora oggi a me personalmente mette una paura cane. Dal thriller si passa all'horror e il Dario Nazionale ci guadagna..."Suspiria" il suo capolavoro assoluto. Primo capitolo di una nuova trilogia, la "trilogia delle streghe". Qualcuno ha detto a proposito del film..."non è solo un film di streghe, è arte...è arte pura". Sono totalmente d'accordo con questa affermazione. La cura maniacale per ogni minimo dettaglio, per la fotografia, per i colori è a dir poco sensazionale. "Inferno"altro grande capolavoro del maestro. Dopo questo Argento decide di "interrompere" la sua trilogia delle streghe (che riprenderà moltissimi anni dopo con quella schifezza che è La Terza Madre) per tornare al thriller. Realizza "Tenebre" un thriller mozzafiato dove Argento da prova di una tecnica ancora più "perfezionata" e picchia con scene splatter ai massimi livelli. Uno dei migliori thriller degli anni ottanta, indubbiamente. Arriva il turno di "Phenomena", una favola horror che io personalmente ho sempre adorato. Con "Phenomena" a mio avviso si chiude il periodo d'oro per Dario Argento. "Opera" è un bel film ma secondo me ha due grandi difetti, recitazione scadentissima e doppio finale veramente inutile. La collaborazione con Romero in "Due occhi diabolici" non porta i risultati sperati. "Trauma" è un Argento che "si crede" un pò troppo Brian De Palma. Dopo "Trauma" la discesa più totale. "La sindrome di Stendhal" delusione, "Il fantasma dell'opera"...lasciamo perdere e sottolineo...lasciamo perdere, "Non ho sonno" una bella ripresa per Argento, il film è molto bello anche se "riprende" esageratamente troppo (e male) da "Profondo rosso". "Il Cartaio" film assolutamente indifendibile, "La terza madre" deludende capitolo finale della "trilogia delle streghe", "Giallo"...un flop sotto tutti i punti di vista e per finire "Dracula 3D"...una cagata, anzi un cagatone!

Ora passiamo a Fulci.

Lucio Fulci ha avuto una "storia ben diversa e assai più "complicata" rispetto a Dario Argento. Prima di tutto Fulci non si è dedicato solo al thriller e all'horror e questo lo sappiamo tutti. Lui voleva girare commedie, commedie a sfondo politico graffianti. Non è un caso che ha diretto moltissimi film con protagonisti Franco e Ciccio. Tra i tanti film diretti con Franco e Ciccio "spicca" un film in particolare..."Come rubammo la bomba atomica", una commedia divertentissima dove la parte politica è predominante e che ci fa capire quanto in realtà questo sia un film "estremamente cattivo e sotto certi versi veramente pauroso". Dopo altre commedie non sempre riuscite e un buon western Fulci si butta sul thriller e dirige "Una sull'altra", film che ha un grandissimo successo. Marisa Mell stratosferica, bellissima ed enigmatica in un film che tratta il tema del "doppio". Un film che ha bisogno di più visione per essere compreso in pieno. Arriva poi "Una lucertola con la pelle di donna", film "onirico" ai massimi livelli e che è stato oggetto di pesanti critiche e discussioni a causa della famosa scena della vivisezione dei cani. Ci fu un processo, Fulci dovette dimostrare che i cani erano "finti" per non rischiare di essere messo al fresco. Arriviamo al suo vero capolavoro "Non si sevizia un paperino", film bellissimo, un punto di riferimento nella filmografia di Fulci, è stato il film che ha dato il "via" ad una lunga lista di titoli che hanno come assassino il prete. "Non si sevizia un paperino" è un film crudele, la scena dell'omicidio della Bolkan è da brividi! Anche questo film fù oggetto di discussioni e problemi con la censura. Il successivo "Sette note in nero" è un altro capolavoro e il nome di Fulci inizia a diventere noto nel mondo. "Black Cat", ottimo film ma a parer mio non ai livelli dei lavori precedenti. Ma è con "Zombi 2" che Fulci "esplode", un cult assoluto tutto italiano. Indimenticabile la scena con lo squalo, ancora più indimenticabile la scena dell'occhio e immensa la scena fianle "illegale" girata di "fretta e furia" (non avevano i permessi per girare) alle 4 del mattino su un ponte. Scena meravigliosa che "chiude" un film meraviglioso! Fulci in quel perido era "inarrestabile", alterna capolavori con film decisamente meno riuciti. Il capolavoro "E ti vivrai nel terrore - L'aldilà" è secondo me uno degli horror più belli mai realizzati non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Sicuramente è il miglior horror girato negli anni ottanta! "Paura nella città dei morti viventi", "Quella villa accanto al cimitero" "Lo squartatore di New York" altri grandi titoli amatissimi da gente come George A.Romero, Tobe Hooper, Rob Zombie. Film Horror fatti con il cuore, effetti "artigianali" ma riuscitissimi e che colpivano non poco lo spettatore che in sala spesso "chiudeva gli occhi". Purtroppo anche per Fulci poi c'è stata una "discesa"...con i problemi di salute arrivano anche i flop..."Demonia", "Aenigma", "Il fantasma di sodoma" sono solo alcuni titoli che "stonano" completamente con i precedenti grandi lavori del regista. Nonostante Fulci ha continuato a girare e qualche buon prodotto è riuscito a veder luce.

E adesso...dopo aver parlato un pò di entrambi i registi...la domanda...chi è il migliore ? Una domanda stupidissima secondo me e che non merita nessuna risposta!

Sono due registi molto diversi nei loro stili. Secondo me l'unica cosa che può accomunarli è il fatto che entrambi sono riusciti a fare capolavori ed entrambi sono riusciti a fare ciofeche. C'è da dire che Fulci ha dovuto lottare sempre contro tutti, ogni suo film veniva demolito ancor prima di essere visionato, era un Marxista convinto e questo dava fastidio a critici e scrittori di riviste specializzate che evidentemente erano tutt'altro che marxisti. Lo stesso Fulci in una intervista racconta che un critico alla prima di "Non si sevizia un paperino" disse che il film era straordinario...ma non si possono dare 3 stelle a Fulci! E con tutto questo Fulci ha lottato per una vita intera.

Dario Argento sicuramente è stato più amato dalla critica, almeno nel suo periodo d'oro. Oggi è indifendibile, sono già diversi anni che non gira più un film e stà facendo benissimo a non farlo. Che si prenda un bel periodo di riposo, una bella pausa per riflettere e pensare ad un progetto valido e degno del suo nome. Argento non ha dovuto mai "girare di nascosto", ha avuto sempre i budget necessari per girare il film come lui voleva. Fulci doveva girare di nascosto (vedi in Zombi 2), dove inventarsi qualcosa per finire di girare un suo film perchè quasi sempre i soldi a disposizione erano belli che finiti. Eppure non si è mai arreso, eppure nonostante le mille difficoltà ha "partorito" opere indimenticabili e che trovo giusto vengano ricordate per sempre. Il cinema italiano ha avuto grandi maestri, Visconti, Rossllini, De Sica, Bertolucci, Fellini, Pasolini, Ferreri...ma insieme a questi...vaffanculo io ci metto anche Bava, Fulci e Argento. "Ladri di biciclette" è cnosciuto in tutto il mondo ? E' ritenuto un capolavoro in tutto il mondo ? Benissimo. Anche "Profondo rosso" e "Suspiria" sono capolavori conoscuti in tutto il mondo. Anche "L'aldilà" è un capolavoro conosciuto in tutto il mondo. E' semplicemente "il genere" che cambia...e l'horror ai moralisti e ai "benpensanti" critici italiani non è mai andato troppo a genio.

Due figure che rappresentano chiaramente come questo paese sia "falso" sono Pasolini e Ferreri. Tutti pronti a dire "grandi registi" "Pasolini grande regista, poeta e intellettuale"...ma poi quando lo passano "Salò" in prima serata ? Quando lo passano "Ciao Maschio" in prima serata ? Ti dicono che non si può..."è scandalo" "sono porcherie" "roba indecente"...allora a quest punto io direi: "fermi un attimo...non fate altro che dire Pasolini grande poeta rande intellettuale e grande regista e ora ? Lo bruciate così ? Lo "oscurate" così ?" Ferreri senza neanche starne a parlare..."Dillinger è morto" lo vedi qualche volta alle 4 del mattino su chissà quale sconosciuto canale...

Tornando a Fulci e Argento. In conclusione io dico semplicemente che entrambi sono grandi registi. Argento per fortuna è vivo e spero prima o poi di vedere un suo nuovo film degno del suo nome. E' vero che ultimamente ha diretto film inguardabili, ma in passato ha diretto grandi film, capolavori...e il passato io non lo cancello, per questo continuo a dare del "maestro" al grande Darione.

Lucio Fulci purtroppo è scomparso ormai da molti anni, una vita difficile, una lotta continua, non è stato mai apprezzato veramente quando era in vita...oggi qualcuno ha finalmente messo da parte la politica e si è concentrato solo ed esclusivamente sulla sua opera...ed è finalmente arrivato alla conclusione che nella vasta filmografia Fulciana ci sono film meravigliosi, capolavori amati in tutto il mondo e che sono stati anche fonte di ispirazione per grandi registi americani. Un cineasta completo, che ha dato tanto al cinema... e solo ora se ne sono accorti.

Chi è quindi il migliore ? La Tia Beer.

VinnySparrow

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editoriale di CosmicJocker

Non saprei dire con esattezza perché accadde.

Forse a causa della mia immaginazione un po' troppo fervida?

Forse in ragione dei miei occasionali incontri con la nostra vicina di casa? (Cara donna per carità, ma decisamente sciroccata per tre quarti e per di più afflitta da un fervore cattolico degno di un Torquemada al massimo della forma).

Forse allora per il mio maestro di religione? (Brav'uomo chi lo nega, ma con sfumature di malcelato sadismo verso dei bimbi un tantino vivaci e dai quali, alle volte, veniva travolto).

