#perleoscure
The Zulus - he Zulus
#dimenticatidadioedagliuomini
The Zulus: "Kings in the Queen City" (1985)

'Bosstown Sound' strikes again?
Beh, se siamo qui, direi di no, ma questo l'avevate già intuito. Gli Human Sexual Response del chitarrista Rich Gilbert e del vocalista Larry Bangor (un'ugola di matrice-Robert Plant) facevano post-punk e non chiedetemi quanto valido perchè a) non li ho mai sentiti b) mica sono Scaruffi - e meno male. Ma oltre la cortina fumogena densa e oscura, si sentiva che c'era dell'altro. Quando si unì a loro Malcom Travis alla batteria, divennero Zulus e per un tre anni furono una delle tante 'next big thing' di quell'aristocratica località.
Dopo un e.p. di riscaldamento, nel 1988 la Slash volle fare le cose in pompa magna, tanto da chiamare un provvisoriamente disoccupato (diciamo meglio: 'meno' occupato...) Bob Mould.
Risultato? Un disco che tracima energia dal primo all'ultimo solco, di punk che diviene incredibilmente sospensione blues (ah, c'è pure l'armonica...come se John Mayall fosse nato trent'anni dopo), di melodia imprigionata in ritmi martellanti e riffoni melodici figli della temperie indie-rock.
Come se i vostri power-trio's o i vostri eroi dell'hard-rock preferiti avessero messo su la cresta settantasettina.
Risultato? Prossimo allo zero, tant'è che le righe si scioglieranno subito dopo (e Bobone si tirerà dietro Travis, quando dovrà dare la stura al power-pop punk dei suoi Sugar).
Ma ancora non me lo spiego...

Thanx Imasoulman!
 
#perleoscure
Rikki and the Last Days of Heart - '4 Minute Warning'
#dimenticatidadioedagliuomini
Rikki And The Last Days Of Earth - City Of The Damned

@[imasoulman] in cattedra:
Dici '1977' e pensi subito (non qui, là, oltre manica, chè qui nel Bel Paese si ascoltavano i cantautori...ci volevano Renzo Arbore e il suo inviato a Londra Michel Pergolani per rendorci edotti) a dei cazzoni capaci sì di dire one-two-three-four ma incapaci di mettere assieme il quarto accordo consecutivo.
E invece no, se è vero come è vero che il punk fu attitudine distruttiva verso sè stessi prima che verso ciò che circondava, musica compresa, ma che i prodromi stavano tanto negli Stooges quanto nei Roxy Music, nei New York Dolls come nel glam più spinto. Se no mica avremmo avuto Ultravox!, primi Japan, Magazine e Be-Bop Deluxe.
Ecco, Rikki Sylvan è un Adam Ant che non ce l'ha fatta.
Eppure questo disco, se vi dicono qualcosa parole come art e punk unite poi da un trattino, percorso da chitarre sanguinanti, fischi di synth malevoli e cascate di disperazione melò non posticcia, è davvero un capolavoro dimenticato di quella irripetebile stagione, implacabile assalto all'arma bianca di 'rumore futurista'.
 
#perleoscure
#dimenticatidadioedag liuomini
The Cigarettes - Will Damage Your Healt
The Cigarettes - Valium World

Uno dice Inghilterra '77 e tutto diventa, subito, chiaro (anche se, magari era il '78 o il'79.....). Se, poi, sei anche un collezionista impallinato e fissato con certi suoni (tipo quello scappato di casa di @[Pinhead] - dove sei puzzone?) questi The Cigarettes da qualche parte li hai pure già sentiti (i loro due unici 45 gg erano valutati belle cifre al mercato nero del vinile) e qualche altro loro pezzo si ritrova sparso fra varie compilations.
Per fortuna la Detour rec., ha pensato bene di raccogliere tutto il loro materiale e schiaffarlo su questo doppio LP : "Will Damage Your Healt".
Secondo me, questi si mangiano più della metà dei gruppi del tempo (parere mio, eh!), e chiaramente non li conosce quasi nessuno!
 
The Mojo Men - She's My Baby
Per @[IlConte] : California, garage e.....piedini!
 
