editoriale di Caspasian

Ma di cosa stiamo parlando ragazzi. Sono tutti preoccupati per l' ambiente, per la situazione quasi irreversibile di inquinamento cui versa la Terra e poi tutti e sempre di più si abbocca all' incanto dell' effimero da non poter rinunciare al superfluo, ergo assuefazione consumistica e aumento esponenziale dei rifiuti.
Il corpo produce merda, voi vi identificate col corpo cercando di soddisfare tutti i piacerini che comanda e perciò, chiudendola matematicamente, cosa siamo? La spazzatura che siamo è la spazzatura che produciamo. Siamo completamente assunti con i desideri che si creano in noi perchè implementati dall' esterno. Siamo dei burattini in mano ai burattinai che col nostro tacito assenso ci scaricano anche la colpa. Siamo pure dei gran coglioni, stupidi nel reclamare il bisogno di qualcuno che risolva questo problema: parassita idiota nullafacente, devi iniziare a pulire te la tua merda e cercare di sporcare il meno possibile e non sempre stare a cercare qualcuno che ti pulisca il culo al posto tuo!

Inizia ad aumentare per strada la gente che guarda il telefonino e sbatte contro i pali (chissà perchè prediligono quelli della segnaletica stradale), aspettiamoci a breve un' ecatombe di investimenti stradali. Gente che quando arriva la metropolitana e deve spingere il pulsante per fare aprire la porta del vagone rimane ferma davanti senza muoversi aspettando che la porta si apra, rimangono lì fermi, il macchinista riparte e loro rimangono lì e si offendono e s' incazzano pure perchè non gli hanno aperto. Simile cosa in ascensore, io entro per primo e scommetto: vediamo se l' ultimo che entra schiaccia il pulsante per la discesa o la risalita. Siamo al 50%... Ci sarebbe da fare un business aprendo una ditta di servizi del tipo: "Perchè preoccuparsi? Mangeremo e defecheremo al posto vostro! Assistenza 24h."

Bisogna iniziare a pulire dentro e non ad inquinare fuori. La volontà di cambiare deve partire da dentro, bisogna iniziare a sfanculare l' ego che ci impegna incessantemente con le sue dannose voglie. Come siamo corruttibili, come siamo semplici, abbiamo tutti un prezzo ed è anche basso. Bisogna ricominciare tutto daccapo!

Le bottiglie di plastica, come tutte le cose legate al consumismo tanto per dirne una, inquinano! E scatenano sostanze che provocano il cancro. E lì a comprare vagonate d' acqua morta, biosfenolitici che non siete altro. Mangiare carne (e pesce) con tutti 'sti cazzo di allevamenti intensivi è un disastro per l' impatto ambientale e per la salute individuale. Si mangiano cadaveri e pure stressati, anche una bella merda psichica va in circolo. Il latte fa bene! Fa bene?!? Ingravidano le mucche di continuo per fargli produrre latte di continuo, chi beve latte (e derivati) beve compulsività.

L' uomo è un rompicoglioni cacacazzi per eccellenza che è convinto di fare quando invece "tutto accade". È tutto predisposto per la perfezione, cogliere la mela se vuoi, ma cade anche da sola, non ci si deve inventare niente e invece sempre a far casino... La nostra abbondanza è servita con portate sanguinolenti. Il nostro benessere è un bel vassoio di ragazzini negri morti di fame con guarnizione di bambini tailandesi violentati spietatamente.

La produzione di cibo industriale fa sì che le nostre malattie non ci abbandonino mai, sennò come fanno le multinazionali farmaceutiche a vendere le medicine? E se sei sano ci pensano sempre loro, un bel vaccino condito con metalli pesanti su misura per tutte le età! Allarmano con famigerate epidemie di morbillo quando poi quasi obbligano a fare il vaccino del papilloma virus alle ragazze di 14 anni con effetti collaterali che letteralmente le rovinano la vita: "se non lo fai ti viene il cancro sicuro!" E lì tutte le mamme che con questa paura inculcata diventano carnefici delle proprie figlie. I padri, per non avere rotture di coglioni dalle chiacchiere delle mogli, nicchiano. Bella cosa l' era dell' acquario! Mi toccherà rinascere donna il prossimo giro...

Sul bugiardino c'è scritto tutto e se una persona normale che usa un po' di raziocinio lo leggesse libera da condizionamenti correrebbe, dopo aver letto, a comprare un bazooka per piombare nello studio medico del dottore colluso col sistema che ha convinto a fare il vaccino e polverizzarlo dandogli quello che gli spetta. A questa setta dei dottori che devono creare malattie per diversificare l' offerta è il minimo che gli possa capitare. Ultimamente tanti dottori anziani si sono rotti il cazzo e hanno denunciato con documentazioni inconfutabili i crimini che abbiamo subito sulla nostra pelle: subito radiati senza appello!

Ma è la stessa gente l' ostacolo, e l' accettare che è stata presa per il culo è inaccettabile. Non possono arrendersi al fatto che sono stati infinocchiati tutta la vita e che non hanno capito un cazzo e condannano quelli che vogliono fare qualcosa, rimanendo nelle braccia dei carnefici. Meritano allora di morire tutti miseramente. Trattati da cavie e da concime, cosa vuoi aspettarti? Oggi come oggi se non muori di cancro ti guardano male, c'è anche il pericolo che tra poco quando uno muore di morte naturale, magari nel sonno, il prete ti scomunica pure. Prima avevi l' Alzheimer a 80 anni, se ce l' avevi, adesso ti viene a 60 se tutto va bene e ti mettono all' ospizio, poi ti fanno l' iniezione "e te ne vai" e con la soglia di pensionamento a 57 anni risolvono il problema di pagare le pensioni.

Avanti i giovani di 16 anni! L' altro giorno ritorna mio figlio da scuola dove hanno iniziato a raccontare storie della mitologia greca e gli domando cosa hanno sentito... "Edipo Re" gli hanno raccontato, mica il minotauro o chessò Ulisse, e poi uno dice che non gli quadra qualcosa. Se uno vuole restare con i paraocchi almeno non rompesse i coglioni ma è proprio lì che insisto: con un tacito assenso a tutto questo si legittimano i crimini dei padroni che stanno perdendo un po' il controllo e potendo agire solo sul nostro corpo non si aspettavano un risveglio di coscienze che, anche se piccolo, destabilizza i piani. E perciò vai con una moderna inquisizione che col 5G in via di attuazione trasformerà la terra in un forno a microonde a cielo aperto. Già ti arriva sotto forma di pubblicità, quando stai rilassato in internet, quello che hai pensato magari poco prima. È sì, ci hanno mappato il cervello, siamo su una telenovela in rete 24 ore su 24 tutti quanti, siamo attori non pagati ma spremuti, e ci vuole poco, inventano sempre un gadget inutile che ti distrae, e ci caschi sempre!

Un assurdo è che hanno creato il denaro per controllarci e sono talmente presi nell' accumulare che oltre che stamparlo a piacimento i padroni lo vogliono recuperare tutto per loro. Ma è già vostro! Seriamente bisogna riprendere in considerazione il baratto. Quei padroni che quando organizzano i loro "meeting" si portano segretamente tutta la loro roba speciale da mangiare, e non sia mai quello che fanno mettere in commercio. Ma che per caso gli alimenti in commercio sono lievemente "modificati" per provocare patologie che nutriranno i conti delle multinazionali della salute e agiranno come controllo psichico attraverso la paura?

E a proposito di geoingegneria già dieci anni fa vedevo 'ste striscie "di condensa" che uscivano dagli aerei e persistevano creando nuvole, e il tempo cambiava... Quanti mi prendevano in giro, poi di punto in bianco ultimamente cercano di fare la legge che regola le emissioni nell' atmosfera... Non so se piangere o ridere. E siamo anche contenti di verificare l' esattezza delle previsioni del tempo: grazie al cazzo! Sempre per coprirsi il culo ti comunicano quello che andranno a fare con la geoingegneria. Tra poco lo stato di assuefazione di voi tutti morti di sonno arriverà a un grado del tipo: "domani tempesta, dopodomani maremoto, inondazioni sparse, un terremotino per non farci mancare niente, si ripulisce tutto con venti a 200 km/h, bombe d' acqua, sabato trippa... E voi lì tutti contenti a commentare: "ma che bravi ci avvertono di tutto..." Se vi piace prenderlo nel culo continuamente... mah!

