editoriale di luludia

(Luce)...

Siamo tutti in grado di annusare l'aria. Qui ad esempio c'è un bel silenzio, scariche di energia buona o qualcosa del genere. Quale genere fate voi.

Per capirci potrei citare quel film che dice che le canzoni stanno in piedi da sole. E allora, ok, questo posto sta in piedi da solo. Sto parlando del laboratorio di falegnameria per utenti con handycap fisico o psichico.

Dell'aria vi ho detto? Si? Sarà per via di quell'aria che tutti sembrano tenere a quello che fanno? Possibile che ci sia tanta salute in un posto pieno di gente messa malissimo?

Vi dirò, i laboratori son anche il mio lavoro. Teatro, poesia, collages, filastrocche. E quell'aria che vi dicevo pure io sono un esperto. E non lo dico tanto per dire. Michele il falegname però è di un'altra categoria. Lui e le sue favolose casette per uccellini buone soprattutto se di uccellini non ne avete.

Non tutti i Mangiafuoco riescono a trasformarsi in Geppetto.

(Ombra)

Il capo parla, i sottoposti confermano.

Quelli che contano -psichiatri, assistenti sociali, responsabili d'area- si beano della messinscena. Della messinscena e dell'ordine...

Oggi poi non siamo soli. E' presente una pletora di guest star di passaggio: il tizio in viaggio premio, il guru dalla voce di velluto, lo stagista dal sorriso di circostanza. Un fottuto tre per due, un black friday di mercoledì.

Scopo del brain storming è dirci quanto siamo fighi. Un sixty nine party in socialese stretto alla faccia di Mr. Wolf.

Tutti i discorsi son pieni di nauseanti paroline magiche -relazione, scambio, dialogo, confronto- ma quel che conta è il

sottotesto iper cinico.

L'utente X non ci è mica stato affidato per farlo star meglio ma per risolvere gli immani casini ( in famiglia, al bar sotto casa, in fila al supermercato) che da un po' (ovvero da sempre) si ostina a provocare. Insomma, beccatevi sto tizio, tenetelo lontano dal richiamo della foresta e fate in modo che non si senta più parlare di lui. Ecco perché non ci sono mai problemi.

Del resto mica vorrai dar l'impressione di non essere in grado di gestire la situazione? Poi finisce che di X non te ne mandano più. Un mercato...

E così il brain storming non è che uno squallido gioco delle parti. Si parte con il caffè e si finisce a ridere delle battute del capo.

Mai che un'anima pura, a suo rischio e pericolo, rompa il giochino, mai. A parte il sottoscritto. E a parte Michele...

Michele, uno che sembra il gigante gentile di quella vecchia, vecchissima pubblicità. “Gigante, pensaci tu...”

Non solo, una delle più belle risate che io abbia mai visto.

Beh, un giorno Michele divenne il nostro coordinatore. Dalle casette per uccellini al nostro centro di mattoidi.

Merda, a chi cazzo era venuto in mente di fare coordinatore uno così? Erano forse impazziti?

Noi eravamo abituati a persone di merda, oppure a gente costretta a mostrare il peggio di sé. Che ci faceva in mezzo a noi un perfetto gentiluomo?

Poi, un bel giorno, quella riunione...

Nessun cappello introduttivo. Nessuna dritta. Nessuna imbeccata. Nessun filtro. La parola alle anime sperdute. Ovvero il caos.

Ecco allora l'urbanissima psichiatra che dice “cazzo” in pubblico per la prima volta in vita sua. L'assistente sociale che sgrana gli occhi. Miss scoreggia di rana che invita a non essere “epidermici”, a ritrovare l'essenza del progetto. E io godo come un pazzo.

Il sixty nine party in socialese stretto va clamorosamente a puttane.

Il meglio (anzi il meglio/peggio) però deve ancora venire.

Passa qualche giorno e Michele viene convocato dal presidente e dalla responsabile d'area. E lui cosa fa? Si esibisce nella sua famosa risata.

“Tutti a dirmi che la riunione era stata un disastro, che era tutto sbagliato, tutto da rifare e allora dai, mi è venuto da ridere...”

Alla fine l'hanno rimandato, con sua grande gioia, a fare casette per uccellini.

E quelle casette son proprio belle, ve l'assicuro...

 di più
editoriale di luludia

Primo gennaio venti venti...

Caffettino con sambuca, un po di drum...

Me ne sto qui in mezzo a operai sdentati, vecchietti che giocano a carte, donne senz'arte ne parte.

Tutto bene, anche perché questo sole inaspettato ingentilisce tutto. Senza contare che le donne comunque son donne.

Sono spelacchiato come un vecchio cane di strada, magico come un artista da due soldi in un'ora di pace. E c'è come una specie di verità, ovvero questo è quanto.

Torno a casa e ho bisogno di qualcosa che mi restituisca una sensazione simile. Musica chiaramente.

Musica. Si, musica.

Vado sul tubo a caccia di meraviglie black, li la verità c'è sempre. Sorry per la retorica.

Donny Hathaway ha un bel cappello e una bella faccia. Ed è intenso. Al punto che l'aria nella stanza si fa umida. E questo è un bene, visto che il mondo è secco, arido...