Forse per nessuna di queste cause in realtà, o forse per la somma delle tre, oppure per qualche altro motivo che ora come ora mi sfugge.

In ogni caso, mi sembra di poter individuare chiaramente la classica goccia che fece traboccare l'altrettanto tradizionale vaso: la trafugazione dallo scaffale dei miei dell' "Inferno" dantesco.

Naturalmente non ero affatto interessato a ciò che vi poteva esser scritto, ma piuttosto subivo il fascino del titolo, di quella parola misteriosa che indicava un luogo lontano e sfuggente e di cui sentivo parlare gli adulti con intenzioni che mi parevano, di volta in volta, sempre diverse.

Aprì il libro a caso e...SBAM!

Come una capocciata sul muro! Come una pallonata nel basso ventre!

Con tutta la sua nettezza tempestata di dettagli, con tutta la sua potenza nobilitata dai resti delle vittime, lei era là, era là e mi fissava: l'immagine di Belzebù mi scosse nell'intimo e mi risucchiò nel suo cono d'ombra.

Per qualche tempo faticai a prender sonno la sera: immaginavo il Demonio, immaginavo che mi stesse ancora fissando e immaginavo di potermelo ritrovare nei miei sogni (lo sceneggiatore di Nightmare deve aver avuto uno schock simile al mio).

Nella mia mente, in pieno loop, creavo e ricreavo i particolari di quella creatura: lunghi artigli arcuati e giallognoli, volto in putrefazione sormontato da guizzanti vermiciattoli, piede caprino, grosse ali di pipistrello, corna di montone, e poi dei giganteschi, fiammeggianti occhi rossastri senza pupille.

Ma il tempo passò e, a poco a poco, non pensai più al buon Belzebù.

Ora sono grande ormai, ma questo non vuol dire che io non abbia più degli spauracchi: sono solo di una qualità diversa, più materiali (il più delle volte), più, diciamo, empirici.

E lo spauracchio tipico dell'inverno rimane, per me, la mostruosa bolletta del gas.

So che voi sapete che non esagero affatto (sulla sua mostruosità intendo), ma, visto che ho indugiato sui dettagli di una creatura immaginaria, mi soffermerò, visto che è arrivata proprio oggi, anche su quelli di una creatura reale:

Spesa per la materia gas naturale (ergo consumo effettivo): 40% del totale.

Spesa per il trasporto del gas naturale e la gestione del contatore: 13% del totale.

Spesa per oneri di sistema: 3% del totale.

Ricalcoli: 4% del totale.

Imposte: 22% del totale.

IVA: 18% del totale.

Il caro buon Belzebù ha sempre avuto di meglio da fare che infastidire un povero moccioso piscia-sotto, mentre questo nuovo spauracchio viene a trovarmi con pervicace regolarità.

Esisteranno esorcisti in questo campo?

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editoriale di zaireeka

Ieri Battisti è tornato in Italia.

Mi ha risposto mio fratello maggiore: "Il cantante?".

No, non Lucio, Cesare.

E' intervenuto il mio bisnonno, che non ho mai conosciuto: "Chi, il patriota irredentista?"

No, il terrorista anni 70 ...

Oggi ho letto su un giornale di un articolo di Adriano Sofri.

Riporto sotto un piccolo frammento che mi ha particolarmente colpito:

"(...) la galera, chi la conosca da carcerato o da carceriere, e resti umano, nobilita il prigioniero (...)".

Il giorno 11 gennaio 2019, venerdì scorso, sono passati esattamente due decenni da quando Fabrizio De Andrè se ne è andato a cantare in paradiso.

Nessun si è fatto mancare l'occasione di celebrarlo, persino il nostro ministro dell'interno, sempre lui, con un tweet dedicato in cui citava alcune parole dalla sua "Il pescatore".

C'è chi lo ha attaccato per questo, rinfacciandogli la sua ostilità ai migranti, asserendo implicitamente quanto questa cosa fosse ridicola ed in contrasto con altre parole della canzone di De Andrè ("Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno, non si guardò neppure intorno ma versò il vino spezzò il pane per chi diceva ho sete ho fame").

Siamo tutti un po’ gelosi di Fabrizio De Andrè, ma la sua grandezza è che appartiene a tutti, pure a Salvini (sorprendente, vero?), ognuno interpreta le sue parole e si riconosce in esse come vuole.

Personalmente ritengo che chi legge in "Il Pescatore" una sua presa di posizione a favore degli immigrazione, sempre e a prescindere, è libero di farlo, ma non penso che De Andrè la abbia scritta con quella idea in testa, del resto l'epoca era diversa ...

Piuttosto ritengo, dopo aver letto alcune cose, che sia piuttosto ispirata alla vita di Riccardo Mannerini, suo amico, coautore de "Il cantico dei drogati".

Un personaggio difficile, morto suicida, che era solito, a quanto ho letto, ospitare e nascondere in casa sua, per puro spirito evangelico (quello vero), rifiuti vari della società, fuggiaschi in fuga “dai gendarmi” di ogni tipo e natura.

De Andre’ ha cantato gli ultimi e per gli ultimi, ma gli ultimi veri, quelli dimenticati, quelli esclusi, sopratutto quelli di cui non si parla.

Gli ultimi stanziali (ripeto, stanziali) nella nostra società, perseguitati (oltre ovviamente a quelli non solo perseguitati ma anche cancellati dalla storia, vedi gli indiani di America, ma questa è un'altra storia).

Di tutti coloro, la loro umanità, nonostante tutto.

Questo è Fabrizio De Andre’, per me.

Detto questo, cosa c'entra tutto ciò con Battisti?

De Andrè mi ha rovinato, da quando ho imparato a prendere un po' troppo sul serio il suo pensiero e le sue parole (da un po' ormai), provo compassione anche per coloro per cui non dovrei provarne.

E a trovare bellissime le frasi come quelle di Sofri riportata sopra.

E a pensare che qualunque uomo, anche il peggiore, possa sempre riuscire un giorno, se il "buon Dio" (quello cantato in "Preghiera in gennaio") lo vuole, a "consegnare alla morte una goccia di splendore" (quella cantata in "Smisurata preghiera" e presa in prestito da Mutis).

E a provare compassione e pietà anche per uno come Cesare Battisti, ora già in carcere a scontare la sua giusta condanna, e le sue lacrime al momento della cattura (così dicono), .

E ad avere problemi a dirlo in giro, in questi giorni, tranne che qui.

Sai che ti dico, De Andrè?

Fanculo, maledetto il giorno che ti ho incontrato.

Almeno per me, hai fatto più danni di Gesù.

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editoriale di VinnySparrow

Cari Amici Debaseriani

Il vostro caro Vinny vi scrive dalla Siberia. Ho tante storie da raccontarvi, tante avventure...ma prima di tutto voglio sapere di voi...come state ? Spero bene. Spero che state scrivendo grandi recensioni e grandi zot. Vi manco ? Chissà...Comunque sarò di ritorno tra non molti giorni.

Sapete cosa significa "Siberia" ? Significa "terra che dorme", bello vero ?!

E' un posto meraviglioso, ho visitato praticamente tutto di questa magnifica terra, il lago Kutshuerla sui monti Altaj, il fiume Vasjugan, la meravigliosa Taiga Siberiana, il grande vulcano Korjakskij e tanti altri posti di rara bellezza.

Certo che fa freddino da queste parti! Ma ormai ci sono venuto talmente tante volte che pian pianino mi ci stò abituando.

Io vi consiglio di fare un salto qui dove sono io. Mi rendo conto che magari non tutti possono permettersi un viaggio come questo...ma a tutto c'è rimedio...infatti voglio svelarvi un segreto. Potete arrivare qui senza spendere un soldo, potete comprarvi il vostro biglietto di andata e di ritorno con l'antipatia. E' così che io sono arrivato qui. Il mio agente di viaggio è un tipo del tutto particolare, si chiama Carlo. Più gli stai sulle palle e più la possibilità di venire qui diventa concreta, vi assicuro che almeno una volta...una vacanza in Siberia...ne vale la pena eccome, quindi rivolgetevi a Carlo, inventatevi qualcosa di divertente ma che allo stesso tempo lo faccia incazzare...vi assicuro che senza neanche accorgervene vi troverete tra le mani un biglietto di prima classe per la Siberia. Ma che figata no! E' Un grande Carlo!

Naturalmente devo avvisarvi che qui in Siberia ci sono dei pericoli! L'altro giorno per esempio mi sono letteralmente cagato addosso dalla paura. Stavo tranquillamente passeggiando tra la bianchissima neve dei monti, respirando aria pulita a pieni polmoni...quando all'improvviso,,,eccola davanti a me...bellissima...la tigre siberiana...trovandomela davanti ho temuto il peggio. Ma ecco che la leggenda diventa realtà. AlgoZ supereroe Siberiano scende come un angelo da una delle grandi quercie e affronta la tigre in una battaglia all'ultimo sangue. Dopo ben 76 minuti di lotta Algoz ha la meglio, io vado verso di lui e lo abbraccio per ringraziarlo...ma lui non vuole essere toccato...mi dice semplicemente: "ora seguimi"!

Dopo ore e ore di cammino Algoz mi porta nella sua caverna...io dico "che bello! accederemo un bel fuoco per scaldarci finalmente"...AlgoZ era serio, nessun accenno di sorriso...e nonstante il freddo...inizia a spogliarsi davanti a me!

Io dico "We bimbo, stiamo calmi...che già sul DeB mi hanno dato del Gay...adesso ci manchi anche tu" AlgoZ mi risponde "Ma che cazzo dici stronzo...?"

Infatti AlgoZ una volta tolta la grande pelliccia da guerriero...ecco la sorpresa...non era affatto nudo...sotto la pelliccia c'era una tonaca da prete! Io subito dico "Cazzo AlgoZ ma sei un prete ?! Scusami non lo sapevo" Lui mi risponde "Solo in alcuni casi" e io "Quali casi ?" e lui con voce sicura "esorcismi".