A me francamente no, e non faccio neanche la finta di essere altruista, io cerco di segnalare, di avvertire, di stimolare SOLO PER ME! Dato il livello di voi suicidi inconsapevoli devo necessariamente non prendervi in considerazione. La sveglia è cruenta, uomo avvisato mezzo salvato, qualcosa a qualcuno arriverà, non si può fare di più. Se uno non tirerà fuori un po' d' anima sarà travolto.

E se non sospettate di niente e non vi risulta niente di quello che ho esposto e siete convinti della vostra vita felice vi auguro di non trovarvi in una situazione di morte apparente dove il chirurgo macellaio di turno fa firmare ai vostri familiari che vi amano tanto il foglio della tua morte cerebrale con annesso l' espianto dei tuoi organi per un' azione "solidale e altruistica": che persona magnifica che sei, i tuoi organi doneranno vita ad altre persone. Peccato che gli organi perchè funzionino debbano essere espiantati da un soggetto vivo... Tu che sei sdraiato sul banco dell' ospedale senti tutto ma non ti puoi muovere, ti ricordi pure che volevi passare all' ufficio per fare togliere dalla tua nuova carta elettronica l' assenso automatico di donazione organi, poi l' incidente, uno strano incidente, poi ti ritrovi sul tavolo dichiarato morto (cerebrale), poi vorresti dire "sono vivo!", troppo tardi, ti hanno già fatto una bella iniezione paralizzante. Dopo una bella firmetta sul modulo di donazione si comincia! A questo ti accorgi (eccome se te accorgi) che usano si un paralizzante ma non usano un anestetizzante, costa, tutto fa brodo nel guadagno, un occhio costa tot, un rene tot, il cuore è quello più caro, ma non ti preoccupare quello lo togliamo all' ultimo... Intanto tutti gli altri espianti li sentirai tutti, una bella esperienza essere torturato da e dal vivo: "Infermiera! Mi aumenti la dose di paralizzante, il paziente si sta muovendo un po' troppo e rischio di compromettere questo rene..."

Avete ritirato la vostra nuova carta d'identità elettronica? Siete sani? Siete pronti ad un' eventuale torturina? Basta così per oggi, di adenocrome e costolette di neonato al sangue ne parleremo la prossima puntata, forse. E voi siete dentro o fuori? Inquinatori e complici che non siete altro di questo disastro esteriore e interiore...

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editoriale di Stanlio

Musica per le mie/Vs orecchie... mi son imbattuto poco fa in questo monologo, e non son riuscito a non pensare che un po' sta storia mi rappresenta almeno per quanto riguarda l'atterraggio in questo ns disastrato pianeta (per opera di pochi miliardari che la fanno sempre franca!), a parte il fatto che fortunatamente io non tremo in continuazione come lei (solo qualche volta quando son troppo emozionato o davanti a situazioni dove la violenza la fa da padrone).

Anche i miei genitori han fatto di tutto perchè non mi sedessi sugli allori e mi sbattessi per fare quel che facevan tutti gli altri nonostante le mie difficoltà motorie.

Ringrazio mamma natura per avermi almeno risparmiato una parte dei danni cerebrali lasciandomi integri qualche miliardata di neuroni (che ahimè van via via assottigliandosi causa droghe varie, assunte nel corso del passato, e a causa naturale poiche non si rigenerano come le altre cellule, almeno così sostengono gli studiosi e chi sono io per sindacare le loro approfondite ricerche?) che mi han permesso di superare i molti ostacoli che tutti in qualche maniera, ci troviamo davanti, e di prenderla con una certa filosofia, facendomi spesso grasse risate nei miei confronti e in quelli della società in generale, nonostante non siano mancate le occasioni per versare un po' di lacrime ma queste fan parte di altre storie...


Ok, dopo sta specie di "outing", voglio augurare a tutte/i le/gli amiche/i del paradisiaco DeBaser "Buone Feste & Happy New Year" e come diceva il mio amico di Seattle tale James Marshall "Jimi" Hendrix "Stay hungry..." ovvero nel senso "Siate folli..." e niente!

Maysoon Zayid: Ho 99 problemi...la paralisi cerebrale è solo uno dei tanti. | TED Talk

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editoriale di algol

Mi sembrava bello, per stemperare l’insulsa allegria natalizia, condividere qualche lugubre riflessione di non secondaria importanza.
Non ditemi che non ci avete mai pensato.
La questione è, che musica mettereste il giorno del vostro imminente (apotropaica toccata) funerale ?
Quali note accompagneranno l’estremo saluto, parlando di voi ed al contempo creando quell’atmosfera solenne e mistica, in grado di assecondare la tristezza (ma non troppa) degli astanti.
Significativo brandello della vostra anima che si libra per un'ultima volta, perché la musica è per definizione (la mia) il vestito dell’anima.
E allora, con quale vestito vorrete salutare le persone alle quali avete voluto bene?
Beh, io oramai lo so da un pezzo.
Agevolato dalle mie inclinazioni estetico musicali nella dimensione terrena che hanno sempre esplorato scenari ultraterreni, sapevo che tutto ciò mi sarebbe tornato utile in qualche modo prima o poi.
Ma meglio poi.

E quindi ecco la Funeral Party Compilation – by Algol

Going To Your Funeral Part 1– Eeels
Vabeh, che ve lo dico a fare, mi raccomando a tutti quanti … non fatemi fare figure dimmerda che in vita sono state già abbastanza. Contriti ma senza sceneggiate, che non ho mai apprezzato le esibizioni intime, fuori i fazzoletti e tutti a dire quanto ero bello e bravo. E anche intelligente, dimenticavo.
Ricordatevi delle grevi cazzate generosamente elargite, o di quando danzavo garrulo e indisponente sui campi da badminton.

I Giardini Pensili Hanno Fatto Il Loro Tempo – Paolo Conte
Invito chi non lo conoscesse a cogliere il testo, scintillante metafora del trapasso di un Nero già Blu.

Advent – Dead Can Dance
I morti ballano eccome, se vi avvicinate alla mia bara a questo punto forse sentirete un ultimo sciamanico sussulto.
E che “the light of hope shines in your eyes”.

State Of Non Return – Om
Ma forse stato di eterno ritorno, chi può dirlo, sperando al prossimo giro di non tornare in vita nelle accattivanti sembianze di uno xifosuro o di solifugo.

Hope Leaves – Opeth
Questa fa una malinconia pazzesca, non può mancare. Struggente.

Third Eye – Tool
Sarò pure morto ma a questo punto potrebbe anche essersi dischiuso il mio terzo occhio, e allora sì che mi farò crasse risate da lassù (giù?), mentre voi ancora vi dimenerete in terrene valli di lacrime, senza capirci un cazzo. Uahhahah

Kyuss – Phototropic
Correndo ad abbracciare il Sole.

Screamin’ Eagle – The Desert Sessions
Niente più parole, rimane un’ascesa potente e leggera.
Come un’aquila.


Ci sarebbe molto altro, ma non è che posso sequestrarvi per un'intera settimana.
Otto canzoni bastano, 8 come il segno dell’infinito rovesciato.

Infine darò il non arduo compito a mio figlio di tramandare qualche mia perla e prodezza passata.
Magari raccontando di quella volta che per poco non gli cagai addosso al museo navale di Amsterdam, non potendo lasciarlo fuori dai cessi ad aspettare (era ancora troppo piccolo) non trovai di meglio che posizionarlo a lato della tazza sopra la quale mi prodigai in peristaltica sospensione, proiettando un cilindro che per qualche rettale mistero cadde a un mm dal suo innocente piedino.
Bah, a volte la posta pneumatica è inaffidabile.
O di quando sono stato sollevato dalle sbarre di un passaggio a livello, o forse ancora di quella volta che collassai in aeroporto, rischiando di fare saltare le vacanze a tutti per aver ingollato un intero pacchetto di caramelle con dolcificante, successivamente annaffiate con un litro di coca light.
Per poco l’aria che istantaneamente invase il mio ventre non mi fece raggiungere Rodi in anticipo e senza bisogno del check-in.
Si potrebbe declamare la recensione del verme solitario o l’EmorrOde, opere a me particolarmente care.
Le possibilità di accomiatarci con un sorriso dovrebbero esserci.