#perleoscure
#dimenticatidadioedag liuomini
Electric Banana - Even More Electric Banana
Blow Your Mind - More Electric Banana

Gran cosa quando qualcuno fa il tuo lavoro al posto tuo....
Così la perla oscura di oggi ve la giro da una preziosa segnalazione di @[JonatanCoe] . Ecco le sue parole:
"Dietro questo bizzarro nome electro-esotico si nascondono i Pretty Things che dal 1967 al 1978 hanno prodotto musica con il suddetto pseudonimo. La musica degli Electric Banana è finita in vari film horror e soft-porn della fine degli anni '60, tra i quali "What's Good for the Goose", film del 1969, la quinta serie "The Green Death" (1973) della decima stagione di Doctor Who dove compare il brano "It'll Never Be Me", "Cause I'm a Man" nel film horror di George A. Romero "Dawn of the Dead" (1978)."
Bello eh!?
Cosa si può aggiungere? Che gli Electric Banana hanno inciso tre dischi e che, se stiamo al giudizio di Julian Cope, quello da portarsi a casa è il terzo, questo "Even More Electric Banana". Lo stesso Julian ci tiene a ricordare che questi pezzi vennero fuori mentre i Pretties lavoravano a capolavori com "S.F. Sorrows" e "Parachute" (quando dici la cratività)! E che Phil May se ne è andato il 15 maggio di quest'anno di merda. E, questo, è solo un altro modo per ricordarlo.
 
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Jim Sullivan - UFO
Jim Sullivan 'U.F.O.', ''U.F.O.'' [1969]

Jim Sullivan il rocker che fu rapito dagli alieni.
Il 4 marzo del 1975, Jim Sullivan salutò sua moglie Barbara e suo figlio Chris e se ne partì da L.A. verso Nashville.
La sua carriera non decollava, a Nashville aveva qualche contatto, la speranza di lavorare come session man. Eppure i suoi gigs al Raft club richiamavano sempre la gente giusta: i bei tipi della new Hollywood, musicisti, belle ragazze, artisti....
Era diventato amico di Harry Dean Stanton, aveva avuto una particina in "Easy Rider", era entrato nel giro di Phil Spector che gli aveva messo a disposizione la sua leggendaria Wrecking Crew per registrare il suo primo LP.
E, cazzo, ne viene fuori un capolavoro!
No, non sto esagerando: un capolavoro: Gene Clark che incontra Tony Joe White, Tim Hardin con schitarrate acide, tappeti d'archi ed arrangiamenti barocchi che sembrano opera di David Axelrod. Ed un songwriting baciato dall'ispirazione. Canzoni che parlano di deserto, solitudine e viaggi.
E quel titolo: "UFO", cosa che assumerà un tono più assurdo che sinistro considerato ciò che accadrà.
Perché il disco non se lo fila nessuno e finisce nel mucchio dei "capolavori dimenticati". Jim ci riprova con un secondo disco a suo nome, prodotto da Hugh Hefner (si, quello di "Playboy") - disco non meno bello a detta di @[imasoulman] (e mia), e di Ima tocca fidarsi! - ma non va.
Così arriviamo a quel 4 marzo del 1975, quando Jim, caricato il maggiolino con le sue cose (chitarra, qualche vestito, uno scatolone coi suoi dischi e poco altro), se ne parte per Nashville. Quella sera una pattuglia di polizia lo ferma dalle parti del Nuovo Messico, lo trova pulito ai test di alcol e droga, ma gli ordina di trovarsi una stanza dove dormire e riposarsi. Jim si prende una stanza in un buco di motel, il "La Mesa", giù a Santa Rosa ma, prima di andare a dormire, decide di andare a cercare della vodka.
Non tornerà mai più al motel. Il 6 marzo la sua auto viene ritrovata 26 km più lontano, in mezzo al nulla. Dentro, le cose di Jim: la chitarra, i dischi, il portafogli, un quaderno coi suoi testi, i suoi vestiti....
Di Jim nessuna traccia.
Il suo corpo non verrà mai più ritrovato.
Dov'è Jim? Si è perso, ubriaco, nel deserto? Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato (da quelle parti c'era il ranch di una certa famiglia Gennetti in odore di mafia e la sfiga, si sa, non va mai in vacanza)?
Oppure sono stati gli alieni che hanno voluto venire conoscere da vicino quel tizio che aveva cantato, così bene, di loro?
 