Per la seconda volta.... cagato addosso dalla paura. AlgoZ mi dice di seguirlo, c'è un esorcismo da fare.

"Mi scusi Padre AlgoZ chi bisogna esorcizzare ?" Chiedo con voce tremante!

"Un uomo, 76 anni...si chiama Fede" Mi risponde Padre Algoz con voce sicura!

Signore e signori...quello che poi è accaduto...mi dispiace ma non posso scriverlo!

Questa è solo una delle tantissime avventure che ho avuto qui in Siberia.

Oggi sono entrato in un piccolo bar, non c'era tanta gente...comunque mi è sembrato di capire che qui in Siberia la gente è molto cordiale, disposta a conoscere stranieri. Ho avuto una piacevole conversazione con il Bar-Man...si chiama NixO...bravo ragazzo, ha una maglietta strepitosa, c'è disegnato il cosmo, un pianeta a forma di lettera G, e dietro di essa la faccia del Jocker. Nixo è fissato con la vendetta. Mi ha detto che qualcuno ha valutato con sole 3 stelle il suo meraviglioso locale. Ora vuole vendicarsi. Chissà come...ho avuto paura a chiederglielo! A proposito il locale ha un nome stranissimo "Hiiiiiijiiiiihhhjij" qualcosa del genere. Ha un solo tipo di birra...la Tia Beer! Abbastanza buona.

Insomma, se cercate forti emozioni, posti incantevoli e un pò di "strizza"...contattate Carlo, dimostratevi antipatici...e venite qui! La Siberia è una terra speciale! Vale la pena metterci piede, credetemi!

Ora devo lasciarvi cari amici, passo questi ultimi giorni in Siberia in totale relax, con una donna, due tette favolose, un culo da favola...e a letto salta come un canguro. Proprio questa mattina mi ha portato la colazione a letto...io ringraziandola ho voluto chiederle una cosa..."cara...secondo te...la gente si arrabbia perchè non capisce l'ironia...o si arrabbia perchè pensano che niente sia ironia ?"

VinnySparrow

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editoriale di iside

Morte ammazzate nella civilissima Italia nel 2018.

Lin Suqing (4 gennaio). Trovata legata al letto, con il volto coperto da nastro adesivo, un colpo alla testa. Forse era una prostituta, forse no. L'assassino è ignoto.

Esther Eghianruwa (20 gennaio). Prostituta, uccisa con un colpo di pistola alla nuca da un cliente abituale. Lui sostiene che lei voleva una relazione, mentre lui voleva lasciarla.

Arietta Mata (21 gennaio). Prostituta. Rapinata e strangolata, poi buttata sui binari per simulare un suicidio.

Anna Carusone (22 gennaio). Uccisa a colpi di fucile dal marito davanti alla figlia quindicenne. Lui sostiene che lei voleva lasciarlo.

Nunzia Maiorano (22 gennaio). Uccisa con 47 coltellate dal marito. Lui sostiene di avere avuto un raptus dopo aver provato a 'farle una carezza' e aver visto la sua reazione infastidita.

Chen Aizhu (24 gennaio). Massacrata a colpi di mannaia dal marito, che uccide anche il bambino di tre anni cui lei faceva la baby sitter. Il movente pare legato a un disagio mentale dell'omicida.

Pamela Mastropietro (31 gennaio). Lasciata morire di overdose da uno o più spacciatori. Il suo corpo viene smembrato e occultato.

Jessica Valentina Faoro (7 febbraio). Uccisa con 85 coltellate e poi bruciata da un uomo che si era infatuato di lei e si è visto respinto nelle sue avances sessuali.

Francesca Citi (13 febbraio). Uccisa a coltellate dall'ex marito, che non si rassegnava alla separazione, dopo anni di angherie e persecuzioni.

Federica Ventura (16 febbraio). Uccisa a coltellate dal marito. Lui dice che lei voleva lasciarlo.

Alessia e Martina (28 febbraio). Uccise a colpi di pistola dal padre, che ferisce anche la moglie e si suicida. Lui, pare, non sopportava la separazione.

Claudia Priami (4 marzo). Uccisa a colpi di cacciavite dal marito, che poi si suicida. Lei era anziana e malata.

Laura Petrolito (18 marzo). Uccisa a coltellate e buttata in un pozzo dal marito. Lui dice che era troppo geloso.

Immacolata Villani (19 marzo). Uccisa con un colpo di pistola davanti alla scuola di sua figlia dal marito, che poi si suicida. Lui, pare, non accettava che lei lo avesse lasciato, stanca delle sue violenze.

Leila Gakhirovan (2 aprile). Soffocata dal marito, che poi si suicida. Lui, pare, soffriva da tempo di depressione.

Roberta Felici (4 aprile). Uccisa a coltellate dal marito. Lui dice che non sopportava più la sua gelosia.

Fulvia Maria Baroni (6 aprile). Soffocata dal marito, che poi si suicida. Lei era malata da anni di Alzheimer.

Angela Jenny Reyes Coello (7 aprile). Uccisa a coltellate dal marito. Lui dice che è stato un raptus di gelosia.

Valeria Bufo (19 aprile). Uccisa a colpi di pistola dal marito. Lui, pare, aveva perso molti soldi al gioco e lei voleva lasciarlo.

Monika Gruber (20 aprile). Uccisa a coltellate dal marito.

Antonietta Ciancio (28 aprile). Uccisa a colpi di pistola dal marito. Lui ha nascosto il cadavere per giorni. Dice che il colpo sarebbe partito inavvertitamente.

Maria Clara Cornelli (7 maggio). Uccisa con un colpo di pistola dal marito, che poi si suicida. Lui, pare, non accettava che il loro matrimonio fosse finito.

Maryna Novozhylova (8 maggio). Uccisa con due colpi di pistola dal marito, che poi si suicida. Lui, forse, aveva scoperto un tradimento.

Marina Angrilli (20 maggio). Buttata giù dal balcone dal marito, che poi prende la figlia di dieci anni, Ludovica, la porta via e la butta dal cavalcavia dell'autostrada, per poi suicidarsi.

Silvana Marchionni (21 maggio). Uccisa a colpi di fucile dal marito. Sconosciuti i motivi.

Elisa Amato (26 maggio). Uccisa a colpi di pistola dall'ex fidanzato, che da mesi la perseguitava dopo la fine della loro relazione.

Elca Tereziu (27 maggio). Uccisa a coltellate dal marito. Lui dice che litigavano sempre. Dice che si vergogna per quello che ha fatto.

Fjoralba Nonaj (30 maggio). Uccisa a coltellate dal marito davanti al figlio di cinque anni, dopo anni di maltrattamenti.

Allou Suad (3 giugno). Uccisa dal marito. Il corpo non si è ancora ritrovato. Sconosciuti i motivi.

Sorina Monea (4 giugno). Uccisa con cinque coltellate dal marito, che poi si suicida. Lui, pare, soffriva di depressione.

Fernanda Paoletti (4 giugno). Strangolata dall'uomo sposato con cui aveva una relazione. L'uomo prova a far passare il delitto come un suicidio, poi confessa.

Sara Luciani (8 giugno). Trovata morta in un canale, presumibilmente uccisa dal fidanzato, che viene trovato impiccato.

Mora Alvarez Alexandra del Rocio (10 giugno). Accoltellata a morte dal fidanzato. Lui dice che è stato un raptus di gelosia.

Donatella Briosi (13 giugno). Uccisa a colpi di pistola dal marito, che poi si suicida. I due si erano separati ma avevano molte dispute, soprattutto economiche.

Nicoleta Loredana Grigoras (22 giugno). Accoltellata dal marito. Forse per gelosia.

Roberta Perosino (26 giugno). Soffocata dal marito dopo un litigio a causa di debiti di gioco di lui.

Ines Sandra Augusta Sanchez (5 luglio). Soffocata con un cuscino dal marito, che poi si suicida. Sconosciuti i motivi.

Maria Carmela Isgrò (6 luglio). Strangolata dall'ex marito, che poi si suicida. Lui, pare, non accettava la loro separazione.

Paola Sechi (6 luglio). Strangolata dal marito, che poi si suicida. I due litigavano da anni. Lei si voleva separare.

Adele Crosetto (12 luglio). Uccisa a martellate dal genero.

Sabrina Malipiero (14 luglio). Uccisa a coltellate. C'è un indagato, un conoscente, ma le indagini sono ancora in corso.

Teresa Russo (16 luglio). Uccisa a coltellate dal marito. I due si stavano separando.

Zeneb Badid (22 luglio). Picchiata per ore e massacrata da due uomini dopo un 'festino' di cocaina e alcool, per motivi ancora ignoti.

Immacolata Stabile (22 luglio). Strangolata dal marito, che poi si suicida. Lei lo aveva denunciato per maltrattamenti.

Giustina Diomede (24 luglio). Uccisa con un colpo di pistola dal marito, che poi si suicida. Lui, pare, soffriva di depressione per una grave malattia.

Manuela Bailo (29 luglio). Uccisa dall'uomo sposato con cui aveva una relazione.

Maria Dolores Della Bella (5 agosto). Strangolata dal marito, che poi si suicida, dopo anni di maltrattamenti. Lei, ora, era malata.

Elena Panetta (6 agosto). Uccisa a colpi di piccozza da un amico con cui divideva la casa. Lui, pare, le aveva chiesto dei soldi in prestito. Lei aveva rifiutato.

Maila Beccarello (8 agosto). Uccisa a calci e pugni dal marito, dopo anni di maltrattamenti.

Rita Pissarotti (14 agosto). Uccisa con 19 coltellate dal marito.

Rosa Maria Schiaffino (27 agosto). Uccisa con un colpo di pistola dal marito, che poi si suicida. I motivi sono ancora misteriosi.

Tanja Dugalic (7 settembre). Uccisa a colpi di pistola dal marito, che poi si suicida.