Perché una risata ci seppellirà.

E voi come sarete vestiti?

Buone feste ciurmaglia!

Moriremo tutti.

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editoriale di macaco

Un recente fatto di cronaca italiana ha chiamato la mia attenzione tanto da spingermi a riportare la vicenda in questo editoriale. Ci che é successo si inquadra, a mio avviso, in una discussione recentemente affrontata in singolar tenzone da due nostri cari DeAmici. Un tema complesso e ampiamente studiato, che peró ha bisogno di nuove riflessioni visto che le strutture di comunicazioni sono assai diverse dal passato e in continua mutazione.

I fatti.

La settimana scorsa, il prof. Emanuele Castrucci é stato massacrato su tutti i fronti a causa di alcuni suoi tweet, definiti come filonazisti e antisemiti. Il prof. Castrucci é un docente di fama internazionale con moltissimi lavori pubblicati, in particolare sulla figura di Carl Schmitt. Nonostante ció il rettore há deciso di sospenderlo dalle attivitá universitaria, appellandosi alla legge Fiano che prevede il reato di negazionismo di genocidi e crimini di guerra

I tweet

https://www.huffingtonpost.it/entry/non-solo-il-tweet-su-hitler-ecco-tutti-i-tweet-antisemiti-del-professore-emanuele-castrucci_it_5de62943e4b0d50f32a83fdc

Il contenuto dei tweet potrebbe anche dare origine ad una discussione interessante e piuttosto accesa, degna di portarci a qualcosa di cui forse non sospettavamo. In particolare il tweet incriminato che recita: Ti hanno detto che sono stato un mostro per non farti sapere che ho lottato contro i veri mostri che oggi ti governano. Con la foto di Hiler in basso. Giudicate voi, io ho giudicato e non menzioneró il mio pensiero, non essendo questo il punto cruciale della questione.

Paolo Becchi

Il prof. Paolo becchi ha scritto un´articolo sulla vicenda. Egli conosce il prof. Castrucci e ne prende le difese... anzi no, prende le difese esclusivamente delle sue opere, condannando i messaggi contenuti sui tweet. Sostanzialmente sostiene che non si puó gettare discredito sull´opera di uno studioso di reputazione che ha un centinaio di pubblicazioni serie sulle spalle, solo per dei tweet.

https://paolobecchi.wordpress.com/2019/12/04/non-si-distrugge-la-reputazione-di-un-prof-per-dei-tweet-sbagliati/

Recentemente il prof. Becchi si é visto cancellare una conferenza alla quale era stato invitato senza un ben specificato motivo, evidentemente per causa del suo articolo, unico movente possibile. Il che fa riflettere su tutta una serie di questione relazionate all´etica, al giudizio, alla condizione di distacco sul giudizio morale di un opera e del suo esecutore. Ma forse il punto centrale non é neppure questo, forse dovremmo riflettere sui meccanismi che i nuovi mezzi di comunicazioni usano per creare il pensiero unico dominante, dove le ideologie sono utilizzate, ossia non é piú l´ideologia che si genera da un consenso e porta all´azione, ma diventa essa stessa lo strumento di controllo del pensiero unico.

Infine

Il potere giuridico che ancora esiste nello stato di diritto sembra essere stato messo in seconda posizione, l´infangamento é l´arma definitiva del discredito e messa al bando, indipendentemente delle sentenza giudiziarie. Paradossalmente con i politici non funziona perché essi stessi sono in primis gli artefici mediatici, nella loro rappresentazione della negazione del tutto e sempre.

Per gli altri non c´é appello.

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editoriale di Taddi

Canzoni che ti salvano la vita,
che ti fanno dire "no, cazzo, non è ancora finita!"
che ti danno la forza di ricominciare,
che ti tengono in piedi quando senti di crollare

(Brunori sas)

So che esistono canzoni che salvano la vita. Lo so per certo, hanno salvato il mio fratellone e sono stata io che gliele ho fatte ascoltare.

Successe nel 1986 un sabato sera. Sono a casa con i miei genitori ed arriva una telefonata dall'ospedale maggiore, il mio fratellone fresco di patente ha avuto un incidente. E' in coma, ci resterà per diversi giorni. Il dottore disse che tutto dipendeva da lui, dalla sua voglia di vivere e che noi dovevamo aiutarlo. Ma cosa poteva fare una ragazzina per aiutare colui che mi ha insegnato ad ascoltare la musica, a ribellarmi ai bulli a scuola, a capire cosa significa fidarsi ciecamente di qualcuno (del fratellone, ovviamente)? L'unica cosa che mi venne in mente era registrare la mia voce su una TDK C-60 con il suo microfono. Sì la voce va bene, ma cosa dico? Ed il sottofondo? Che canzoni metto?

Ci ho pensato diverse ore, sono entrato in camera sua e ho inventato radiobros, in cui una "presentatrice" (io) intervistava dei cantanti (sempre io) e li invitava a cantare in studio (la cameretta) ed ad eseguire il loro pezzo migliore (lp dalla collezione del fratellone registrato con microfono vicino alla cassa). Poi con un mangianastri in ospedale gli ho fatto ascoltare la cassetta decine di volte, vincendo l'imbarazzo che mi provocavano i dottori e le infermiere.

Si è svegliato, è rimasto a lungo in ospedale, ma è guarito.

La domanda è:

Voi cosa avreste registrato?

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editoriale di Bubi

Il sogno di diventare ricchi ci accompagna da sempre, denaro significa potere e successo. Da un'intervista con Steve Jobs: "Valevo circa un milione di dollari quando avevo 23 anni e oltre dieci milioni di dollari quando avevo 24 anni e oltre cento milioni di dollari quando avevo 25 anni e... non era così importante - perché non l'ho mai fatto per i soldi..." Anche se conclude dicendo che non l'ha fatto per arricchirsi, quello che è interessante, secondo me, è che paragona se stesso a una montagna di soldi. Non dice che era una persona di valore perché dotato di solidi principi morali, quelli sono accessibili a tutti, basta che te l'insegnino, che li interiorizzi e ce l'hai. No, per far intendere che era una persona stimabile o comunque uno di livello, Jobs si compara al denaro, niente di sbagliato, non voglio demonizzare Steve Jobs, voglio solo rimarcare che era perfettamente integrato nel sistema. Il sistema capitalista: la dottrina economica basata sul profitto. Un organismo che si è messo in moto autonomamente un paio secoli fa, ed è tuttora la concezione di pensiero dominante. Nessuno l'ha inventato, il suo fine è soddisfare la domanda a costi inferiori e con minor mano d'opera. Il tutto per guadagnare soldi. Soldi, bramati ma anche odiati, sono, comunque la si voglia mettere, al centro della nostra vita, dell'azione di ogni governo, di tutto ciò che è legato all'attività umana. Anche la frase "il tempo è denaro" la conoscono tutti, abbiamo sempre l'impressione che il tempo non sia abbastanza, nelle città si cammina veloci, il tempo sembra sfuggire, ci precipitiamo da un appuntamento all'altro, siamo sempre in ritardo e non riusciamo a fare niente con calma. Non riusciamo neanche prendere esempio dai bambini. Guardandoli giocare, si capisce benissimo che non hanno nessuna cognizione del tempo, non lo risparmiano, lo dimenticano o più verosimilmente non sanno cos'è. Nell'era del capitalismo, della crescita infinita e del consumismo "il tempo è denaro" non è solo un detto, è la verità. [L'orologio misura un tempo che non ci riguarda come uomini, ma solo come funzionari di apparati tecnici o burocratici, i valori che contano sono funzionalità ed efficienza] [Umberto Galimberti].

