Vulisseve pruvà quaccos'e nuovo?
Un giro (per forza di cose non esaustivo) nello straordinario patrimonio musicale napoletano.
Toni Servillo e Fausto Mesolella - Anema e core
Gli Avion Travel o Piccola Orchestra Avion Travel sono stati (tecnicamente non si sono sciolti ma tendo a credere che la loro storia sia ormai conclusa) un gran gruppo italiano; una delle migliori realtà musicali del nostro paese, punto!
Casertani di nascita ma napoletani d'adozione, io me li ricordo nel calderone Vesuwave (qualcuno di voi li ricorderà vincitori a Sanremo).
Musicisti sopraffini, dal batterista Alberto D'Anna (nome conosciutissimo a Napoli, presente in innumerevoli dischi, che ci ha lasciato nel 2015) al sassofonista Peppe D'Argenzio. Anche se i nomi più conosciuti sono quelli del cantante Peppe Servillo (fratello di Toni Servillo) e di Ferruccio Spinetti (il cui lavoro con Petra Mengoni sotto il moniker "Musica Nuda" è stato straordinario).
Ma qui voglio ricordare il chitarrista Fausto Mesolella.
Mesolella è stato un talento straordinario: grande chitarrista ma anche ricercato compositore di canzoni (per Nada, per la Mannoia, per Gianmaria Testa e tanti altri) ma anche di colonne sonore ( “2 euro l’ora”, “Lascia Perdere Johnny”, le prime che mi vengono in mente.
Fausto Mesolella ci ha lasciati tre anni fa.
Voi cercatevi almeno il cd "Dago Red" con Raiz.
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MARUZZELLA (Gennaro Cosmo Parlato)
Ho apprezzato molto il film di Turturro, "Passione" del 2010, nel quale l'attore e regista, senza pretese di analisi sociologiche o storiografiche mostra una Napoli vitale e non stereotipata, verso cui nutre un amore sincero. Una città multiforme che Turturro non cerca nè di capire , nè tantomeno di spiegare. Il filo conduttore del viaggio di Turturro è la musica e la scelta dei brani è davvero ottima, consiglio vivamente a chi volesse l'ascolto della colonna sonora.
La versione di "Maruzzella" di Gennaro Cosma Parlato è, a mio avviso, uno dei brani meglio riusciti dell'album. Cosma Parlato è artista poliedrico, interprete personale ed in bilico tra eleganza ed eccesso. Se vi capita provate ad ascoltare "Cosa c'è di strano?" il suo primo lavoro, in cui si produce in cover di brani anni '80 di note cantati italiane: io lo considero un lavoro davvero divertente.
Cosma Parlato merita un successo maggiore di quello finora ottenuto, secondo la mia sommessa opinione.
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Bammenella
"Bammenella" è uno dei pezzi più belli del repertorio tradizionale napoletano; il testo di Raffaele Viviani non può essere interpretato con superficialità, pena il rischio di ridicolo involontario.
In calce all'ascolto precedente si è parlato di voci femminili, ecco "Bammenella" è da sempre uno degli esami più difficili da affrontare ed è una splendida cartina tornasole per giudicare la credibilità di un'interprete.
Infatti l'hanno cantata TUTTE/I! (Si trova persino una versione cantata da Ornella Vanoni in un napoletano piuttosto discutibile!)
Io ne approfitto per farvi ascoltare Maria Pia De Vito che è una delle più importanti cantanti Jazz (non napoletane o italiane) europee. La sua versione è forse un po' troppo "educata" ma l'interpretazione di Maria Pia è, comunque, splendida.
A Napoli - però - "Bammenella" E' Angela Luce! Così vi aggiungo anche una sua versione arrangiata da Marco Zurzolo (altro nome di punta del Jazz partenopeo e non solo), così che possiate apprezzare - spero - le differenti interpretazioni dello stesso materiale elaborato con un simile gusto e possiate scegliere.
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AlmaMegretta Scioscie Viento
Vesuwave era morta e sepolta da quasi un decennio quando arrivano gli Almamegretta e spazzano via tutto. "Animamigrante" e "Sanacore" sono due capolavori, due dischi di respiro internazionale, due trai migliori dischi mai prodotti in Italia.
Poi, per mille disparati motivi, inizia la discesa (sebbene "Lingo" sia ancora un gran bel disco). Soprattutto Raiz cerca di emergere come solista ed interprete.