Un vero deserto...

Si sentono le lacrime, gli umori del corpo. E' una specie di pioggia, tutti i fiori ne godono, tutti i fiori bevono...

E abbeverarmi a una fonte buona è esattamente quello che volevo.

"Ho dato poesia agli uomini e dunque nel mio mestiere sono re", così Cesare Pavese. Beh Donny, eri un re anche tu...

Auguri, brothers and sisters...

 di più
editoriale di luludia

La stronzaggine un tempo era più naif e selvaggia, ma, nondimeno, sempre stronzaggine era. Ai miei tempi la si viveva in strada e ci sbattevi la faccia praticamente ogni giorno.

Il mondo, pieno di bande sgarrupate e di piccoli eroi, pullulava anche di fottuti bastardi.

Gentaglia in preda a una stupida e parodistica idea di virilità e con tanta (ma proprio tanta) voglia di menar le mani.

Mai avuto problemi io, mai preso per il culo da nessuno, ma, insomma, ho visto cose. E nitido ho il ricordo di tutta una serie di gentiluomini.

Sbaraccani, ad esempio, uno che aveva la perniciosa abitudine di spingere la propria morosa addosso al malcapitato di turno per poi, in rapidissima sequenza, (UNO) berciare un “che cazzo fai, tocchi la mia morosa?” (DUE) far partire un terrificante pugno in piena faccia.

O “Danilo la merda e la sua banda di cerebrolesi”, che, si, detta così sembra il nome di un gruppo punk e invece era soltanto un gruppo di stronzi. Se ne andavano in giro di notte con un paio di gatti morti sul cofano della macchina cercando qualsiasi pretesto per sfogarsi. E quando dico qualsiasi intendo proprio qualsiasi.

Oppure gli amici di Ugo, che il povero Ugo se lo tenevano in gruppo solo per menarlo da mattina a sera, menarlo con calci nello stomaco intendo. Bastava un momento di noia, un ghiribizzo di qualcuno e partiva la scarica di botte. E il giorno dopo Ugo era di nuovo li

O Marcellino che quando doveva menare la morosa lo faceva sempre in pubblico di modo che tutti potessero godere dello spettacolo. E qui finisco, anche se di esempi ne avrei ancora tanti altri...

E comunque i suddetti gentiluomini ogni tanto mi capita ancora di incontrarli.

Hanno mogli, figli, lavori e fanno schifo esattamente come ieri. Solo che l'antica violenza si è trasformata in una specie di orrenda normalità di cui sono i più fieri rappresentanti.

Ma il mondo, un tempo, era anche un posto che offriva cose:gli interminabili giri in bicicletta, i pomeriggi pallonari, le chiacchierate con gli amici.

Poi c'era il favoloso Bar Arena, luogo dove tutto (dalle smargiassate alle bizzarrie, dal racconto piccante fino alle strampalate massime di vita) entrava direttamente nella leggenda.

Non so se sia la memoria a ingentilire i ricordi, un po' magari si, chi lo nega, Però credo anche che allora la vita fosse meno influenzata dalla gabbia di cose tutte uguali per persone più uguali ancora.

C'era insomma, a meno che non sia, il mio, un vaneggiamento d'anziano, un pochino più di spazio per l'autenticità.

Penso al Conte, venti caffè al giorno, mai un soldo in tasca e mai un'idea meno che assurda.

Penso a Bruno, ladro di mezza tacca (e gentiluomo dal cuore d'oro) morto in un incidente mentre lo inseguiva la polizia.

Oppure a quando, la domenica, un manipolo di desperados prendeva il pulman per seguire la Patrizia che andava al mare a mostrare le sue grazie.

Alla pazza che lavava la sua biancheria intima nell'acquasantiera.

Al ciclista filosofo che a tutti sussurrava “il mondo non esiste, ma la figa si”,

Al mio amico Vampiro, quello che camminava sui tetti della scuola e una volta si bendò la faccia tipo mummia che, insomma, “tutte quelle facce da cazzo come si permettono di guardarmi?”

E, tra l'altro, ciclista filosofo, Vampiro, più una gattara, più una specie di poeta abitavano tutti in una strada che si chiamava via Spaventa...

Gran bel nome via Spaventa...

Ecco perché Ian Dury...

Che Ian Dury (con quella faccia/con quelle parole/con quella voce) un posto così lo avrebbe saputo raccontare.

Che, per raccontarlo, non ci vogliono cantautorini pallidi dalla faccia pulita e nemmeno vocette querule, oh no, quel che serve è un eloquio pieno di pepe con corollario di faccia da schiaffi e rospi in gola.

Non serve la lingua del paradiso, anzi la lingua deve essere sgarbata...

E ci vuole una faccia da cazzo, lubrica, irriverente, claunesca...un occhio vivo guizzante, spermatico...

E comunque, nella mia memoria, il nostro Ian è legato a doppio filo a un mio vecchio compagno di scuola, uno della genia dei gentiluomini che ho elencato all'inizio.

Ma prima devo parlarvi di un altro personaggio straordinario...

Il professor Cosentino...

Il professor Cosentino non insegnava storia, non dava voti, faceva leggere Kafka al posto dei promessi sposi e con lui si ascoltava Gaber in classe.