Il contadino che lavora la terra conosce la fatica, ma si può anche fermare quando è stanco, a chi lavora in fabbrica, questo non è concesso, se non trova chi lo sostituisce, non può nemmeno permettersi di andare a fare la pipì. Oggi, in alcune fabbriche, fare la pipì è vietato. Nel diciannovesimo secolo, la vita in campagna non era per niente agevole, gli agricoltori erano poveri, ma la loro vita si svolgeva secondo ritmi umani. La famiglia alla sera si riuniva al caldo della stalla. Le feste e le fiere erano, per l’intera comunità, un’occasione per consolidare i rapporti sociali. Viceversa, nelle fabbriche, le persone si riducevano ad essere un ingranaggio, con tutte le conseguenze del caso: alienazione e depressione. In città, gli operai vivevano in condizioni disumane dentro orribili e sovraffollate baraccopoli. Nel 1800 la ricchezza cresceva per pochi, la povertà rimase invariata. Karl Marx e altri ci hanno scritto libri, ma cento anni dopo le cose erano cambiate notevolmente, soprattutto nel dopoguerra. Negli anni sessanta, settanta e anche dopo, si viveva bene, la medicina aveva fatto grandi progressi e tutti avevamo l'assistenza sanitaria gratuita. C'era la tv, la radio, le lavatrici, andavamo a fare il bagno in un mare ancora pulito, facevamo conoscenza in centri di aggregazione reali come la parrocchia, il bar, la sezione di partito, i vicini di casa non erano degli estranei, l'aspettativa di vita era aumentata notevolmente e nessuno sentiva la mancanza dei telefonini e di internet. Ma il "progresso" non conosce soste e le imprese DEVONO VENDERE e noi DOBBIAMO CONSUMARE, affinché tutto questo si realizzi, ci devono scassare le palle fino all'inverosimile con la pubblicità, nel frattempo, le nostre case si sono riempite di cose inutili, la nostra vita è subissata da cose inutili e... il mare di immondizia. Abbiamo continuato senza sosta ad estrarre carbone e petrolio per far funzionare gli apparati tecnici. Un ciclo senza fine, anzi, la fine verrà quando nel sottosuolo non ci sarà più niente da estrarre perché il mondo non ha risorse illimitate. Però, forse, anche molto prima, l'attività umana ha fatto sì che nell'atmosfera si siano accumulate enormi quantità di anidride carbonica e di metano, gli effetti sono i conosciutissimi "cambiamenti climatici," se ne parla ogni giorno un po' di più. Nel 1997 quasi tutti gli stati firmarono il protocollo di Kyoto, ma gli USA responsabili del 36,2% delle emissioni, uscirono dal trattato durante la presidenza di George W. Bush, sempre sui cambiamenti climatici, nel 2015 seguì l'accordo di Parigi. Però Donald Trump ha già detto di volersi ritirare. Delle variazioni del clima, si coscono le conseguenze, migliaia di scienziati le hanno studiate e sappiamo che non sono una favoletta. Non possiamo fermarle. Non c'è modo. 😱😰

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editoriale di zaireeka

È ’ un po’ che non ci sentiamo (a parte qualche boiata sparsa qua e là sul sito..) ed avevo voglia di scrivere.

Avevo pensato ad una recensione, una recensione sull’ultimo dei Coldplay…

Un mio “collega” qui su debaser lo ha letteralmente distrutto ed ha ottenuto l’effetto opposto.

Lo ho cercato, lo ho ascoltato, e, alla fine, dopo un po’ di ascolti, mi è piaciuto un bel po’, anzi molto.

Specialmente una canzone.

Uno dei miei generi preferiti di canzoni sono quelle che io definisco “tristallegre”, canzoni apparentemente giocose e spensierate ma dal retrogusto malinconico. Questa dei Coldplay è un bell’esempio del genere.

Un ottimo pezzo in cui la band britannica è riuscita ad omaggiare Scott Hutchison, aka Owl John, leader della band scozzese Frightened Rabbit, morto suicida nel 2018, trasformando un suo pezzo (“Los Angeles, be kind”) in qualcosa di molto simile a “Bitter Sweet Symphony” dei The Verve.

Ascoltare per credere.

Qualche giorno fa la figlia di un’amica di famiglia, coetanea di mia figlia, diciannove anni, sua compagna di scuola per un anno della materna, è venuta a mancare (che brutta perifrasi, ma si usa così).

Un linfoma polmonare, fulminante (nella mia città si usa così).

Un mese fa, direttamente dall’ospedale presso cui era in cura, aveva scritto su fb un post raggelante e pieno di speranza al tempo stesso.

Lo riporto di seguito (sono sicuro che da dove si trova ora mi darà il suo permesso):

A volte la vita ti mette davanti a situazioni che difficilmente sai come affrontare e per quanto provi sembra sempre che ci sia qualcosa di sbagliato. A volte, però, la vita ti offre quelle che noi chiameremmo sfide, ma che sono in realtà opportunità di dimostrare a noi stessi e a chi non ha voluto credere in noi che nel nostro cuore abbiamo la forza di andare avanti e di continuare a sperare. Sperare che tutto vada meglio, certo, ma anche credere ancora che in un mondo fatto di oscurità e buio ci sia tanta luce, che risplende nella vita delle persone che ci circondano. Che risplende in ogni chiacchierata che si fanno i due signori nella stanza di fianco alla mia, in ogni risata che si sente in giro per il reparto, che risplende attraverso le battute degli infermieri, attraverso il sorriso di un dottore. La luce che risplende in tutti noi e che dovremmo combattere di più per farla vedere, una luce che può portare tanto calore in modo inaspettato. E che si trova anche nelle cose peggiori, anche nel rumore delle macchine, nel suono di una tosse, nel respiro affannoso. Perchè finché c'è speranza c'è luce e finché c'è luce, c'è vita”.

Quando lo ho sentito letto in chiesa, durante il funerale, non sono riuscito a trattenere un nodo che mi esplodeva in gola, mia moglie ed i vicini se ne saranno accorti.

La vita va così.

Nasciamo tutti come Campioni del mondo, ma poi ce ne andiamo via, complici o costretti, senza mai riuscire a ritirare la coppa.

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editoriale di macaco

Qualche mese fa decisi di spendere qualche ora al giorno, per un paio di settimane, del prezioso tempo per informarmi sul immagnifico e leggendario mondo della terra piatta.

Perché tutto ció, direte voi? Volevo essere convertito, essendo un credulone e simpatizzante per varie teorie complottiste, qualche probabilitá di sucesso ci sarebbe pótuta anche stare.

Devo dire che le argomentazioni che i terraplanattisti portano sono spesso in relazioni alle mappe aeree e le curvature delle traiettorie di volo, argomento a me sconosciuto e degno di infiniti dibattiti, spesso anche interessanti.

Il resto purtroppo é aria fritta; come affermare che i satelliti non esistono, o lo stesso schema di “illuminazione del piatto” o altre amenitá di questo tipo sulle quali non mi soffermo volutamente.

Ci sono poi i riferimenti simbolici, come il simbolo dell´onu e molti altri che rappresentano la terra. Come se fosse cosa anormale riprodurre un oggetto tridimensionale in due dimensioni...bah, una teoria cosí banale e assurda a cui solo un analfabeta potrebbe credere. Questo fatto in particolare mi ha fatto riflettere sul cosa potesse portare queste persone verso questo nuovo credo. Non trovando evidentemente risposta (magari un sondaggio condotto dal nostro caro frequentatore di convegni tia, porterebbe nuova luce a questa martoriante questione), ho posto la condizioni che siano in un atto di pura fede.

Solo la forza collettiva di una religione puó indurre al credo di cose inveritiere, e la religione non la crea Dio, ma una struttura di uomini dotate dei mezzi necessari.

Chi sono allora questi uomini? Non lo so, ma alcuni indizi indicano la Flat Earth Society che, a opinione persino di alcuni terrapianari ha delle uscite poco credibili per non dire stravaganti.

Il terrapianalismo é un fenomeno curioso, e a quanto pare i media gli danno piú di che il dovuto spazio, considerato anche che appaiono ogni tanto anche sul nostro sito, che a titolo di #cazzomene fanno anche la loro figura.

Considerato che: é una teoria insostenibile anche pseudoscientificamente, sembra abrangere i piú sprovveduti e ignari complottisti dell´ultima ora, abbia una visibilitá mediatica ingiustificabile, deduco che segue gli schemi propri del depistaggio mediatico.