Paola Bosa (7 settembre). Sedata, imbavagliata e impiccata dal marito, che poi si suicida. Lui, pare, soffriva di depressione.

Angela Ferrara (15 settembre). Uccisa a colpi di pistola dal marito, che poi si suicida. Lei, pare, voleva lasciarlo.

Maria Grazia Innocenti (16 Settembre). Uccisa dal marito.

Elide Valentini (19 Settembre). Soffocata dal figlio.

Alexandra Riffeser (24 settembre). Uccisa con 43 coltellate dal marito. Lui, pare, era geloso.

ragazza rumena non ancora identificata (26 settembre)

Loredana Lopiano (27 settembre). Uccisa con cinque coltellate dall'ex fidanzato di sua figlia.

Giuseppina Bellizzi (27 Settembre). Soffocata con un cuscino dal fratello.

Paola Adiutori i (28 Settembre). Strangolata dal marito.

Luisa Valli (29 settembre). uccisa a colpi di pistola dal marito.

Dina Mapelli (1 ottobre). Uccisa a coltellate dal marito.

Maria Tanina Momilia (7 ottobre). Trovata in un canale, uccisa dall'uomo con cui aveva una relazione. Lui dice che lei voleva una relazione seria, e non se la sentiva.

Maria Zarba (11 ottobre). Trovata morta in casa con il cranio fracassato. Il marito è pesantemente indiziato per l'omicidio.

Desirée Mariottini (19 ottobre). Violentata e uccisa da un gruppo di spacciatori

Gina Riccò (25 Ottobre). Uccisa a colpi di fucile dal marito.

Maria Rusu (26 Ottobre). Uccisa a colpi di pistola dall'ex fidanzato.

Violeta Mihaela Senchiu (3 Novembre). Data alle fiamma dal marito.

Elvira Marchioni (7 Novembre). Strangolata dal figlio.

Antonella Laurenza (15 Novembre). Uccisa a colpi di pistola dal marito.

Rosanna Laurenza (15 Novembre). Uccisa a colpi di pistola dal cognato.

Roxana Karin Zentero (17 Novembre). Soffocata con un cudcino dal marito.

Anna Filomena Barretta (20 Novembre). Uccisa dal marito.

Anna Bertuzzi Olivi (27 Novembre). Uccisa dal marito.

Cinzia Palumbo (9 Dicembre). Uccisa dal marito.

Michela Fiori (23 Dicembre). Strangolata dal marito.

Francesca petrolini (23 Dicembre). Uccisa a colpi di pistola da ex compagno.

Medina Peña (23 Dicembre). Gettata dal balcone dal convivente.

Rosaria "Sara" Parisi (28 Dicembre). Uccisa a colpi di pistola dall'ex marito.

Maria Magdalena Oberhollenze (28 Dicembre). strangolata.

fonti: https://27esimaora.corriere.it/la-strage-delle-donne/

https://www.facebook.com/paolarnc/posts/10217186671848277

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editoriale di splinter

“Raga, guardate che stasera si va a ballare”. E già il termine “ballare” è un parolone (ma ci arriviamo)… Il conteggio dei numeri per decidere quante macchine servono e l’orario di ritrovo; “Mi raccomando voi maschi indossate la camicia altrimenti ci rimbalzano”. Poi si arriva lì ed ecco l’interminabile fila per entrare… SE ti fanno entrare, perché superata la fila ti potranno fare scene perché non sei in lista, perché siete solo maschi (quasi come se negassero il fine delle discoteche, ovvero quello del rimorchio), perché avete la faccia da drogati o delinquenti (e magari non è colpa vostra ma semplicemente della vostra fisionomia naturale) o perché indossate collanine, orecchini e aggeggi vari o semplicemente non siete abbastanza fighi per il target del locale. Selezioni che probabilmente non sarebbero nemmeno legali in quanto la legge stabilisce esplicitamente che il titolare di un esercizio pubblico non può impedire l’accesso ad un servizio a chi ne corrisponde correttamente il prezzo (c’è ancora un dibattito fra giuristi per stabilire se la discoteca rientra in questa fattispecie). Quante serate andate a puttane per questo motivo, magari concluse in qualche fast food. La prima domanda che sorge è: di tutto questo sbatti iniziale… ne vale la pena? Vediamo…! Già diciamo che comunque si parte male; chi cazzo sarebbero loro per permettersi di non farti entrare e impedirti di divertirti? Gente pagata per far questo, ma siamo matti? Questi vogliono riservarsi il diritto di decidere chi deve divertirsi a proprio piacimento e chi no, senza accorgersene creano una sorta di razzismo mascherato, fanno passare per figo chi ha un determinato standard e per sfigato chi non ce l’ha; chi accetta di voler comunque entrare si rende in qualche modo inconsciamente complice, abbocca a quello standard arrivando a pensare che chi vada lì e si vesta in quel modo sia davvero figo, in qualche modo alimenta il fenomeno nonché contribuisce a rafforzare i luoghi comuni; si dovrebbe invece per principio boicottare il locale e levarsi tutti quanti dalla fila appena si comincia a rimbalzare qualcuno. Ma è solo l’inizio…

Qualsiasi sia la sala che frequenti la musica è sempre di merda e sempre uguale, tunz-tunz-tunz-tunz senza capo né coda, piatta e senza un senso logico, cosa ci trovino i giovani di artistico in un basso iperpompato che spacca l’impianto stereo e dove non c’è una sola melodia o un solo arrangiamento degno di nota mi è tuttora un mistero… forse proprio il fatto che spacca le casse (la famosa quanto odiosa canzone “Pompo nelle casse” non l’hanno mica fatta per caso) trasgredendo alla regola del rispettare i limiti di tollerabilità? In pratica già la “musica” da discoteca stessa (le virgolette sono d’obbligo, la musica è ben altra cosa) è la testimonianza di quanto i giovani siano attratti dalla nullità, dalla pochezza, una pochezza che li caratterizza anche a livello generale. Per una cassa che pompa tutto il tempo e qualche loop elettronico irrilevante credono di aver trovato l’oro, rimpiangono gli anni ’90 - che magari non hanno mai vissuto se non con il Tamagotchi o addirittura col pannolino - per la musica dance quando invece negli anni ’90 abbiamo avuto scene musicali ben più qualitative quali la rinascita progressiva e il progressive metal in tutte le sue forme, il post-rock, il rock alternativo, il funk-rock, il trip-hop, ecc. Poi però il metal per loro è “rumore”, sì certo, perché la loro è musica…

E come si passa la serata? Saltellando! Sì, non sarà mica “ballare” quello, non fatemi ridere vi prego, il ballo, la danza è una cosa seria ed organizzata, una disciplina, è saltellare quello che si fa per tutta la nottata, a volte individualmente a volte in gruppo, a volte con una delle ragazze con voi e ciò vi fa sembrare la notte più caliente anche se di fondo è decisamente anonima e fredda, anche d’estate; ma mi sa che nemmeno “saltellare” è il verbo giusto, dato che lo si fa soltanto per brevi tratti, solitamente soltanto durante i pomposi ritornelli, quello che forse si fa per gran parte della serata è essenzialmente “ondeggiare”, in maniera ripetitiva, spesso neanche con tanta voglia, con uno sguardo perso nel vuoto che senz’altro non mente, meglio non credere a chi a fine serata, magari nemmeno sobrio (e tranquilli che sto arrivando anche lì…), afferma “sì, mi sono divertito” o peggio scrive su Facebook “minchia che serata zioooo, devastoooo” (anche se questo si vedeva più diversi anni fa)! Al massimo ogni tanto si tenta di essere stilosi e fighi o di far credere che ci si sta divertendo facendo strani movimenti accentuati con le braccia o espressioni facciali a dir poco fastidiose alla vista; la domanda che mi sorge spontanea è: come cazzo si fa a non annoiarsi dopo 5 minuti passati a far finta di ballare? E come si fa a farlo per una notte intera, ahahah? Sarà che i giovani non avendo mai conosciuto realtà varie e ricche di sfaccettature si sono abituati fin da subito a cose tremendamente ripetitive e le considerano normali, persino divertenti! Personalmente io ho frequentato discoteche per anni e mi chiedo come facevo a resistere tutta la notte se mi annoiavo dopo 5 minuti; il bello è che io stesso credevo di divertirmi, l’inconscio mi suggeriva questo ma io in realtà sapevo che non mi stavo divertendo, quando ne parlo ora infatti affermo sempre che “non mi sono mai divertito”.

Ma neanche puoi tentare di ballare in maniera un po’ originale o coreografica perché ti guardano male. Eh sì cazzo, la gente là dentro è tutta uguale! L’originalità non è apprezzata in discoteca, anzi la discoteca (impersonata da chiunque vi ruota attorno) sembra proprio impegnarsi nel mantenersi stereotipata, deve essere il tempio degli stereotipi, senza di essi perderebbe utili, perché è un posto fatto apposta per essere un incontro fra stereotipi, accogliere gente stereotipata che vuole incontrare gente stereotipata per sentirsi a proprio agio, per andare sul sicuro, perché sa cosa aspettarsi e cosa può ottenere, dei non-stereotipi la gente ha paura, pensa che il diverso nasconda quasi qualcosa di maligno; altrimenti non rimbalzerebbero quelli che non sono vestiti secondo gli standard.