Da spento era un tizio trasandato, dimesso, ma una volta acceso ecco che veniva fuori una faccia da cazzo, lubrica, irriverente, claunesca...un occhio vivo, guizzante, spermatico..

Il primo giorno, all'inizio, lo scambiai per un bidello. E' che se ne stava seduto dietro la cattedra con l'aria di chi davvero non c'entrava niente. Poi suonò la campanella...

“Sono il vostro professore di italiano e storia, anche se...”

Come sarebbe “anche se”?

“Anche se mi scoccia...”

Come sarebbe “mi scoccia”?

“Cioè mica mi scoccia essere con voi, mi scoccia essere un professore”

E sorrise...

Poi partì con un monologo, “io non insegno storia, perché non è possibile insegnarla in modo serio” “e Topolino non lo sopporto e Prevert diceva padre nostro che sei nei cieli, restaci”...

Ma ora beccatevi un bel un/due/tre...

(Uno) Il nostro eroe, con aria assai poco convinta, passeggia per l'aula leggendo “I Sepolcri”. “Basta, è troppo retorico”. Poi, per rendere più chiaro il concetto, chiude il libro e lo scaglia lontano....

(Due) Ingresso dell'istituto. Il preside sta aspettando il professor Cosentino che finalmente arriva. “Professore, siamo di nuovo in ritardo!!!” E il professore, di rimando: “Tutto ciò è irrilevante nella genesi storica”.

(Tre) Scrutinio di fine anno. “Professore, che voto diamo in condotta all'alunno X” “Dieci” “Ma come dieci!!!” “Ah, dieci non va bene, facciamo nove” “Nove e perché nove?” “Non va bene neanche nove, facciamo otto allora” “Ma come otto!!!” “Fate un po' come vi pare, io vado a bere un caffè”...

Ok, questo per quanto riguarda il prof...

In quella classe c'erano poi Lorenza e Luca...

Lorenza il mio sogno (e questo vi basti) e Luca una specie di paracarro.

Ecco, io e questo Luca, da paradigmi antropologici piuttosto diversi quali eravamo, non ci cagavamo pari. Però in due occasioni ci scontrammo...

La prima fu un giorno che insieme ai suoi due luogotenenti (tipi simili han sempre dei luogotenenti) stava martoriando un ragazzetto indifeso. Il giochino andava avanti da un po'...

“Ma perché cazzo non la smetti?”

“Se no?”

“Smettila e basta”

“Vuoi prenderle?”

“Voglio solo che la smetti”

Si stava mettendo male, poi, per fortuna, intervenne Lorenza che era insieme alle sue due luogotenenti (ragazze simili hanno sempre delle luogotenenti)...

“Dai Luca, ha ragione lui, non è divertente”

E finì li...

La seconda riguardò solo noi due. Non so come, ma noi che non parlavamo mai, ci ritrovammo a discutere di musica...

“Ti piace Renato Zero?”

“No.”

“Eh, figurati se a te piace una cosa che piace a tutti!!!”

“.....................................”

“Chi ti piace, allora?”

E io, che non potevo certo parlargli dei miei ascolti stravaganti, gli risposi:

“Mi piace quella canzoncina, quella che fa -e cominciai a canticchiare- Sex and drugs and rok''roll”

“Ma fa schifo!!!”

“Il fatto che ti faccia schifo è la prova che invece è davvero notevole”

E lo lasciai li...

Ecco, forse, in quell'occasione fui un pochino rigido io, non mi aveva parlato in tono di sfida, anzi e le sue parole sembravano quasi dettate da una specie di simpatia.

Però, che volete, lo detestavo...

Qualche giorno dopo il professor Cosentino, appena entrato in classe, se ne uscì con questa inaspettata affermazione “ma dico, non è fantastico l'ultimo di Renato Zero?”. Poi si mise a cantare il triangolo no...

“No prof, anche tu”...

Del resto nessuno è perfetto. E forse nessuno, ok facciamo quasi nessuno, fa totalmente schifo,

Infatti, dopo il siparietto del prof, Luca il paracarro cercò il mio sguardo e dopo averlo trovato sorrise. E non era un sorriso di vittoria, era una specie di alzata di spalle o, se preferite, di “che vuoi farci?”.

Così, anche se era una testa di cazzo, sorrisi anch'io...

Trallallà...

 di più
editoriale di luludia

Se penso a Iggy mi vengono in mente due cose: una notte d'inverno del 77 e un suo concerto a Parma nel 79...

Che poi, a dirla tutta, le cose sarebbero tre, ma facciamo che l'ultima me la tengo per il finale.

Il concerto di Parma avevo sedici anni e fu una storia del tipo “allora il rock'n'roll esiste davvero”.

Che poi, con mio grande stupore, scoprii che esistevano pure i punk, quel posto ne era pieno.

I punk, figuriamoci...io venivo dal paesello...

Beh, fu un concerto favoloso. Con un sacco di pezzi degli Stooges.

E, se si parla di un certo tipo di rock tra garage e punk (più garage che punk), i primi due album degli Stooges fanno il culo a tutti, Non ce n'è per nessuno. Per nessuno...

Oscura , oscurissima,energia primordiale..