Lo schema si configura secondo una prassi che riguarda diversi fatti storici e d´attualitá. Le tecniche di comunicazione usano strumenti ben consolidati da decenni di esperienza al servizio del potere e ancora oggi dominano quasi incontrastate nel collettivo della civiltá occidentale. Negli ultimi anni peró hanno anche dimostrato il loro limite, il giornalismo investigativo sembra scomparso e questo importante compito é stato assunto da persone indipendenti, facilitate dalla quantitá e qualitá di informazioni che abbiamo a disposizione oggi, grazie all´internet.

Questa ricerca della menzogna, del non detto, delle possibili cause in un macrocontesto e dei possibili effetti di un determinato avvenimento, non fanno piú parte da molto tempo del mondo giornalistico mainstream, ma della ricerca definita complottista e di un agonizzante giornalismo serio. Il buon complottista non dovrebbe presentarsi con teorie che lo screditino, non dovrebbe spingersi troppo oltre se non nel suo intimo, ma limitarsi a trovare incongruenze e presentare documenti validi per dimostrare che le cose non si sono svolte come ci viene raccontato. Quando questo avviene, peró, mai che arrivi una risposta ufficiale. Perché? Perché i complottisti sono considerati da molti dei mentecatti, perché cosí sono stati rappresentati e non meritano attenzione, almeno cosí danno a intendere, ma in realtá lo sanno che i complottisti rappresentano una minaccia alla societá dello spettacolo, e cosí reagiscono vigliaccamente creando i debunkers, ossia gli smonatori delle teorie complottistiche. Gente poco preparata, maiali da bufala, profeti del pregiudizio, neoinquisitori, falsi complottisti infiltrati che vomitano assurditá. Ridicolizzare, tacciare dell´ignorante, evitare ogni confronto diretto, dare conforto alle menti pigre che si spaventano con prospettive diverse da quelle che vorrebbero.

Ma il lavoro degli smontatori non si ferma qua, esiste anche un´altra tecnica, quella del falso, é semplice e elegante; si crea un documento falso che sostenga le tesi dei complottisti, in un secondo momento se ne verifica la falsitá e si diffonde tale risultato in modo da screditare l´intero insieme di fatti documentati o delle teorie da esso risultanti.

Ecco, ho il sospetto che i terrapiadinisti siano il risultato di un processo simile, sono stati creati ad hoc, inclusi nel calderone del complottismo per screditarne il pensiero di fronte all´opinione pubblica. Loro si credono sul giusto, perché persone importanti li nominano a titolo di scherno, trovando in tale attitudine una conferma a sostegno delle loro teorie, quando invece la finalitá é di colpire indirettamente chi lavora e ricerca seriamente le veritá nascoste nella storia dell´uomo.

E cosí passo da un sentimento quasi di tenerezza per questi individui, a uno di rabbia e rivolta, per immaginare come sono usati, senza rendersene conto, dalla perversitá del sistema

P.S. Riconosco peraltro che non ho compiuto uno studio cosí approfondito da poter sostenere pienamente quanto affermato, ho usato anche la deduzione e il buon senso, doti che spesso releghiamo in secondo piano all´approcio puramente razionale, d´altronde non riesco a trovare alcuna spiegazione alternativa al delirio terravinilista.

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editoriale di  Jimmie Dimmick

Lamentele. Domande molte, mai risposte.

Siamo noi, quelli del disagio. Ma non voglio categorizzare, pare una canzone, non c’è mercato per me, non serve.

Ma insomma, qui su debaser ve ne sono molti, siamo quelli che boh, ma, non saprei; non ci ritroviamo più. Giovani o vecchi poco importa, sodali nel fastidio di kaossoniana memoria.

Smarrimento continuo totale, sono tempi difficili.

Quand’ecco che negli ultimi anni m’appare sempre più evidente una realtà: siamo complici.

I loro non passano mai di moda, ma è tempo che si riconosca il soggetto nella prima persona plurale; noi. “Siamo noi, siamo in tanti”, no Lucio, siamo tutti. I tempi cambiano.

Lamentarsi ok, ma di concreto? Si, ma di preciso?
Quanta paura nel dire che si, viviamo in tempi di merda, che la musica fa schifo tutta, che di cultura non v’è traccia, che gli intellettuali non esistono, che il cinema è morto, che le serie televisive (ormai ossimoro!) sono merda a priori, che la politica è merda, che il pensiero occidentale (d’altri non so) tutto è ormai inequivocabilmente merda, che d'accordo, non avremo la fame, ma la nostra vita fa schifo uguale, non c'è più nulla di vero e porca troia mi sento Tyler Durden e mi faccio tenerezza da solo. Ragazzo.

Mi si gela il sangue, i peli si rizzerebbero se fossimo appunto in un episodio di una serie, o in una pubblicità, poco cambia (immaginatevelo, zoom sul braccio, peli rizzati, ah ok ora è chiaro).

Non si possono fare certe affermazioni. Eppure, eppure. Lo penso, tanti lo pensano, lo so. Perché non dirlo? Perché da sempre i tempi passati sono i bei vecchi tempi? No, non mi basta.

Una frase: andrà molto peggio, prima di andare meglio, (io l’ho letta su https://phastidio.net/ poi non so). Per me sta lì il punto. Punto. Keep attention perché pare che gente come Steve Bannon e co. la pensi così e dica bon, tanto vale accelerare il declino, riduciamo i tempi d’attesa per questo benedetto meglio. Ocio

Ma non è questo il punto.

Smettiamola di essere complici. Dobbiamo fare una scelta: smettere di essere partecipi.
Si invitano gli esperti a proporre soluzioni, concrete please.

Io di mio, mi astengo.

Mi astengo dai social, mi astengo dal commentare, pubblicare, condividere ecc. ecc. ecc. ecc. ec

Mi astengo dal pubblico, invoco il mio diritto al privato, no alla privacy, al privato (eccezione fu, ed è, il debaser. Tant’è, sono umano).

Ed ecco il sospetto, l’inevitabile scheletro nell’armadio, la pubblica paura, la voglia di gogna, altrettanto pubblica.

Ma la festa è bellissima, il cibo abbonda, le ragazze sono belle e facili, i ragazzi pronti a riservarti un posto, nel nuovo mondo che verrà. Perché non parteciparvi? Cos’hai da nascondere tu?
Non so. Appunto disagio, fastidio. Non so. Una sensazione, come se la festa fosse una di quelle feste un po’ disperate, tipo l’ultima notte, tipo La grande abbuffata. Avete presente il film?

Con Tognazzi e Mastroianni (tra gli altri). Suicidarsi insieme, tutti, mangiando fino a scoppiare.

Ecco forse è un po’ quello che stiamo facendo: constatato che non v’è soluzione, accettato che non v’è futuro, non ci resta che il suicidio, l’allegro suicidio.

Bene, vi dirò, io ho ancora voglia di vivere, quindi no, non vengo alla festa.

Anche se… mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per nulla?

La ragazza per caso vuole farsi un giro anche con me? Magari vi avanza una canna?

Tant’è, sono umano.

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editoriale di macaco

Solta a pipa menino...

Eccoli i bambini, che delicati lo rincorrono in lieti idilli primaverili, inebriati dalle fragranze della vita che tenera si rincorre nei prati...

Ninguem!

Nessuno li rincorre piú; strade strette, marciapiedi con fili tesi a connettere l´impossibile.

Trovare la breccia sub-urbana verso l´azzurro é il cammino verso un piccolo sogno di libertá.

Uma palha de coqueiro, fio de nylon e uma sacola de plastico.

Il necessario per fare un aquilone.

Sei povero, nato in un posto orrendo, circondato da persone volgari e il tuo futuro piú prossimo é un revolver.

A inocência está perdida.

Il filo é ormai pregno di cerol: polvere di vetro con colla.

Gli imbratta il nylon ormai tagliente, come ghigliottina pronta a decapitare altri perversi aquiloni.

Soddisfatto é il ghignare di occchi trionfanti che scrutano la vittima volteggiare, cadendo, verso il grigio polveroso del cemento.

E quando il destino traccia il piú macabro disegno eccolo fuori controllo.