E per la serie “la noia ti porta a fare cazzate” ecco che la noia porta dritti al bancone del bar. Un drink, poi due, tre, pure quattro, per sentirsi inconsciamente più slanciati e convinti di divertirsi sul serio, o magari anche soltanto perché fa figo fotografarsi con il drink in mano, per non sembrare sfigati (ricordiamoci che siamo nel mondo dell’apparire più sfrenato e non puoi essere più di tanto te stesso), perché fa figo farsi vedere “spaccatiammerda” oppure per tentare approcci con ragazze che poi si riveleranno totalmente infruttuosi, quasi come se si ignorasse che una tipa potrebbe anche essere spaventata da un tizio in evidente stato di alterazione… Almeno non lamentatevi se poi nulla va a buon fine, vi siete dati la zappa sui piedi. E chissà quante volte avete dovuto letteralmente raccogliere col cucchiaino il vostro amico abituato a lasciarsi andare dovendolo trascinare fino a casa perché completamente incapace addirittura di premere il pulsante dell’ascensore… Il punto è uno: la verità è che senza accorgervene vi state annoiando, altrimenti non andreste ogni due per tre al bancone… e forse nemmeno avete dei veri interessi, altrimenti non andreste nemmeno in discoteca, preferireste il bowling, la sala giochi, la pista da pattinaggio o dei go-kart, il mazzo di carte… Cose che insomma stimolano l’impegno, la mente, la creatività e il cui esito si potrà poi ampiamente commentare e raccontare successivamente. Vuoi mettere commentare un partitone a scala 40 e il suo andamento o i tempi e le medie in una pista kart dove ognuno prova a far meglio e vuoi mettere raccontare agli amici che vi siete rotti il cazzo tutta la serata?!

E dato che è noto che ci andate per cuccare… ne vogliamo parlare dell’atteggiamento delle ragazze in discoteca? Semplice da descrivere, viaggiano in gruppetti, si mettono in cerchio e creano una barriera che mette fuori chiunque tenti di avvicinarsi a loro, se lo fai scappano impaurite manco fossi uno stupratore seriale, mai un dialogo (anche perché sinceramente la musicaccia a tutto volume non lo consente nemmeno), mai un sorriso né un’apertura verso il maschio… ah aspe’ forse una sì, quella delle gambe, del tutto illusoria; la domanda è: che cazzo vi vestite come delle zoccole per cercare di essere attraenti se poi fate di tutto per farli scappare? Non sareste più coerenti con il vostro scopo se vi vestiste come uno zampirone, eheheh? In pratica possiamo dire che quello che dovrebbe essere un luogo di conoscenza e incontro risulta essere invece un luogo di isolamento di gruppo, tutti ci vanno per ostentare la loro pseudo-voglia di divertirsi, per farla vedere agli altri ma gli altri devono stare lontani, devono osservare da lontano senza interferire, lì dentro si è in mezzo a tanta gente ma si è comunque soli.

Non entro nel merito invece delle risse che chissà quante volte vi sarà capitato di vedere, piuttosto passo direttamente a fine serata e dico: ma ci siamo divertiti davvero? Ne è valsa davvero la pena? Abbiamo speso quindici euro (se non di più in prevendita per eventi particolari) per ottenere cosa? Cosa ci porteremo dentro di questa serata? Nulla, rimane il vuoto più assoluto! Al massimo abbiamo guardato qualche culo e qualche tetta, roba che si può vedere gratuitamente d’estate nei centri commerciali.

Poi succede una cosa magica: una sera qualcuno ti porta ad una serata latina (o caraibica se vogliamo essere precisi). E scopri un mondo nuovo. Vedi la gente che balla con sentimento organizzata in innumerevoli coppie in maniera costruttiva e appassionatamente, intrecci di braccia, giri, passi ben studiati, figure tutte molto scenografiche, casquet, sguardi decisi e che dicono qualcosa, più il brivido sulla pelle provocato dallo stretto contatto fisico; sì perché lì le distanze si annullano e chi ci va sa che lì bisogna mettersi in gioco, confrontarsi con il partner, tutti si impegnano a creare un’armonia senza aver paura di sbagliare e di essere giudicati, tutti cercano di muoversi creando sequenze creative ed armoniose, ognuno vive la serata non come un semplice cristiano che si è andato a divertire a muzzo ma come vero e proprio protagonista di una piccola grande coreografia improvvisata ma mai banale, il divertimento consiste proprio nell’impegnarsi a creare qualcosa; coreografia che si compie e diventa poi globale e collettiva nella rueda cubana, dove ci si mette in cerchio e sulle note di una salsa si segue un “cantante” che annuncia delle figure (che ovviamente bisogna imparare e non tutti le conoscono tutte) che tutte le coppie devono eseguire, cosa che comporta anche il continuo scambio di coppie. Ma noti anche tante altre cose che ti fanno capire che hai buttato un sacco dei tuoi anni e dei tuoi sabati: niente selezione all’ingresso né coda, perché lì nessuno deve difendere il target e lo standard del locale o la moda del momento, i balli di coppia non passano mai di moda, entri vestito come cazzo vuoi (anche se c’è il rovescio della medaglia, ovvero che molti ragazzi non hanno l’abbigliamento elegante che un’arte come il ballo meriterebbe) e puoi essere sicuramente più te stesso; non si fanno le 5 o le 6 del mattino, perché chi ci va sa che anche quello del far mattino è uno stupido stereotipo frutto della becera ignoranza; non c’è tempo nemmeno per alcolizzarsi perché ognuno ha moooolto di meglio da fare; e non ci sono risse, pensa un po’ che cosa strana, mentre in discoteca si fa a botte per uno sguardo appena alla persona sbagliata qua invece si balla appiccicati perfino alle mogli e compagne altrui, magari venute lì proprio con il proprio compagno, ma non si creano mai gelosie! Poi quello che era irraggiungibile in discoteca diventa qui raggiungibile: lì guardavi la più figa del locale da lontano col cannocchiale, qui se tutto va bene ci balli addirittura una bachata sensualissima! Ma pure la musica è sicuramente migliore, vuoi mettere i tunz-tunz della disco con i chitarristi e i percussionisti della bachata o le orchestre di salsa? Mi portarono qualche anno fa al Milano Latin Festival di Assago per vedere la Maxima 79 e devo dire che mi sembrava più ovvio stare lì a vedere i musicisti che mettersi a ballare, cosa che invece non avrebbe senso con un volgare dj; c’è sempre una ripetitività ma è piuttosto ovvia, trattandosi di musica da ballo.

Sei appena stato folgorato sulla via di Damasco, sta di fatto che arriva settembre e decidi che vale la pena di spendere qualche centello per un corso di salsa e bachata. Una volta a settimana sei lì ad imparare passi, figure e combinazioni nuove, ti impegni sempre a diventare più bravo e creativo senza mai però metterti davvero in competizione con gli altri, niente rivalità, perché la gente che ci va è gente senz’altro superiore ai truzzetti di Corso Como e sa che si tratta di un qualcosa che serve a creare un’armonia, a legare, infatti nascono pure amicizie e soprattutto compagnie per serate, non vedi l’ora che arrivi il weekend per vivere quando sopra descritto, poi di parlarne con i tuoi stessi corsisti, magari speri pure che il fotografo ti abbia immortalato in una posa passionale ed artistica da dare in pasto ai social. Una passione, e la passione è un divertimento che non si esaurisce in un sabato sera, la porti dentro anche durante la settimana e la sviluppi, che cazzo vuoi invece sviluppare con la disco-mania? Ti sei così reso conto che la discoteca è semplicemente la danza degli ignoranti e per gli ignoranti, consiste essenzialmente nello scegliere la via più facile, è una scelta comoda, dà la possibilità anche al più impedito di sentirsi un ballerino, di sentirsi quello che non si è, perfino di potersi giustificare dicendo che non tutti hanno voglia di imparare a ballare, io sono tuttavia dell’idea che se si vuole fare una cosa bisogna farla seriamente o meglio lasciar stare, il rischio di risultare ridicoli è sempre dietro l’angolo e modestamente la gente della disco lo è, ridicola, proprio perché tenta di fare una cosa che non è capace di fare credendo di saperla fare. È come se io andassi su un triciclo e poi andassi in giro a dire di essere un motociclista.

Ora se qualche tuo vecchio amico non ancora interessato dalla conversione di San Paolo dice “andiamo a ballare” la tua espressione sarà all’incirca quella dell’Urlo di Munch e la tua risposta sarà senz’altro un bel dito medio. Questo è quello che ho vissuto io, ma credo chissà quanti altri, di sicuro è qualcosa che ti cambia la vita. L’unica supplica che faccio (potrebbe aggiungersi quella di iscrivervi tutti ad un corso di ballo di coppia), se proprio volete continuare con le disco, è quella di smetterla di dire che vi piace “ballare”, al massimo dite che vi piace “andare in disco”; è una questione di essere onesti e obiettivi, la gente che veramente è appassionata del mondo del ballo è stata fin da piccola su un parquet di una scuola, ha partecipato a corsi e stage, la vedi spesso nelle sale da ballo spesso in qualità di animatore e ha tenuto saggi, esibizioni e spesso perfino gare, magari girando l’Italia e talvolta pure l’estero, magari anche lavorando sodo per migliorarsi e probabilmente non ha mai visto di buon occhio la discoteca. Definirsi “amanti del ballo” potrebbe essere quasi una presa per il culo nei loro confronti, pensateci discotecari!

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editoriale di Stanlio

Cinque giorni su sette pranz… consumo in ufficio il mio pasto quotidiano (spesso ascoltando quel che passa sul DeBasio) o a volte guardando un film sul pc (porni compresi se non passa troppa gente per la portineria) oggi nel menù è previsto:

  • Finocchio (intero)” crudo da sfogliare e intingere nel sale
  • Sardine al forno” passate al pangrattato con un filo d’olio extravergine speditomi dalla sicilia ed una lieve spolverata di peperoncino
  • Pane ai cereali con semi di lino & sesamo” sfornato da lidl
  • Cetriolo (mezzo)” da pelare e intingere nel sale
  • Mela
  • Banana
  • Budino al cioccolato “ (confezionato da qualche ipermercato in zona Mestre/Marghera/Mira)
  • Da bere: 1 litro di succo di pompelmo rosa, zero conservanti, zero coloranti artificiali (della Zuegg buonissimo)
  • E se passerà di qua qualche collega gentile, gli chiederò di andarmi a prendere di sopra un espresso con tanto zucchero al distributore automatico altrimenti lo berrò a casa stasera rigorosamente in capsule illy, nun ce piove…

E Voi come la fate la pausa pranzo?