E, ok, , avevo detto che me la tenevo per il finale, ma ci sta bene qui: “IL SUONO CHE INGOIA LA SOFFERENZA TUTTA INTERA”, una frase che il nostro ha detto una volta, chissà dove e chissà a chi...

E poi mi ricordo i suoi occhi, non ho mai visto occhi più folli e penetranti...ed era posseduto già un decimo rispetto a quando era folle davvero...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

La notte d'inverno del 77. invece andò così..

Una cameretta (la mia ) e una radiolina gracchiante (mia pure quella).

Con un tizio collegato da Londra che raccontava del ritorno sulle scene di un certo Iggy Pop. Non prima o dopo il concerto, durante... E un torvo rumore di sottofondo ne era la prova.

Iggy Pop, che nome del cazzo pensai subito...

Era quella, infatti, la prima volta che lo sentivo nominare.

Però ero fresco dell'acquisto di “Low”. Che c'entra? C'entra. Uno, ero fiero dell'acquisto, e due...

E due dobbiamo tornare alla radiolina e alla cameretta...

Che, improvvisamente, quello speaker disse che il duca (il duca?), si il duca, era il tastierista del gruppo di quel tal Iggy, e mica solo per quella sera, ma per tutto il tour...

Cosa???? Cosa??????????????????????????

Non solo, il tizio, quasi a calcare quella che a me sembrava una cosa incredibile, se ne uscì, petto in fuori e mano sul cuore, con una frase del tipo “Mr Bowie suona nell'ombra” Inutile dire che all'epoca l'ombra aveva una certa importanza...

Beh signori, quella radiolina collegata col centro (del centro) del mondo è uno dei miei ricordi musicali più preziosi. Anche se è una cosa da niente. Ma col niente o col poco le facoltà immaginative viaggiano a mille.

Non ci misi molto a mettermi in pari e, ben presto, il signor Iggy divenne membro del sacro quadriunvirato dell'epoca.

Iggy, Jim, Lou e David...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::.

Questo breve scritto è nato dall'aver scovato sul tubo la registrazione di un concerto di Iggy Pop, proprio del 77, proprio a Londra, proprio in inverno...

Chissà magari è lo stesso di quella notte alla radio...

 di più
editoriale di luludia

“In quelle contrade la neve è diabolicamente pura”, così Sergej...

Ecco, l'ossimoro è la più conturbante tra le figure retoriche e ha in sé una specie di assoluto, se non una spiegazione poetica dell'essere...

“Dagli opposti bellissima armonia”, “il sole nella pioggia”...

Oppure l'immediatezza yin e yang di un gatto nero e uno bianco acciambellati in una scatola...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Ma come può la purezza essere diabolica? Non può infatti. La purezza è solo il più splendente fiore per l'ape...

Scivolando dal paesaggio al viso, possiamo dire che nulla come l'innocenza di certi occhi attira a sé, attraverso lo sguardo, la frustrazione e l'invidia degli altri...

E' il fenomeno noto col nome di affascino. Ovvero una sorta di fastidio inconscio che si trasferisce in un attimo da chi guarda a chi è guardato. Ed ecco allora intorpidimenti improvvisi, immotivati e subitanei attacchi di stanchezza. Sintomi che nel sud Italia certe donne fan sparire abbastanza velocemente grazie all'uso di particolari formule segrete...

Ognuno di noi, ogni tanto, può esserne vittima, ma alle persone particolarmente pure capita quasi quotidianamente...

L'affascino è comunque, il più delle volte, roba di poco conto. Il problema è quando l'invidia diventa pensiero fisso...

E, credetemi, è pieno di anime nere in grado di distruggerti col sorriso sulle labbra...

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

La purezza però non mi riguarda, io ne sono ben lontano...

Niente pericoli per me. Non per la mia psiche, almeno. Anche se poi io son di quelli che si portano sfiga da soli...

E, ok, ogni tanto, mi capita di esser felice, e quindi più esposto del solito all'invidia altrui...

Certo, la felicità tende a fuggirsene da sola, però è anche vero, come dice il poeta, che “i pastori (ovvero gli amanti) muoiono pressapoco a causa del mondo”. Ma non è necessario essere così letterari. Basta pensare al blues.

Date un'occhiata ai testi di Robert Johnson...

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Poi, certo, capita di essere esposti perché si è in rapporti intimi con una persona particolarmente pura e allora i fantasmi avviluppano anche te...

Chissà poi perché purezza si accompagna sempre a fragilità?...

Tutte quelle persone che sembrano su una nuvola è proprio su una nuvola che dovrebbero stare....

Il posto di Beatrice è in paradiso...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Ma come proteggere un cuore delicato? Quale armatura per la purezza e per la felicita?...

La religione ci offre quella cosuccia chiamata fede. O, addirittura, la divina provvidenza....

Francesco, ad esempio, proibiva di pensare al giorno dopo. E infatti perché farlo se Dio vede e provvede?...

Io però non sono cattolico manco per niente...

“Voi portate una croce, io una piuma”, diceva quel tale...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

“Prudenzia, senor”

“Prudenzia?”

“Si, gli dei ci braccano...”

“Si, certo...”

“Non ci credi?"

“Mica tanto...”