L´aquilone plana svolazzando sull´ asfalto e scende ad accarezzare il collo d´un ignaro motociclista.

Piccolo sogno di libertá in una pozza di sangue.

“ ...Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,
risale, prende il vento; ecco pian piano
tra un lungo dei fanciulli urlo s'inalza.

S'inalza; e ruba il filo dalla mano,
come un fiore che fugga su lo stelo
esile, e vada a rifiorir lontano.

S'inalza; e i piedi trepidi e l'anelo
petto del bimbo e l'avida pupilla
e il viso e il cuore, porta tutto in cielo.

Più su, più su: già come un punto brilla
lassù lassù... Ma ecco una ventata
di sbieco, ecco uno strillo alto... - Chi strilla?... ”

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editoriale di CosmicJocker

Danziamo sulla merda quotidiana. Senza turarci il naso, ma aspirando a pieni polmoni.

Trucchiamoci da conigli mannari e rosicchiamo i crani dei servi.

Maledetti! E maledetti noi che siamo loro, loro che sono in noi.

Lecchiamo il viso delle loro figlie con la bava alla bocca, pisciamo sui loro figli dopo aver mangiato asparagi cotti.

Strisciamo nei loro giardini e impicchiamo i loro cani, vomitiamo Bonarda frizzante sulle croci dei loro altari.

Stupriamo le loro case, umiliamo i loro padri, bruciamo gli album delle loro famiglie.

Quanti sofismi, troppi sofismi... Volete mettere?

Quel gran figlio di troia di dio ci ha dato gli artigli no?! Facciamo a pezzi le loro Serie A, i loro mutui, le loro serie TV.

Basta con 'sta minchiata dell'età "adulta"! Compromessi, lavoro, moglie, figli, senso civico, ecc... ecc...È questo essere adulti? Davvero c'è qualcuno così coglione che dà importanza a queste cose?

Ma rifugiamoci piuttosto in un bosco e pensiamo alla rabbia, alla velleità, alle approssimazioni dei vent'anni. E dopo averci pensato per un mese accoltelliamo a morte il nostro migliore amico.

E invece siamo quì a parlare di dischi, libri, film e cazzate del genere. Magari facciamo pure qualche manifestazione e sentiamo di essere stati utili, di aver fatto qualcosa. C'è qualcosa di più ridicolo di questo?!

Ballate con me figli di troia, io ballerò con voi.

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editoriale di perfect element

Io sono vecchio.

L'evidenza anagrafica lo certifica.

Ieri, mi sono avvicinato carponi all'ultima frizzantissima moda dei tik-tokers, ovvero, la declinazione trash su misura per bimbi-diarrea, dei famigerati 15 minuti di notorietà sdoganati da quel gran pezzo di guru di Andy Warhol.

La miccia che ha fatto scattare in me il morboso interesse verso questa succulenta ed estremamente ggiovane novità è stata la video intervista a Gabriele Vagnato ( webstar, membro di Newtopia di Fedez ); il quale ha appena pubblicato la sua prima fatica in prosa dal divertentissimo, nonché spregiudicato, titolo : ' La mia vita è una sfiga '.

Chissà perché sono tentato di credergli sulla parola....

Vogliamo definirlo un atto di fiducia estrema?

Pare, comunque, che il libro abbia anche una trama è sia pregno di una comicità tanto tagliente, quanto irriverente; quindi, a tutti gli effetti, un must-read.

Gli addetti ai lavori, tra l'altro, spergiurano che al giovin virgulto non piaccia indossare le mutande; fatto che potrebbe rappresentare la molla che ha scatenato un successo così clamoroso.

Torniamo a noi.

I tik-tokers sono i fruitori di una piattaforma internettiana ed alcuni tra loro sono entrati prepotentemente a nutrire la lista di idoli dei ggiovanissimi, insieme ad influencer e trappers.

Creano video musicali brevissimi ( 15 secondi di durata massima, che è comunque un tempo maggiore rispetto alla durata media dell'amplesso di un mio collega, noto frequentatore di postriboli svizzero/tedeschi ).

Insomma, in un momento storico in cui ricorrere all'abuso di sostanze psicotrope può tranquillamente definirsi una valida soluzione a medio termine, diventare un tik-toker può sicuramente rappresentare un ottimo canale formativo con evidenti prospettive di crescita personale e di carriera.

Rimane il fatto che sono vecchio e, di conseguenza, potrei errare.

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editoriale di Motoko

Seguo questo sito da anni, molti più anni di quanto io ricordi esattamente. Per molto tempo la mia presenza é stata silenziosa quindi discreta ma attenta. Da qualche tempo sono (più) partecipe, perché? Perché...

É difficile spiegarne la ragioni. Non ho mai avuto l'ambizione di scrivere delle recensioni, ho sempre reputato giusto per me il ruolo di lettore e spettatore ma qualcosa é cambiato. Negli ultimi anni ho intensificato i miei ascolti, le cose più strane hanno richiamato cose ancora più strane e alla fine di questo processo conoscitivo la domanda é stata: tutto ciò a cosa porterà? Che direzione sta prendendo la musica? Esistono delle microevoluzioni quasi impercettibili oppure stiamo assistendo indifferenti a un cambiamento epocale del quale non vogliamo renderci conto?

La mia generazione non é quella della maggior parte di voi (almeno così mi pare), allo stesso tempo però é nei vostri ascolti che mi rispecchio. É principalmente nella produzione degli anni 60, 70, 80 e 90 che mi ritrovo e in quella mi beo. É normale, quindi, che anche nella produzione contemporanea io ricerchi le stesse sonorità, come tutti voi. Quasi nessuno escluso.

Allo stesso tempo mi rifiuto di credere che tutto nasca e si esaurisca in quegli anni, forse é solo che a quei suoni ci siamo abituati ed é difficile uscire dalla comfort zone. Serve una presa di coscienza, senza questo passo resteremo vincolati alle vestigia del passato, in pratica voglio dire: non vi capita mai di sentirvi degli archeologi musicali anche ascoltando dischi usciti ieri? A me si, spesso.

La nostra é una scelta, in un certo senso giusta, perché dalle basi non si sfugge. Ma questa si rivela anche un'arma a doppio taglio quando diventa celebrazione e idolatria.

Forse, il nostro, é un processo involutivo.

La musica é il riflesso di una società e la nostra società é cambiata, radicalmente, dagli anni 60, 70, 80 e 90. La musica é per forza la rappresentazione di ciò che siamo e mi rifiuto di credere che siamo una copia carbone.

La verità é che non mi basta più nulla e anche la birra l'ho finita (era chiaro, no?).

Per protesta sta sera ascolto solo Chopin.

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editoriale di algol

Affinchè la sofferenza di uno diventi il sollazzo di (spero) molti.

Per dare un senso più alto al Dolore e dar libero sfogo al sottile piacere per la disgrazia altrui, che in Germania chiamerebbero Schadenfreude.

Ma anche per turpe cazzeggio ecco a voi l'ode sull'emorroide, per elisione detta EmorrOde:

Percepisco dei tizzoni

Di severe infiammazioni

Ergo occorre prenotare

Ecodoppler transrettale

Contrastanti le emozioni

Già pregusto le intrusioni

E mucose esplorazioni

Meste le deflorazioni

Le mie terga non han pace

Come se cagassi brace

Il mio ano incandescente

Sembra un punto fluorescente

Tetra luce di una notte

Di dolore che m’inghiotte

Frizza, scotta, brucia e pulsa

L’esistenza rende insulsa

In balia del mio disagio

Risoluto eppure mogio

Lo sfintere assai dolente

Mi avvicino reticente

Allo studio ventisette

Con le chiappe belle strette

Orsù guarda l’orifizio

Poni fine tu al supplizio

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editoriale di Flame

Superman vola.

Già, ma come ci riesce?

È stata mai data una spiegazione?

Per dire, Ironman vola.

Vola perché la spinta dei propulsori che ha su mani e piedi glielo consentono. Ora lasciamo stare che ciò sia impossibile per mille motivi, il fatto è che viene data una spiegazione al suo volo, fantatecnologica fin che si vuole, ma viene data: vola per quel motivo.

Lamù vola.

Ci riesce in base al principio cardine dell’universo che recita: phiga motor mundi.