#perleoscure
#dimenticatidadioedag liuomini
WITTHüSER & WESTRUPP - Trips und Träume
WITTHüSER & WESTRUPP:TRIPPO NOVA

In una realtà distopica, Mike Heron & Robin Williamson non si sono incontrati nella Scozia brumosa ma nel grigio di Essen, non hanno fondato la Incredible String Band, ma un duo: Witthüser & Westrupp. Al posto di elfi e fate dei boschi i viaggi cosmici e le filosofie orientali, la voce meno "stonata" e più marziale, ma quell'armamentario di follie acustiche, strumenti improbabili ed assurdi, folk psychedelico, folle ed impallinato, fantasia ed approccio "totale" è rimasto immutato.
maledetta la Ohr (e pure la ESP)! Etichette dalle quali comprerei a scatola chiusa qualunque cosa!
Per almeno 25 anni ho ascoltato questo disco con la fantasia! Poi - finalmente - l'ho avuto tra le mani ed era anche meglio di quanto avevo immaginato.
Bernd e Walter si aggirano con la loro chincaglieria acustica in un sacco di dischi assurdi di krautrock, tra chitarroni elettrici e moog magniloquenti con i loro campanellini, trombette e chitarrine (almeno "Lord Krishna Von Goloka" di Sergius Golowin da avere assolutamente!). Incideranno 4 dischi con la Ohr di Kaiser (oltre a "Trips und Träume" va ascoltato almeno "Der Jesuspilz" che è un concept che impasta funghi allucinogeni e vangelo!), poi ognuno se ne va per la sua strada....
Un giorno dovrò raccontare meglio di queste strade, di come furono gli unici a comportarsi decentemente con R. U. Kaiser quando lo fecero a pezzi, per esempio. Ma non è questo commentino il posto adatto.
Una sola cosa voglio dire a chi avrà avuto la gentilezza di leggere fin qui: chi di noi ha qualche annetto in più si ricorderà di quella cosa incredibile che fu l"altra domenica" di Arbore, ebbene tra le tante succulente scoperte di quel fantastico contenitore c'erano due stranissimi "buskers": Otto&Barnelli. Ve li ricordate? Bene: Barnelli ERA Witthuser!
Come faccio a non amarli alla follia?
Poi, se intitolano pure un pezzo "Trippo Nova".....
 
John Saxon vs 3 guys
Se ne è andato John Saxon.
Solo io penso che sia una grande perdita?
 
#perleoscure
#dimenticatidadioedag liuomini
Jim Ford - Harlan County
Jim Ford - Long Road Ahead

Nick Lowe non ci poteva credere: avevano ritrovato Jim Ford, dopo tutti questi anni, e gli avevano chiesto di fare un concerto con lui! Nick considerava Ford uno dei suoi massimi ispiratori, ma erano almeno 20 anni che nessuno sapeva più niente di lui.
Eppure, a cavallo tra '60 e '70, Jim Ford aveva scritto canzoni per gente come Aretha Franklin, Bobby Womack, i Temptations.... Pezzi come "Nikey Hokey" o "Harry Hippie" che avevano scalato le charts, Sly Stone lo citerà tra i suoi musicisti preferiti.
Jim era uno di quei bianchi che erano nati bianchi per sbaglio, uno come Bobby Charles o come Dan Penn (spero per voi che sappiate di chi sto parlando).
E non era solo un grande songwriter, se la cavava alla grande pure come cantante. Ma riuscì ad incidere un solo disco "Harlan County", uno di quegli splendidi segreti nascosti tra le montagne di dischi inutili incisi ogni anno.
Un disco splendido.
Funky Country, lo definì Jim, che è come dire "melanzane alla cioccolata", che detto così fa schifo ma provate a mangiarle vicino Sorrento e poi ne riparliamo....
Ma Jim si perde, la cocaina, storie di festini assurdi, donne, strane amicizie, sfruttatori... Insomma Jim si mangia tutti i soldi delle royalties. Riappare nei '90 per qualche concerto poi scompare.
Nel 2006 un giornalista svedese, L.P. anderson, lo rintraccia in una roulotte nel sud della California, dove aveva convissuto con la vedova di Gene Clark, si era ripulito dalla droga ed aveva trovato Gesù.
Anderson vola da lui e recupera un sacco di nuovo materiale che verrà aggiunto ad una lussuosa nuova versione di "Harlan County" che la Light in the Attic stamperà di lì a poco.
Si decide di lanciare il disco con un grande concerto dalle parti di Londra, Jim si stupisce, ci crede poco ma accetta. Così viene contattato Nick Lowe che accetta entusiasta.
Ma Nick, sul quel palco, aspetterà inutilmente. Qualche settimana dopo lo sceriffo di Mendocino, richiamato da alcuni abitanti della zona, entrerà in una roulotte stranamente ferma con le porte aperte. Dentro il corpo di Jim, aveva solo 66 anni, era morto nel sonno. Calmo, sorridente, tranquillo, forse stava sognando di un concerto con dei vecchi amici.
 