“Sarà che con te gli dei non si sporcano le mani...”

“Dici?”

“Dico, tu ti porti sfiga da solo...”

“Beh, in quanto a sfiga non mi batte nessuno...”

“Ma sfiga tua essere pensamento...”

“Pensamento?”

“Si, si, el pensamento...cabeza...cabeza loca...devi svuotarla, devi far pulizia....”

“E che cazzo Prudencio, ti metti a fare il mistico da quattro soldi!!!!”

“Quattro soldi son troppi senor, ne bastano due....”

OK...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Prudencio era un folle, un folle assoluto...

“La puta...la puta senor...che la cabeza non è l'unica cosa da svuotare...”

“Che puta e puta Prudencio!!!!...l'amore piuttosto”

“No l'amore, la puta...”

OK

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

“Quanto tempo?”

“Venti minuti, mezz'ora...”

“Soltanto”

“E quanto vuoi metterci?”

“Ah, ok...”

“Come preferisci? Cinquanta normale o settanta con coccole?”

“Settanta con coccole...”

Poi inizia a spogliarsi...

“No, guarda, ti spoglio io...”

Solo che tergiverso e si spoglia lei...

Vi risparmio i particolari, in ogni caso meglio una sega. Le coccole poi ve le raccomando...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

“Sta minchia Prudencio, la puta mi ha deluso...”

“E' che non eri tranquillo...”

“Hai ragion, non lo ero...e che cazzo, persino andare a puttane è complicato”...

“No senor, quello complicato sei tu”...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

E comunque era matto...

Una volta si mise a urlare...

“L'urlo è l'eiaculazione del cervello” disse al medico. Mai, mai dire una cosa simile a un medico...Mai...

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Sarà che il mondo è impuro, ma tra prudenzia e urlo di gioia non c'è contraddizione...

La felicità, lo abbiamo visto, è un isolotto sotto perenne minaccia di flagello (assalto di invidiose anime nere, schegge vudù di umana stronzaggine)...

Cedete all'urlo, ma subito dopo state attenti...

Proteggetevi, come più vi aggrada, ma proteggetevi....

Pregate, cantate, sputate per terra. Fate gli scongiuri...

Oppure ascoltate Lee Scratch Perry, lui sostiene di essere un demons killer. E credo proprio che abbia ragione...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

“Prudenzia Senor...”

“Ok...”

“A meno che non si abbia fede”...

“Tu hai fede, Prudencio?”

“No, senor...ed è un peccato...”

“E perché mai?”

“Senza fede la purezza è un sintomo psichiatrico, una specie di grazia fuori posto ..”

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

E se provassimo ad avercela anche noi un po' di fede?

Mica in Dio, ma nella vita...

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

E mi viene da piangere se penso che non sono riuscito a proteggere quell'essere delicato...

 di più
editoriale di luludia

Ieri parlavo con un vecchio gentiluomo di campagna...ed ecco, in estrema sintesi, quello che mi ha detto.................

"Se Gromyko amava i polacchi, se John Wayne amava i bambini, io, io amo il rumore.

Trattasi di vizio contratto in gioventù e oramai coltivato di nascosto.

Voi giovanotti però smettetela. Si, smettetela di ascoltare il rock. Davvero non avete niente di più originale da fare? Tipo, che so, riordinare la vostra stanza o fare i compiti?

Ma andrebbe bene qualsiasi idea del cazzo a patto che sia davvero vostra. Non ce l'avete? Me lo immaginavo...ed è precisamente questo il motivo per cui vi conviene fare i compiti...

Se poi siete di quelli che addirittura formano una band, apriti cielo. Che quando mettete mano al chitarrone non siete che l'equivalente di un pittore della domenica

Vi ricordo, inoltre, che “chi tollera i rumori è già un cadavere”. Sempre, beninteso, che il rumore non sia prodotto da menti sopraffine, oppure da vandali, vandali veri. Ma dubito che voi apparteniate a una di queste categorie.

Imparate piuttosto il senso del tempo. Fare rumore oggi equivale al non averlo fatto quando andava fatto.

Ah, non c'è niente di peggio che far baccano fuori luogo"..........................

Avrei voluto, ovviamente , replicare...ma mentre stavo per farlo, mi sono ricordato che, effettivamente il rock è morto quarant'anni fa...

Non per la prima volta, certo...ma, come tutti sanno, se si insiste a morire, si muore davvero...

Quindi non ho detto niente...

E comunque il gentiluomo mi ha dato anche un altro consiglio, ascoltate...

"Se proprio volete cascare nel sociale, scegliete un'idea senza tempo, un'idea inattaccabile.

L'unica cosa possibile è essere contro le catene, visibili e invisibili.

Per quelle invisibili, non so,magari cercate qualcuno che somigli a uno sciamano oppure una personale forma di misticismo.

Io ad esempio faccio l'uncinetto.

Ma consigliabili sono anche la cura di un giardino, la costruzione di un erbario, l'estremo libertinaggio...

E, se siete tradizionalisti, Dio....

Per quelle visibili invece, beh, c'è solo l'anarchia. Filosofi e economisti continueranno a spalar merda, ma l'anarchia è semplice, essenziale e pura come un giglio...