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editoriale di Salesuliveires

Open window sui retroscena dell'italian-rock, e vi dirò di più. So pochissimo suonare ma ammetto che è bello farsi un minimo di cultura musicale da noi. Ma ora parliamo di Ligabue e della sua carriera, precisamente dei suoi retroscena. Del fratello non parliamone neppure, personalmente non mi entusiasma per nulla, ma veniam al capostipite. Lo considero tuttavia sufficientemente illuminante (per giusto metà della sua trentennale attività studio), specie se raffrontato a un infinitilione di new Metal groups prodotti con lo stampo, o a chi suon e canta il Neo-neo-prog ammutolente tipo i PerfecCircle, o i SilverKey, ma non solo. Pure andando da chiunque mescoli Trap e melodia sanremese (o fai questo o fai quello, ciéz!), a chi fa, del pianofortismo classico, una barzelletta atona (vedere alla voce Allevi, Yann Tirsen e Iruma, da non confondere con il "ciofecaro" Irama). Oltre ad aver fatto pure lui canzonicchie, vuoi la casa disgrafica, vuoi l'avanzare dell'età, non solo Liga usa pochi accordi, ma usa anche pochi "rivolti". Tutti gli accordi delle sue canzoni sono quasi sempre in stato fondamentale. Questo lo farebbe accomunare in qualche modo ai chitarristi da chiesa, che sanno suonare solo accordi in stato fondamentale. Va bene suonare solo 3 o 4 accordi, ma se sono sempre in stato fondamentale diventano insipidi: vanno "rivoltati", ogni tanto. Queste scelte compositive fanno pensare a un'antipatia nei confronti della tastiera/pianoforte, perché uno che conosce la tastiera gli viene naturale fare accordi anche rivolti: la tastiera stessa, per come è fatta fisicamente, li richiama. Il fatto che Ligabue non faccia accordi rivolti quindi fa quasi pensare che lui non si sia mai sprecato più di tanto a sperimentare arrangiamenti con le tastiere, come se fosse un eterno adolescente che si accontenta di suonare solo la chitarra, e cosi anche le tastiere devono scendere di livello costringendosi a limitare il loro linguaggio armonico alle armonie semplici delle chitarre. E' come se Ligabue "abusasse" delle tastiere, costringendole a fare le armonie semplici delle chitarre (accordi fondamentali), limitandone la dignità. La seconda critica che io avrei evidenziato è che Ligabue usa un'estensione vocale spudoratamente comoda: non raggiunge quasi mai la nota del mi, e questo fa pensare alla pigrizia, dato che anche una voce maschile bassa o baritonale riesce a toccare la zona di passaggio tra il mi e il sol, non dico per tante battute, ma almeno in alcuni punti per dare più tensione al brano. Invece Ligabue se ne sta comodo sempre in quella estensione comune a tutti i maschi, dal la basso al re acuto della zona di passaggio. In questo modo, oltretutto, crea complicazioni anche agli altri strumenti, perché una voce cosi bassa ha molte frequenze in comune con gli strumenti musicali (chitarre, pad, suoni di tastiera), quindi gli altri strumenti, per suonare bene insieme alla voce di Ligabue, sono costretti a sottoporsi a un'equalizzazione che non li faccia entrare in conflitto con la voce. Il cantante deve sforzarsi di non abusare troppo delle note basse e deve far sentire ogni tanto il registro più acuto, per far sentire una differenziazione di frequenze tra la voce e la base musicale: se canti troppo in basso la voce non buca gli strumenti, e per farlo sei costretto a equalizzare qualcosa in modo innaturale. Tra l'altro questa scelta che potrebbe sembrare animata da pigrizia potrebbe addirittura (come aggravante) essere una paraculata, cioè una furbizia. Mi spiego: Ligabue, cantando in un registro cosi basso e comodo, si assicura dei concertoni di successo per il pubblico. Infatti il pubblico è formato da maschi e femmine: i maschi si troveranno comodissimi a cantare insieme a Ligabue, perché l'estensione usata è comoda per tutti i maschi. Non solo: anche le femmine avranno molta soddisfazione nel cantare insieme a Liga, perché loro canteranno tutto un'ottava sopra, e siccome Ligabue si tiene basso anche rispetto all'estensione maschile (raggiunge al massimo il re acuto), le femmine non faranno fatica a trasportare tutto un'ottava sopra. In tutto questo la paraculata sta nel fatto che tutte queste voci femminili che doppiano la parte di Liga un'ottava sopra farà sí che la melodia cantata da Ligabue sarà esaltata da tutti gli armonici delle voci femminili del pubblico, armonici che non ci sarebbero se ci fosse solo la voce di Liga che sta nell'ottava bassa. E' come se lui potesse usare il pubblico femminile come equalizzatore umano della sua stessa voce, aggiungendo gli armonici femminili alla sua voce che, di per se, sarebbe troppo bassa per svettare. Questo vantaggio non ce l'hanno, per esempio, i cantanti maschi che cantano parti acute da tenore, perché quelle note che per loro sono acute, per le donne del pubblico sono basse, quindi anche avendo il raddoppio delle voci femminili, non hanno quel rinforzo armonico che ha Ligabue, grazie al quale le sue canz oni, fatte dal vivo, sembrano una bomba. Idolo fra gli idoli nelle arti, è a tirar le somme per me il pazzoide anticonformistico buon Ligabue..di nome Antonio, del quale, a proposito, come mai qua non vedo mai recensioni d' opere? P.s. In termini ultimi, quest'Editoriale non vuole\voleva essere una stroncatura, ma vuol essere un memorandum itinerante per l'anno che segna l'heaveness ending del secondo decennio 2000, tranne per chi professa religioni non cristiane e orientali. In quella induista, ad es., è già il 2056!

P.s.Da me, ex credente agnostico, risulti: facciamoci Tutti più buoni, sì, ma non da rendersi Ingenui o Falsi Messaggeri di Pace. ňà!

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editoriale di VinnySparrow

In questi giorni dalle mie parti il freddo penetra nelle ossa, poi ci si mette anche la neve...tanta neve...che ti blocca, crea disagi...ma d'altra parte siamo in inverno!

In questi giorni quindi sono costretto a rimanere in casa e devo trovare il modo per ammazzare il tempo, ascoltare musica, vedere film e leggere le recensioni su debaser è una soluzione.

Ho letto molto, non tutto naturalmente...ma sono riuscito a farmi un'idea.

Fin dai primi giorni ho avuto il vago sospetto che "in questo posto" uno scritto o una recensione vale non tanto per come è scritto, ma sopratutto da chi è scritto. Una cosa che ho ripetuto ormai tantissime volte tra uno "scontro" ed un altro. Qualcuno è riuscito a tirar fuori i coglioni e ha detto pubblicamente che la mia "tesi" è fondata...la maggior parte fa silenzio.Altri ancora invece sostengono che questa è la classica "scoperta dell'acqua calda". Magari hanno anche ragione, "è la scoperta dell'acqua calda"...però ti fanno capire che se non ne parli è decisamente meglio.

Senza contare i tantissimi messaggi privati che ogni tanto si ricevono, messaggi che dicono più o meno questo..."sono d'accordo, ma non posso dirlo pubblicamente...altrimenti faccio la fine di quel maledetto VinnySparrow".

Io trovo giusto il fatto che gli utenti vogliono leggere cose interessanti, profonde, recensioni con la R maiuscola per intenderci. Insomma quelle recensioni che io non sono capace di scrivere. Ma spesso mi ritrovo a leggere delle "presunte" recensioni che non vanno oltre le sette righe. Certo, una persona che ha la capacità di sintetizzare tutto in sette righe è ammirevole, ma il punto è che queste "ZOT" (così vengono chiamate qui) non dicono niente. Ma nella maniera più assoluta. Se poi questa "Zot" è un ottimo punto di ritrovo, un modo per ricordare i bei tempi andati ben venga allora la "recensione Zot". Ritengo però che "recensioni" di questo tipo devono essere valutate con i giusti parametri. Non si può dare il massimo dei voti a quei tipi di recensioni. Perchè qui sul sito sono presenti recensioni scritte da gente che sa veramente scrivere e che meritano veramente il massimo dei voti...e di certo non si può paragonare uno scritto che non dice nulla di appena sette righe con uno scritto pieno di contenuti, di riflessioni e di poesia che di certo ha richiesto tempo e impegno da parte del recensore.

In ogni caso come la legge non è uguale per tutti, anche le Zot non sono uguali per tutti, è il nome dell'autore che fa la differenza. A parer mio è una cosa sbagliatissima. Aggiungo che fare la recensione di una recensione è anche quella una cosa sbagliata alla base. E' giusto dire "non sono daccordo" ma recensire una recensione secondo me non ha senso. Ed è proprio per il fatto del recensire le recensioni che qui è nata una sorta di "battaglia a chi scrive meglio". Una battaglia che io non condivido e per tanto non ci partecipo, prima di tutto perchè sono consapevole che sono tra i peggiori recensori sul sito...anzi...io non sono proprio in grado di fare il recensore...e lo dico perchè lo penso. Seconda cosa non condivido il fatto che una recensione o una come la chiamate voi Zot che non dice assolutamente nulla viene valutata con il massimo dei voti e con le più "alte" risposte positive. E' una mancanza di rispetto per chi qui dentro scrive bene sul serio. E non sono di certo io.

Se quelle tre inutili righe valgono le fantomatiche 5 stelle, allora una recensione di Lector quante ne deve valere ? 100! Lector per dirne uno, ma anche Stanlio, Joe Stummer, Cosmic Jocker...

A mio modo di vedere le cose...i parametri di giudizio qui sono completamente sballati, talmente sballati da essere evidenti ormai. In fondo in fondo sono convinto che tutti qui hanno capito che "le recensioni valgono a secondo di chi le scrive e non tanto per come sono scritte"...ma pochi...per non dire (quasi) nessuno ha il coraggio di dirlo...almeno pubblicamente.