 
#perleoscure
#dimenticatidadioedag liuomini
Billy Nicholls - Would You Believe
Billy Nicholls - Would You Believe (1967)
Se tu potessi immaginarti il disco dei tuoi sogni, quello che hai cercato per tanti anni. Una cosa che vuoi proprio esagerare (tanto stai sognando); tipo: Donovan che si fa produrre ed arrangiare un disco da Brian Wilson (che lascia "Pet Sounds" per dedicarvicisi) e che chiama il Macca e Lennon a dar man forte, mentre uno dei tecnici avverte che il suo amico Syd Barrett - se riesce a ricordarselo - passerà prima o poi a darci un orecchio anche lui....
Mentre in studio, nei tempi morti, si ascoltano "Notorius Byrd Brothers" e "Forever Changes" a manetta.
Bene quel disco c'è! L'ha fatto un ragazzotto che a 16 già componeva per Del Shannon, e che poi lavorerà con Marriot, Daltrey, i Nice.... Billy è un numero uno e c'ha anche un faccino giusto, ma il disco non viene pubblicato!
Billy non è che se ne sia stato con le mani in mano: ha scritto e prodotto un sacco di roba per altri (almeno una hit da classifica, "I Can't stop Loving You") e nove dischi a suo nome. E parecchie altre cose.
Ma "Would You Believe" ha dovuto aspettare più di 30 anni per vedere la luce.
Bene, ora io sarò un cretino, ma vi dico una cosa: se nella vostra vita doveste ascoltare solo una ventina dischi, ecco fate in modo che questo ci sia!
 
#perleoscure
Drum Circus - Magic Theatre
Drum Circus - All Things Pass [Magic Theatre] 1971
Per andare da Canterbury al Krautrock si deve passare dalla Svizzera (e, volendo, anche dal Belgio. Se il Belgio esistesse!).
Per il viaggio è bene mettere nello zaino chincaglieria esotica (soprattutto il, solito, "Libro Tibetano dei Morti" e almeno un sitar, più una quintalata di "roba" buona....).
Peter Giger, ottimo batterista svizzero ("un gigante della batteria" scrisse qualcuno da qualche parte), prende altri due suoi amici batteristi (si qui ci sono 3 batterie! E si sente!) e qualche elemento dei Brainticket (gruppo psych pre-prog, multinazionale con base in Belgio, di cui - se non conoscete - vi consiglio l'ascolto) e si chiude negli studi di Horst Jankowski.
E' un gran viaggio, ma i nastri vengono lasciati lì per quasi trent'anni (dimenticati? sarà stato l'effetto di tutta la roba usata come propellente per andare da Canterbury al Krautrock?).
Come sia, il disco emerge dalle foschie del passato nel 2003 e, al netto di qualche lungaggine jazz-rock è davvero un bel trip!
E, poi, se uno intitola un brano "Papera" sarà sempre mio amico!
 