Come dite? Il comunismo anarchico? Beh, per quello bisogna attendere ancora qualche millennio.

In ogni caso: né comandare, né essere comandato".................................................

Come dargli torto?

Di mio aggiungo solo: siate gentili con le ragazze...

 di più
editoriale di luludia

Beh, quando ho visto questo fotomontaggio, ho sorriso.

Patti Smith, che questa è la copertina di "Horses", il suo capolavoro.

E Frida Khalo che presta il suo bel faccino alla poetessa rock, alla fanciulla maschiaccio, a colei che in gioventù ci insegnò tante cose.

Un'assurdità? Oh, no...

Che, in fondo, questo freak un pochetto inquietante saltato fuori mischiando le carte la sua ragion d'essere ce l'ha,

Ce l'ha eccome...

Che anche Frida era una fanciulla maschiaccio,...

E entrambe hanno imparato la poesia (o lo specifico artistico) da malattie infantili che ne avevano modificato lo stato percettivo....

Per non parlare della abilità nel creare da sole la propria leggenda...

Però ora Patti lasciamola da parte...

Qui si parla di Frida...

______________________________________________________

Io sono nata due volte...

_________________________________________________________

La storia di Frida Khalo la conoscete tutti, vero?

La poliomelite a sei anni, il terribile incidente che da ragazza la costrinse per molto tempo a letto e la rese poi invalida per sempre...

L'impegno politico, l'amicizia con Tina Modotti, l'amour fou con Diego Rivera, la storia con Trotsky, la bisessualità....

___________________________________________________________

Ma quando penso a Frida, la prima cosa che mi viene in mente è “Alice nel paese delle meraviglie”.

Con Alice/Frida che alita sul vetro della finestra del salotto e che sul vapore disegna una piccola porta.

E che da quella porta si ritrova sottoterra dove incontra una bambina che sorride e fluttua leggera nell'aria...

______________________________________________________________

Ecco, a una storia di questo genere potremmo anche non credere, oppure non prenderla troppo sul serio..

Ma come si fa, è quel tipo di storia che è il mio pane!!!

E poi qui siamo di fronte all'origine della immaginazione figlia di mancanza.

A quel luogo dove questa immensa artista incontrava se stessa e dove noi oggi incontriamo lei...

_______________________________________________________________________

"Per quanto tempo restavo con quella bambina? Non so. Forse un secondo, forse mille anni. Quel che so è che al ritorno ero sempre felice. Cancellavo la “porta” con la mano e, col mio segreto, correvo sotto un albero di cedro. E, sorpresa di essere sola con la mia gran felicità, gridavo...gridavo e ridevo...

_____________________________________________________________

Poi un giorno il nostro maestro ci diede quel tema. "Raccontate la vita della famosa pittrice messicana Frida Khalo"

Giannino scrisse:

"Aveva gli occhi neri,...

Di quegli occhi che se li guardi nelle foto ti sembra che la foto stia parlando con te...,

Ciao io mi chiamo Frida e tu...tu come ti chiami?"

Bortolo scrisse:

"Il maestro ci ha detto che Frida non era una sola tante...Io non lo so mica bene cosa vuol dire...però se davvero le Fride erano tante a me quella che mi piace è la “Frida bambina”...

Quella che il suo babbo diceva alla mamma “tu vuoi che le tue figlie sian dei soldatini, ma Frida è diversa”

Merdina scrisse:

"Frida era sfortunata, da bambina camminava male...poi da ragazza si fece ancora più male...

Era in autobus col suo fidanzato...e quell'autobus andò a sbattere...

Allora Frida fece un urlo, un urlo che una volta l'ho fatto anch'io...che quando mi son svegliato c'era la mamma...

Accanto a Frida invece c'era la morte...

Ma la morte fece esattamente quel che fece la mia mamma...

Accarezzò la sua bimba...poi...poi se andò via scodinzolando."

Non era ancora il momento...

______________________________________________________________

E quindi Frida si ritrovò col corpo spezzato, ricucita e ricomposta come un puzzle i cui pezzi non coincidono mai...

Conobbe l'immobilità e le notti insonni, il tormento di un anima quando il tempo scorre a vuoto...

Quando ogni cosa appare uguale e diversa, più grande più piccola più questo più quello più tutto più niente...

Quando non puoi far altro che venire a patti col cane scodinzolante che in ogni momento ti abbaia in faccia la tua inadeguatezza...

E il patto di Frida fu guardarsi allo specchio e raccontare il dolore facendolo diventare qualcosa di grandioso...

Qualcosa di potente...

Così dipinse gabbie, corone di spine e piccoli chiodi su ogni parte del corpo...

La terra riarsa e secca con le radici che chissà come uscivano dal suo stesso corpo. (Il corpo di Frida)

E un cerbiatto ferito, una bimba sperduta allattata da una balia col volto lontano di maschera...

E l'amore...il suo piccolo uomo rospo...il suo piccolo uomo bambino...

Poi, in un certo senso, diventò quasi una principessa. Una bambolina dai mille colori e dagli occhi di fuoco...

Diventò Frida Khalo...

________________________________________________________

Frida Khalo, la madonna messicana con le scimmiette al posto degli angeli...

