"Trapped! rappresenta uno dei migliori esemplari di un power metal non ancora corrotto."

 "La voce di Peavy pare spassarsela non poco in ritornelli da cantare a squarciagola sotto la doccia."

La recensione celebra 'Trapped!' dei Rage come una delle migliori espressioni del power metal tedesco prima della standardizzazione del genere. L'album è lodato per il chitarrismo energico di Manni Schmidt e la voce migliorata di Peavy Wagner, che insieme creano un disco dinamico e melodico, ancora fresco rispetto alle produzioni successive più ripetitive. L'importanza storica e la qualità compositiva vengono sottolineate come un esempio di potenziale del metal tedesco anni '90. Ascolta 'Trapped!' di Rage e riscopri il vero power metal anni '90!

 "Un disco tutto sommato non privo di fascino, che riesce a dipingere atmosfere ammalianti, aliene, ma anche tese e dolorose."

 "Sembra intraprendere tante, forse troppe strade, senza però arrivare davvero da qualche parte."

Il debutto dei Pilgrim Fathers, quintetto di Nottingham, presenta un album denso di sperimentazioni e influenze che spaziano dal space rock al post-core. L'ascolto evidenzia contrasti forti e atmosfere suggestive, ma una certa mancanza di coesione unitaria impedisce al progetto di convincere pienamente. Pur affascinante, il disco sembra un mosaico di idee mai davvero amalgamate. Ascolta l'album e scopri se questo viaggio sonoro fa per te!

 Sto 'Morning Wood' è molto poco fumo e parecchio arrosto.

 In materia heavy psych credo che, al momento, meglio di questi Blowback ci sia in giro parecchia gente.

La recensione analizza 'Morning Wood' dei Blowback, album heavy psych del 2008 dagli echi doomy e stoner ma privo di originalità. Il disco è descritto come potente, con groove deciso, ma senza sperimentazioni o atmosfere psichedeliche autentiche. Conclude che nell'ambito heavy psych ci sono attualmente artisti di maggiore rilievo rispetto a Blowback. Scopri se 'Morning Wood' dei Blowback fa per te con la nostra recensione dettagliata!

 Credo che se ad aspettarmi non ci fossero stati Azzo e OleEinar, avrei rinunciato.

 Il Sabotage Bar, a cui voglio fare le mie più sincere scuse per averlo inizialmente irriso con un '...’mmazza che cesso!'

Il recensore racconta con tono sincero e personale la sua esperienza al concerto stoner dei Colour Haze al Sabotage Bar di Vicenza. Descrive l'ambiente rustico ma speciale, l'intimità del live e i dettagli divertenti delle persone coinvolte. Nonostante la fatica del viaggio e qualche dubbio iniziale, l'esibizione e l'atmosfera compensano ampiamente. Una celebrazione di musica autentica e amicizia in un contesto underground. Scopri l'atmosfera unica dei Colour Haze in concerto al Sabotage Bar!

 Niente pose da rock star, più entusiasmo che igiene personale.

 Se Dzjengis Khan avesse avuto una band hard 'n' heavy sarebbe suonata così.

La recensione descrive l'album ‘‘Dzjenghis Khan’’ come un viaggio nel rock primitivo e grezzo di San Francisco, tra hard fuzz e psichedelia. La band, con attitudine punk e suoni sporchi, rende omaggio ai pionieri del genere senza aspirare a riscrivere la storia. Divertente e autentico, l'album riesce a trasmettere energia e passione nonostante una produzione volutamente low-fi. Ascolta Dzjenghis Khan e immergiti nel rock più sporco e autentico!

 Ho trovato tutto quello che avevo e quello che avrei voluto avere.

 L'ho trovato ancora vivo... sincero... privo di quell'imbarazzante artificiosità che insozza tanta letteratura giovanilistica odierna.

La recensione riflette la prima lettura di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" nell'adolescenza, con uno sguardo sincero e nostalgico. Enrico Brizzi cattura emozioni vere, ribellione e riflessioni giovani, anche se oggi alcune ingenuità appaiono evidenti. Il libro rimane comunque vivo e sincero, lontano dalle forzature moderne della letteratura per giovani. Un viaggio tra passato e presente, tra desideri intensi e la maturità acquisita con gli anni. Riscopri il romanzo cult dell'adolescenza di Enrico Brizzi, tra emozioni e riflessioni autentiche.

 Il rituale atomico parte sgommando dalla Detroit dei primi anni '70, ringalluzzito quanto basta da serbatoio pieno di 'potenza selvaggia'.

 Quando parte 'Fin' capisci che il viaggio è terminato. Ti siedi, distendi le gambe, e guardi il sole tramontare, sapendo di poterlo fissare negli occhi senza farti male.

Atomic Ritual di Nebula è un album che miscela hard rock anni '70 con fuzz e psichedelia, guidato dall'eclettica chitarra di Eddie Glass e una ritmica solida. Pur non essendo un capolavoro assoluto, il disco rievoca atmosfere vintage con freschezza e autenticità, riprendendo energie dopo un precedente lavoro più edulcorato. Alcune tracce risultano meno efficaci, ma l'album restituisce un'esperienza intensa e coinvolgente per gli amanti del genere. Scopri Atomic Ritual e immergiti nel miglior stoner rock psichedelico!

 NOVANTA minuti NOVANTA di jam "cosmic hard rock strumentale" e luci psichedeliche che balenano nel buio come raggi B vicino alle porte di Tannhauser.

 Il batteraio Mario Rubalcaba a calare la mutanda e a far capire al mondo che, se fa fatica ad accavallare le gambe, è perché sotto c'ha due maroni così.

La recensione racconta l'inatteso successo della band Earthless al festival Roadburn 2008, con un'esibizione live di 90 minuti di jam strumentale psichedelica che mescola hard blues, stoner e space rock. Il live, dominato dall'intensità del batterista Mario Rubalcaba e dal virtuosismo del chitarrista Isaiah Mitchell, cattura l'ascoltatore in un vortice sonoro ipnotico e travolgente. L'esperienza è descritta come un flusso potente di note che, pur sfidando la concentrazione per la durata, risulta affascinante e coinvolgente. Scopri l’energia ipnotica di Earthless dal vivo e lasciati travolgere dalla musica!

 Un disco di distorsioni vintage da rimanerci incollati manco fosse la '220V'.

 Un riuscitissimo 'deja vu sonoro' per le vie di una città che si pensava di conoscere a memoria.

Graveyard, band svedese di Goteborg, debutta nel 2008 con un album omonimo che mescola rock anni '60 e '70, blues e psichedelia. Il disco si distingue per un sound raffinato che riduce la percezione di derivatività, offrendo un'atmosfera nostalgica e una produzione analogica intensa. Le tracce presentano riff vintage, elementi soul e una voce evocativa. Un album coinvolgente che celebra il rock con ruvidezza controllata e stile elegante. Ascolta l'album e vivi il fascino autentico del rock vintage svedese!

 I Colour Haze hanno saputo rinnovare in me quelle sensazioni.

 Mi accontenterei che venisse considerato un disco che non ha bisogno di parole per essere "spiegato".

Questa intervista a Stefan Koglek, chitarrista e cantante dei Colour Haze, riaccende la passione per la musica nel recensore, rivivendo il valore dell'ascolto attento e personale. Koglek racconta l'evoluzione della band, le influenze eterogenee e i momenti più significativi di oltre dieci anni di carriera. Il testo trasmette un forte legame emotivo tra artista e fan, sottolineando la ricchezza e la profondità della musica dei Colour Haze. Scopri l'anima dei Colour Haze con questa intervista esclusiva a Stefan Koglek!