Raiz è un ottimo interprete ed una voce importante in città.
Però gli Almamegretta sono un'altra cosa.
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10 Marcia delle Truppe Sanfediste Tarantelle alla napoletana par Marco Beasley et Accordone
«Il vostro Claudio è fuggito, Messalina trema»… Era obbligato il popolo a saper la storia romana per conoscere la sua felicità?" (V. Cuoco)
A Napoli, nel Museo di San Martino c'è un quadro che raffigura l'ammiraglio Caracciolo impiccato all'albero maestro della nave di Nelson. Mio padre mi ci portava spesso e cercava di raccontarmi della Repubblica Napoletana e dei sanfedisti, della Pimentel Fonseca e dei francesi che cannoneggiarono alle spalle quel popolo che erano venuti a liberare.
Io non capivo niente e ricordo a malapena quelle sue storie.
Le ho imparate dopo quelle cose, e anche le parole di Vincenzo Cuoco che spiegava che una rivoluzione di popolo si fa "con" il popolo e non contro di esso.
Il 13 giugno del 1799 il Cardinale Ruffo alla testa della sua Armata della Santa Fede in Nostro Signore Gesù Cristo (i Sanfedisti) entrava in Napoli, mettendo fine alla vicenda repubblicana e dando inizio alla sanguinosa repressione.
Il tutto con l'acclamazione popolare.
"La marcia delle Truppe Sanfediste" è il più famoso canto antigiacobino partorito in quei giorni; canto famosissimo di cui si trovano innumerevoli versioni (non manca, al solito, anche quella della NCCP).
Io vi propongo questa di Marco Beasley ed Accordone che è la mia preferita. Beasley e gli Accordone sono straordinari interpreti di Musica Barocca, studiosi del "recitar cantando" e del barocco napoletano ed europeo, autori di magnifici spettacoli. Se ne avete voglia procuratevi il loro "Storie di Napoli" che - vi assicuro - è un disco bellissimo; uno dei segreti meglio nascosti di un patrimonio musicale sotterrato sotto il solito cumulo di musicaccia inutile.
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Enzo Avitabile-Tutt' egual' song e criatur
Bell'esperimento quello di Avitabile coi Bottari di Portico!
Grande resa dal vivo e tutto il mestiere di Avitabile che non è certo il primo venuto.
Questo è uno dei loro pezzi più belli, secondo me.
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Lina Sastri - Tarantella del Gargano (tratto dal DVD per la strada)

Nel 1953 Alan Lomax viene in Italia e ci resta un anno. Spero che sappiate chi è Alan Lomax (forse il massimo studioso di musiche e canti tradizionali del '900). Lomax studia soprattutto le tradizioni musicali del Sud, dando un fondamentale stimolo a questo tipo di ricerche (senza dimenticare gli scritti di De Martino). Studiosi come Carpitella, Leydi, Sassu continuano quelle ricerche.
Ne viene fuori un patrimonio straordinario di tarantelle, pizziche, tammurriate, e quant'altro che oggi vengono eseguite e rielaborate di continuo, pensate solo alla "notte della taranta".
Questa "Tarantella del Gargano" mista di napoletano, calabrese e foggiano è una delle più belle.
Qui è interpretata (mirabilmente, secondo me) da Lina Sastri che, ad un certo punto, si è imposta come una delle migliori interpreti della musica tradizionale napoletana.
Questo piccolo assaggio di un suo spettacolo aiuta bene a capire perchè, a Napoli, sia così amata.
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Bisca feat. Nino D'Angelo - Note scunusciute
Ci avevano trovato anche un nome "Vesuwave", erano gli anni '80 e Napoli sembrava Manchester!
C'ero anch'io, giovane e bombolone, col mio gruppo, eravamo la seconda o la terza fila ma - cazzo! - sembrava davvero la "cosa" del momento: concerti, interviste, riunioni, contatti, hype.
I concerti ripresi dalle telecamere per farci un film (quella ciofeca do "Blues Metropolitano"), o dei documentari (anche la RAI), fotografie su riviste più o meno patinate. Contatti con gruppi inglesi e francesi (partecipammo - ma si era già alla fine - anche al "Red Wedge"). Mettemmo su anche un'organizzazione "WlaMusicaViva", c'era chi ci voleva scrivere su un libro...
Insomma, un vero sballo! E giravano anche dei soldi!