#perleoscure
Nic Jones - Penguin Eggs
The Little Pot Stove
Il 5 agosto del 2010 a Sidmouth si tiene "la settimana del folk"; sul palco sale un uomo: è malfermo sulle gambe, si muove lentamente e con difficoltà, i suoi gesti sono innaturalmente meccanici e la voce è fioca, debole ma profonda. I presenti lo accolgono con un silenzio rispettoso e partecipe. Riesce a cantare solo tre canzoni, ma bastano per chi ha la fortuna di essere là.
Almeno per coloro che sanno chi è quell'uomo.
Nic Jones è stato uno dei più grandi folksinger inglesi, uno dei principali esponenti di quel cosiddetto "folk revival" che, tra i '60 ed i '70 ha prodotto dischi di gruppi e solisti straordinari. Pentangle, Richard Thompson, Bert Jansch, June Tabor, Davy Graham, Sandy Bull (e potrei continuare a lungo, ma ci siamo capiti). Fra quei nomi il nome di Nic Jones dovrebbe primeggiare: 5 dischi a suo nome (e tante partecipazioni a dischi importanti) tra i quali almeno un capolavoro assoluto (Penguin Eggs). Uno stile personale ed originale, una tecnica strumentale eccelsa ed una scrittura felicissima; Nic era nato per essere un primo della classe.
Ed invece il 28 febbraio del 1982, tornando da un concerto, si va schiantare con la sua auto contro un camion.
Coma, fratture multiple e danno cerebrale. Mai più suonare, addio a quel fingerpicking magico e personale, addio al violino ed anche cantare diventa difficile (era difficile pure impugnare una forchetta o pisciare.....).
Ci vogliono 28 anni per ternare su di un palco, lì a Sidmouth. Chi lo sa, chi custodisce gelosamente una copia di "Penguin Eggs" è lì che assiste - in silenzio - a quel piccolo miracolo.
Ci proverà ancora altre volte, nei successivi tre anni, Nic a riprendere - almeno - a cantare. Poi, nel 2013 dopo un concerto allo Shrewboury folk festival, Nic getterà la spugna e dirà basta.
 
#perleoscure
John Phillips - Drum (Music Video)
“Polemos è il padre di tutte le cose” (Eraclito)
Non è forse il male il vero motore dell’Universo? Un Mondo pacificato sarebbe un Mondo morto.
Ma, invece di tediarvi con banali riflessioni filosofisticheggianti, eccovi una piccola storia che tenevo in serbo per un giorno di pioggia…. (quando avessi trovato il tempo e lo stimolo per raccontarvela come si deve).
Lui è Papa John Philips e se il suo nome ti dice poco allora pensa a “California Dreamin’”.
Esatto, i Mamas & Papas….
Il sogno californiano, i figli dei fiori, l’amore universale….ed un pop cristallino e solare. Peccato che il gruppo si spezzi per una storia di corna!
Ok, John è la mente principale e continua da solo e mette giù un disco che è un capolavoro: “John, The Wolf King Of L.A.”. Poi ne tira fuori un altro paio anche belli ma questo! Questo è un disco Pop Perfetto! Bellissimo.
E’ anche generoso il nostro Papa John, tanto da regalare al suo amico Scott Mackenzie quella “San Francisco (Be Sure to Wear Flowers in Your Hair)” che sarà il suo più grande successo (ed uno dei dischi più venduti di sempre).
E allora? Qual è il lato oscuro che si nasconde dietro a tutto ciò?
E’ una storia d’amore (amore, sì), un amore malato, deforme, inaccettabile, perché rivolto verso la figlia minorenne, Mackenzie (un nome che ritorna). Lui la avvia alle droghe e la soggioga (ma la sorella, invece, dice che lei era consenziente) per ben dieci anni.
Poi Mackenzie resta incinta….
Ora questa storia dovrò raccontarla meglio di così perché lo merita, perché è più complicata di quel che sembra (è incredibile, è assurdo, ma è una storia d’amore), perché ci pone qualche interrogativo.
Per adesso ci basti ascoltare quel disco di Pop cristallino, solare, limpido. Perfetto!
E restare basiti sapendo quale abisso buio lo avvolgeva.
 
Messer @[odradek] propone ed io mi aggrego di corsa.
Come dare lustro ad oscure perle misconosciute e sepolte?
Per ora propongo un #perleoscure io ed @imasolulman ne proporremo un tot; poi vedremo se può essere il caso di piazzare in HP una cosa tipo la "perla oscura della settimana". Insomma vediamo se ci viene qualche idea e se la cosa può interessare....
Nel frattempo propongo le prime due.
La prima: Lou Bond - Come on Snob
Se vi avessero detto che Terri Callier e Roy Harper all'inizio delle loro rispettive carriere si sono incontrati ed hanno inciso un disco, mentre Bill Whiters passava di là ed annuiva? Sebbene potreste sospettare di un prodotto ancora acerbo, non sareste disposti a spendere qualunque cifra al mercato nero, per procurarvelo?
Bene, risparmiate i soldi ché quel disco (purtroppo) non esiste..... Però procuratevi questo: l'unico disco di Lou Bond e ci andrete vicino.
 