O forse (chissà?), forse semplicemente prese in prestito gli occhi di una delle sue dee messicane, una di quelle che con un battito di ciglia spostano le montagne...

Un trucchetto niente male se ci pensate, una piccola ragazza messicana con gli occhi di una dea...

Ma quelle scimmiette, oh quelle scimmiette ci ricordano che, appunto, era solo una ragazza...e son tristi come lei..o forse no...forse non son tristi per niente e son solo come devono essere...

Perché c'è una Frida che soffre e una Frida che ti guarda...

E quella che ti guarda ha gli occhi di una dea ed è esattamente come deve essere, persa com'è in un abbraccio che la notte concede sempre a chi, nel chiuso di una stanza, è sola con se stessa...

___________________________________________________________

Frida è famosissima, essere una bambolina paga sempre...

Frida è un gadget, un pupazzetto e il mio lato snob un po' se ne dispiace...

E però...però...

La sua è un'arte popolare e raffinatissima a un tempo...e non è strano che piaccia un po' a tutti

Un'arte intima e raccolta, ma esplosiva.

Istintiva, ma anche capace di cogliere quanto di meglio offrivano le avanguardie europee.

Imbevuta di mitologia centroamericana, di filosofia orientale, di pittura religiosa (Ex voto).

Il tutto piegato però a un linguaggio che risulta essere sempre personalissimo oltre che immediatamente riconoscibile...

_____________________________________________________________

Frida in fondo é come Emily Dcikinson, il lupetto impazzito che canta con voce di vetro nel chiuso di una stanza...

Tra Frida e il muralista Diego Rivera, passa la stessa differenza che c'è tra la Dickinson e Walt Whitman....ovvero l'arte della notte e l'arte del giorno...

Ma finito il chiasso, finito lo strepito (in questo caso il novecento e le sue rivoluzioni) l'arte della notte ridicolizza quella del giorno...

E quel che è intimo e raccolto (anche se comunque pieno di colore) continua a spaccare l'anima...

_______________________________________________________________

Alla rivoluzione però Frida aveva creduto...

Al punto che diceva di essere nata nel 1910 e non nel 1907...e mica per calarsi gli anni...

Ma perché nel 1910 scoppiò la rivoluzione messicana

________________________________________________________________

Io sono nata due volte: la prima volta con la rivoluzione, la seconda con un grido...

_________________________________________________________________

Sarebbe finito, ma aggiungo ancora qualcosa...

Frida era affmata di vita, Frida mordeva la vita...e, forse, da quanto scritto finora questa cosa non si capisce abbastanza...

Nonostante le sofferenze indicibili Frida era allegra...

Si, era allegra e chiamava se stessa la grande ocultadora...

Nascondeva il dolore e la morte col suo essere una intensa fanciulla messicana...

Con una energia che era una specie di miracolo....

________________________________________________________

Ecco, adesso, ho davvero finito...

 di più
editoriale di luludia

Ma il narratore è onnisciente o è solo stronzo? Quello della mia vita intendo.

Trama imbarazzante, sciocco sentimentalismo profuso a piene mani, lugubri coazioni a ripetere a far si che si sbatta sempre contro le sbarre della gabbia...

“E' che non sai vivere” sussurra il logico/razionalista...

E parte la lezioncina conseguente. Ovvero le regoline/regolette per non farsi fregare...

Che poi il più delle volte ti freghi da solo..

Ed ecco allora che quella vocetta stridula/melliflua ti ripete per l'ennesima volta frasi del tipo: “annusa l'aria o la situazione e se non fa per te allontanati in fretta anche se non hai la macchina”.

Certo, come no? Vuoi mettere fare l'autostop nelle stradine secondarie dove non passa mai nessuno? Se è lo splendore della ragione a guidarti, fa mica niente se sei solo

Oppure “non credere a nulla o se lo fai fallo una volta sola”. Ok, signor logico/razionalista, deve essere la millesima volta che me lo spieghi...posso andare avanti io, se vuoi...

Si? Ecco allora, ascolta: ogni buona rivoluzione insegna che sei già fottuto in partenza, anche dovessi vincere. E la buona rivoluzione è quella destinata a perdere. Anzi è quella che ha già perso in partenza

Stessa cosa per l'amore che è tipo una rivoluzione in sedicesimo, anche se più potente perché riguarda solo te...

Tutto giusto, vero?

Continuo? Si?

Non prendere sul serio artisti, scrittori, musicisti, ovvero proprio quelli che non sanno vivere. Approfitta di loro esteticamente (bellezza o quant'altro) o per la quantità di emozione/ energia abbastanza impressionante che riescono a darti. Per il resto mandali a cagare.

Non far si che tutti i parassiti della sconfitta ti succhino il sangue (anche se, idealmente, tu stai con loro). Non circondarti di folli, mitomani, professionisti della sfiga, ti stanno simpatici ma ti trascinano giù, come e quanto i vincitori...

Di nuovo tutto giusto, vero? Stavolta non mi rimandi a settembre?

Ok, grazie signor logico razionalista...

Però magari adesso levati dai coglioni...

Sai, credo che il narratore onnisciente per me abbia scelto altro. E' uno che deve avere davvero una vita di merda. Se no perché vendicarsi in questo modo usando me?