Qualcuno mi ha detto ultimamente..."Vinny stai parlando di una cosa ovvia, ma nessuno ne parla pubblicamente e puoi immaginarti il perchè"...sapete...è stata la più bella risposta che ho ricevuto da quando sono qui. Per una volta non mi sono sentito solo.

VinnySparrow

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editoriale di Cialtronius

Allora, una giovane dell' appalacchia mountains va a berlino a imparare la quadriglia in un palazzone sovietico con i tappeti sui muri.
Qui ci sono le streghe, un gruppo terroristico antipatriarcale la cui unica preoccupazione, in piena DDR, con le brigate rosse, nina hagen e la moquette ovunque è ricordare quanto era brutta la seconda guerra mondiale.
ma come, sei LE STREGHE, baci le terga del diavolo, fai i sacrifici umani e poi sei contro la guerra?
Prima sospensione della meraviglia: l'impegno politico delle streghe, che parlano del voto alle donne e delle pari opportunità nella germania guglielmina e poi si mangiano le budella delle loro allieve.
ecco una cosa che non ho mai capito delle streghe: fanno tanto le icone di sinistra e di femminismo ma poi:
1 - soggiaciono regolarmente col diavolo che è il loro padrone patriarcale e non mi pare si siano mai lamentate
2 - sacrificano donne inermi di rango inferiore approfittando di superpoteri (prepotenza di classe, arroganza patronale)
3 - fanno tutto questo in cambio di giovinezza e beni materiali di consumo, quindi per l'apparenza (botox) e per le ricchezze del capitalismo.
Seguono tre ore di film bellissimo e tecnicamente ineccepibile tranne gli effetti speciali, che sono dei pupazzi malfatti (seconda sospensione della meraviglia: i pupazzi malfatti).
A questo punto arriva un protagonista, un vecchio con un prostetico da vecchio.
Terza sospensione della meraviglia: invece di prendere un vecchio per fare la parte principale, mascheri uno da vecchio con il risultato che in ogni scena con questo falso vecchio guardi solo la maschera di gomma e delle cose che dice questo vecchio (ovvero com'era brutta la guerra mondiale) te ne infischi per tutto il film.
Il vecchio è interpretato dalla donna che fa la maestra delle streghe (angela finocchiaro), una scelta incomprensibile e mal realizzata (pupazzi malfatti) che nell'esegesi del linguaggio filmico rappresenta una maschera di gomma in faccia ad un'attrice per renderla un vecchio investigatore.
Nel film (molto bello) c'è berlino spettrale, lo spionaggio, nina hagen, i posaceneri anni 70 quelli lunghi e accenni di digressioni politiche che con la trama non centrano niente ma danno quel carattere polemico alle streghe, che decapitano comunque le teen ager ma discorrendo sui presupposti della socialdemocrazia.
Menzione d' onore, la vecchia che canta con la voce da uomo (essendo un uomo travestito da vecchia)
Allora, la trama:
La giovane dell' alabama si innamora della maestra, la maestra si innamora di lei, la coreografia di danza della maestra era un sacrificio satanico ma tramite l'amore si pente e non lo vuole fare più, la giovane dell' appalacchia lo vuole fare uguale per immolarsi alla maestra (tramite l'amore), il vecchio con la maschera indaga, le streghe vanno al night e polemizzano sul congedo di maternità retribuito.
Poi le streghe litigano su chi è più satanica, quella che diceva di essere il mostro supremo (Pierre la Sultana) era solo una bugiarda, quindi arriva il vero mostro supremo che uccide tutti senza motivo.
La morale è che una congrega di donne, anche se demoni millenari iconici del femminismo, litigherà sempre e comunque per le invidie e tutto andrà a finire a decimarsi tra di loro per cose di isterie (seppur esoteriche).
I demoni twerkano sulla fanfara dei bersaglieri e tutti muoiono in un cabaret di frattaglie che apre la strada all'incomprensibile epilogo:
In una lunghissima scena finale di venti minuti (giuro), la Mater Sospiriorum va a trovare i reduci di guerra, si costerna per il nazismo e aiuta un vecchio (e saggio) ebreo a ritrovare la moglie dispersa in guerra. Ma perchè? Che centrava?
Il film finisce con i due che finalmente vanno a comprare l'eroina a Kreuzberg.
Inquadratura sulle scarpe di cartone, la neve, nina hagen
fine

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editoriale di Bubi

Due sono le cose veramente importanti che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli : le radici. Ovvero ciò che i genitori hanno il dovere di trasmettere ai loro ragazzi : in primis, un senso di appartenenza. L'identità sociale si fonda su dei "noi" significativi, dal piccolo gruppo alla nazione, ma anche la comunità religiosa, politica, sportiva... Avere un identità, ci impone di rispettare il prossimo e le regole di una vita in comune, non basta, si deve anche essere coscienti dei nostri limiti e quelli che la comunità chiama a rispettare. le ali. Cioè avere il coraggio di sognare e cercare di realizzarli i nostri sogni, anche sbagliando. L'errore ci fa acquisire in esperienza e ci dà la consapevolezza che se si sbaglia, si può rimediare. In breve, il lascito da dare ai nostri figli, è dar loro tutti gli strumenti affinché imparino a stimarsi e possano così essere gli artefici della propria felicità.

Ho elaborato un proverbio del Quebec, attingendo alla mia esperienza e informandomi su internet.

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editoriale di POLO

La seconda parte, in ritardo. Gli ultimi dieci.

Iceage - Beyondless - Questo album è di base caruccio, con quei bei chitarroni e quell'atteggiamento da schiamani del rock distorto. Poi, a un certo punto salta fuori la voce di Sky Ferreira ed ecco che diventa il disco dell'anno. Semplice. OK

Arctic Monkeys - Tranquility Base Hotel & Casino - Non fa poi così schifo come pareva all'inizio. Alla fine è un disco spassoso, una sorta di strampalato concept lounge-pop su un fantomatico hotel nello spazio. E così mi sono appena ricordato del perchè faccia comunque schifo. NO

Janelle Monae - Dirty Computer - Se nel 2018 rifai un disco alla STESSA IDENTICA MANIERA di come l'avrebbe fatto Prince negli anni 80, non sei una brillante discepola del folletto di Minneapolis, ma solo una produttrice di dozzinali canzoni di merda. NO

Pusha T - Daytona - Non conosco Pusha T di persona, ma da come si presenta nelle canzoni pare davvero essere il re della coca. Nel 2018 è stato anche il re del rap, fottendo Drake davanti al mondo e incendiando con classe smisurata le migliori otto strumentali che Kanye abbia mai prodotto, e che casualmente, o forse no, sono tutte presenti in quest'album. OK

KIDS SEE GHOST - KIDS SEE GHOST - Si ok, RA-TA-RATTATATÀ e tutto il resto. Bello ma anche basta. OK

Yves Tumor - Safe In The Hands Of Love - Ho appena aperto la finestra per bestemmiare ai quattro venti. Il motivo? Questo disco demmerda e i suoi suoni glitch-distorti-chic come sto cazzo. NO

Any Other - Two, Geography - Se devo dire che salverà la musica italiana una ragazza di Milano che suona un indie-rock anni 90 abbastanza canonico, che è diventata famosa solo perchè è amica dei giornalisti di Vice e che canta in inglese con un accento che va be ok dai (al "fuck me as hard as you can" urlato in silenzio nella seconda canzone non ho potuto trattenere un sorrisino imbarazzato)... Ecco, dicevo, se devo dirlo, non lo dico. NO

MGMT - Little Dark Age - Gli MGMT fanno i dischi di Ariel Pink meglio di come li farebbe Ariel Pink. Ma poi che cazzo ne sapete voi, della pelle d'oca che mi lascia ogni volta "Time To Pretend"? Con questo album non c'entra nulla, certo, come potrei mai parlare male di questi due freakettoni? OK

Dark Polo Gang - Sick Side - Prima che diventassero solo tre ritardati, i quattro della Dark Polo Gang, compreso DarkSide, sapevano ancora fare dell'ottima trap. Uscito a gennaio scorso, "Sick Side" è la cosa più vicina agli inizi della Gang, e non a caso vibra della sua stessa oscurità, dei suoi stessi beat grevi, della stessa attitudine dissacrante che oggi alla DPG manca, e senza la quale ormai non vale più un cazzo. OK

SOPHIE - Oil of Every Pearl's Un-Insides - Vi prego di non tacciarmi di sessimo o omofobia, mi ferirebbe. È solo che non posso farci niente; ascolto il disco di una transessuale che si agita rivendicano la sua emencipazione su delle basi kitsch filo-PCmusic tutte belle laccate, e penso che sia un prodottino commerciale piuttosto ruffiano e scadente. NO

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editoriale di sfascia carrozze

Dopo la recrudescenza dell'Isis, l'aumento siderale dello Spread e l'aumento spropositato del prezzo al consumo delle barbabietole, la quarta minaccia più minacciosa in ordine di minacciosità del (prossimo ma anche attuale) 2019 è sicuramente quella relativa alla pubblicazione dei nuovi vàgiti discografici di diversi nomi e sigle che già in passato hanno pesantemente minacciato e messo a dura prova i nostri bisunti, scartavetrati padiglioni auricolari.

Voi ancora non lo sapete ma tra le minacce più subdole e imminenti c'è quella del ritorno in pompa magna dei Backstreet Boys: il loro "DNA" uscirà il prossimo 25 gennaio.
Come sia possibile che dei non cantanti, dei non ballerini, insomma dei non a tutti gli effetti siano giunti al non(o) disco, resta un enigma irrisolto e irrisolvibile che neppure approfonditi studi sul DNA hanno svelato.
Da quì il titolo.

Sul versante sciaqquette pseudo-Punk virate Pop direi che il ritorno della mondina di Campobasso Apri La Vigna (aka Avril Lavigne) sia l'evento per eccellenza: perlomeno "Head Above Water" ha il buon gusto di suggerirci un ottimo metodo per evitare di sentirlo.