Emitt Rhodes - Fresh As A Daisy
Se ne è andato anche Emitt. Lo piangeranno in pochi, ma va bene così.
 
Emitt Rhodes - Somebody Made For Me
Se ne è andato anche Emitt. Magnifico perdente.
Perdente lo fu di sicuro, schiacciato tra l 'ingenua debolezza del suo Genio e la ottusa cupidigia di discografici imbecilli. Magnifico lo fu per certo, e la cristallina bellezza delle sue composizione resta qui a ricordarcelo.
Se lo è portato via a soli 70 anni questo 2020 carico di morte.
E il titolo di "One Man Beatles" con cui i pochi sarà ricordato dai pochi che ne parleranno, a ben vedere, è solo l'ultimo affronto.
 
One Eyed Monster Trailer
Signori! Ecco il CAPOLAVORO DEFINITIVO!
Un terribile mostro assassino: Dick! (Ma non si chiama Dick, è Dick....)
Non potete non guardarlo!
-Angel has got a dick in her mouth!
-Yeah.....?
-It is not attached to anyone!
 
Allora, volevo fare il fighetto e sono stato, puntualmente e giustamente, bacchettato!
Quindi, adesso vi indico la mia VERA terna di filmoni ultratrash!
"Chicken Park"
Mi sono già speso per quest'opera, la prima prova registica di Jerry Calà, parodia di Jurassic Park e film "maledetto": non arrivò mai nelle sale, stroncato sul nascere (e Jerry aveva abbandonato il suo progetto di un biopic su Umberto Bossi, per fare questo), ed in più durante le riprese Calà ebbe un grave incidente automobilistico.
Film assolutamente imperdibile! Fidatevi.
Chicken Park - Jerry Calà - 1994
"Grazie Padre Pio"
CAPOLAVORO!! Con Gigione e Donatello, è un film talmente di culto che è stato recensito pure qui sul DeB. Davvero è inutile parlarne: se, dopo aver letto il titolo ed i protagonisti, non siete corsi a cercarlo in rete (si trova, si trova....) vuol dire che siete morti!
Un must le scene delle gare automobilistiche! Gigione - Grazie Padre Pio Questo non è il trailer ma va visto lo stesso, fidatevi.
"Primavera di Granito"
Vincitore del "Premio Troisi" nel 2000, finanziato dalla Regione Sardegna (cioè FATTO CON SOLDI PUBBLICI!), il film di Ignazio Frogheri ("regista" a quanto pare noto nel nuorese che dopo aver incassato il finanziamento, sembra che ne utilizzò parte per ristrutturare la sua panetteria - che, a quanto leggo, chiuse pochi anni dopo - e parte per questo capolavoro)è un noir ambientato in Sardegna ed è un'esperienza lisergica! Dopo averlo visto capirete l'inutilità delle droghe.
Tutti dovrebbero vederlo, ma soprattutto i sardi! (quelli veri e quelli acquisiti) @[TataOgg] @[sfascia carrozze] @[iside] @[IlConte] e tutti i desarder non è possibile che non lo conosciate! Primavera di Granito (Re-cut Trailer)
 