Certo col folk non c'entravamo niente, cantavamo quasi tutti in inglese (e questo, a ben vedere, era la cifra principale del nostro provincialismo), ma la rubrichetta è mia e ci infilo chi mi pare!
Ma c'erano dei gran gruppi: Little Italy, Anthra, Panoramics, Bisca, Whallalla.
Alla fine è rimasto ben poco: i Whallalla vincitori di "Sanremo rock" (Ossignùr!) e i Bisca. I Bisca, probabilmente erano i migliori della scena, gli unici rimasti; per loro non è mai stata una cosa napoletana, però qui collaborano co Nino D'Angelo e - così - sembra che ci azzecchi qualcosa col resto della rubrichetta.
C'era una "scena" ed era bello!
Vi lascio un piccolo ricordo personale. Eravamo appena tornati dall'Inghilterra, una indie ci aveva fatto registrare un pezzo agli studi Chapel (studi importanti da cui sono usciti non pochi dischi che avete in casa) a Louth (e cazzo mica lo sapevo che lì c'era Robert Wyatt!). Insomma eravamo convinti che la nostra carriera stesse decollando: suonavamo spesso e dovunque ed avevamo cachet superiori al milione di lire. Con quei soldi ci eravamo comprati una strumentazione professionale, ma da veri cazzoni, continuavamo a tenere tutto nel solito, vecchio, garage scarrupato. Morale: ci rubarono tutto! Fu l'inizio della fine.
Però, quando la notizia si seppe, in città si decise di organizzare un concerto per raccogliere fondi per aiutarci a ricomprarci gli strumenti, e tutti diedero la loro disponibilità.
Era bello far parte di una "scena"!
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Un giro (per forza di cose non esaustivo) nello straordinario patrimonio musicale napoletano.
Vesuvio
E Zezi (gruppo operaio) di Marcello Colasurdo sono stati (e sono) gli esponenti più lucidamente "politici" della canzone popolare napoletana.
Nascono a Pomigliano d'Arco nel '75 e Pomigliano d'Arco non è un posto come un altro: a Pomigliano c'era l'Alfasud, "la fabbrica", il tentativo fallito di creare un polo industriale su di un tessuto contadino. Un paradosso ed una forzatura il cui fallimento ha fatto terra bruciata sia delle tradizioni popolari che delle speranze di riscatto e di sviluppo di un territorio che oggi non ha più una identità.
I Zezi credono nella Cultura e nell'Arte come strumento di riscatto e di recupero di una identità, ma quando parlano di Cultura guardano essenzialmente alla cultura popolare, da cui traggono la linfa della loro musica. Una musica nuova ma con le radici ben piantate nel passato, che parla del presente con la forza di una identità ben piantata nel passato.
"Vesuvio" è uno dei loro pezzi più belli.
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Tammurriata Nera - Peppe Barra
Signori, Peppe Barra!
Prima con sua madre Concetta e poi da solo, Peppe Barra, ha riportato Napoli al centro del Mediterraneo; capitale di tutti i Sud
del mondo. Splendido animale da palcoscenico è su di un palcoscenico che ha sempre dato il meglio di sé.
La sua Napoli, è la città porosa: greca ed araba, vikinga e spagnola, africana, francese e tedesca, americana...miscuglio di razze, crocevia di mercanzie e sapori, serva di tutti e schiava di nessuno, splendida capitale e periferia degradata; tutte le Napoli sono incarnate dall'Arte di Peppe Barra.
Le chiameranno Musiche del Mondo; Musiche di tutti i Sud.
"Tammuriata Nera" è una della canzoni più - giustamente - famose di questo repertorio; un piccolo trattato sull'anima napoletana, sulla straordinaria ricchezza del nostro essere bastardi.
La versione "canonica" è quella della NCCP (con cui Barra, naturalmente, ha a lungo e proficuamente collaborato), ma quella di Barra non è da meno.
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James Senese & Napoli Centrale - Campagna
Se il folk di Napoli col rock si è incontrato poco, invece col jazz ci ha sempre flirtato parecchio sin dai tempi di Carosone.
Forse la sintesi migliore tra i due linguaggi la operano i Napoli Centrale di James Senese - Jèmm per i napoletani, che lo amano da sempre - e Franco Del Prete.