E voi?

Il vostro narratore è altrettanto stronzo?

Al mio riconosco comunque un certo stile...

 di più
editoriale di luludia

La sera l'entusiasmo del mattino è una specie di depressione...

E le parole che, dandoti importanza, hai sussurrato una dietro l'altra han perso del tutto la loro luce..

Erano piccole gemme o fiori d'una raccolta d'attimi... e ora...ora non sono più nulla...

Ah si, è sera...e sei stanco di essere il cercatore d'oro che contempla tutti quei sacchettini colmi non di pagliuzze luminescenti ma, appunto, di parole

Che quando guardi quei sacchettini sembri un avaro che conta i soldi...

Che farai domattina? Sistemerai lo spettacolo che stai scrivendo per la tua compagnia di attori sgangherati? Studierai un pochino Frida Khalo? Oppure, per una volta, non farai assolutamente un cazzo?

Assolutamente un cazzo? Magari...

Che, già lo so, ti metterai lì con la tigna dell'artista fino a che una piccola fila di parole non avrà raggiunto quella che tu definisci aerea leggerezza. Mio dio, quanta fatica sprecata...

Peccato, che, un tempo, l'arte d'esser niente tu la possedevi... ed era il più prezioso dei doni..

Invece adesso questi sacchettini che contempli nel buio non sono che l'ennesima gabbia...con l'aggravante che l'hai costruita tu...

Suvvia, fottitene...

E concedi alla vita (che è schifo e meraviglia) di distruggere il tuo castello

E' l'unica cosa che lei può fare per te...

 di più
editoriale di luludia

L'altro giorno ho rivisto Marco, uno dei quattro.

Ci siam mezzi ubriacati e ci siam messi a ricordare.

Ed ecco quello che mi ha detto il mio vecchio amico:

“Io non sopporto nessuno. E i discorsi degli altri, in genere, mi disgustano.

E ho sviluppato una tecnica perfetta per non ascoltare le persone quando mi parlano. Talmente perfetta che non se ne accorgono mai.

Che i discorsi degli altri mi interessano di passaggio, quando sono colti come per caso.

Che è bello passare in mezzo a una moltitudine anonima, cogliendo parole in qua e in la come fossero musica,

Oppure è bello quando ti ferma una vecchietta o un tipo dolcemente fuori posto.

Ma gli altri...gli altri, dopo cinque minuti, vorrei essere altrove.

Ci sono delle eccezioni, ovvio, ma non son certo tante.

E comunque tutto questo non nasce da un senso di superiorità, anzi...semmai nasce dall'esser fatto male.

Mi capita spesso di avere nostalgia degli anni giovani e il massimo della nostalgia è per quei pomeriggi quando ascoltavamo insieme tutti quei dischi.

Eravamo in quattro, il numero perfetto.

Mi è capitato di avere altre amicizie virili e nessuna ha mai avuto quello splendore.

Tolti voi, i maschi mi fanno un po' schifo.

Io parlo solo con le donne, forse per la loro bellezza, forse perché ho ben poco di maschile. O forse perché sono terribilmente stanco. (Avviso ai naviganti: il signore che sta parlando è provvisto di notevole fascino).

Ah, per me, gli unici uomini esistenti siete voi tre E, forse, amo tanto tanto la musica per il semplice fatto che mi riporta a quei pomeriggi.

Che poi era bello anche prima, quando al posto di Lou Reed c'era il Conte Oliver e al posto dell'impianto stereo il pallone. Ed è stato meno bello dopo, quando ci siamo mischiati.

Che per me quei pomeriggi eravate VOI .

VOI di cui son più stato geloso che di tutte le mie fidanzate messe insieme.

Ah, gli unici uomini esistenti sono tre ragazzi in realtà, tre ragazzi persi nella notte dei tempi.

Mentre ora sono un solitario quasi assoluto, non faccio praticamente mai niente, non vado da nessuna parte.

Ma va bene così, sto coi miei sogni...

Chissà, forse c'è una velata psicosi.

Si sa che una delle paure degli psicotici è quella di essere risucchiati dagli altri...gli altri sono ladri...

Ladri di energia, ladri di identità.

E' che io ho bisogno d'aria, quindi non trascinatemi a feste, e se si, lasciatemi andar via presto.

Io non vi reggo più di mezz'oretta. Quindi, datemi un angolino...

Se possibile “un posto pulito illuminato bene...”

Ecco, queste le parole del mio amico.

Parole eccessive, forse... ma che in me risuonano...

Risuonano magiche...

Che forse anch'io, se potessi scegliere un momento da rivivere, tornerei a uno di quei pomeriggi...

Tra il Conte Oliver e Lou Reed...

Quando eravamo principianti assoluti e tutta la vita era davanti a noi..

 di più
Utenti simili
BARRACUDA BLUE

DeRango: 4,37

Carlos

DeRango: -7,37

Lao Tze

DeRango: 6,21

Buzzin' Fly

DeRango: 2,44

HOPELESS

DeRango: 11,24

bluesboy94

DeRango: 4,70

Muffin_Man

DeRango: -0,42

Loconweed

DeRango: 6,33

TheJargonKing

DeRango: 16,68

hjhhjij

DeRango: 15,25