Anche Dido, dopo cinque anni di silenzio, darà alle stampe il nuovo opus "Still On My Mind": ecco, appunto, ce l'abbiamo ancora tutti ben presente ciò che sei in grado di proporre: ma perché perseverare, dico io.

Anche sul fronte para-pseudo-proto-metal c'è di che aver congruo terrore:
a parte l'incombente ritorno dei veterani del metallo progredente Dream Theater, ci attende l’atteso (ma da chi?) ritorno dei Rammstein e altresì (sob) quello degli Slippikinotto: in effetti il primo disco faceva (anche) ridere. Il secondo già non faceva ridere più e anzi faceva sgorgare copioso il latte ai ginocchi: perché giungere addirittura al quinto? Beviamoci sopra un chinotto e non pensiamoci più.

L'annuncio del nuovo Tool poi è diventato una tale barzelletta che il giorno che sarà effettivamente pubblicato non ci crederà più nessuno. Nemmeno loro che l'hanno registrato: e infatti quando uscirà (se uscirà) auto-imploderanno diventando, di fatto, i nuovi Boney M.

Anche la casta ecclesiasta Madonna pare che nell'anno in corso ci regalerà un nuovo caposaldo della musica contemporanea: quella del 1980 virata ospizio.

Quando si dice che gli ultimi saranno i primi e al peggio non c'è mai fine conchiudiamo questa lugubre quanto desolante prospettiva che ci attende tutti inesorabilmente:
il 25 gennaio il pseudo-rapper Fedez pubblicherà il suo quinto disco solista, "Paranoia Airlines".
Ma io direi anche solo Paranoia.

E molta.

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editoriale di Gallagher87

Anthem Of Peaceful Army - Greta Van Fleet 8️⃣

Noie a parte sul perché si parla troppo di loro (facciamoci delle domande sull'attuale panorama musicale) sono sicuramente la sorpresa del 2018. Il disco pare meno tirato e più composto rispetto all'EP di debutto, ma trasmette molta maturità. Speriamo si possa parlare di loro bene e per tanto tempo.

When Legends Rise - Godsmack 7️⃣

Novità in fase di produzione hanno favorito un approccio più moderno e meno arroccato ai novanta/duemila quando la band ha segnato dignitosamente un pezzo della scena Rock/Metal. Alle soglie e anche oltre i cinquanta anni, Sully Erna e compagnia, con un sound fresco tornano protagonisti.

Post Traumatic - Mike Shinoda 7️⃣

Si sarà messo a lavorare a capofitto dopo la morte dell'amico Chester Bennington, bel debutto da solista per il rapper californiano, sentito e caratterizzato da un suono vario e spaziante dal rap al pop ad un pizzico di trap (nulla da condividere con le varianti italiane). Ora c'è solo da vedere se ci prenderà gusto ponendo fine alla storia dei Linkin Park.

Natural Rebel - Richard Ashcroft 6️⃣

Mi ero lasciato convincere da una buona recensione letta qui su debaser, niente male ma dal suo talento mi aspettavo qualcosa di più. Fatta eccezione per un paio di brani, diversi altri mi sembrano discreti riempitivi; riserverò altre opportunità per via di ascolti poco approfonditi, per ora è sufficienza.

ATTENTION, ATTENTION - Shinedown 5️⃣

Una band che pian piano dimostra di avere sempre meno da dire, con Brent Smith che ammicca e prova a fare la popstar. Lasciano ai fan qualche pezzo tirato e molta nostalgia.

Ember - Breaking Benjamin 6️⃣

Benjamin Burnley si tiene stretta la sua creatura (dopo aver rimpiazzato tutti i vecchi membri a suon di avvocati e azioni legali) e realizza un lavoro sentito e introverso. Il suono regge e resta fedele per coerenza, l'album conferma che la band, anzi lui, è ormai una realtà stabile del metal Made in USA.

SHINY AND OH SO BRIGHT, VOL.1 - The Smashing Pumpkins 7️⃣

Tanto scetticismo attorno alla reunion di Corgan e amici, e invece il ritorno in chiave anni novanta (grazie alla produzione di Rick Rubin?) ha premiato. Buona originalità spalmata però solo su otto tracce, in attesa del VOL.2

Gravity - Bullet For My Valentine 5️⃣

Inizio a pensare che una media di un disco ogni due anni sia troppo per loro o per me ad ascoltare loro. Fare un disco metal praticamente azzerando gli assoli non è semplice e credo che la band gallese non sia riuscita nell'intento. A parte questo poca qualità e troppe volte occhi strizzati alle ragazzine alternative.

Cage To Battle - Daughtry 5️⃣

Ormai Daughtry ha smesso di suonare e far suonare gli strumenti alla sua band, i tempi nei quali dimostrò che si può uscire da un talent show (perdendo) e suonando del rock sono ricordi, una bella voce, l'ennesima, che si assesta su un prevedibile pop alla One Republic, peccato.

Family Tree - Black Stone Cherry 6️⃣

Continuano a puzzare di birra e whiskey del Kentucky e fanno bene. Temevo uno smarrimento anche per loro e invece i BSB si confermano coerenti bravi musicisti seppur il disco non regge rispetto agli ottimi lavori degli esordi.

Mi manca ancora l'ascolto dell'ultimo degli Alice In Chains e Arctic Monkeys...per il resto sono solo pareri personali

Buon 2019!!!

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editoriale di Bubi

Se nei primi tre anni di vita i bambini non sono accuditi e ascoltati nel modo giusto rischiano di diventare degli analfabeti emotivi, privi di orientamento. I giovani soffrono di una sorta di analfabetismo emotivo. I sentimenti, infatti, non sono una dote naturale e non si trasmettono geneticamente. I sentimenti si apprendono: e soltanto attraverso la costruzione di mappe emotive si possono costruire relazioni e legami. Le mappe emotive si formano attraverso la cura che i bambini ricevono nei primi tre anni di vita e servono a sentire il mondo e a reagire agli eventi in modo proporzionato. Se nei primi tre anni di vita i bambini non sono seguiti, accuditi, ascoltati allora ci si trova di fronte ad un misconoscimento che crea in loro la sensazione di non essere interessanti, di non valere niente. Crescono rimanendo a un livello d’impulso. Gli impulsi sono fisiologici, biologici, naturali. Il passo successivo dovrebbe essere di passare dagli impulsi alle emozioni ovvero a una forma più emancipata rispetto all’impulso. Poi si arriva al sentimento che è una forma evoluta, perché non solo è una faccenda emotiva, ma anche cognitiva. Il sentimento si apprende, è cognitivo e consente di percepire il mondo esterno e gli altri in maniera adeguata, con capacità di accoglienza e di risposta adeguate alle circostanze. Dove e quando si apprendono i sentimenti? Dobbiamo convincerci che il sentimento non è una dote naturale, è una dote che si acquisisce. Li impariamo anche attraverso la letteratura, che è il luogo dove si apprende che cosa sono il dolore, la noia, l’amore, la disperazione, il suicidio, la passione, il romanticismo. I bambini hanno bisogno di tempo-quantità. Hanno bisogno di essere riconosciuti passo dopo passo, non basta fare quattro week end giocosi per avere una relazione con i figli. E se non si ha questo tempo, dobbiamo rassegnarci a avere dei figli in cui le mappe emotive e cognitive non si formano. Queste mappe però sono fondamentali perché diventano la modalità con cui si fa esperienza, se le mappe non sono formate questa esperienza avviene a caso e non viene mai del tutto elaborata.

Questo è il riassunto di un lungo articolo di Umberto Galimberti. Ho deciso di pubblicarlo dopo aver letto l'editoriale di Lector : Padri

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editoriale di Bubi

Hai mai provato a sentirti felice, così, all'improvviso? Tutti dicono che sia impossibile. Oltretutto è un periodo di inquietudine e preoccupazioni. Non ti riesce, eh? Eppure sembra che a qualcuno sia riuscito. A chi? A me, ora. Ci sei tu dietro lo squillo di quel telefono. Lo so. La felicità è un attimo, e se la telefonata dura a lungo, anche due, tre, quattro attimi. "Vediamo un po'". Pensai. Alzai la cornetta e c'eri tu, proprio tu. "Quanto durano quattro attimi?" Ti chiesi. "Anche tutta una vita". Rispondesti senza troppo pensare. "Ti piacerebbe che al mondo ci fosse più felicità?" "Certo, tutti lo desideriamo" "Telefona, telefona più che puoi, fai squillare più telefoni possibile, dietro ogni squillo ci sarà un attimo di felicità. Se al mondo ci fossero tantissimi te e me, tu potresti fare felice gran parte dell'umanità"

(Buone feste a tutti gli amici di DeBaser. Questa è una zuccherosa dichiarazione d'amore che uso per dire che anche dopo dodici anni, questo sito mi piace ancora più di tutti gli altri)

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editoriale di Valentyna

Dovete sapere che io sono come Rob Fleming di Alta Fedeltà (per chi non lo sapesse uno dei miei due libri preferiti in assoluto),ovvero ho una certa fissazione per le classifiche. Musicali e non. Io classifico tutto su una scala che varia a volte da 1 a 10,a volte da 1 a 5, eccetera eccetera...

E proprio in virtù di ciò mi ritrovo,puntuale come uno Shinkansen,ogni fine Dicembre a stilare la mia personalissima classifica dei miei album preferiti dell'anno appena trascorso, rigorosamente usciti tra Gennaio e Dicembre.

Di solito non aggiungo commenti, e non dó speigazioni della scelta.

Cosi e se vi pare,in pratica.

Chi vuole però puo commentarla.

La classifica è in ordine crescente:

5- Cool like you-Blossoms

4-Tranquillity Base Hotel & Casino- Arctic Monkeys

3- For Now- DMA's

2-Natural Rebel- Richard Ashcroft

1- Call the comet- Johnny Marr

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