Jèmm è il Ciro di "Tammurriata Nera", uno dei napoletani più veraci che io conosca. Chiunque abbia bazzicato l'ambiente musicale napoletano lo ha conosciuto; lui e gente come i fratelli Zurzolo, Tony Cercola, Robert Fix...sempre pronti a bersi una birra, sempre disposti a dare un consiglio, una mano, a registrare ed arrangiare qualche pezzo coi pischelletti (o ex, ex pischelletti come l'estensore di queste 4 notarelle...), quasi inconsapevoli del peso e del ruolo che hanno avuto nella storia e nello sviluppo di un certo modo di fare musica non solo a Napoli.
Jèmm ha messo Napoli al centro far Chicago e Canterbury, consumando un rito orgiastico in cui la sua voce (più che il suo sax) era il membro pulsante che operava la penetrazione...
Da quelle musiche e con quei musicisti (edulcorando le prime e mollando per strada i secondi) verrà fuori, qualche anno dopo, il "fenomeno" Pino Daniele.
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Alan Sorrenti Dicitencello vuje
Che, se poi ce lo vogliamo dire, il fatto è che, a Napoli, un "Liege & Lief" non l'ha inciso nessuno.
Cioé nessuno ha mai pensato seriamente a percorrere una strada che innervasse di rock il patrimonio musicale della tradizione popolare. Insomma, niente Fairport Convention in Campania!
Non è strano: tra il tramonto dei '60 e la prima metà dei '70 la "musica popolare" flirtava con la canzone di protesta e la militanza politica e queste erano cose che si prendevano maledettamente sul serio. Dopo, e solo dopo, fioriranno ibridazioni e reinterpretazioni di ogni tipo. Però il rock e la canzone napoletana flirteranno sempre poco.
Peccato!
Questa "dicitancello vuje" di un Alan Sorrenti che non è più quello di "Aria" e non è ancora quello dei "Figli delle stelle" è - secondo me - una delle ibridazioni meglio riuscite tra canzone napoletana e sonorità elettriche. Ogni volta che l'ascolto mi rammarico del fatto che nessuno abbia pensato a comporre un "Liege & Lief" napoletano!
(Ma neanche un "Hangman's Beautiful Daughter"...)
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Renato Carosone-O Pellirossa

Se Murolo è la fonte, Carosone è l'ultima ansa del fiume.
Con Carosone si chiude la "golden age" della canzone napoletana. Carosone è l'ultimo dei "classici" (nessuno si stupirebbe di trovare in repertorio una "caravan petrol" al fianco di una "fenesta vascia" o di una "core 'ngrato"). Dopo di lui ottimi interpreti ed anche alcune belle canzoni, ma nessun "classico" (qualcuno dice Pino Daniele? Non scherziamo! Di Daniele vi dirò quello che penso - se a qualcuno può interessare - nel prosieguo di questa ressegnetta).
Ed è stato anche un grande innovatore!
Il suo swing non si giustappone semplicemente o si somma al melodismo mediterraneo ma si innesta in modo originale e personalissimo. Carosone non somiglia a nessuno e nessuno somiglierà più a Carosone.
Ma non bisogna mai sottovalutare l'apporto dei musicisti della sua band. Carosone portava sul palco una macchina da musica splendidamente oliata e perfettamente calibrata; musicisti di prim'ordine capaci di performances uniche - e non solo per i loro tempi! - primo fra tutti quel Gegè Di Giacomo, batterista di livello europeo che in questo video è anche cantante, vero cuore pulsante di una delle band più importanti del nostro paese.
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Era de maggio - Roberto Murolo

Se, però, volessimo fare come quelli seri e cominciare dall'inizio, ecco allora non potremmo che cominciare da "Napoletana" di Roberto Murolo.
Murolo la comincia nel 1963 ed arriva al vol.12, in "Napoletana" raccoglie praticamente tutto, dal 1200 al 1965, ma non si limita a questo. La sua interpretazione (solo voce e chitarra), asciutta, essenziale, elegantissima, diventa il "canone" per tutte quelle musiche: gli altri d'ora in poi potranno interpretare, variare, rielaborare ma dovranno sempre, tutti, fare i conti con gli "originali" muroliani. Tutti! Compreso quel Sergio Bruni che proverà in tutti i modi a porsi come contraltare di Murolo (in virtù anche di una voce molto più ricca di sfumature e nuances) senza riuscirci.
Murolo è il Woody Guthrie della canzone napoletana!