Comincio io:
1) “I due della legione”. Lo so che è troppo facile! Lo so che cominciare con Franco e Ciccio è filologicamente inevitabile: loro sono l’incarnazione di quel cinema improvvisato e straccione su cui è nato, dove ha trovato la sua palestra, certo Cinema italiano. So anche che non si aspettava certo me per rivalutarli, ormai è assodato da tempo che sono delle colonne del nostro cinema. Ma non è così facile muoversi in una lista di titoli davvero oceanica (quasi 130 pellicole!), e non credo che ci sia qualcuno di noi che li abbia davvero visti tutti. Allora io vi suggerisco questo che è il loro primo, vero film. Da qui nasce il mito! E resta anche uno dei loro film meglio confezionati (regia di Lucio Fulci!). Il film era nato (con altre pretese) per la coppia Tognazzi-Vianello, ma Franco e Cicco non sfigurano. Nel cast anche Alighiero Noschese e Aldo Giuffré.
Ma se vogliamo maggiore qualità ecco allora “00-2 Agenti segretissimi”, probabilmente il loro film migliore (sempre con Fulci).
2) “Zorro contro Maciste”. Nella filmografia di un vero capish non piò mancare un film di Maciste! Lo guarderete con qualche gentile signorina e vi farete belli dicendo che il nome di Maciste si deve, nientepopodimeno, che a D’Annunzio! Che il personaggio appare per la prima volta in “Cabiria” e che, all’inizio, viveva nel ‘900 (contemporaneo ai suoi primi creatori). Poi, negli anni ’60, in piena moda “peplum” viene messo in un imprecisato passato mitologico con gente come Ercole o Ursus. Maciste in oltre una quarantina di film ha combattuto contro tutti: vampiri, mostri, cosacchi, legionari, demoni…..
Ma, il massimo, è questo “Zorro contro Maciste” in cui Maciste finisce in Spagna pressappoco nel ‘600! La regia è di Umberto Lenzi, mica pizze e fichi! E poi c’è Moira Orfei, sexyssima, che fa la regina cattiva ed il solito Massimo Serato a fare il cattivone dagli occhi di fuoco!
3) “Il trucido e lo sbirro” Il film di Lenzi (ancora lui!) non solo è uno dei migliori polizziotteschi degli anni ’70 ma è il film che vede nascere il personaggio del “Monnezza”. Il “Monnezza” (da non confondersi, vi prego, con Nico Giraldi!) è una delle “maschere” meglio disegnate del cinema di genere di quegli anni, un personaggio che non sfigura con la migliore tradizione picaresca.
Il “Monnezza” come ogni figlio di puttana (letteralmente: la madre è una prostituta) ha più padri. % per l’esattezza: Dardano Sacchetti, lo sceneggiatore che lo ha pensato per primo, Umberto lenzi che gli ha dato vita e movimento, Tomas Milian (che grande attore!) che gli ha dato la faccia ed il corpo, Ferruccio Amendola che gli ha dato la voce (e non solo…) e – più importante di tutti – “er patata” (o “er pesciarolo”) cioè Quinto Gambi, controfigura e amico di Milian che era il “vero” Monnezza.
Mi piace ricordare anche Claudio Cassinelli, co-protagonista ed attore (nonché compagno di quella sgallettata della Bignardi) di grande valore, morto troppo presto.
Altrettanto valido è “La banda
 
Beneamati confratelli!
Le menti più lucide del DeB che qui si sono date convegno, hanno illuminato, con i loro arguti ed approfonditi interventi, quella disamina puntuale e disvelatoria su “The Dark Side of the Moon” di cui si sentiva – da più parti – un gran bisogno!
Mi appresto, quindi, ad invitarvi ad un ben più difficile cimento (ma sono certo che ne saremo assolutamente all’altezza) in uno dei campi dello scibile umano più amato dai veri capish: il cinema.
Vi propongo di indicare tre (sono pochissimi, lo so, ma qualche regola bisogna darla ed ai capish piacciono le regole difficili), dico 3 film FONDAMENTALI del trash italiano (Il recupero e la riabilitazione del trash è argomento very-capish). E di spiegarne il perché.
Direi di cominciare dall’Italia, poi, se ci va, aprirci alla filmografia mondiale.
Pongo le seguenti regole:
1) Niente film erotico-pecoreccio-satyriconeggiant i (W la foca, Giovannona coscialunga, etc. etc.) perché è troppo facile.
2) Niente film di Pierino & simili (stesso motivo).
3) I musicarelli vanno bene, ma evitiamo banalità & scontatezze (siamo capish!). Insomma maneggiare con cura.
4) Devono essere film non brutti (o talmente brutti da essere, a loro modo, geniali) o eccessivamente parodistici. Devono essere – insomma – film esemplari del genere di cui pensiamo valga la pena parlare.
5) Eviterei film davvero troppo famosi (l’allenatore nel pallone, Ultimo tango a Zagarol, Piedone lo sbirro, etc. etc.) o troppo professionali (I film di Bud Spencer & Terence Hill, gli ultimi Fantozzi, i cinepnettoni, etc. etc.). Siamo capish!
Spero che la proposta sia stimolante!
A voi!
 
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