Se è in grado di muovere il mondo, vuoi che non riesca a muovere qua e là, su e giù, una ragazza di … esageriamo … 70 kili?

Superman è evidentemente, clamorosamente, inesorabilmente sprovvisto della forza che muove il mondo.

Quindi come fa a volare?

Pare spostarsi nello spazio in ogni direzione semplicemente perché lo vuole. Occorrerebbe quindi capire quali forze attiva consciamente o inconsciamente la sua volontà che generano istantaneamente il moto del suo corpo nello spazio.

Non ci sono evidenze che faccia uso di qualche tipologia di propulsione, come nel caso di Ironman.

Almeno che non si tratti dei suoi peti.

A pensarci bene quella dei peti non è un’ipotesi da scartare. Un’ ipotesi poco affascinante forse, ma potenzialmente in grado di spiegare il fenomeno.

Una creatura del genere sarebbe certamente in grado di emettere peti in grado di sollevarla da terra, si dovrebbe trattare però di peti insonorizzati ed inodore, stando a quanto è possibile desumere da fumetti e film a lui dedicati.

Da quanto mi risulta non sono mai state documentate lamentele da parte di gente che lo frequenta, in merito a suoi rumori, e soprattutto odori molesti.

La cosa potrebbe essere spiegata dall’utilizzo di un filtro. Potrebbe trattarsi delle sue mutande rosse. Questo spiegherebbe anche perché le indossa sopra i calzoni.

Inoltre si dovrebbe trattare di peti emettibili, direzionabili e variabili in intensità a suo piacimento, peti la cui emissione non richieda uno sforzo che gli causi smorfie facciali.

Somma, ipotesi strana ma da tenere in considerazione.

Un’altra ipotesi potrebbe essere quella che superman sia in grado di generare un campo gravitazionale ad intensità variabile che si oppone a quello della terra.

Questa ipotesi pone però diverse questioni da risolvere.

Innanzitutto per generare un campo gravitazionale in grado di sollevarlo da terra dovrebbe aumentare la sua massa in proporzione. Dando per buona questa ipotesi va subito osservato che se lo fa, ci riesce senza variare le dimensioni del suo corpo, perchè dai documenti a nostra disposizione, non risulta che diventi più grande/grosso quando vola.

Quindi se aumenta la sua massa, lo fa aumentando la densità di tutto ciò di cui è fatto. Diventa insomma un piccolo buco nero. Ma come riuscire a creare dal nulla della massa di tale entità o disfarsene a piacimento per aumentare/diminuire il proprio campo gravitazionale?

Un metodo “carrarmato” per riuscirci potrebbe essere quello di mangiare moltissimo o di fare un mucchio di ginnastica a seconda delle necessità, sfruttando il vecchio trucco dei cavalieri d’oro, e cioè di fare entrambe le cose alla velocità della luce così da nascondere al resto del mondo la parte, diciamo, meno elegante dell’atto di volare.

È evidentemente un metodo molto farraginoso, e poi spiegherebbe gli spostamenti in verticale (mi allontano/mi avvicino alla terra), non quelli orizzontali per cui dovrebbe di nuovo entrare in gioco una qualche forma di propulsione.

Potrebbe trattarsi di una tecnica mista peto gravitazionale.

Ma il campo gravitazionale creerebbe altri problemi di cui non si ha notizia nei documenti ufficiali che riguardano superman.

Un problema sarebbe sicuramente dato dal fatto che il suo campo gravitazionale avrebbe effetti su persone ed oggetti a lui vicini.

Un altro problema sarebbe costituito dalle risorse che gli occorrerebbero per aumentare la sua massa al punto da creare l’effetto voluto. Probabilmente un solo suo volo costerebbe le risorse di tutto il pianeta.

O forse la soluzione potrebbe essere ... beh potrebbe essere ... il beige.

Poi finalmente sono riuscito a prendere sonno.

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editoriale di nes
"Il Leone da tastiera" è quell'individuo... Aspetta, aspetta, ascoltatevi 'sto pezzo prima, che rende bene il mood (solo il mood, per il resto c'entra cazzi. https://www.youtube.com/watch?v=ZgyV58rXH0U "Il Leone da tastiera" è quell'individuo che passa le giornate su internet a... Ok, ok: è una pagina che non troverà troppi… di più
editoriale di hypnosphere boy

Grazie

Per il riconoscimento di "Gran Visir della Recensione" che ritengo in larga misura immeritato. L'ho scritto molte volte e lo ripeto: delle oltre 70 Derecensioni scritte dal 2006 al 2017 (11 anni ) salvo pochissimo. "Man-Amplified" dei Clock DVA, "Eleven:Eleven" dei Coptic Rain, "The Infinite Circle" di Sophia, "Kveikur" dei Sigur Ros. Anche su queste quattro ho forti dubbi. Potendo, metterei off line tutto il resto, come nell'ultima strofa di "Hurt" dei NIN "if I could start again / a millions miles away (... )" ma purtroppo non si può.

Su DeBaser: è invece una realtà sorprendente e bellissima. Sorprendente per la inattesa longevità e capacità di rinnovamento che ha dimostrato (ed è merito di tutti: Editor, Staff, DeRecensori) sorprendente perché comunque sia l'archeologia storica del rock e degli altri generi è stata scandagliata per intero, parallelamente alla descrizione in tempo reale dell'attualità del rock e altre lingue del comune linguaggio musica-leggera (se posso). Sorprendente infine perché è davvero folto il pubblico dei lettori esterni. Con un lieve imbarazzo ho una volta sentito un mio amico dire "io leggo DeBaser e Rockerilla". Questo benché le mie recensioni in gran parte siano da cestinare mi fa sentire orgoglioso di essere (stato?) attivo. DeBaser è un involucro dotato della potenzialità interattiva di un social ma con i limiti dell'utilizzo e permette di sviluppare il senso di una "community" non infinita (come le piattaforme FB, Instagram, Twitter). DeBaser si sviluppa attorno a uno-due topics. Questo omogeneizza i mezzi espressivi. Tornando a me: il fatto è che scrivere recensioni musicali è un sogno che inseguo dall'età di 17 anni. Nel corso del tempo ho imparato ad apprezzare quelli che a mio parere sono i migliori critici: Fabio de Luca, Aldo Chimenti, Eddy Cilia, Carlo Bordone, Claudio Sorge, Federico Guglielmi, Alberto Campo. Ho studiato i loro stili quando ancora SA e Ondarock non esistevano. Nel web ho scritto con una insistenza maniacale a vari e-journals e la risposta è sempre stata:"_______". Finché quest'anno la webzine iyezine.com (spero si possano fare i nomi) mi propone di scrivere per loro. Dopo mesi di titubanza io declino. Perché è chiaro che non si può improvvisare qualcosa che non si è mai iniziato ad imparare. Ma non importa: perché su DeBaser e su SentireAscoltare e su Metallized e Rockol e Ondarock e... leggo delle stupende recensioni e va da se che chi le scrive ha un vero talento. E questo mi fa piacere. È tutto.

Ah: non ho ancora capito perché quella rece sui PWOG abbia oltre un mln di visualizzazioni... fosse almeno stata scritta in modo... commestibile ; -)

Ciao dalle periferie del sogno... W DeBaser. Takk fyrir.

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editoriale di macaco

Vi siete mai chiesti per quale motivo nella fase successiva ad un avvenimento che é massicciamente diffuso dai media, si concatenano spesso altri avvenimenti della stessa natura?

Incidenti di aereoplani, calamitá naturali, disastri ambientali. Ricordo che nelle settimane successive all´incidente della TAM all´aereoporto di São Paulo, ne seguirono altri di minor gravitá, e sono certo di molti altri esempi dei quali purtroppo non serbo memoria.

Partendo dal presupposto che esiste una causalitá che lega questi fatti, fino a poco tempo fa lasciavo soddisfatto il mio dubbio relegando questa causalitá al modo operanti dei sistemi di informazione, che sensibilizzati su di un argomento o un contesto in voga, danno una maggior copertura e enfasi a tutti i fatti che hanno una natura simile, portando all´opinione pubblica relati che in altri momenti non susciterebbero molto interesse.