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Musicanova "Pizzica minore"

E così Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò se ne vanno per la loro strada. A loro si aggiungono Teresa De Sio, Toni Esposito, Robert Fix, Gigi De Rienzo ed altri e nasce "Musica Nova". Almeno tre dischi ottimi (Musica Nova, Brigante Se More, Se Turnammo A Nascere) nei quali gli strumenti linguistici della musica popolare vengono utilizzati per creare una "musica nuova" che sappia interpretare il presente alla luce del passato.
E chi si trova in casa tanti capolavori del folk d'oltremanica dovrebbe ascoltare con attenzione.
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Roberto De Simone La Gatta Cenerentola 06 Primo Canzone delle sei sorelle
La NCCP si allarga fino a diventare La Compagnia del Cerchio per mettere in scena il capolavoro di Roberto De Simone "La Gatta Cenerentola".
La connessione tra musica e teatro è un fatto naturale a Napoli e la NCCP, sin dalla sua nascita aveva avviato una ricerca tra vocalità e gestualità, in accordo con quel movimento scenico che si stava rinnovando seguendo le istanze del teatro di ricerca, impersonato da artisti come Julian Beck del Living Theatre che, oltre ad ammirare in scena, De Simone conosceva personalmente. Canto, musica, danza e teatro sono realtà interconnesse nella sua idea di rappresentazione.
Il successo è straordinario (d'altronde lo spettacolo è bellissimo) ma ci sarà un prezzo da pagare: una dolorosa scissione, Eugenio Bennato se ne va e Carlo D'Angiò è con lui. Per loro il centro della ricerca deve rimanere la musica e non il teatro.
Nasce Musicanova, di cui parleremo la prossima volta.
Vulissev' pruvà coccosa è nuovo?
Un giro (per forza di cose non esaustivo nello straordinario patrimonio musicale napoletano.

Tammurriata Alli Uno... Alli Uno
Cominciamo non dai primi, nel senso di prime movers, ma dai più importanti. Perchè questa è stata, senza ombra di dubbio la Nuova Compagnia di Canto Popolare: il gruppo più importante per la storia della musica popolare (o vogliamo chiamarlo folk) napoletana.
Una storia lunghissima, cominciata nel 1967 con un ragazzino che assiste con la sua scuola ad uno spettacolo del dopolavoro dell'ILVA in - tra gli altri - si esibiscono tre fratelli....
E' una storia di incontri e di intrecci di storie e di esperienze, di casi fortunati e di una citta che ribolle.
Napoli la puttana che si è data a cento amanti (greci, normanni, spagnoli, arabi, francesi, tedeschi...), Napoli la città porosa che tutto assorbe, ribollente della lava del Vesuvio e rappacificata dal mare, Napoli è una città di mille musiche e, per più di 50 anni la NCCP quelle musiche le ha cantate tutte.
Carla Fracci GISELLE Act I Variation (1969)

"Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d'élite, relegato alle scatole d'oro dei teatri d'opera. E anche quand'ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio... Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato." (Carla Fracci)
Napoli-Verona, la carica dei tifosi all'esterno del Maradona
MAI 'NA GIOIA!!!!
ECCHECAZZO!!
Pure @[Eneathedevil] che vince il gioco di @[JonatanCoe] ...
MAI 'NA GIOIA!!!!
NCCP - Lo Guarracino
Corrado Sfogli se n'è andato, in silenzio (anche il mio, colpevole) un po' più di un anno fa. Prima, però, ha sposato la sua Fausta suggellando una storia d'Arte e d'amore lunga quarant'anni.
L'amore è cosa loro, privata e struggente, ma la loro Arte è cosa di tutti noi e non va dimenticata. Storia ricchissima che non è cominciata con Corrado e Fausta ma che con loro è finita. Storia di un gruppo straordinario e non abbastanza celebrato.
Storia che andrebbe raccontata.
Stefano Bollani imita Battiato - Hai mai letto Kundera?
Anch'io gli ho voluto bene a Francuzzo...
Le covers, quelle fatte bene!
DAVID BOWIE - LIFE ON MARS ? - SHITTYFLUTED
Un po' di buona musica per tirarmi su dopo la beffa di @[JonatanCoe] e quel biondinaccio di
@[Eneathedevil]
THE MOODY BLUES - NIGHTS IN WHITE SATIN - SHITTYFLUTED
Le cover, quelle fatte bene!
@[sergio60] so che apprezzerai.
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