Questa teoria l´ho elaborata come un tampone, non mi pareva molto soddisfacente, infatti questa settimana sono venuto a conoscenza di una teoria molto piú interessante e che si armonizza bene nel campo delle mie ricerche personali.

Si basa sulle teorie quantiche del cervello-mente e della coscienza unitiva. Che piú semplicemente, in questo specifico contesto, chiameró legge di attrazione.

La legge di attrazione definisce che tutte le forme di pensiero, e gli stati emozionali generano delle onde elettromagnetiche, che rilasciate, ritornano a noi con la stessa frequenza con le quale sono state emanate, ma con ampiezza differente. Se si eroga amore, si riceve molto piú amore, se si emana miseria, si riceve miseria. Una persona con debiti, se non smette di pensare ai debiti, ne riceverá altri ancora. L´universo poi non concepisce le negazioni, per questo si dice che é altamente improduttivo fare le campagne contro qualcosa. Non si dovrebbe, ad esempio, mai manifestare contro la guerra, ma solo a favore della pace.

Da questa teoria si deduce che quando l´attenzione pubblica é focalizzata su un preciso argomento, tante sono le emanazioni in quella frequenza che la coscienza (individuale e unitiva) collassa la funzione d´onda, ossia rende concrete quelle che sono solo possibilitá latenti nel mondo trascendentale, manifestandole nella realtá percepibile, come avvenimenti originati dalla stessa nostra emanazione nella coscienza unitiva.

Se ci nascondiamo nella quiete del determinismo materialista, non riusciremo mai ad accettare una cosa del genere. Fortunatamente il materialismo é bello che sepolto, per ció é necessario cambiare i nostri parametri che sono ormai superati. Una nuova comprensione delle manifestazioni sembra essere l´unico cammino di salvezza da un mondo nel quale non ci riconosciamo piú.

La comprensione in chiave unitiva (o monistica in contrapposizione al dualismo) dei principi che regolano la meccanica quantistica, sono la chiave per la comprensione di tutti i misteri dell´uomo raccolti in millenni di esoterismo, mitologie, misticismo, compresi tutti i fenomeni paranormali.

La sfida é grande ma dobbiamo raccoglierla, altrimenti rimarremmo indietro.

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editoriale di Bubi

... il posto era isolato. La strada polverosa. Muretti di pietra la costeggiavano e tutt'intorno crescevano erbacce e cespugli. M'incamminai lungo un sentiero che si staccava dalla strada e scendeva verso il basso, costeggiando i bordi di un precipizio scosceso, aspro, quasi impraticabile. Una stradina che perdendosi nelle piste create da animali selvatici, mi portò ad uno spazio rado. Era primavera e sul quel dirupo impervio e brullo, avevano trovato la forza di crescere e fiorire, mandorli, ciliegi, qualche cespo di rose selvatiche e alberi dalla folta chioma. Un tappeto di rami e foglie d'ogni colore formava il sottobosco e io sentivo il profumo della vegetazione umida. Sotto, cinquanta metri più in basso, c'era il mare. Le onde mosse dal vento si rovesciavano rumorosamente sulle rocce e si ricoprivano di schiuma bianca. Mi piaceva guardare. Vedendo quello spettacolo, ogni superbia di noi umani, avrebbe dovuto placarsi e farci tornare ad un assennato rapporto con la natura e la nostra vita. Vedendo quello spettacolo, era facile perdersi nell'illusione che ad un creato così bello, corrispondesse un altrettanto nobile indole di noi umani. Ma sappiamo che non è così.

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editoriale di loStraniero

Fai in tutti i modi per sottrarti, per scomparire, magari vuoi startene da solo sul divano a prendere in giro il biondo Donald, a fare le pernacchie al #metoo, quando invece una folla assiepata fuori dalla finestra del tuo profilo Facebook torna incessantemente a chiedere tue notizie. Il nuovo album? Tu pensi che lo hai appena fatto un disco. Una decina di anni addietro se non ricordi male (controlli pure Wikipedia per essere sicuro). Certo possono sembrare tanti, ma lo avete ascoltato bene? Era una cosa complicata, lo abbiamo scritto apposta perché durasse almeno una ventina. Garanzia Tool (non si accettano resi, siamo i più fichi, no?). Mossi quindi da compassione, abbiamo persino mandato in giro il Mainardo a trollare qua e là.

Digli che esce quando è pronto.

E' pronto quando è il momento giusto.

Il momento giusto è una congiunzione astrale a noi favorevole in un periodo di tempo non determinabile a priori.

Digli che ogni riff, ogni loop può sembrare uguale, ma noi lo rifiniamo con la qualità artigianle di una volta. Certo che siete un po' noiosi. Nel frattempo Io, il vostro capitano Mainardo, mi faccio un giro con i Perfect Circle, non è una questione di soldi, ma nello yacht da 300 m inizio a starci un filo scomodo.

Solo che poi una dichiarazione tira l'altra e finisci pure tu a credere che il nuovo album dei Tool sta per uscire. Raga, l'ho fatta grossa. Adesso che facciamo?

Guardate tengo in cantina delle registrazioni di scarto degli ultimi album. Le ho catturate a vostra insaputa mentre facevamo delle jam, si va beh, accordavamo gli strumenti, è lo stesso su. E si, sono uguali a tutto il resto, ma quelli credi che se ne accorgano? Ci piazziamo su uno di quei titoli un po' ambigui, criptici se vogliamo. Qualcosa tipo "Cosmoagotopy". Poi un aneddotto per giustificarlo lo si trova sempre. La copertina la recuperiamo al mercato delle pulci, lì si trova di tutto, magari anche qualche oggetto per la ultra deluxe gold edition. Millantiamo le solite cose di una produzione sfavillante per un minutaggio esagerato ed il gioco è fatto. Ma se si accorgono? (Seguono risate generali). Meglio si creano le fazioni. Gli amici fanatici che lo compreranno a qualsiasi cifra contro quelli che pensano sia sempre la stessa roba, senza contare quelli che sono certi che sia la stessa roba, ma pure più sciatta. Non dimentichiamoci dei musicisti per cui siamo l'assoluto e il resto è nulla a prescindere. Sono i miei preferiti quelli. Dai raga, ma siamo i Tool! (seguono risate) Appunto, mica lo facciamo uscire subito...tra tre anni, digli che ci stiamo lavorando su duramente (seguono risate sguaiate)...Ora penserete che stia per partire con:

  1. una tirata sull'evoluzione della musica dei Tool e di quanto loro vi prendano in giro: vi confesso che non l'ho nemmeno ascoltato il nuovo album e probabilmente non lo farò mai.

  2. Una lectio magistralis sul fatto che essere anti-commerciali è il modo migliore per vendere: nemmeno, mica tutti posso essere i Tool e nemmeno i Guns'N'Roses o altro...

  3. un sermone sul fanatismo ai nostri giorni: c'è sempre stato, era meno organizzato un tempo, si faceva meno sentire, oggi ti vesti di un # leggerissimo e vai via liscio come l'olio, troverai una folla come te...ah l'internet

E invece no. Da spettatore grato di questo enorme bailame, mi trangugio la mia bibita preferita e mi godo lo spettacolo. Per altro necessario a far andare avanti il carrozzone inutile che chiamiamo capitalismo. Dove il superfluo diventa necessità, se non culto. Dove la protesta per l' iniquità è fine a se stessa, è un gioco delle parti, una battaglia dei clic che si annullano nell'ennesima mattina di Autunno. Riusciamo a farci sentire stranieri persino a casa nostra. Nel vuoto cosmico apparentemente alimentato da uno spread di inutilità, ove le nostre mosse sono decise da algoritmi inconsapevoli, i Tool rappresentano così una necessità e sono lo specchio di ciò che abbiamo smesso di essere. (Alla fine un sermone lo hai fatto, sti scriba da quattro soldi, mah). Pensanti.

n.b. Ai Tool non è stato fatto alcun male durante questo sproloquio, persino il Mainardo sta bene e continua a trollare a più non posso. I Tool? Avrebbero potuto esser i Metallica, i Dream Theater o gli Iron Maiden. Non è una questione di fazione. Non sono loro il problema, ma forse sei tu lettore il problema o forse Io. Chissà.

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